Netymology, parole del mondo digitale

Netymology: From Apps to Zombies: A Linguistic Celebration of the Digital World – Tom ChatfieldHo trovato molto piacevole Netymology: From Apps to Zombies: A Linguistic Celebration of the Digital World di Tom Chatfield. È una raccolta di parole rappresentative della cultura digitale del XXI secolo, raccontate attraverso la loro etimologia e la loro storia in 100 brevissimi capitoli ricchi di riferimenti e dettagli che evidenziano origini eterogenee e a volte alquanto bizzarre.

Mi hanno incuriosita parecchio gli esempi di linguaggio delle community di giochi online, un mondo che mi è del tutto sconosciuto, e l’origine di alcuni termini specifici di Apple, come il simbolo sul tasto Comando dei Macintosh, in inglese soprannominato anche squiggle, pretzel o splodge.

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Poco poetico: sleep in one’s eyes

“Danze primaverili”  (con l'omino del sonno e la fatina della febbre da fieno) – Rhymes with Orange 
The spring rounds – Vignetta di Rhymes with Orange

In primavera chi soffre di congiuntivite* allergica spesso si sveglia con gli occhi appiccicosi. In inglese ci sono vari modi per descrivere le secrezioni oculari: eye discharge, eye mucus, rheum (letterario), geosinonimi più informali come ad es. [eye] gunk, gunge, goo, goop, gloop e, se si tratta di normali cispe, sleep, sleepy dust, sand ecc.

Nel folklore le cispe sono le tracce lasciate dal passaggio di the sandman, l’omino del sonno che fa addormentare i bambini spargendo sabbia magica sui loro occhi. The sandman può anche essere un sinonimo scherzoso di sleep (“sonno”), come Morfeo in italiano.

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Phrasebook, fraseologia e frasario

Google Translate ha una nuova funzionalità che consente di salvare le traduzioni in una propria raccolta. In inglese si chiama Phrasebook e in italiano Fraseologia.  

Phrasebook - Fraseologia

Terminologia inglese

In inglese la parola phrasebook identifica un prontuario che contiene una selezione di frasi essenziali in una o più lingue straniere.

È una metafora informatica coerente con quelle in uso da decenni nelle interfacce grafiche, basti pensare agli oggetti che si possono trovare su una scrivania, come document, folder (cartella), clipboard (gli Appunti di Windows), notepad (blocco note), calendar, diary, dictionary, e in particolare ai vari tipi di book come address book (rubrica), workbook (cartella di lavoro) e clipbook e scrapbook (contenitori di ritagli e appunti).

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Anni luce metaforici

It’s all in the genes: DNA and metaphor fa alcuni esempi di termini scientifici e informatici inglesi che sono entrati nel linguaggio comune in senso figurato, a volte con un significato più generico (determinologizzazione), altre invece con nuove accezioni.

Alcune delle metafore descritte hanno un equivalente in italiano, ad es. averlo nel DNA, di default e l’aggettivo dispregiativo neandertaliano.

foto Boris Štromar È invece diverso l’uso di light year, termine astronomico che identifica un’unità di misura di lunghezza ma che nell’uso metaforico inglese mantiene il significato primario della parola year e quindi serve a enfatizzare un periodo di tempo molto lungo. Esempio: The UK is light years behind Europe on renewable energy targets.

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Conigli di Pasqua

Pasqua 2013 all’insegna del maltempo, non solo in Italia. Nel nord Europa è caduta neve a sufficienza per fare i pupazzi e le foto dalla Germania ce li mostrano tutti a forma di coniglio.

foto pupazzi di neve a forma di coniglio

Per essere più precisi, i pupazzi tedeschi dovrebbero essere lepri. Da qualche secolo in Germania è tradizione che in questi giorni arrivi l’Osterhase, la “lepre di Pasqua”, che nasconde delle uova dipinte nel giardino di casa, dove verranno cercate dai bambini la mattina di Pasqua. Anche la lepre, come l’uovo, è un antico simbolo di fertilità.

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I nuovi ecosistemi

digital ecosystem – immagine da thinkdigital.co.idUltimamente è quasi impossibile leggere di informatica, telefonia o tecnologie correlate senza incontrare la parola ecosistema. Qualche esempio, ciascuno con decine di migliaia di occorrenze: l’ecosistema di Android / di Apple / di Windows / di Google / di Twitter / dei tablet / degli smartphone / del cloud computing / di app / di applicazioni…

L’uso italiano riflette quello inglese: in campo informatico si parla di ecosystem almeno dall’inizio del secolo. La metafora di “’insieme degli organismi, dell’ambiente e delle condizioni che, in uno spazio delimitato, sono inseparabilmente legati tra loro, sviluppando interazioni reciproche” è però precedente e risale al concetto economico di Business ecosystem, introdotto all’inizio degli anni ‘90 da James F. Moore.

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Una mano di greenwash

Ho trovato molto interessanti le osservazioni di Giovanna Cosenza sull’evoluzione del linguaggio con cui i media, le imprese e le istituzioni parlano di temi legati all’ambiente:

Negli ultimi decenni abbiamo assistito a una evoluzione continua delle parole usate per identificare i temi ambientali: dal termine “paesaggio” si è passati ai generici “natura” e “ambiente”, e grande successo ha avuto fino a poco tempo fa anche la parola “ecologia”. Adesso sono molto diffusi i termini “green”, “sostenibilità” e “bio. Dietro questa evoluzione dei termini possiamo identificare due grandi direttive del cambiamento lessicale
[continua in Dalla “natura” al “green”: come cambia la comunicazione ambientale]

greenwashingViene citato anche il green washing, spiegato come il “lavaggio nel verde” operato da marchi commerciali che vogliono far passare per ecologici prodotti che magari non hanno le caratteristiche per essere definiti green.

Aggiungo una nota etimologica: l’espressione green washing è modellata su white washing. In inglese whitewash è una pittura murale bianca a base di calce, da cui deriva il verbo whitewash, imbiancare.

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Virus, virale, viralità e virulenza

Una striscia di Zits di dicembre 2012, con protagonisti Jeremy e altri adolescenti americani:

Zits – My virus has gone viral

Zits by Jerry Scott and Jim Borgman

Pare che per molti nativi digitali anglofoni il significato più recente dell’aggettivo viral, “che si diffonde rapidamente e conquista grande popolarità”, prevalga su quello originale, biologico e medico, “di virus” o “causato da virus”.

Da qualche anno ormai anche in italiano l’uso figurato dell’aggettivo virale è molto diffuso, ad es. in espressioni come marketing virale e video virale, tanto che nei risultati dei motori di ricerca sembra avere più rilevanza del termine scientifico.

È facile concludere che in inglese il significato più recente di viral, che è anche un sostantivo che descrive qualsiasi contenuto di tipo virale, abbia origine nella metafora del virus, una delle più efficaci e trasparenti usate in campo informatico; più difficile invece capire come sia avvenuto lo slittamento di significato.

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