Gioco di parole itanglese

Winter is (s)now.Winter is (s)now è la pubblicità di una località sciistica italiana apparsa in un quotidiano italiano.

Ormai siamo abituati a vedere tagline in inglese, specialmente associate ad aziende che operano globalmente, però questa headline mi sembra un gioco di parole pensato soprattutto per chi mastica l’inglese come seconda lingua.

Funziona perché usa parole dell’inglese di base conosciute dalla maggioranza dei lettori, però è efficace solo graficamente perché nella pronuncia, che prevale sulla scrittura nell’interpretazione di un madrelingua, snow e now non condividono la rima.

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weekend – we can

locandina trasmissioneNel fine settimana a Rai Radio 2 mi è capitato di sentire un programma di musica rock con un titolo che mi ha incuriosita, Yes, Weekend.

Mi ha fatto subito pensare a Yes We Can, lo slogan della campagna elettorale di Barack Obama del 2008. Nel sito della radio ho avuto conferma del riferimento: l’immagine scelta per la trasmissione richiama esplicitamente un noto ritratto del presidente americano (“Hope” poster).

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Intercomprensione: la parola Internet

In linguistica si parla di mutua intelligibilità o intercomprensione / intercomprensibilità quando i parlanti di lingue diverse si capiscono anche se non hanno mai imparato gli uni la lingua degli altri, come può succedere tra norvegesi e svedesi.

Applicando lo stesso principio alle parole, ce ne sono parecchie che sono riconoscibili internazionalmente, in particolare marchionimi (ad es. Coca-Cola, Google) ma anche parole del lessico comune, come OK.

Internet

Ci pensavo guardando la voce Internet del Collins English Dictionary, che ha una nuova interfaccia che include anche il lemma corrispondente in più di venti lingue, ognuna con pronuncia.

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s·nowhere o snow·here, una questione di E2?

Snowhere: where you go in a snowstorm

In #snOMG! ho parlato di snowhere, parola che si legge /ˈsnəʊˌwɛə(r)/ e che in un contesto di forti nevicate consente di giocare con frasi come road to snowhere, going snowhere, snowhere to go ecc. Nei commenti, Matteo mi ha segnalato un uso decisamente diverso della parola da parte di una nota azienda italiana di abbigliamento sportivo.

Snowhere in una pubblicità  italiana 

pubblicità COLMARCOLMAR descrive così la campagna SNOWHERE, realizzata sia in italiano che in inglese: 

Il pay off, volutamente in inglese, si basa su un gioco di parole volto a rivelare tutti questi concetti attraverso tre suffissi presenti nel termine “SNOWHERE”: SNOW-WHERE-HERE. NEVE-DOVE-QUI… Dove c’è neve, noi ci siamo. Qui, ora, dovunque ciò avvenga.

Il testo italiano della pubblicità segue la formula Non c’è nulla come x / Non c’è nulla come y / Non c’è neve senza COLMAR che nella versione inglese diventa There is nothing like x / Nothing like y / There’s no snow without COLMAR.

Interpretazione diversa in inglese e in E2?

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Prestiti e variabile diamesica

Quando mi domandavo se il termine flash flood sarebbe entrato nel lessico comune, non mi sarei mai aspettata che comparisse addirittura in alcuni versi in dialetto veneto:

La globalisassion, col fast food,
la n’à portà anca el flash flood.
I è quele aluvioni, che de boto
voja no voja, va tuto soto!
[continua su Scurloni e ciel a pegorina]

Si nota subito che qui flood è maschile e fa rima con food  /fuːd/ e non con blood  /blʌd/, come ci si aspetterebbe. È chiaro che l’autore ha desunto genere e pronuncia dall’aspetto delle parole, usando come modello un’espressione già nota in italiano, fast food. 

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Samsung Galaxy S, R, W, M o Y?

Mi ha sempre incuriosita la scelta dei nomi dei prodotti (o, come dicono nel marketing, il naming) e ho trovato interessante un articolo sulle nuove convenzioni adottate da Nokia e Samsung per denominare i propri modelli di smartphone in previsione di Natale 2011.

Nokia è tornata a un sistema di soli numeri dopo avere adottato combinazioni di lettere e numeri. Ogni nuovo dispositivo avrà un numero di tre cifre compreso tra 100 e 900; maggiore è il numero, maggiori sono le funzionalità e il prezzo.
Aggiornamento settembre 2011 – Nel mercato americano gli smartphone con Windows Phone avranno anche un nome: Si vota per il nome del nuovo Nokia.
Aggiornamento dicembre 2011 – Il nome scelto da Nokia e ora usato globalmente è Lumia (da non confondersi con Lumea, un sistema di epilazione di Philips, ma pronuncia e target sono alquanto diversi).
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Samsung invece differenzierà i propri modelli Galaxy con una lettera. 
Il top della gamma continuerà a essere identificato con la lettera S (Super Smart) e vengono introdotte R (Royal / Refined), W (Wonder), M (Magical) e Y (Young), a loro volta seguite da eventuali abbreviazioni o sigle: Pro (tastiera QWERTY), Plus (modello aggiornato) e LTE (ottimizzazione per l’omonimo standard).    
Samsung_naming

Non sono questi i dettagli che fanno vendere un prodotto, comunque si nota subito che le convenzioni scelte da Nokia sono facilmente comprensibili in qualsiasi mercato, mentre quelle di Samsung mi sembrano poco trasparenti anche se si conoscono le parole inglesi corrispondenti (ad esempio, basandosi solo sul nome, chi saprebbe dire se è più completo un telefono di classe Magical o uno di classe Wonder?). 

La mia impressione è che Samsung, azienda coreana, possa avere scelto prima le lettere e poi avere trovato un nome inglese rappresentativo.

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Occasionalismi: nymwars

Un occasionalismo è un neologismo destinato ad avere vita breve e non rimanere nell’uso perché è relativo a una situazione particolare e non duratura.

Un esempio recente di occasionalismo è la parola inglese nymwar (o nym war), usata soprattutto al plurale per descrivere le controversie sulla decisione di Google+ di proibire l’uso di pseudonimi.

Ne parla Fritinancy in Word of the Week: Nymwars, spiegando che nymwars è una nymwarsforma abbreviata di pseudonym wars ed è nata a fine luglio come hashtag in Twitter.

È una parola interessante non solo per l’etimologia ma anche per l’uso di nym come sostantivo, peraltro già visto in alcuni termini informatici. Mi pare inoltre che evidenzi alcune differenze in inglese e in italiano nell’uso di un elemento formativo che a prima vista è invece del tutto equivalente (dal greco -ώνυμος, “nome”, in entrambe le lingue viene aggiunto come secondo elemento in un nome composto).

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Earworm, Ohrwurm e “Strüdel”

Peccato che in italiano non ci sia un equivalente della parola tedesca Ohrwurm (in inglese c’è il calco di traduzione earworm*), estremamente efficace per descrivere l’orrendo motivetto tiroleggiante** che oggi, complice una martellante pubblicità radiofonica, non riesco a togliermi dalla testa. O forse si potrebbe dire tarlo musicale?

striscia di Pearls Before Swine
Striscia: Pearls Before Swine di Stephan Pastis

Potrei provare a seguire i consigli per eliminare il “verme” in The Definitive Guide To Earworms, dove si trovano anche vari sinonimi come i termini haunting melody, usato in psicanalisi, e involuntary musical imagery (INMI), coniato da Oliver Sacks (che informalmente usa anche brainworm), e le parole più scherzose humbug, musical hook, tune wedgie, sticky tune, demon tune ecc.

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