Metafore informatiche: tethering

Cane alla catena:  moisaico della casa di Paquius Proculus a Pompei. Foto © Giovanni Lattanzi – archart.it

In inglese tether è la fune o la catena con cui si lega un animale per costringerlo a stare in un’area ristretta, oppure l’azione stessa.

Da qualche anno fa parte del lessico inglese anche tethering nel significato informatico di “utilizzo di uno smartphone per far accedere a Internet un computer o un altro dispositivo che non dispone di una connessione”. 

Analogia imperfette

tetheringTethering è un esempio di terminologizzazione, un meccanismo che molto spesso fa uso di metafore. In origine il tethering avveniva quasi esclusivamente con una connessione fisica, attraverso un cavo seriale o un cavetto USB (tether), e il computer che veniva connesso era “legato” (tethered) al dispositivo mobile che fungeva da modem.

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Forestierismi al reparto ortofrutta

Cartello visto in un supermercato di Milano:

Cachi Persimon

Cachi Persimon mi ha fatto l’effetto che mi farebbe “Mele Aple” perché persimmon /pəˈsɪmən/ è il nome del cachi in inglese (anche sharon fruit per alcune varietà israeliane).

La parola cachi è un sostantivo invariabile come tutti i nipponismi (ad es. sushi, bonsai, tsunami) ma è molto diffusa anche la forma singolare popolare caco, un insolito esempio di retroformazione del singolare. L’omonimo colore cachi deriva invece dall’inglese khaki, a sua volta dal persiano khāk, “polvere”.

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Piacciare, favvare, pinnare, lovvare…

Tra i molti neologismi legati alle interazioni su Internet (postare, linkare, taggare, bloggare, bannare, flaggare, chattare ecc.) ci sono alcuni verbi legati ai social network ancora parecchio colloquiali ma molto diffusi. Alcuni esempi con il loro significato:

piacciaremettere un Mi piace a tweet, foto, post, commenti, pagine di Facebook ecc
mipiacciarevariante più colloquiale di piacciare: ho letto e mipiacciato
amicare / amicarsi – diventare amico su Facebook: non l’ho amicato; ci amichiamo?
favvaremettere tra i preferiti (favorites): te l’ho favvato anch’io
pinnare – condividere immagini o video in Pinterest “appuntandoli” (pin) in bacheche.

Favvare e pinnare sono esempi di neoformazioni ibride ottenute da una parola inglese a cui è aggiunto un affisso italiano. È un meccanismo molto produttivo che è usato soprattutto per creare nuovi verbi, sempre della prima coniugazione. Altri esempi, al momento associati soprattutto a Twitter, sono followare, unfolloware / defolloware (seguire e smettere di seguire qualcuno) e hashtaggare.

Lovvare

C’è anche lovvare, usato per descrivere un forte apprezzamento (riferito a una persona, ad esempio, lovvo dovrebbe essere più intenso di mi piace ma meno impegnativo di amo). Ovviamente deriva dall’inglese love però, secondo me, non direttamente dalla parola ma, con un passaggio intermedio, dal simbolo ♥, diffusissimo in inglese e reso popolare dalla campagna pubblicitaria I NY degli anni ‘70.

I ♥ WORDSIn inglese il simbolo ♥ ha dato origine a un verbo informale, heart, usato in frasi come I totally heart this song e da tempo nei dizionari.

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Il misterioso Programma di controllo Big Data

Leggo qui che Glenn Greenwald, il giornalista che in The Guardian seguiva lo scandalo noto solo in Italia come Datagate, ha criticato duramente un editoriale di Gianni Riotta, Trasparenza contro il Far West.

Ho letto l’articolo di Riotta e a proposito di trasparenza “linguistica”, mi chiedo che interpretazione diano i lettori con scarse conoscenze di inglese della frase iniziale, Fa benissimo la Francia a lamentarsi del programma di controllo Big Data, regia della National Security Agency americana, e due frasi nel resto dell’articolo, Tutti i paesi conducono analisi Big Data del traffico di informazioni, online e offline e I Big Data sono arma letale a doppio taglio.

Big Data o big data?

L’uso delle maiuscole suggerisce che Big Data sia un nome proprio e che nella prima occorrenza faccia riferimento a un programma specifico che chi legge dovrebbe conoscere, ma al momento le uniche occorrenze di programma di controllo Big Data riconducono all’articolo di Riotta e in inglese non si ottiene nessun risultato né per “big data control program” né per “big data control programme”.

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Traduzione, punto di vista UE

Ho ascoltato in podcast la puntata del 5 ottobre di La lingua batte, dedicata alla traduzione.

Commissione europeaVari interventi interessanti, tra cui un’intervista a Italo Rubino della Commissione europea, che ha illustrato con alcuni esempi le difficoltà di traduzione più comuni, spesso dovute a testi originali non del tutto chiari perché scritti in inglese da persone non di madrelingua.

Altri problemi riguardano i concetti giuridici che non esistono in italiano, oppure la disponibilità di terminologia italiana che solo apparentemente è equiparabile ma che invece non è equivalente (cfr. anisomorfismo) e quindi, anche a causa di impostazioni “culturalmente diverse”, non è idonea per i concetti espressi dalla legislazione europea.

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Giornata europea delle lingue

Il 26 settembre 2013 la Giornata ProGrammatica si festeggia in concomitanza con la Giornata europea delle lingue, pubblicizzata con alcune cartoline virtuali che riprendono un tema noto: le differenze tra i versi degli animali.

verso del maiale in ceco, svedese, tedesco e olandese 

In italiano il grugnito viene imitato in modo preciso a voce, ma diventa un poco plausibile oink oink in forma scritta (più raramente grunt grunt). Ennesima interferenza dell’inglese, in questo caso attraverso gli ideofoni dei fumetti?

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Parola del giorno: parbuckling

parbuckling - riassetto verticaleNella giornata chiave per il recupero della Costa Concordia tutti i media usano l’anglicismo parbuckling, che è sia il nome dell’intera operazione di rimozione del relitto, The Parbuckling Project, che il termine che identifica la procedura specifica in atto oggi, descritta nella grafica ufficiale come riassetto verticale.

parbuckle - illustrazione Merriam-WebsterParbuckling è un esempio di risemantizzazione: la parola parbuckle, di origine incerta, è attestata in inglese dal 1600 e in uso soprattutto nel 1800. In contesti generici indicava un particolare tipo di imbragatura di corda usata per sollevare o abbassare grossi oggetti cilindrici, come pure il verbo per descrivere l’azione.

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Risemantizzazione

immagine dal film Shadowhunters - Città di ossaLa risemantizzazione (o rideterminazione semantica) è l’attribuzione di un nuovo significato a un elemento lessicale esistente, che così diventa un neologismo semantico.

Chissà se era quello che aveva in mente chi ha introdotto la figura della “mondana” nella versione italiana di un film di genere fantasy, oppure se si tratta di un calco alquanto maldestro dell’inglese mundane. Tutti i dettagli in L’Accademia de’ Pignuoli.

Facezie a parte, nei linguaggi speciali, soprattutto in inglese, la risemantizzazione è uno dei meccanismi di creazione di nuovi termini più comuni. Nel lavoro terminologico l’analisi dell’origine dei neologismi aiuta a capire se sono riconducibili a tendenze specifiche e quindi a trarre indicazioni su come operare scelte appropriate anche nella lingua di arrivo, un processo noto come formazione secondaria dei termini.

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Service Tax, Made in Italy

La Nota sulla Service Tax nel sito del governo italiano spiega: “Sarà istituita l’imposta sui servizi comunali che sostituisce la Tares”. Ovviamente non sono l’unica che si chiede (domanda retorica!) perché il governo ricorra a una locuzione inglese, Service Tax, per un concetto specifico per l’Italia e per il quale non mancano certo le parole.

Si può notare che sia nell’inglese britannico che in quello americano service tax è una descrizione generica: nel lessico comune non può essere considerata una collocazione e non identifica un concetto particolare. In inglese le imposte locali hanno nomi diversi: nel Regno Unito dall’inizio degli anni ‘90 si paga la council tax, in Irlanda invece è stata istituita la Local Property Tax e anche negli Stati Uniti si ricorre a diversi tipi di property tax.

Una conferma dal corpus di inglese britannico di Google Ngram Viewer:

grafico che mostra le diverse frequenze di property tax, service tax, council tax in inglese britannico

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Flash card e tabelline

striscia con nonna che fa ripassare le tabelline alla nipote mostrandole dei cartoncini con ciascuna operazione  Striscia: Stone Soup

Le flash card (o flashcard), anglicismo adottato anche in italiano, sono del materiale didattico molto usato negli Stati Uniti, soprattutto per attività di ripasso. Sono dei cartoncini (card) con immagini, parole chiave o altri dati molto sintetici che vengono mostrati rapidamente (flash) per ottenere una risposta immediata allo stimolo, ad es. l’immagine di una mela mostrata durante una lezione di spagnolo dovrebbe far dire subito “manzana”. Le flashcard sono usate anche per parlare in pubblico: molti americani tengono in mano una pila (deck) di cartoncini che scorrono in successione come promemoria.

La striscia fa notare anche altre differenze culturali: i diversi modi di scrivere le operazioni in colonna (cfr. Paese che vai, divisioni che trovi) e di recitare le tabelline (times tables).

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All inclusive

Vedo pochissima televisione ma quando mi capita di farlo mi piace guardare la pubblicità. C’è davvero un’inflazione di parole inglesi* e a proposito di pronuncia mi ha colpita uno spot di Wind per la tariffa di telefonia mobile All inclusive.

pubblicità Wind

La tariffa viene nominata per la prima volta da una signora anziana che dice al potenziale acquirente “Scelga olìnclusiv”.

Subito dopo una voce maschile fuori campo descrive la tariffa chiamandola invece
ol inclùsiv”.

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