Gli americani e le rotonde

How to use a roundabout: “just go and hope for the best”
Vignetta:
Wrong Hands di John Atkinson (Canada)

Questa vignetta mi ha ricordato uno dei miei primi post, Segnali di globalizzazione. Prendeva spunto dalle presunte difficoltà degli americani nell’affrontare le rotonde (e dal diverso aspetto dei cartelli stradali in Europa e negli Stati Uniti) per accennare alle competenze culturali richieste dalle valutazioni di globalizzazione fatte dal team in cui lavoravo allora.

Non tutto il mondo è paese!

Le rotonde o più propriamente rotatorie (in inglese roundabout e nell’inglese americano impropriamente anche traffic circle o rotary*) sono molto più comuni sulle strade europee: nel Regno Unito le prime sono apparse negli anni ‘60, negli Stati Uniti solo nel 1990. 

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Emoji: cosa c’è di nuovo?

Il 17 luglio è il World Emoji Day e per l’occasione Apple ha mostrato in anteprima alcune nuove emoji della versione 11.0 di Unicode [2018]. Alcune si prestano a interpretazioni ambigue, ad es. l’emoji che sembra una caramella mou è un dolce tradizionale cinese (moon cake), mentre i cerchi concentrici sono un amuleto contro il malocchio (Nazar amulet). Tutto nella norma: il consorzio Unicode incoraggia la polisemia delle emoji.

nuove emoji Apple: gomitolo, testa pelata, faccina congelata, mango, moon cake, Nazar amulet

Nuove ricerche

Aumenta anche il numero di studi sulle emoji che analizzano l’uso che ne facciamo, i diversi tipi di funzioni paralinguistiche che svolgono e gli aspetti tecnici, contestuali, culturali, sociali e soggettivi che possono rendere il significato ambiguo: in Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media? trovate una sintesi delle informazioni più rilevanti.

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Un cartello molto americano

Negli Stati Uniti l’amministrazione Trump sta togliendo i bambini ai migranti che cercano di superare il confine. Una delle numerose vignette in tema:

vignetta Vignetta Rob Rogers

Prendo spunto dalla vignetta per ricordare il concetto di conoscenze enciclopediche, le informazioni extralinguistiche di conoscenza del mondo condivise da chi appartiene a una cultura specifica. Sono usate per formulare inferenze sul “non detto” nell’interpretazione di un testo, di un’immagine o di una situazione.

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Un uomo e 24 pallini: divieto di…?

All’ingresso del Parco Naturale di Porto Conte (Alghero) ci sono due pannelli con istruzioni per i visitatori. Non avevo mai visto prima questo simbolo di divieto:

 cartello con uomo stilizzato dietro cui, all’altezza della vita, pare uscire una nuvola di pallini che arrivano fino a terra. Il simbolo è barrato diagonalmente da una linea rossa.

Appariva senza didascalia in una fila di altri divieti standard o comunque facilmente interpretabili (vietato accendere fuochi, vietato raccogliere fiori, vietato rovinare le piante, vietato giocare a palla ecc.).

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Emoji con braccia a X e a O

percorso della maratona in cui ogni chilometro è rappresentato da una diversa emoji per diverse emozioni e sensazioni

L’emoji-thon (emoji+marathon) è stata pubblicata da una società del gruppo Adidas che si rivolge un pubblico internazionale. È divertente anche per chi non farà mai una maratona e sono convinta che la sequenza di emoji risulti alquanto efficace indipendentemente dalla lingua che si parla.

Sarei però curiosa di sapere se tutti danno la stessa interpretazione all’emoji del km 36.

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Emoji nel dizionario: non sono parole!

Il sito americano Dictionary.com ha una nuova sezione dedicata alle emoji. Per ora conta una ventina di voci, scelte tra le emoji non solo più usate ma anche che si prestano a più interpretazioni. Si distingue da altri progetti per l’approccio lessicografico che ricava informazioni molto dettagliate da analisi dei contesti d’uso nell’inglese americano.

esempio per face without mouth emoji

Non sempre le descrizioni valgono anche per l’italiano ma si ricavano comunque indicazioni utili su un aspetto della comunicazione ancora piuttosto nuovo. Se vi interessa l’argomento, vi suggerisco di ascoltare l’intervista alla lessicografa Jane Solomon, esperta di emoji che cura il progetto e fa anche parte del sottocomitato di Unicode che approva nuove emoji.

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IKEA e brugola, un binomio internazionale!

vignetta con brugola alata, con scritta IKEA, che vola in cielo
vignetta: Kostas Koufogiorgos 

La scomparsa del fondatore dell’IKEA, Ingvar Kamprad, è stata commentata sui social con riferimenti ricorrenti alla brugola, lo strumento a forma di L con le estremità esagonali che è raffigurato nella vignetta. È così familiare a tutti quelli che hanno montato mobili IKEA che è diventato un simbolo informale dell’azienda svedese. Qualche esempio visto su Twitter:

esempi di tweet: “Ikea, morto il fondatore Ingvar Kamprad. Al posto della croce una #brugola” “Kamprad […] andrà nel Paradiso della Brugola” “Nel testamento le istruzioni per la costruzione della bara e una brugola”  “Ma per montare la bara quale brugola dovrà usare?”

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La felicità delle emoji al supermercato

LA QUALITÀ CHE TI EMOZIONA. STRAORDINARIO QUOTIDIANO.

Chi vive a Milano non può non avere notato le nuove pubblicità dei supermercati Esselunga: sono ovunque!

Hanno come protagoniste emoji “vegetali” che richiamano le campagne degli anni scorsi, con personaggi famosi rappresentati da prodotti alimentari. Linda Liguori in Straordinario quotidiano. Le emozioni Esselunga ha analizzato le caratteristiche che rendono anche la nuova campagna molto efficace e accattivante.

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ILY: 3 dita, 3 lettere, 1 gesto, 1 emoji

emoji I Love You

Ottobre 2017: Apple ha reso disponibili nuove emoji per iOS. È l’aggiornamento alla versione 10.0 di Unicode, descritto in Apple reveals new emoji coming to iPhone and iPad, including “I love you”.

In evidenza c’è l’emoji della mano con le dita mignolo, indice e pollice che formano le tre lettere I, L e Y nella lingua dei segni americana (ASL, American Sign Language) e che combinate rappresentano la frase I Love You

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Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media?

WORLD EMOJI DAY

Tra le miriadi di giornate mondiali c’è anche World Emoji Day. Si festeggia il 17 luglio* e mi aspetto che ne parlino anche i media italiani, forse con qualche imprecisione e incongruenza perché quasi tutte le notizie sull’uso delle emoji sono tradotte dall’inglese.  

È un tema che seguo da tempo e approfitto della giornata per sintetizzare alcuni aspetti fondamentali ma spesso fraintesi.

Emoji è un nome proprio? No, anche se c’è chi lo scrive con l’iniziale maiuscola. È un nipponismo formato da e “immagine” e moji “lettera, carattere” ed è entrato in italiano attraverso l’inglese. 

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Traduzione letterale, senza parole!

@terminologia segnale visto da un amico in un negozio di alimentari a Milano, pero' non capiamo il pittogramma.

L’insolita figura stilizzata nel tweet di @Paoblog appare sul distributore di biglietti numerati di un sistema eliminacode prodotto da un’azienda italiana.

Possiamo interpretare correttamente il pittogramma solo se riusciamo a risalire alle parole esatte che rappresenta. Sembrerebbe l’equivalente grafico di una traduzione letterale fatta da una lingua a un’altra usando la prima parola che si trova in un dizionario bilingue, con la differenza che qui è stata convertita in immagine l’accezione primaria di coda, “estremità posteriore del corpo di molti animali” (anziché “fila ordinata di persone in attesa”).

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Divieti fatti con i piedi

Ci sono sviluppi sulla frase descritta ieri in Francese in stazione: peu importe: pare c’entri la compagnia teatrale francese CombatsAbsurde che chissà come è riuscita a far apparire la propria tagline sui cartelli delle scale mobili della stazione di Bologna Centrale.

CombatsAbsurde. Ou l’inverse, Peu importe.  

Vietato strusciareDettagli nei commenti, dove trovate anche alcune osservazioni sul divieto caratterizzato da una scarpa sospesa a mezz’aria:

Un lettore si domanda cosa voglia dire: non si può stare in punta di piedi? non si possono dare calci ai gradini? non si possono abbandonare le scarpe sulle scale mobili?

Senza descrizione è difficile capire cosa vieti. È l’ennesimo esempio di Simbolo arbitrario, concetto poco chiaro.

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Macron e altri diacritici

Spiritosaggine che circola tra i linguisti (via Adam Schembri):

Macron may be popular, but he’s not without his diacritics

Gli accenti acuto e circonflesso sono subito riconoscibili ma forse non tutti sanno che macron è il segno di vocale lunga. Nelle lingue europee è usato solo in lettone (ā, ē, ī e ū) e in lituano (ū), sia per le minuscole che per le maiuscole.

Segni diacritici

Un segno diacritico (dal greco  διακριτικός “atto a distinguere”) è un elemento grafico che viene sovrapposto, sottoposto, anteposto o posposto a una lettera dell’alfabeto e le conferisce un significato speciale, ad es. una pronuncia diversa.

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