Plug and Play, chi se lo ricorda?

immagine con diversi dispositivi collegati a un laptopSurfing the Information Superhighway: the changing face of Internet language riflette sulla continua evoluzione della terminologia informatica con gli esempi di alcuni termini che, se venissero introdotti ora, risulterebbero inadeguati, datati o poco efficaci: cyberspace, Information Superhighway, surf, netizen, Web ring e il prefisso hyper.

Il cambiamento nella percezione della terminologia è associato a tre aspetti diacronici:
1sviluppi tecnologici che rendono obsoleti alcuni concetti e termini associati
2maggiore familiarità con i concetti informatici e quindi altra accettabilità dei termini 
3diverse tendenze nella formazione di nuovi termini

Continua a leggere   >>

Anglicismo del mese scorso: competitor

Rimanendo in tema anglicismi e politica, sotto elezioni imperversava competitor.
In inglese è una parola del lessico comune che descrive chi prende parte in una competitorcompetizione, quindi “competitore” ma anche “concorrente”, “rivale”, “avversario”, “contendente”.

Non sono ancora riuscita a capire se invece nel linguaggio politico italiano competitor voglia identificare
1) un concetto specifico che non si può (?!) esprimere con nessun’altra parola del lessico, oppure se sia
2) il solito forestierismo superfluo. Qualche dettaglio:

Continua a leggere   >>

È davvero un mondo cyber?

pagina 55 di IL: cyberlifeHo sfogliato il numero di marzo 2013 di IL, il mensile del Sole 24 Ore. Tutti gli articoli e le parole chiave sulla storia di copertina, La vita indiretta. L’amore, il sesso, la fede e la guerra al tempo degli algoritmi, iniziano con cyber, ad es. in cyberlife si trova cyberreputazione, cybertruffa, cyberpunizioni e cyberbullismo.

Il prologo, cybertutto, cita la definizione di cibernetica dell’Enciclopedia Treccani per spiegare che “viviamo già nel futuro popolato di macchine automatiche che sostituiscono l’uomo nella funzione di controllore di altre macchine” e quindi “il mondo è diventato inevitabilmente cyber” e “tutta la vita è cyber e dobbiamo accettarne le conseguenze”.

Ho trovato insolito l’uso dell’elemento formativo cyber come aggettivo (pronuncia italiana o inglese?) ma mi hanno colpita anche altri aspetti linguistici.

Continua a leggere   >>

I nuovi ecosistemi

digital ecosystem – immagine da thinkdigital.co.idUltimamente è quasi impossibile leggere di informatica, telefonia o tecnologie correlate senza incontrare la parola ecosistema. Qualche esempio, ciascuno con decine di migliaia di occorrenze: l’ecosistema di Android / di Apple / di Windows / di Google / di Twitter / dei tablet / degli smartphone / del cloud computing / di app / di applicazioni…

L’uso italiano riflette quello inglese: in campo informatico si parla di ecosystem almeno dall’inizio del secolo. La metafora di “’insieme degli organismi, dell’ambiente e delle condizioni che, in uno spazio delimitato, sono inseparabilmente legati tra loro, sviluppando interazioni reciproche” è però precedente e risale al concetto economico di Business ecosystem, introdotto all’inizio degli anni ‘90 da James F. Moore.

Continua a leggere   >>

Perché il fono non funziona

I nuovi foni di Nokia. Li ha presentati oggi al World Mobile Congress: sono due nuovi smartphone Lumia e due cellulari a basso costo.

Il titolo I nuovi foni di Nokia mi ha incuriosita perché non avevo mai visto la parola fono in un contesto non linguistico. Non ho però trovato altre occorrenze significative e quindi catalogherei fono come occasionalismo, forse una traduzione maldestra dell’inglese phone o forse il tentativo di dare un nome a un nuovo concetto, un iperonimo di smartphone e di telefono cellulare "tradizionale”.

Per capire se fono potrebbe comunque avere successo come neologismo, si può fare riferimento alle indicazioni che nella localizzazione aiutano a denominare nuovi concetti o funzionalità. Ad esempio, si cerca di privilegiare i meccanismi di formazione di nuove parole che risultano più produttivi nell’ambito in cui si sta operando.

Continua a leggere   >>

Election days…

Come accennavo ieri a proposito di focus, non ho potuto fare a meno di notare le molte parole inglesi usate dai media italiani per parlare delle elezioni politiche di febbraio 2013, a cominciare da titoli scontati come Election day(s) e The Day After.  Ho raccolto qualche altro esempio.

Nuovi poll

Sapevamo già cosa sono gli exit poll (che tempo fa da un giornalista RAI ho sentito pronunciare “pul”). Quest’anno sono diventati onnipresenti anche gli intention poll, i sondaggi fatti subito prima del giorno di voto, e gli instant poll, i sondaggi fatti nel giorno di voto, che qualche amante dei prodotti Apple ha abbreviato in i-poll.

Effetto social

Confermato l’uso di social sia come aggettivo (ad es. psicodramma social) che come sostantivo; in questo contesto, i commentatori più seguiti e che sono percepiti come autorevoli (o comunque in grado di influenzare l’opinione pubblica) sono descritti come influencer (esempio: Elezioni, è sorpresa anche sui social. L’euforia dei grillini, il silenzio di molti influencer). La pronuncia italianizzata, “influènser”, si discosta da quella inglese che invece è /ˈɪnflʊənsə/, con l’accento sulla prima sillaba.

Altri esempi dal sommario degli approfondimenti al voto di La Stampa, dove si notano un ibrido di italiano e inglese (fotogallery anziché photogallery), liveblog e datablog e un termine informatico abbastanza recente, big data:

fotogallery –il voto social – liveblog – datablog – big data

Continua a leggere   >>

Una mano di greenwash

Ho trovato molto interessanti le osservazioni di Giovanna Cosenza sull’evoluzione del linguaggio con cui i media, le imprese e le istituzioni parlano di temi legati all’ambiente:

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una evoluzione continua delle parole usate per identificare i temi ambientali: dal termine “paesaggio” si è passati ai generici “natura” e “ambiente”, e grande successo ha avuto fino a poco tempo fa anche la parola “ecologia”. Adesso sono molto diffusi i termini “green”, “sostenibilità” e “bio. Dietro questa evoluzione dei termini possiamo identificare due grandi direttive del cambiamento lessicale
[continua in Dalla “natura” al “green”: come cambia la comunicazione ambientale]

greenwashingViene citato anche il green washing, spiegato come il “lavaggio nel verde” operato da marchi commerciali che vogliono far passare per ecologici prodotti che magari non hanno le caratteristiche per essere definiti green.

Aggiungo una nota etimologica: l’espressione green washing è modellata su white washing. In inglese whitewash è una pittura murale bianca a base di calce, da cui deriva il verbo whitewash, imbiancare.

Continua a leggere   >>