Dogfooding

eat your own dogfood
vignetta: Fitz&Pirillo (fonte originale non nota)

Per chi non si occupa di sviluppo di software questa vignetta potrebbe risultare oscura. Fa riferimento all’espressione gergale eat your own dogfood, da cui dogfooding, che per i produttori di software significa “usare i propri prodotti” all’interno dell’azienda, in particolare prima che siano rilasciati (in questo modo vengono testati da diversi tipi di utenti, a volte anche da chi non ha competenze tecniche specifiche). In contesti non colloquiali si ricorre invece al concetto di early technology adoption.

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I nomi dei browser

icone browserHow to name a web browser (by those who have) raccoglie alcuni dettagli sull’origine dei nomi dei browser più noti.

Internet Explorer è un nome trasparente e descrittivo che risale al 1995, quando non tutti avevano ancora le idee chiare su cosa si potesse fare su Internet. Poteva richiamare lo slogan usato da Microsoft in quegli anni, “Where do you want to go today?”, e c’era sicuramente un riferimento non troppo velato al nome del principale concorrente dell’epoca, Netscape Navigator: c’è chi si limita a navigare e chi invece esplora.

Mozilla inizialmente era un nome in codice di Netscape Navigator e stando a una leggenda metropolitana sarebbe una parola macedonia formata da Mosaic + killer perché il browser avrebbe dovuto eliminare dal mercato Mosaic, al tempo l’unico concorrente. Nel logo appariva il mostro Godzilla.

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Animali volanti e decodifiche aberranti

Zits è una striscia americana che ha per protagonisti Jeremy, tipico adolescente, e i suoi genitori. Un esempio recente in cui la madre stupefatta racconta al padre che il figlio ha pulito il bagno di sua spontanea volontà:

striscia Zits

Questa striscia richiede la cooperazione del lettore, che deve riempire gli spazi vuoti del “non detto” richiamando un’espressione dell’inglese americano*, when pigs fly (si dice per sottolineare che si ritiene inverosimile che un particolare evento si verifichi).  

Se Zits fosse pubblicato in Italia, sarei curiosa di vedere la traduzione italiana.

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Stay hungry. Stay foolish. (2)

Approfitto di un lungo commento aggiunto oggi a “Stay hungry. Stay foolish” in italiano per ringraziare chi ha contribuito alla discussione, tutti con suggerimenti molto interessanti, e per chiudere definitivamente l’argomento “Steve Jobs”.

Nel frattempo, prendendo spunto da alcuni commenti, avevo scambiato un po’ di opinioni con alcuni colleghi americani per avere il punto di vista di madrelingua appartenenti alla stessa cultura di Jobs (ad esempio, volevo verificare se ci fossero “connotazioni temporali” legate agli anni della citazione).

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Scrittura Teflon e Velcro

Ho trovato efficace la metafora proposta dal linguista Allan Metcalf in Teflon and Velcro Writers per descrivere l’effetto sui lettori di due diverse modalità di scrittura (e di scrittori), individuabili nella letteratura ma anche in testi di altro genere, ad es. la pubblicità:

  • Teflon – È una scrittura scorrevole ed elegante che genera ammirazione ma non coinvolge particolarmente (esempi di scrittori Teflon nella letteratura anglo-americana: Edgar Allan Poe, Alexander Pope, William Carlos Williams).
  • Velcro – È una scrittura che cattura l’attenzione, anche senza avere particolari qualità estetiche, e “prende” lasciando il segno (esempi di scrittori Velcro: Shakespeare, Jonathan Swift, T.S. Eliot)

I grandi della letteratura tendono a essere Velcro, come i peggiori scrittori. Gli autori di bestseller della narrativa di genere sono soprattutto Teflon. Critici e studiosi prediligono la scrittura Teflon perché richiede spiegazioni mentre la scrittura Velcro non ha bisogno di essere interpretata dagli esperti.


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“Stay hungry. Stay foolish” in italiano

Morgaine, una lettrice del blog, mi ha scritto a proposito di Stay hungry. Stay foolish, la frase pronunciata da Steve Jobs a conclusione dell’ormai famoso discorso ai laureandi di Stanford.

Stay hungry. Stay foolish. Contesto: Jobs aveva spiegato che la frase non era sua ma era apparsa sull’ultimo numero di Whole Earth Catalog, una rivista “alternativa” della controcultura americana che era stata una specie di bibbia per la sua generazione.

Morgaine mi ha chiesto di parlarne perché la traduzione scelta da quasi tutti i media italiani, Siate affamati, siate folli, non è corretta.

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