Contactless

È ricominciata la stagione delle parole dell’anno. Per il 2014 Oxford Dictionaries ha scelto il verbo vape, “fumare una sigaretta elettronica”, che ha un equivalente nell’italiano svapare.

simbolo ContactlessÈ stato preferito a sei altre parole tra cui contactless, aggettivo usato ormai da anni anche in italiano per descrivere le tecnologie che consentono di fare pagamenti e altre operazioni avvicinando una smart card, una carta di credito o un dispositivo mobile a un apposito lettore.

Contactless è classificabile come forestierismo utile, una formula denominativa di circolazione internazionale a cui i parlanti si adeguano senza sforzo eccessivo.

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Hacking e hackeraggio

Nei titoli sull’appropriazione indebita delle foto private di alcune attrici americane appare spesso il prestito integrato hackeraggio, preferito a quello non integrato hacking. L’uso di entrambi è attestato da parecchi anni nell’uso non specialistico italiano con il significato di “attività esercitata dagli hacker” (cfr. verbo hackerare) ma non mi pare che le due parole si equivalgano.

confronto tra hacking e hackeraggio in Google Ngram ViewerMi sembra che in hackeraggio prevalgano le connotazioni negative di hacker come pirata informatico (chi viola un sistema informatico per danneggiarlo o per acquisire dati riservati), mentre hacking può avere un significato più ampio e includere motivazioni “etiche” (cfr. hacktivism) o implicare particolari abilità informatiche (significato originale di hacker), ad es. per testare la sicurezza di un sistema. Anche il registro e il contesto d’uso non sono gli stessi: hackeraggio è più colloquiale e viene usato soprattutto in ambito giornalistico.

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Alternative al crowdfunding

Mi è piaciuto il video promozionale del Dolomites Unesco LabFest, “festival laboratorio che racconta il patrimonio mondiale delle Dolomiti”:

Ho trovato divertente l’idea di associare l’hashtag #SFALCI, tema del festival, a protagonisti rurali e di una certa età che però usano dispositivi digitali e fanno riferimenti a Skype, al carpooling e in particolare al crowdfunding.

Crowdfunding, il “finanziamento collettivo, di solito attraverso Internet, di iniziative sociali, politiche e commerciali” (Enciclopedia Treccani) è un anglicismo che ormai fa parte stabile del lessico italiano. In inglese si pronuncia /ˈkraʊdfʌndɪŋ/ (“craudfànding”) ed è formato da crowd, “folla”, “massa” + funding, “raccolta di fondi”, è chiaramente modellato su crowdsourcing e forse proprio la coerenza denominativa ha impedito che si cercasse un’alternativa italiana, come invece è successo in altre lingue.

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i meme, i memes e i memi

Negli Stati Uniti all’inizio del 2014 è stato fatto un sondaggio tra 1100 persone dai 18 ai 45 anni per verificare come vengono chiamati una trentina di concetti legati alle tecnologie digitali, per ciascuno dei quali coesistono più termini.

Ci sono anche esempi di variazioni di pronuncia, tra cui GIF, MySQL, ASCII e meme:

pronuncia di meme per gli americani intervistati per un sondaggio di eBay 

Ho scelto l’esempio di meme perché è un termine adottato anche in italiano come prestito ma con ulteriore variazioni, non solo di pronuncia ma anche di morfologia

Il concetto originale rappresentato dalla parola meme forse non è noto a tutti:

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C’è sexy e sexy

In English is very sexy (evitarlo è impossibile) Beppe Severgnini ha preso spunto da un libro che usa doppi sensi a scopo didattico per raccontare una storia scanzonata dell’apprendimento dell’inglese in Italia.

dettaglio dell’immagine che illustra l’articolo di Beppe Severgnini

Mi è rimasto un dubbio: l’aggettivo sexy nel titolo dell’articolo va interpretato nel significato di “sessualmente eccitante”, con cui è stato adottato in italiano alla fine degli anni ‘50, oppure nell’uso peculiare di Severgnini, per il quale possono essere “sexy” anche salsicce, segni di interpunzione, un rettore che maltratta due studenti, luoghi e altro ancora?

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Gli shooter del calcio

In una promozione dei supermercati Esselunga si ricevono dei dischetti plastificati di 4 cm di diametro che sono stati chiamati shooter, un nome che trovo piuttosto insolito. 

Gli shooter sono dischetti che raffigurano elementi legati al mondo del calcio. La collezione si compone di 4 serie di shooter per un totale di 94 dischetti.

In inglese shooter è innanzitutto chi spara con un’arma da fuoco ma, negli sport di squadra, anche chi ha il ruolo di segnare punti in una rete o in un canestro e, nel calcio, chi tira un calcio di rigore (anche in italiano c’è una metafora che associa armi e sport, cannoniere). 

I dischetti denominati shooter, invece, si usano per fare delle costruzioni, incastrandoli tra loro grazie ai tagli che hanno lungo il bordo, oppure per gare di lancio (?), e proprio per questo non capisco la scelta del nome: in inglese shooter è comunque chi compie l’azione e non l’oggetto su cui viene esercitata.

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Storytelling: narrazione e affabulazione

Questa animazione, già citata in Storytelling, una parola di moda, descrive l’evoluzione di un’attività umana usata in tutte le epoche e in tutte le civiltà – storie raccontate per spiegare, motivare e creare coinvolgimento emotivo e senso di appartenenza – che nel nuovo millennio è stata reinterpretata e trasformata in uno strumento usato da organizzazioni e vari tipi di impresa, ad es. per il marketing, in politica e nella comunicazione pubblica.

In inglese si usa la stessa parola storytelling per due diversi concetti:
1 accezione “tradizionale”, prevalente nel lessico generico, di racconto di storie
2 accezione più recente, settoriale, che identifica una metodologia basata su dinamiche di influenzamento sociale.
Le differenze sono sintetizzate in questa tabella:

1 storytelling tradizionale: narrazione ordinata di una storia; è orale o scritto; intento: intrattenimento, con finalità pedagogiche, condivisione esperienza e valori comuni 2 storytelling in marketing e politica: costruzione di una storia appositamente selezionata; è transmediale; intento: creare identificazione, influenzare la percezione e adesione ai propri valori.

Un esempio dell’accezione 2 è la pubblicità Il buongiorno ha un nuovo nome di Nutella: una storia “vera” che crea identificazione e sfrutta le emozioni per coinvolgere e influenzare positivamente la percezione del prodotto. 

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Potere evocativo del non noto

Vignetta: Caterpillar AM

In un commento a Get your [Jobs] Act together!, Enrico mi ha segnalato la lettera a un quotidiano italiano di un lettore che chiede perché non venga spiegato il significato di “termini stranieri incomprensibili” come jobs act. Ecco cosa risponde il direttore: 

“Prendiamo l’espressione "jobs act", letteralmente significa "legge per il lavoro" , ma quelle due brevissime parole hanno anche un valore evocativo assai più forte perchè richiamano un celebre discorso del presidente americano Obama che si chiamava appunto "jobs act american". È per questa ragione che Matteo Renzi, quando ha presentato le sue proposte per riformare il mondo del lavoro, ha parlato proprio di "jobs act", perchè vuole riferirsi a quel modello di riforme.”

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Da rottamatore a demolition man

La parola della settimana del programma La lingua batte del 22 febbraio è rottamatore. Giuseppe Antonelli ripercorre la storia* del neologismo che, come si intuisce, deriva da rottamazione, un sostantivo in uso nel linguaggio pubblicitario già dagli anni ‘60.

rottamazione

Antonelli sottolinea che Renzi non si è mai autodefinito rottamatore ma che spesso le espressioni usate dai giornalisti in riferimento a un politico finiscono, nel tempo, ad essere attribuite a quello stesso politico.

Prendo spunto da questa osservazione e dalle traduzioni di rottamatore usate dai media di lingua inglese per aggiungere qualche perplessità su alcuni giornalisti italiani.

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