Occasionalismi: nymwars

Un occasionalismo è un neologismo destinato ad avere vita breve e non rimanere nell’uso perché è relativo a una situazione particolare e non duratura.

Un esempio recente di occasionalismo è la parola inglese nymwar (o nym war), usata soprattutto al plurale per descrivere le controversie sulla decisione di Google+ di proibire l’uso di pseudonimi.

Ne parla Fritinancy in Word of the Week: Nymwars, spiegando che nymwars è una nymwarsforma abbreviata di pseudonym wars ed è nata a fine luglio come hashtag in Twitter.

È una parola interessante non solo per l’etimologia ma anche per l’uso di nym come sostantivo, peraltro già visto in alcuni termini informatici. Mi pare inoltre che evidenzi alcune differenze in inglese e in italiano nell’uso di un elemento formativo che a prima vista è invece del tutto equivalente (dal greco -ώνυμος, “nome”, in entrambe le lingue viene aggiunto come secondo elemento in un nome composto).

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Difficile da tradurre: default data validation task

Post pubblicato il 31 ottobre 2008 in blogs.technet.com/terminologia Ho già descritto i cosiddetti noun stack, i sintagmi nominali complessi dell’inglese che possono essere difficili da tradurre nelle lingue con un ordine delle parole diverso, come l’italiano. Un esempio tipico sono le possibili interpretazioni di default data validation task: [default data] [validation task] l’attività di convalida … Leggi tutto

LHC, analisi linguistica e “noun stack”

Post pubblicato il 22 settembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia Oggi su Language Log c’è una lunga disquisizione, Pronouncing the LHC, sull’analisi sintattica e prosodica del nome Large Hadron Collider, con scelta tra due opzioni: [Large [Hadron Collider]], un [grande [acceleratore di particelle]], accento su collider  [[Large Hadron] Collider], un [acceleratore di [grandi particelle]], accento su hadron … Leggi tutto

Tovagliette sottotorta, carta pizzo e rettangoli trinati

Post pubblicato il 28 marzo 2008 in blogs.technet.com/terminologia


A volte ci si ritrova a fare ricerche in campi insoliti. In Windows Vista, ad esempio, c’è un gioco per bambini, Comfy Cakes, dove viene usato il termine cake paper. Nel contesto del gioco definisce una sagoma di carta oleata che scorre su un nastro trasportatore e indica al giocatore dove dovrà essere preparata una nuova torta.

CakePaper

Cake paper non è ovviamente un termine cruciale ma permette di sottolineare alcuni punti importanti del lavoro terminologico:

  • l’importanza di una definizione accurata (cake paper potrebbe altrimenti essere interpretato come un tipo di involucro)
  • l’utilità del contesto visivo (consente di escludere traduzioni come vassoio, disco sottotorta, carta pizzo o rettangolo trinato)
  • il profilo dell’utente tipico del prodotto (bambini, quindi le scelte di traduzione vanno ristrette all’italiano standard)

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