10 anni di #hashtag!

#Hashtag10

Oggi si festeggiano 10 anni di hashtag perché il 23 agosto 2007 con questo tweet è nata l’idea di usarli su Twitter:

@chrismessina: how do you feel about using # (pound) for groups. As in #barcamp [msg]?

Ormai hashtag è anche una parola del lessico italiano che in poco tempo è uscita dall’ambito specifico dei social media e si è diffusa rapidamente in molti altri contesti, anche in senso figurato (ed è molto amata dai politici!).

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SNEET, una bufala linguistica

A una trasmissione radio ho sentito descrivere le persone single per scelta come Sneet. È una parola inesistente in inglese, inventata per un articolo del Corriere della Sera del 2016 e già discussa in alcuni tweet. L’articolo è stato poi rimaneggiato e di nuovo pubblicizzato qualche giorno fa:

Ecco gli Sneet, i nuovi single - di Candida Morvillo

L’argomento è frivolo ma utile per dimostrare la facilità con cui si riescono a propagare informazioni prive di fondamento, in questo caso linguistiche. Sneet è uno pseudoanglicismo malformato e poco plausibile, eppure l’articolo è stato citato e scopiazzato centinaia di volte senza che nessuno dei "propagatori" si facesse venire alcun dubbio.

Ma cosa vorrebbe dire Sneet? L’autrice lo spiega così:

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Parola dell’estate 2017: turismofobia

Turismofobia

Turismofobia, sostantivo femminile: avversione o intolleranza esagerate verso i turisti.

Sembra un neologismo italiano ma in origine è una parola spagnola pronunciata turismobia. È nata in ambito accademico e poi se ne sono appropriati i media per descrivere l’ostilità crescente dei residenti nei confronti dei visitatori, fenomeno che si è acutizzato nell’estate 2017.

Al turismo vengono attribuiti sovraffollamento dei luoghi di interesse e dei mezzi di trasporto, danni all’ambiente (ad es. causati dalle navi da crociera), comportamenti irrispettosi o illeciti (ad es. causa ubriachezza), indisponibilità di abitazioni per le persone del luogo (per i proprietari è più lucrativo affittarle ai turisti) e altri disagi.

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Necrotweet: commemorazioni in 140 caratteri

Ieri ho scoperto la parola necrotweet, usata ironicamente per descrivere i tweet che commemorano la morte di un personaggio famoso, in questo caso Paolo Villaggio, e che spesso sono solo tentativi di sfruttare la notizia e i suoi hashtag per acquisire visibilità.

La corazzata Potëmkin, la rivolta e i «necrotweet» su Fantozzi – Wu Ming, 4 luglio 2017 (via @fighen)

Trovo necrotweet una parola molto efficace e ho cercato qualche dettaglio sulla sua origine: le prime occorrenze risalgono al 2013, stesso periodo della creazione di un omonimo profilo di Twitter:

Necrotweet (@necro_tweet). Il valore di un paese è pari a quello dei suoi necrologi via twitter.

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Neologismi: Xennial

Titoli di media: “Chi sono gli xennial e come capire se lo siete anche voi”, “Xennial, la generazione nata tra il 1977 e il 1983 è la migliore”, “Xennials, the generation between Generation X and Millennials”

Una delle parole dell’estate 2017 è Xennial, perlomeno a giudicare da quanti ne stanno discutendo in inglese e quindi,  di riflesso, anche in italiano.

Il neologismo Xennial indica chi è nato tra il 1977 e il 1983 ed è caratterizzato da un’infanzia analogica e una vita adulta digitale (senza Internet da bambini, sempre online da grandi!). Il nome è una parola macedonia formata da X Generation e Millennial, le due generazioni tra cui si collocano gli Xennial.

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Nuove “bombe” di maltempo

Bomba d’acqua in mare aperto

Nelle cronache sul maltempo si sente parlare di bombe d’acqua almeno dal 2014. L’inverno successivo si sono aggiunte le bombe di neve e nell’estate 2016 sono arrivate le bombe di caldo, che all’inizio di giugno 2017 si sono trasformate in bombe di calore. Intanto sono apparse anche le bombe di pioggia.

Ormai qualsiasi fenomeno meteo che ha carattere violento e improvviso viene descritto dai media come “bomba”, una parola ad effetto che non ha alcun significato meteorologico. Ho visto addirittura bombe di umidità durante l’inverno per descrivere la nebbia. Qualche esempio da titoli recenti:

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Open data a rischio openwashing

Ultimamente si discute molto di open data, i dati resi disponibili gratuitamente in formati aperti con una licenza che consente di riutilizzarli, modificarli e condividerli liberamente, cfr. Open data per la pubblica amministrazione.

Si sta diffondendo anche il neologismo openwashing (grafia alternativa open washing), che nel contesto open data indica l’azione di presentare come “aperti” dati che in realtà non lo sono perché incompleti, non sufficientemente dettagliati, non facilmente riutilizzabili, con particolari restrizioni d’uso ecc.

“Open-washing” – The difference between opening your data and simply making them available

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Inglese farlocco: free vax

Post aggiornato con neologismi “pandemici” (2021)

L’Italia del “free vax” in piazza: da Cagliari a Torino si manifesta per chiedere libertà di scelta
Immagine: schermata dalla home page di Repubblica del 4 giugno 2017

Repubblica e Corriere della Sera riferiscono che in una manifestazione antivaccinista del 4 giugno 2017 a Bologna è stata usata la locuzione free vax, già condivisa su Facebook e apparsa poi anche come hashtag #freevax in alcuni tweet (esempi qui, qui e qui).

Noi free vax. Centinaia in piazza contro i vaccini obbligatori

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#Covfefe: parola insolita, pronuncia ostica!

Anche chi non usa Twitter probabilmente ha saputo del tweet criptico mandato da Donald Trump ieri poco dopo mezzanotte (6 di mattina in Italia) e cancellato solo qualche ora dopo:

Despite the constant negative press covfefe

Cosa vuol dire covfefe, parola inesistente in inglese? È quasi sicuramente un refuso per coverage, infatti le lettere per erage e fefe sono vicine sulla tastiera. Al tweet monco (“nonostante la continua copertura negativa della stampa”) mancava comunque un seguito che non c’è stato e il nuovo messaggio di Trump, sei ore più tardi, non ha chiarito nulla:

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Non è un reboot della Famiglia Addams!

Le foto dell’incontro tra Trump e il papa hanno scatenato battute di ogni genere, molte in tema Famiglia Addams:

Not really feeling this Addams Family reboot

Reboot

Come sicuramente sanno gli appassionati di cinema, il reboot di una serie di film, telefilm, videogiochi, fumetti o altri tipi di storie raccontate a puntate è il “riavvio” di una narrazione ormai esaurita che viene riscritta e rilanciata prendendo spunto solo da alcuni dettagli e personaggi dell’originale.

Si riconosce il riferimento al reboot dei computer, una metafora informatica con un’origine curiosa che ho descritto in Boot, reboot e bootstrap.

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Fidget spinner in italiano

A quanto pare la mania del momento è un giochino che in inglese si chiama fidget spinner.

titoli di notizie

Non è un nome proprio ma generico, formato da parole del lessico comune: spinner indica un dispositivo che viene fatto ruotare (spin) intorno al proprio asse, mentre fidget (verbo e sostantivo) descrive movimenti continui, ad es. delle mani o dei piedi, dovuti a nervosismo o irrequietudine, come quelli di chi non riesce a star fermo sulla sedia (“Stop fidgeting!”).

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Ransomware, malware e altri –ware

ransomware

Ormai anche chi non è esperto di informatica sa che ransomware è un tipo di software sviluppato con intento criminoso che infetta un computer impedendo l’accesso al sistema o ai suoi dati se non si paga un riscatto (ransom in inglese). Il micidiale WannaCry che ha colpito centinaia di migliaia di computer in tutto il mondo in questo maggio 2017 è l’esempio più recente.

Ransomware e malware

Nei media generalisti WannaCry viene descritto sia come ransomware che malware e anche virus ma per i lettori meno esperti forse non è del tutto chiaro che non sono sinonimi.

Malware (da malicious software) è l’iperonimo che descrive qualsiasi tipo di software o codice creato per danneggiare il computer su cui si installa, interferire con il suo funzionamento o carpire informazioni. Trojan (cavallo di Troia) e worm sono due noti tipi di malware, come anche virus, che però è diventata una parola molto generica sempre meno usata in ambiti tecnici.  

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Da hashtag ad hashmeal, ma solo in Italia!

Suggerimento di lettura: #cancellettiinlibertà: l’hashtag da operatore digitale a marca dell’italiano contemporaneo offline, di Daniela Pietrini. Descrive l’evoluzione degli hashtag, che anche in italiano si sono rapidamente trasformati da “etichette” di Twitter in simboli icono-verbali e strumenti linguistici creativi, emblema della “fluidità dei confini tra scritto e parlato, tra digitale e analogico”.

Pietrini fa molti esempi di usi ironici e ludici e di neologismi. Tra questi ci sono anche alcuni composti anomali come hashmeal:

Fig. 5: Hash- in quanto accorciamento di hashtag riutilizzato come elemento formativo per la creazione del neologismo ludico hashmeal (nel composto hashmeal party).

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