Twoosh e altri twitterismi

Per i 700 anni dalla nascita di Boccaccio (16 giugno 1313) la Società Dante Alighieri ha proposto il gioco Il Decameron in 100 tweet, la sintesi di ciascuna delle cento novelle del Decameron via Twitter, meglio se con un twoosh, un tweet di 140 caratteri esatti, la lunghezza massima di ciascun tweet. Esempi: #14000DB.

Twoosh è una parola macedonia formata di tweet+swoosh (il rumore fatto da uno spostamento d’aria improvviso, ma anche il nome del simbolo della Nike) e ha la peculiarità di avere una data di nascita e una paternità precise, questo tweet:

coining "twoosh", a contraction of tweet-swoosh. It's when your tweet hits exactly 140 characters sans editing –  @rentzsch, 13 July 2007

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Da Pizzaghetti a Prisotto

In Non c’è limite all’orrore Silvia Pareschi ci ha dato modo di ironizzare su Pizza-ghetti, una pizza ricoperta di spaghetti a quanto pare molto diffusa in Canada. Qualche giorno dopo ho temuto di dovermi rimangiare la commiserazione per la cucina americana quando ho letto la descrizione di un prodotto della Riso Gallo destinato ai palati italiani:

foto di  Prisotto®La proposta più originale è costituita da Prisotto, la pizza risotto, un piatto nuovo che combina il classico sapore della pizza alla bontà del risotto

Sospiro di sollievo quando ho continuato a leggere: non è una pizza ricoperta di riso ma un risotto arricchito con pomodoro e mozzarella e poi passato in forno. L’orgoglio culinario italiano è salvo!

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Spamming, spinning e spimming

a short history of spam  (E-Learning Provocateur)
[all’origine del termine informatico spam c’è uno sketch dei Monty Python che trovate qui]

Il filtro antispam del blog funziona bene ma succede che includa anche commenti reali e quindi do sempre una rapida scorsa ai messaggi indesiderati prima di eliminarli. Dopo avere letto “Some superb entropy” in the language of spam ho notato che sono ricorrenti gli esempi di spinning.

Spinning

Lo spinning è una tecnica sviluppata per acquisire visibilità nei motori di ricerca e poi usata anche dagli spammer. Consiste nel prelevare contenuto altrui e “riscriverlo” sostituendo automaticamente alcune parole con loro sinonimi, generando così dei testi che ai motori di ricerca appaiono nuovi.

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Phablet, un brutto nome?

foto Samsung Galaxy NoteUltimamente stanno avendo molto successo i phablet, i dispositivi mobili con uno schermo touch screen di dimensioni tra i 5 e i 7 pollici. Phablet è una parola macedonia formata da phone + tablet, già segnalata nei commenti a Ultrabook, notebook e altri –book. Come suggerisce il nome, descrive un ibrido tra uno smartphone e un tablet.

Sembra però che in inglese la parola phablet risulti molto sgradevole. Ne parlano Why We Hate the Word ‘Phablet’ So Much e The Not-So-Fabulous "Phablet", con considerazioni linguistiche familiari a chi si occupa di valutazioni di globalizzazione:

1) non è una parola macedonia efficace perché i lessemi che la compongono non condividono alcun fonema e perché viene usata solo la consonante iniziale della prima parola e le parti centrale e finale della seconda, una fusione poco bilanciata che raramente funziona;

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USA: armi, lessico e “gundamentalist”

Per un europeo è difficile capire l’ossessione degli americani per le armi da fuoco e quanto “normali” siano pistole e fucili nella vita quotidiana di molte persone. Ci pensavo quando ho scoperto da Silvia Pareschi che negli Stati Uniti vengono pubblicizzati zainetti antiproiettile per bambini con lo slogan No more victims of school shootings!, come se le sparatorie a scuola fossero un’evenienza comune.

Active shooter situation

Esistono molti altri prodotti da usare in caso di un ‘Active Shooter’ situation, un eufemismo che trovo inquietante. È il termine usato dal Department of Homeland Security (ministero degli interni), FBI, forze dell’ordine, media ecc. per indicare una sparatoria in atto ad opera di un “individuo attivamente impegnato a uccidere o cercare di uccidere persone in una zona circoscritta e popolata”. È un’evenienza considerata così probabile che esistono linee guida ufficiali su come comportarsi se ci si trovasse coinvolti:

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Paure moderne: nomofobia

Qualche mese fa Fritinancy descriveva il neologismo inglese nomophobia, la paura di trovarsi senza cellulare o di non poterlo usare (batteria scarica, mancanza di copertura ecc.).

Nomophobia è una parola macedonia composta da no + mobile + phobia, usata per la prima volta in Gran Bretagna nel 2008 (allora negli Stati Uniti non si diceva mobile ma cell phone).

immagine articolo Emanuela Di PasquaIeri ne parlava anche il Corriere, facendo riferimento agli stessi dati, ma dando a nomofobia un significato diverso: Ecco la nomofobia, così si chiama la paura di perdere il cellulare. Anche altri, ad es. il TG1, affermano La paura di perdere il proprio telefonino si chiama “nomofobia”.

Temo sia un ulteriore esempio della scarsa affidabilità dei contenuti tradotti dalla redazioni online dei media italiani.

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Bungarello: occasionalismo o neologismo?

Ieri il Corriere della Sera riportava che in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS
(1 dicembre) alle redazioni dei programmi RAI era stato comunicato il divieto del ministero della Salute di nominare esplicitamente il profilattico (ma il ministro ha poi smentito).

#bungarelloLa trasmissione radio Caterpillar ha approfittato di questo contesto per chiedere agli ascoltatori di trovare un nome più accattivante per il preservativo.

Ci sono state proposte molto divertenti e ha vinto un bell’esempio di creatività linguistica, bungarello.

Uno dei conduttori l’ha descritto come “un termine un po’ vezzeggiativo”, cogliendo un aspetto interessante della formazione delle parole.

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