AI slop, “sbobba artificiale”

Alcuni esempi d’uso del neologismo inglese AI slop:

Immagini create con intelligenza artificiale e frasi: “it’s all slop, every website is becoming AI slop”; “Most of my Facebook feed is just AI slop, it’s so depressing”; It’s so sad. Google as a search engine is just ruined. It’s nothing but AI. Especially if you look up anime-related stuff, 98% of the results are AI slop”; “Every time I google something I have to add –ai at the end otherwise it will keep showing AI slop”

AI slop è un’espressione informale per ora ancora di nicchia che descrive contenuti di infima qualità generati dall’intelligenza artificiale, ad es. immagini, video, notizie, risultati di motori di ricerca e interi siti con funzione acchiappaclic.

È una risemantizzazione della parola slop, che nel lessico comune indica vari tipi di materiale liquido o semiliquido dall’aspetto poco allettante, come acqua sporca con residui solidi, fanghiglia, brodaglie varie, broda per i maiali, sbobba. In inglese la nuova accezione risulta trasparente: si intuisce il senso figurato di “robaccia che ci viene data in pasto” senza aver bisogno di spiegazioni.

Slop è una parola che ha anche aspetti fonosimbolici: la sequenza iniziale /sl/ è ricorrente in parole che richiamano interazioni tra sostanze liquide o vischiose (ad es. slosh, “sciabordare”, slime, “viscidume”, sludge, “melma”, slurp) e in parole con connotazioni negative (ad es. sleaze, “sozzume”, spec. in senso figurato, slob, “persona sciatta e indolente”, slut e slag, epiteti spregiativi femminili).

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Prompt: “parole significative del 2023”

word cloud di parole significative del 2023

In Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta (novembre 2023) ho descritto vari esempi per l’inglese. Nel frattempo sono state annunciate anche alcune parole dell’anno per l’italiano, che aggiungo qui assieme ad altre per me significative, da prompt a granchio blu passando per sbadilare e cassa di espansione.

La parola del 2023 per cui ha optato l’Enciclopedia Treccani è femminicidio, una scelta dovuta alla rilevanza da un punto di vista socioculturale (criterio che si differenza da quelli privilegiati dai dizionari di lingua inglese che ricorrono invece a dati quantitativi).

In Svizzera il Dipartimento di linguistica applicata dell’Università di Zurigo ha scelto come parola dell’anno per l’italiano GPT (“Generative Pre-trained Transformer, ovvero trasformatore generativo preaddestrato, un acronimo che esprime l’era dell’intelligenza artificiale”), seguito da tunnel, per rilevanza locale, ed ecoansia (“ansia derivante dal timore delle possibili conseguenze di disastri ambientali legati all’emergenza climatica”), parola entrata in italiano nel 2015 nella forma eco-ansia. Queste scelte hanno confermato la prevalenza di due temi osservati anche per altre lingue: intelligenza artificiale e cambiamenti climatici.

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Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta

immagine che illustra le parole dell’anno di dizionari di lingua inglese

Ogni anno in questo periodo vari dizionari, associazioni o istituzioni del mondo anglofono annunciano una word of the year, conosciuta informalmente con l’acronimo WOTY.

Associamo la tradizione delle parole dell’anno all’inglese ma in realtà ha origine in Germania negli anni ’70 del secolo scorso e poi è stata ripresa in vari altri paesi. In Italia c’è stato qualche tentativo poco riuscito per l’italiano e di solito i media si limitano a rilanciare le parole inglesi, con vari fraintendimenti che tradiscono scarse conoscenze linguistiche.  

Word of the year, non solo parole!

Innanzitutto va chiarito cosa si intende con “parola” (word), che in questo contesto è un concetto piuttosto ampio. In inglese word of the year può essere un sostantivo, un verbo, un aggettivo, un pronome (they nel 2019), un suffisso, un acronimo, un hashtag, un’espressione, un modo di dire, un gioco di parole, una frase (my pronouns are… nel 2019), un eufemismo, o anche un’emoji (😂 nel 2015). 

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Intelligenza artificiale in breve: IA o AI?

È iniziata la stagione delle parole dell’anno e il dizionario britannico Collins per il 2023 ha scelto AI, acronimo di artificial intelligence:

Immagine con definizione: AI, “abbreviation for artificial intelligence: the modelling of human mental functions by computer programs”

Un’AI e due artificial intelligence

La definizione usata per la parola dell’anno (immagine qui sopra) evidenzia una peculiarità dell’abbreviazione AI che nell’uso contemporaneo la differenzia dalla forma estesa: è usata quasi esclusivamente solo in una delle due accezioni che invece ha la locuzione artificial intelligence, qui nelle definizioni di Collins Dictionary* online:

1 the modelling of human mental functions by computer programs  

2 the study of this

Il significato prevalente e più recente di artificial intelligence, 1, indica la riproduzione e l’imitazione di funzioni mentali umane da parte di sistemi informatici, un insieme di funzionalità, procedure e prestazioni. È questa accezione che nella forma abbreviata AI è stata scelta come parola dell’anno.

L’espressione artificial intelligence nasce però nel 1956 con un altro significato, inizialmente unico, 2, di disciplina, settore di studio e di ricerca che si occupa di 1. A quanto pare per questa accezione si ricorre sempre meno all’acronimo AI, ormai associato per lo più a 1.

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Il minimo sindacale, in inglese

Vignetta illustrativa di QUIET QUITTING con definizione the practice of doing no more work than one is contractually obliged to do

Nella rosa delle parole dell’anno 2022 per l’inglese c’è anche quiet quitting, un’espressione nata su TikTok dove ha avuto un’enorme diffusione poi estesa altrove. Definizioni di Collins Dictionary:

  1. the practice of doing no more work than one is contractually obliged to do, esp in order to spend more time on personal activities
  2. the practice of doing little or no work while being present at one’s place of employment

È un nome nuovo per un concetto già noto: in ambito lavorativo descrive chi, in senso figurato, fa il minimo sindacale , quindi non fa nulla al di fuori dell’orario lavorativo, non si fa coinvolgere in nessuna attività aggiuntiva, non partecipa attivamente durante le riunioni ecc.

In inglese esistono già altre espressioni per esprimere il concetto, ciascuna con connotazioni diverse. Esempi:

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Parole del 2023: aridificazione, policrisi…

Illustrazione di Leif Parsons con le parole aridification, poverty, polycrisis, zero-dose children, traveller surveillance

Nei media anglofoni sono ricorrenti le raccolte di parole ritenute rappresentative di un particolare periodo, non solo per l’anno appena trascorso ma anche per quello nuovo.

Un esempio recente è A guide to 9 global buzzwords for 2023, from ‘polycrisis’ to ‘zero-dose children’ (NPR) che identifica alcune parole che rappresentano concetti legati a crisi ed emergenze globali – climatiche, economiche e sanitarie – di cui molto probabilmente sentiremo discutere anche in Italia.

Tra le parole scelte ce ne sono varie in uso da tempo e che hanno già un equivalente in italiano:

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I falsi amici del “goblin mode”


Immagine che illustra “goblin mode” con persona trasandata che guarda il telefono in letto sfatto, circondata da avanzi di cibo e sporcizia. Ttoli: 1 Oxford Dictionaries names “goblin mode” its word of the year: 2 Goblin mode è la parola dell’anno per Oxford English Dictionary; 3 Goblin mode: la moda del fare schifo è la parola dell’anno

Con varie imprecisioni anche i media italiani hanno riportato la notizia che per la casa editrice britannica Oxford University Press la parola dell’anno 2022 per il mondo anglofono è goblin mode, come descritto in Oxford Word of the Year 2022.

definizione da OUP: ‘Goblin mode’ – a slang term, often used in the expressions ‘in goblin mode’ or ‘to go goblin mode’ – is ‘a type of behaviour which is unapologetically self-indulgent, lazy, slovenly, or greedy, typically in a way that rejects social norms or expectations.’

Goblin mode è un’espressione molto informale che ricorre all’uso figurato colloquiale della parola goblin: una persona asociale, inselvatichita, inzotichita, un orso. Non va quindi interpretata letteralmente nell’accezione familiare agli appassionati del genere fantasy per i quali il goblin è una creatura umanoide grottesca, dall’aspetto mostruoso e da modi e atteggiamenti come minimo sgradevoli.

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Sportswashing in Qatar: non è una “ripulita”

immagine di Collins Dictionary di attività sportive con sullo sfondo uno stadio e lavoratori, e la definizione in inglese di sportswashing: the promotion of sporting events to distract attention from a controversial activity
immagine:
Collins Dictionary

Tra le parole dell’anno 2022 scelte dal vocabolario britannico Collins Dictionary c’è anche sportswashing, ricorrente in relazione ai discussi mondiali di calcio in Qatar. Aveva già avuto rilievo anche nel 2018 per i mondiali di calcio in Russia e in entrambe le occasioni è poi apparsa anche nei media italiani.

Sportswashing descrive l’uso di un evento sportivo di rilevanza globale per migliorare l’immagine e la reputazione di un paese. In italiano l’operazione viene spesso spiegata erroneamente come una ripulita o un lavaggio ma si tratta invece di una metaforica “riverniciata” che distrae l’attenzione e copre e nasconde problemi di fondo che rimangono irrisolti, come mancanza di giustizia sociale e violazioni dei diritti umani.

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Parole dell’anno 2021

Striscia in cui Rat strappa dal muro il calendario con scritta December e lo brucia, poi dice a Pig “Some years you just have to purge”
Striscia: Pearls Before Swine di Stephan Pastis

Alla fine di ogni dicembre propongo sempre alcune parole dell’anno dall’osservatorio personale del blog. È inevitabile che anche nel 2021, come nel 2020, il lessico più rilevante sia stato influenzato dalla pandemia, e così anche gran parte delle mie scelte di parole che associo più di altre all’anno appena trascorso:

►  Aggettivo: rafforzato 
►  Nome comune: variante 
►  Nome proprio: Omicron
►  Prestito camuffato: eleggibile
►  Tecnicismo superfluo: booster
►  Traduzione errata: nome cristiano
►  Anglicismo ingiustificato: green pass
►  Concetto: sconfinamento epistemico
►  Anglicismi usati a caso: open day, hub, sold out
►  Parole usate impropriamente: siero e immunizzato

2021, l’anno di no + vax

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Parole contagiose dell’anno 2020

word cloud 2020

Alla fine di ogni dicembre propongo sempre alcune parole dell’anno dall’osservatorio personale del blog. Nel 2020 è inevitabile che il tema dominante sia l’epidemia di COVID-19. Ho raccolto le parole più significative, in ordine cronologico.

Gennaio – Abbiamo imparato che Coronavirus è il nome proprio di una famiglia di virus che si chiamano così per  l’aspetto particolare; nell’uso comune il coronavirus è impropriamente il famigerato nuovo coronavirus SARS-CoV-2.

coronavirus
immagine: Collins Dictionary

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Cos’è il singular they e come si usa

tweet dell’American Dialect Society: The 2019 Word of the Year is “(my) pronouns,” and the Word of the Decade is gender-neutral singular “they.” #woty19

Mi ricollego a 10 parole dell’anno 2019 per aggiungere le scelte dell’American Dialect Society (ADS), a cui viene sempre dato molto risalto nei media di lingua inglese.

Gli elementi linguistici (“words”) considerati più significativi dall’ADS sono la locuzione (my) pronouns come parola dell’anno 2019 e l’uso “neutro” del pronome they come parola del decennio 2010-2019.

Sono scelte indicative di cambiamenti sociali importanti che riconoscono che alcune persone non si indentificano né nel genere maschile né in quello femminile (possono essere non binary, transgender, intersex ecc.) e che hanno ripercussioni anche nella lingua inglese con nuove opzioni lessicali e alcuni importanti cambiamenti grammaticali.

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10 parole dell’anno 2019

parole 2019

Anche quest’anno vi propongo alcune parole dell’anno dall’osservatorio personale del blog. Le ho scelte perché le trovo rappresentative per motivi molto diversi: alcune, anche se forse destinate a rimanere occasionalismi, consentono di evidenziare le peculiarità dei meccanismi lessicali usati; altre ci fanno riflettere sulle [scarse] competenze linguistiche dei parlanti.

►  Inglese farlocco: foodtelling
►  Nuova accezione: lenzuolata
►  Insolito calco social: blessare
►  Parola più connotata: capitana
►  Anglicismo frainteso: revenge porn ➝ pornovendetta 
Tormentone della politica estiva: plasticamente
Traduzione più controversa: adoratori della Pasqua
►  Anglicismo istituzionale superfluo: plastic/sugar/colf tax 

Aggiungo anche altri due esempi che non ho descritto nel blog ma che per motivi alquanto diversi sono parole rappresentative del 2019, l’anglicismo virale OK boomer e la risemantizzazione di sardine.

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Parole del 2018: strallo

Prima del 14 agosto 2018, il giorno del crollo del Ponte Morandi a Genova, probabilmente non tutti conoscevano il termine tecnico strallo. Ora invece non abbiamo alcuna difficoltà a individuare i quattro stralli in questa foto:

foto di moncone del Ponte Morandi con quattro stralli ancora intatti

Anche senza immagini sapremmo descriverli perché sono strutture diventate inconfondibili: ormai fanno parte delle nostre conoscenze e rappresentano un concetto riconoscibile.

Domanda: vale lo stesso anche per altri termini ricorrenti nelle notizie sul Ponte Morandi, come ad es. impalcato, antenna, pila vs pilone di sostegno, trefolo? Forse no, invece sono convinta che ricorderemo a lungo strallo e che sia una delle parole più rappresentative del 2018.

È innanzitutto il simbolo di un evento tragico che non potremo mai dimenticare ma rivela anche alcuni aspetti lessicali che rendono alcune parole più memorabili di altre.

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“Misinformazione” anche in italiano?

Misinformation WOTY 2018

Il sito Dictionary.com ha scelto misinformation come parola dell’anno 2018, definita come informazioni false che hanno ampia diffusione, a prescindere che ci sia o meno l’intenzione di trarre in inganno. La decisione è illustrata con esempi recenti e un breve glossario.

In Perché fake news anche in italiano? (2016) avevo già descritto misinformation, evidenziando la mancanza di una parola italiana corrispondente.

A distanza di due anni il calco misinformazione è sempre più diffuso. Non lo ritengo molto efficace perché non è del tutto trasparente e non è facilmente distinguibile da disinformazione. Inoltre, mi pare che chi lo ha adottato non tenga conto di alcune particolarità e ambiguità in inglese.

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Techlash e altre parole “tossiche” del 2018

toxic 2018

Toxic, parola dell’anno in inglese

Anche Oxford Living Dictionaries* ha annunciato la propria parola dell’anno per il 2018: è l’aggettivo toxic. È stata scelta perché è aumentata la frequenza d’uso sia nel significato primario di velenoso (toxic substance, toxic environment, toxic chemical…) che in accezioni figurate più recenti in collocazioni come toxic masculinity, toxic relationship, toxic culture.

C’è un uso simile anche in italiano, simile all’uso metaforico di avvelenato: probabilmente per interferenza dell’inglese, sono sempre più diffuse locuzioni come relazione tossica, sentimenti tossici, amicizia tossica (che fanno stare male, che rovinano la vita – nulla a che vedere con le sostanze stupefacenti) e mascolinità tossica.

Altre parole del 2018

Hanno connotazioni poco positive anche le altre parole scelte da Oxford Dictionaries tra quelle più rappresentative del 2018:

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