Dizionarietto multilingue di parole nuove

copertina del Multilingual Dictionary of New Words e indice delle 30 parole italiane

È appena uscita l’ottava edizione del dizionario multilingue di parole nuove, a cura dell’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea e disponibile in versione inglese e francese.

Contiene 512 parole dalle 24 lingue ufficiali dell’Ue, in numero variabile per lingua, ad es. 30 voci per l’italiano ma 94 per il polacco. Per ciascuna parola è indicata la pronuncia, in alcuni casi registro e/o ambito d’uso, quindi definizione ed esempio d’uso nella lingua della parola, seguiti poi da definizione o parole equivalenti in inglese o in francese, a seconda della versione.

Il formato del dizionarietto è insolito perché le parole non sono raggruppate per lingua ma appaiono in ordine alfabetico, e si possono così trovare una dopo l’altra voci in alfabeti diversi. Esempio con le parole menučko in slovacco, μεταπανδημικός in greco, metaverso in italiano e метавселена in bulgaro:

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January brain e anglicismi “detox” di gennaio

Una nuova parola inglese che parecchie persone appena rientrate dalle ferie troveranno perfetta per oggi 7 gennaio:

Immagine di donna con la testa tra le mani, seduta a una scrivania piena di fogli, e definizione di January brain: “a feeling of tiredness and a lack of energy and motivation that some people experience when they go back to work in the new year after the Christmas holidays”

January brain identifica la sensazione di stanchezza diffusa e mancanza di energia e di motivazione che può caratterizzare il ritorno al lavoro nel nuovo anno dopo le vacanze di Natale.

È descritta in New words – 6 January 2025, una raccolta di nuove parole (neologismi e occasionalismi) di Cambridge Dictionary. Include anche un’altra parola inglese legata ai comportamenti di inizio d’anno: Quitter’s Day, il secondo venerdì di gennaio e giorno in cui la maggior parte delle persone lasciano perdere (quit) i buoni propositi dell’anno nuovo e ritornano alle vecchie abitudini.

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Parole dell’anno 2024, al di là dell’inglese

Immagine con parole dell’anno 2024 in inglese: manifest, brat, brain rot, demure
Immagine: dettagli di annunci di Word of the Year da Cambridge Dictionary, Collins Dictionary e Dictionary.com

Come ogni anno, anche alla fine del 2024 i media italiani hanno dato spazio alle word of the year annunciate da dizionari, media o altre istituzioni del mondo anglofono. Immancabili anche i fraintendimenti sui diversi criteri di scelta delle parole, come già descritto in Cos’è una “parola dell’anno” e come viene scelta.

Mi pare però che stavolta ci sia una novità: mai come quest’anno le parole inglesi del 2024 appaiono in gran parte irrilevanti per il lessico italiano, oppure sono indicative di fenomeni passeggeri o di nicchia (dettagli più sotto). Ho l’impressione che questo abbia in parte spiazzato chi invece avrebbe voluto descrivere neologismi di grande impatto e destinati a entrare nell’uso comune.  

Dalle parole dell’anno ci si aspetta infatti che siano particolarmente significative e simboliche dell’anno appena trascorso. Non per forza però devono essere nuove o esprimere nuovi concetti. Lo esemplifica efficacemente Le parole più usate nel web nel 2024 tra IA, guerra e meteo, un’analisi della linguista Stefania Spina specifica per l’italiano.

Parole rappresentative del 2024 in italiano

Spina ha usato gli strumenti e i metodi della linguistica del corpora per estrarre “parole chiave” (keyword) salienti per il 2024, ossia parole che nel web rispetto ai due anni precedenti hanno avuto una frequenza d’uso maggiore, misurata attraverso un indice cosiddetto di keyness.

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Imbotulinato: è parasintetico

foto di politico italiano con fumetto che indica commento con parole “È tutto imbotulinato!”

Ho captato una conversazione in cui un politico italiano che ha ammesso qualche ritocchino estetico veniva descritto come “tutto imbotulinato”.

È un occasionalismo che non avevo mai sentito e che mi ha colpita perché è un esempio di creatività linguistica che risulta immediatamente comprensibile e molto efficace. Non mi stupirei se la persona che l’ha usato l’avesse addirittura “inventato” al momento, grazie a un particolare meccanismo di formazione di neologismi denominato parasintesi.

La parole parasintetiche, principalmente verbi, sono formate da una base nominale o aggettivale che si combina simultaneamente con un prefisso e un suffisso (o in alternativa un processo di conversione). Esempi: ad-dens-are, de-caffeinare, in-tener-ire, im-burr-are, s-briciol-are.

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Auguri di “buon ponte” al gatto defunto

Una notiziola dalla provincia italiana con lo zampino dell’inglese:

Foto di manifesto funebre per “TATO di anni 20”. Titolo: “Cuneo, manifesti funebri per un gatto, arriva lo stop del Comune”. Testo: “è mancato al nostro affetto il nostro amato gatto. Lo annunciano con dolore augurandogli un buon ponte i suoi genitori umani Stefania e Claudio”, così i legge nel manifesto funebre, corredato da una foto dell’anziano micio sdraiato al sole.

Ho riportato le prime righe della notizia perché sono sicura che leggendole qualcuno si sarà chiesto cosa mai significhi augurare un buon ponte a un animale defunto (improbabile il significato vacanziero!). Non ho animali e non ho familiarità con il lessico di chi li accudisce, però sono riuscita a intuire il senso grazie a un dettaglio che manca nel testo dell’articolo ma appare invece sul manifesto: l’emoji 🌈.

The Rainbow Bridge

Ho scoperto così che anche in italiano è stato adottato, reinterpretandolo, un eufemismo che in inglese comunica la morte di un animale d’affezione. È molto usato sui social e fa riferimento a un luogo paradisiaco dove gli animali defunti conducono un’esistenza felice in attesa di ricongiungersi con il loro padrone, e al ponte arcobaleno che vi conduce, the Rainbow Bridge (anche con iniziali minuscole the rainbow bridge).

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Cos’è un LLM, spiegato in immagini

Tra i termini dell’intelligenza artificiale che ormai appaiono anche nel lessico non specialistico c’è modello linguistico di grandi dimensioni, spesso indicato con l’acronimo originale inglese LLM (large language model).

Identifica una rappresentazione matematica complessa di un modello linguistico statistico, addestrato su un’enorme quantità di dati, che consente di eseguire attività di elaborazione e produzione di linguaggio naturale che appaiono del tutto simili a quelle degli esseri umani (un esempio sono i chatbot come ChatGPT).

Per capire cosa c’è alla base di un LLM e come funziona è molto efficace il video Large Language Models explained briefly, in inglese ma anche con sottotitoli:

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Come si traduce broligarchy?

Titoli in inglese: 1 How to survive the broligarchy: 20 lessons for the post-truth world; 2 The Age of Broligarchy; 3 The Far Right Brolicarchy of Yarvin, Thiel and Musk. Titolo in italiano: La vittoria di Trump negli Stati Uniti inaugura una nuova era: l’era dei brolicarchi

Broligarchy è una parola inglese apparsa recentemente in alcuni media in associazione alla futura presidenza Trump. È formata da bro + oligarchy e il suffisso –archy, corrispondente all’italiano –archia, fa capire facilmente che si tratta di un tipo di governo o di dominio. Il significato specifico di broligarchy però non è trasparente senza alcune informazioni aggiuntive.

  • Oligarchy, come il corrispondente italiano oligarchia, indica una forma di governo in cui il potere è concentrato nelle mani di un ristretto gruppo di persone, gli oligarchi. Nel senso esteso contemporaneo di oligarchia il potere è principalmente di tipo economico e le persone che lo esercitano a proprio vantaggio, e che hanno un’influenza preponderante, non sono necessariamente parte di un governo: l’esempio più noto è quello degli oligarchi russi che condizionano la vita dell’intera società russa.
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Ci risiamo: Trump, Trumpspeak e trumpismi

Vignetta di Steve Bright con Trump che spacca una porta con un’ascia urlando I’M BAAAK! e lo zio Sam si nasconde terrorizzato. Commento: “Like no one has ever seen before”. But we have. And here we go again.

Cosa significa una nuova presidenza Trump ce lo possiamo purtroppo immaginare, anche se non lo sappiamo con certezza. Cosa significa invece la parola inglese trump si spiega facilmente:

  • nei giochi a carte il sostantivo trump è la briscola. In senso figurato l’espressione trump card equivale ad “asso nella manica" e il verbo trump a “superare, avere la meglio”. In queste accezioni trump è una parola di origine latina, allotropo di triumph (trionfo);
  • ha invece etimologia germanica e onomatopeica trump, forma arcaica di trumpet che permane solo nelle locuzioni the last trump e the trump of doom, la tromba del giudizio universale; da questa accezione deriva il verbo informale ma solo britannico trump, emettere sonore flatulenze (nulla a che vedere con la sigla PEOTUS, acronimo di President Elect Of The United States, il ruolo di Trump fino al prossimo febbraio).  

Anche il cognome Trump è di origine germanica, probabilmente da trumpe, “tamburo”. Più inquietante (nomen omen?) l’etimologia del nome proprio Donald, “dominatore del mondo”.   

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I media 🇺🇸 e il “sanewashing” di Trump

Gli interventi di Donald Trump nella campagna presidenziale 2024 appaiono sempre più sconclusionati e farneticanti, un potenziale segnale di declino patologico delle sue facoltà mentali. Trump fa spesso affermazioni assurde e salta di palo in frasca (rambling) con riferimenti che mancano di senso logico, di ordine e di coerenza, come gli squali e i motori elettrici nel video.

Altro esempio: Trump cita ripetutamente il cannibale Hannibal Lecter come spauracchio rappresentativo dei feroci migranti in fuga verso gli Stati Uniti (“he will have you for dinner”), presumibilmente perché confonde insane asylum (ospedale psichiatrico ➝ Lecter) e political asylum (asilo politico ➝ migranti). Ma le invettive deliranti (ranting) di Trump sono anche infarcite di disinformazione, complottismi, negazionismi, dog whistling e attacchi violenti e offensivi agli avversari.

I vaneggiamenti di Trump vengono ripetutamente ridicolizzati da comici e avversari. Nei principali media americani, invece, spesso le sue parole non vengono riportate letteralmente ma vengono parafrasate, razionalizzate e presentate in forma comprensibile. Viene così conferito un senso logico che filtra le assurdità, smorza la retorica e rende il messaggio più accettabile per gli elettori.

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Punti di vista: davvero ci interessa demure?

Nelle scorse settimane avete notato il proliferare di articoli in italiano sulla parola inglese demure, tormentone su TikTok? Alcuni esempi di titoli:

Foto della tiktoker Jools Lebron con didascalia “How to be demure and modest and respectful at the work place”. Titoli italiani: 1 Cosa vuol dire demure; 2 Demure: tutto sul nuovo trend (nato su TikTok) di cui tutti parlano; 3 Cos'è questo demure di cui parlano tutti; 4 Demure, il trend di TikTok conquista tutte: da Kamala Harris a Jennifer Lopez; 5 Che cosa significa demure e perché vogliamo esserlo tutti: dal trend TikTok alla Casa Bianca
(nella foto l’influencer statunitense Jools Lebron che ha fatto diventare virale la parola demure)

Gli articoli sono molti simili: riprendono testi in inglese, tradotti più o meno letteralmente, e tutti gli esempi d’uso sono in inglese e riguardano persone americane. I titoli italiani inducono a pensare che sia un argomento che ci riguarda direttamente (tutti ne parlano… [noi] vogliamo… vorremmo…), e invece non viene fatto nessun esempio d’uso in italiano o in contesti italiani.

È un fenomeno ricorrente nei nostri media: ci viene riproposta pedissequamente qualsiasi tendenza del mondo anglofono, come se tutto ciò che è rilevante in inglese debba esserlo automaticamente anche in italiano. 

Indipendentemente dall’argomento, spesso si ha l’impressione che chi ricicla le notizie non si faccia alcuna domanda sull’effettiva rilevanza in un contesto culturale diverso e sui destinatari del testo, e quindi non cerchi di capire se nel passaggio dall’inglese alla traduzione è necessario cambiare il punto di vista e operare adattamenti al testo, ad esempio integrandolo con informazioni aggiuntive.

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Si chiama Mpox o vaiolo delle scimmie?

titoli: 1 L’OMS ha dichiarato l’mpox un’emergenza sanitaria internazionale; 2 L’OMS ha dichiarato il vaiolo delle scimmie un’emergenza sanitaria internazionale

Il 14 agosto 2024 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha notificato una nuova emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Nei media italiani si osservano nuove incongruenze nel nome usato per identificare malattia. È intervenuta anche la virologa Ilaria Capua che ha evidenziato l’importanza di non creare confusione durante un’emergenza sanitaria:  

Titolo: Vaiolo delle scimmie, ma non chiamatelo così. Ilaria Capua: “Per piacere, chiametelo MPox e non vaiolo delle scimmie. Quest’ultimo nome è stato abbandonato dall’OMS perché crea stigma e confusione che durante un’emergenza sanitaria non aiutano. Vi ringrazio”

Capua fa riferimento a un documento dell’OMS di fine 2022, WHO recommends new name for monkeypox disease, che spiega la scelta dell’OMS per tutte le proprie comunicazioni in inglese di usare il nuovo nome mpox in sostituzione del preesistente monkeypox (“vaiolo delle scimmie”), e ne raccomanda l’adozione anche da parte di altri.  

Le considerazioni che hanno portato al cambiamento in inglese valgono automaticamente anche per l’italiano? In un’emergenza sanitaria, per evitare confusione è davvero preferibile un nome per molti oscuro come mpox?

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Nuove (?) professioni: controller del verde

Il Comune di Milano assume controller del verde:

Testo: “Il Comune di Milano cerca controller del verde. Online il bando di concorso per assumere 5 figure a tempo indeterminato Scadenza 9 settembre”. Immagine: “Bando di concorso per Collaboratore dei Servizi Tecnici CONTROLLER DEL VERDE”

Se non sapete di che lavoro si tratti, siete in buona compagnia: controller del verde è un neologismo per ora usato esclusivamente dal Comune di Milano (le uniche occorrenze che ho trovato riguardano il bando pubblicizzato). Ho provato a chiedere a chi gestisce i profili social del Comune di Milano di spiegarmi la scelta del nome, che suscita perplessità perché non congruente con l’uso di controller in inglese, ma finora non ho ricevuto nessuna risposta.

In inglese la parola controller ha varie accezioni, ad es. in informatica ed elettronica indica un dispositivo o un meccanismo di controllo. Riferito a persona può essere inteso come controllore di volo (forma abbreviata di air traffic controller) oppure in aziende o istituzioni identifica ruoli professionali ad alto livello che hanno responsabilità di organizzazione, gestione e controllo. Ad esempio, possono essere descritti come controller responsabili amministrativi, revisori contabili, revisori legali ecc. Nel testo inglese del Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea (GDPR), controller è il ruolo che in italiano è denominato titolare dei dati.

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Da Swiftonomics a securonomics

Titolo in inglese: “Swiftonomics: How Taylor Swift’s tours boost the economy. Testo italiano: 1 Arriva Taylor Swift a Milano e crescono anche i biglietti ferroviari. Si chiama Swiftconomics e indica quali sono gli impatti economici dei tour della cantante; 2 Anche Milano sarà travolta dalla cosiddetta “Swiftconomics”: si stima che i concerti The Eras Tour genereranno un indotto da 42 milioni di euro.

La cantante americana Taylor Swift si esibirà a Milano il 13 e 14 luglio 2024 e nelle notizie che ne hanno preannunciato l’arrivo è ricorrente il neologismo americano Swiftonomics. Descrive l’impatto economico creato dall’afflusso di decine di migliaia di spettatori (o swifties, come si autodefiniscono i fan) ai megaconcerti di Swift, in particolare gli effetti nei settori dei trasporti, del ristoro, dell’accoglienza e di varie altre attività economiche locali.

Ho notato che vari media italiani hanno riportato erroneamente la parola Swiftonomics, aggiungendo una c che l’ha trasformata in *Swiftconomics.

Parole di tipo X-(o)nomics, con iniziale maiuscola

È una svista che mostra scarsa comprensione dei meccanismi che regolano le numerose parole del tipo X(o)nomics, formate da un nome proprio X e dall’elemento formativo con funzione suffissale -(o)nomics. Identificano concezioni, dinamiche o politiche economiche (economics) associate a X.

Le occorrenze più numerose sono formate con i cognomi di capi di governo, ministri o politici. Alcuni esempi americani e inglesi:

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Top JobS, per chi è scarso in inglese

In questi giorni nelle notizie sulle istituzioni europee imperversa l’anglicismo Top Jobs. Alcuni esempi:

Titoli: 1 Top Jobs, cosa sono e come vengono scelti i vertici Ue, Commissione, Consiglio e Alto Rappresentante: i nomi; 2 Top Jobs in EU: cosa sono, il significato, le cariche dell’Unione Europea, le trattative, il ruolo di Meloni; 3 Via libera del Consiglio europeo ai top jobs; 4 Top Jobs Ue, Meloni si astiene su Von der Leyen, no a Costa e Kallas. Ma il pacchetto passa; 5 Salvini attacca l'Ue sulle nomine dei Top Jobs

Top Jobs è un anglicismo superfluo, come dimostrano le alternative italiane che gli sono associate in tutti i testi: posizioni di vertice, ruoli di vertice, massimi vertici europei, massime cariche, cariche apicali, le più alte cariche ecc., sempre seguite dall’aggettivo europeo o specificando all’Ue, delle istituzioni europee o simili.

Questo dettaglio, la prevalenza di iniziali maiuscole, come se fosse un nome proprio, e l’uso scorretto con plurale inglese fanno ritenere che chi usa Top Jobs abbia la convinzione, erronea, che si tratti di un termine comunitario. Esempio:

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AI slop, “sbobba artificiale”

Alcuni esempi d’uso del neologismo inglese AI slop:

Immagini create con intelligenza artificiale e frasi: “it’s all slop, every website is becoming AI slop”; “Most of my Facebook feed is just AI slop, it’s so depressing”; It’s so sad. Google as a search engine is just ruined. It’s nothing but AI. Especially if you look up anime-related stuff, 98% of the results are AI slop”; “Every time I google something I have to add –ai at the end otherwise it will keep showing AI slop”

AI slop è un’espressione informale per ora ancora di nicchia che descrive contenuti di infima qualità generati dall’intelligenza artificiale, ad es. immagini, video, notizie, risultati di motori di ricerca e interi siti con funzione acchiappaclic.

È una risemantizzazione della parola slop, che nel lessico comune indica vari tipi di materiale liquido o semiliquido dall’aspetto poco allettante, come acqua sporca con residui solidi, fanghiglia, brodaglie varie, broda per i maiali, sbobba. In inglese la nuova accezione risulta trasparente perché già usata con il senso figurato di “robaccia che ci viene data in pasto” senza aver bisogno di spiegazioni.

Slop è una parola che ha anche aspetti fonosimbolici: la sequenza iniziale /sl/ è ricorrente in parole che richiamano interazioni tra sostanze liquide o vischiose (ad es. slosh, “sciabordare”, slime, “viscidume”, sludge, “melma”, slurp) e in parole con connotazioni negative (ad es. sleaze, “sozzume”, spec. in senso figurato, slob, “persona sciatta e indolente”, slut e slag, epiteti spregiativi femminili).

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