“Rabbia di Roid”, malattia inesistente

Titoli: 1 Vladimir Putin malato, gli 007 inglesi: “Rabbia di Roid, capacità cerebrali danneggiate”; 2 Putin affetto da “rabbia di Roid”, scoperta dell’intelligence: testa e collo gonfi per le cure; 3 Putin malato, forse è la Rabbia di Roid: danni cerebrali e un drammatico segreto

Vari media hanno riportato speculazioni sulla salute di Putin apparse in giornali popolari di lingua inglese. Gli autori di questi titoli si sono inventati una patologia, la Rabbia di Roid, come se fosse una sindrome o una nuova malattia infettiva identificata da qualcuno di nome Roid.

È invece una traduzione maccheronica della locuzione informale roid rage, in uso da alcuni decenni per descrivere accessi d’ira e violenza scatenati dall’uso di steroidi anabolizzanti.’ È modellata su road rage, i comportamenti aggressivi degli automobilisti che si infuriano per la guida altrui o per lo stress del traffico.

Continua a leggere   >>

Virgolettati fantasiosi (e “fumosi”)

Tre titoli della stessa vecchia notiziola, del tutto irrilevante ma utile per evidenziare un fenomeno tipico della stampa italiana, i virgolettati fantasiosi:

Titoli: 1 Matrimonio Berlusconi, la ex Pascale: “Si sposa? Auguri. Mi fumerò una canna” -- 2 Nozze Berlusconi con Marta Fascina, Francesca Pascale: “Fumerò uno spinello al loro matrimonio” – 3 Berlusconi, voci di matrimonio con Marta Fascina. Francesca Pascale: “Auguri, fumerò un joint alle nozze”

Sarei davvero curiosa di sapere cosa spinge i giornalisti a cambiare le parole altrui anche in caso di banalità come questa. Come si può vedere dagli esempi, non è neppure una necessità dettata dal risparmio di spazio, e comunque non succede solo nei titoli.

A volte le sostituzioni sono dovute all’assurdo terrore delle ripetizioni, ma sempre più spesso i virgolettati sono completamente inventati. Per chi legge è difficile distinguere tra citazioni attendibili, libere reinterpretazioni e pura immaginazione. 

Continua a leggere   >>

22·2·22, “Twosday” con palindromo musicale

immagine con la data 22 febbraio 2022 scritta in due diversi formati

Oggi è una data palindromica (o data palindromo o giorno palindromo), chiamata così perché la sequenza di numeri è la stessa anche quando viene letta in senso inverso, da destra a sinistra. È doppiamente particolare perché funziona sia nel formato G/M/AA che nel formato GG/MM/AAAA (la ripetizione delle abbreviazioni per giorno, mese e anno indica il numero di cifre richieste).

Negli ultimi anni abbiamo avuto altre date palindromiche: 02/02/2020, 12/02/2021 e 22/02/2022, ma dovremo aspettare 8 anni per la prossima, il 03/02/2030. Altri dettagli in 02/02/2020, data palindromica speciale.

Twosday

Oggi è martedì, in inglese Tuesday, e così il 22·2·22 è stato soprannominato Twosday, il giorno dei 2, two /tuː/. Il gioco di parole è più efficace nell’inglese americano perché Tuesday si dice /ˈtuːzdeɪ/ o /ˈtuːzdi/ (in inglese britannico invece /ˈtjuːzdeɪ/ o /ˈtjuːzdi/).

Continua a leggere   >>

Alla ricerca dei primi grandi elettori

Titoli: 1 Quirinale, chi sono i 1009 grandi elettoriNomi parlamentari e delegati: entra Sessa; 2 Presidente della Repubblica, 13 Grandi elettori positivi votano al drive-in; 3 Un appello ai Grandi elettori: date un segnale di serietà; 4 Quirinale, tra selfie e meme il voto dei grandi elettori non è mai stato così social

Un’espressione ricorrente nelle notizie sulle elezioni del Presidente della Repubblica è grandi elettori, nome con cui i media fanno riferimento ai membri del parlamento e ai delegati regionali che partecipano al voto (art. 83 della Costituzione).

Mi è stato chiesto se grande elettore è un calco dall’inglese acquisito dal lessico della procedura di elezione del presidente degli Stati Uniti, certificata da almeno 270 voti dei grandi elettori del collegio elettorale. In effetti adottiamo così tanti prestiti e calchi dal mondo anglofono, anche per politica e istituzioni italiane – ad es. primo ministro per il presidente del consiglio e governatore per i presidenti delle regioni – che non ci sarebbe da stupirsi.

Continua a leggere   >>

C’è un kingmaker? È un difetto del gioco!

Prendo spunto da un tweet con alcuni esempi di titoli di notizie recenti per qualche osservazione su kingmaker, la parola-tormentone delle cronache politiche sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica:

Testo tweet: “Unica certezza su elezione Presidente della Repubblica è l’infatuazione di media e politici per l’anglicismo #kingmaker. Non è un neologismo: prime attestazioni negli anni ‘70, poi ricomparse sporadiche. Ora però per Quirinale 2022 sembra sia obbligatorio farne uso!” Esempi di titoli: 1 Romanzo Quirinale, chi vuol essere kingmaker; 2 Quirinale, il vero kingmaker è il caos; 3 Il Cav, più re che kingmaker; 4 La gara tra i capi partito per diventare kingmaker: 5 Berlusconi kingmaker per il Colle

Il significato di kingmaker è ormai noto: nel lessico della politica è l’artefice di una nomina o di un’elezione in posizioni di potere o di alta responsabilità, è un personaggio influente che opera nell’ombra, è un’eminenza grigia, è chi muove i fili, è chi tesse le trame, è un regista che lavora dietro le quinte, è un grande manovratore.

In italiano non mancano le metafore ma i media hanno reso kingmaker una parola irrinunciabile che ha una caratteristica tipica dell’itanglese: agli anglicismi spesso vengono attribuiti arbitrariamente significati più precisi e più evocativi di qualsiasi alternativa italiana.

Continua a leggere   >>

Non sono *quisquiGlie

Esempi: 1 Non perdo tempo a rispondere alle quisquiglie e pinzellacchere, come diceva la buon'anima di Totò.  2 Mi sono regalato un trapano ma non era manco in saldo, vabbè, quisquiglie   3 La cosa più importante è che si sia ripreso, le altre cose sono quisquiglie...   4  Eppure un “filosofo” dovrebbe avere qualche dimestichezza con la logica ed altre quisquiglie del genere, che ne dice?   5  E il linguisti italiani ZZZZ dormono o si appigliano a quisquiglie.

Questi sono alcuni esempi di un errore di ortografia piuttosto diffuso, *quisquiglie anziché quisquilie. La parola quisquilia è usata principalmente al plurale e il significato di “inezia, cosa o argomento di nessuna importanza” è noto.

Forse non è altrettanto conosciuta l’etimologia: dal latino quisquiliae –arum, “immondezza, feccia”, che si ritrova nel significato ora arcaico di “imperfezione, impurità” usato da Dante: Così de li occhi miei ogne quisquilia Fugò Beatrice col raggio d’i suoi.  

…e pinzillacchere

Molti collegano la parola quisquilie a Totò, che vi ricorreva associandola a pinzellacchere, “stupidaggini, sciocchezze”: 

Continua a leggere   >>

Varianti grafiche: VAcinno vs vaxxino

Cartello con primula gialla e scritte “vaccinazione anti-Covid-19 5-11 anni” e freccia con didascalia “VAcinno!”

VAcinno!

Mi è piaciuto molto il gioco di parole VAcinno! usato a Bologna come slogan per il centro vaccinale (hub) per i bambini dai 5 agli 11 anni. È un’esortazione accattivante costruita con la parola bolognese cinno, bambino (in origine “piccolo”).

Vaxxino

Di tutt’altro genere la parola vaxxino, usata sui social dagli antivaccinisti. È un esempio di variante grafica, un espediente usato principalmente in inglese che in contesti gergali o informali consiste nell’usare una grafia alternativa per attribuire accezioni nuove a parole esistenti, come ad es. doxxing, o per connotarle, come ad es. anti-vaxxer.

Continua a leggere   >>

Altolà ad “alti là”!

Un errore insolito osservato da @thmsch in un articolo di politica:

testo: Draghi ha dimostrato di essere un leader che non si fa spaventare dagli urlatori di turno e neppure si lascia intrappolare nella ragnatela delle mediazioni infinite, come pure avevamo per un attimo temuto: per azzittire gli alti là di Salvini sono bastati, appunto, sette giorni.

Non si dice gli *alti là ma gli altolà, espressione che rimane invariata al plurale e che di solito si scrive come singola parola. Probabilmente è solo una svista, ma per me comunque interessante perché mette in evidenza alcune peculiarità linguistiche.

Una reinterpretazione inaccurata

Il plurale *alti là rivela un fenomeno noto come rianalisi, “una ‘reinterpretazione’ di una parola o un costrutto complessi, non giustificata o anche errata sul piano etimologico, spesso consistente in una arbitraria risegmentazione, o guidata da fattori analogici e da etimologie fantasiose”,

Continua a leggere   >>

Vaccini: AstraZeneca ➝ Vaxzevria

Continuano le imprecisioni dei media nelle notizie sui vaccini. Alcuni esempi di titoli del 30 marzo 2021:

Titoli: 1 Coronavirus, il vaccino AstraZeneca cambia nome: ora si chiama Vaxzevria; 2 Vaccino AstraZeneca diventa “Vaxzevria”: cosa c’è dietro al cambio del nome; 3 Il vaccino AstraZeneca diventa Vaxzevria, cosa c’è dietro il cambio del nome

AstraZeneca non è il nome del vaccino contro il COVID-19 ma dell’azienda farmaceutica che lo produce. Vaxzevria invece è il nome proprio che gli è stato assegnato e che è stato reso noto solo in seguito all’approvazione dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) il 25 marzo 2021.

Vaxzevria sostituisce il nome descrittivo inglese temporaneo non proprietario COVID-19 Vaccine AstraZeneca usato finora da EMA e dall’Agenzia Italiana del Farmaco e formato sul modello malattia+vaccino+produttore (cfr. COVID-19 Vaccine Moderna e COVID-19 Vaccine Janssen, mentre il vaccino prodotto da Pfizer ha già il nome distintivo Comirnaty*).

Continua a leggere   >>

In inglese è corretto scrivere WOMENS?

WOMENS Primark Roma

Su Twitter un commento a questa foto, poi eliminata, ha scatenato una discussione sul presunto errore di grammatica WOMENS anziché women sull’insegna di un negozio italiano di Primark, azienda irlandese presente in tutta Europa. 

Quello dell’insegna però non è un plurale errato di woman, come potrebbe sembrare, ma un esempio del cosiddetto genitivo sassone senza apostrofo, quindi una questione di ortografia e non di grammatica.

Continua a leggere   >>

Fase 2 FAQ per italiani (con caro defunto)

Tweet del 2 maggio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri:

tweet di Palazzo Chigi: Online sul sito del Governo le FAQ relative alle misure in vigore dal 4 maggio

Notizia dello stesso giorno sul sito del Ministero della Salute:

titolo notizia del Ministero della Salute: On line le nuove faq del Governo sulla fase 2

Anche i media hanno rilanciato la notizia usando l’anglicismo FAQ, nonostante il documento in questione abbia un altro titolo, “Fase 2” – Domande frequenti sulle misure adottate dal Governo. È un’incongruenza che penalizza la comunicazione e mostra scarsa attenzione agli interlocutori.

Continua a leggere   >>

Il curioso caso degli hashtag con errore

tweet di Donald Trump del 26 febbraio 2020: Low Ratings Fake News MSDNC (Comcast) & @CNN are doing everything possible to make the Caronavirus look as bad as possible, including panicking markets, if possible. Likewise their incompetent Do Nothing Democrat comrades are all talk, no action. USA in great shape! @CDCgov

È risaputo che i tweet di Trump sono pieni di refusi: ricordate Giuseppi e covfefe? L’ultimo esempio è Caronavirus, che non è un banale errore di digitazione bensì di ortografia: le vocali a ed o sono troppo distanti sulla tastiera per essere invertite per sbaglio.

Variazioni in tema #coronavirus

È plausibile che Trump ignori come si scrive coronavirus, però potrebbe anche essere stato confuso dagli innumerevoli hashtag con refuso che in queste settimane sono stati di tendenza soppiantando il corretto #coronavirus (per chi non ha familiarità con Twitter: sono “di tendenza” gli argomenti di discussione più popolari che appaiono in evidenza in un’apposita sezione – cfr. Trend(ing) topics, nuove “tendenze”) .

Continua a leggere   >>

FUD, da paura!

Esempi di marchi: stritFUD, Gente del FUD, Radio FUD, SUD ‘N’ FUD, STRIT FUD la traduzione italiana del gusto

Nel mondo della ristorazione veloce si notano spesso nomi di attività o eventi per i quali sono usate parole inglesi del lessico di base che, con intento spiritoso, vengono scritte come si pronunciano in italiano. È un esempio di assimilazione grafica già descritto in Da Halloween ad Allouìn.

Una parola ricorrente è FUD per food ma dubito che chi la usa sappia che in inglese FUD è un acronimo con un significato negativo preciso: sta per Fear, Uncertainty and Doubt.

FUD, dal marketing alla propaganda

Continua a leggere   >>

Quando l’iniziale fa la differenza

In inglese esiste un nome per indicare le parole che hanno un significato diverso a seconda che vengano scritte con l’iniziale maiuscola (capital letter) o minuscola:

Capitonym: a word that changes meaning with a capital letter, like turkey vs Turkey
immagine: sketchplanations

La parola capitonym* (da capital con il suffisso –onym) indica una coppia di omonimi che sono omografi solo se appaiono a inizio frase o sono scritti interamente in MAIUSCOLE. Non mi pare che esista un nome corrispondente italiano.

Esempi in inglese

Alcuni esempi di capitonym che sono anche omofoni:

Continua a leggere   >>

Consegniamo?

Correzione estemporanea su un manifesto affisso nell’ascensore di un supermercato (evidenziazione rossa mia):

CONSEGNIAMO LA SPESA

La i di consegniamo è stata cancellata ed è stato aggiunto il commento “ignoranti”, ma ha sbagliato chi ha corretto.

Come tutti i verbi della prima coniugazione, anche i verbi con radice che termina in –gn /ɲ/, quali consegnare, bagnare, sognare, guadagnare, disegnare, vergognare, richiedono la i nella prima persona plurale dell’indicativo:

Continua a leggere   >>