Windows 8: da charm ad accesso

barra degli accessi (charm bar) di Windows 8, interfaccia metro

Charm e gestione della terminologia

Una nuova funzionalità dell’interfaccia di Windows 8 è un gruppo di elementi grafici simili a pulsanti che in inglese prendono il nome di charm.

Ne ho parlato un anno fa in “charm” in Windows 8, telefonini e calendari, dove ho espresso alcune perplessità sul termine inglese, ipotizzando che la metafora su cui è basato il neologismo semantico potesse essere fraintesa (charm fa riferimento al significato secondario di “ciondolo di un braccialetto o di un telefonino”, un oggetto che potrebbe ricordare delle icone).

Avevo aggiunto che nella terminologia usata nella localizzazione, allora non ancora disponibile, è preferibile un approccio onomasiologico: si analizza il concetto, il suo contesto d’uso nella lingua di partenza e gli elementi che lo caratterizzano e lo distinguono dai concetti coordinati e correlati (ad es. cosa differenzia charm da button e da icon). Alla fine di questo processo si propone un termine nella lingua di arrivo, evitando la tentazione di “tradurre” letteralmente la parola della lingua di partenza.

Charm nelle versioni localizzate di Windows 8

Nel frattempo Windows 8 è uscito e per chi si occupa di terminologia è interessante confrontare le soluzioni scelte in alcune lingue europee:

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Paradisi fiscali e parole nate per sbaglio

Nel lessico italiano e di altre lingue si trovano non solo falsi amici e pseudoprestiti ma anche parole nate per sbaglio: un esempio in italiano è acne, che deriva dalla trascrizione latina errata della forma greca akm  (punta, apice) in un codice medico del VI secolo*.

Anche la locuzione paradiso fiscale è nata da un errore, in questo caso di traduzione dell’inglese tax haven, dovuta alla confusione tra haven (“porto sicuro” e quindi “rifugio”) e heaven (paradiso). È quindi una coincidenza insolita che lo stesso “sbaglio” appaia in molte altre lingue europee, non solo neolatine, come mostra la tabella di TermCoord, che oggi ha scelto tax haven come termine della settimana.

Ho anche notato che IATE, il database terminologico dell’Unione europea, pare indicare che in inglese i termini tax haven e fiscal paradise siano equivalenti. Una ricerca in libri in inglese con Ngram Viewer conferma invece che fiscal paradise è raramente usato:

grafico che confronta la frequenza di tax haven e di fiscal paradise

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Carne o pollo?

carne o pollo?Matteo, un lettore del blog, mi ha segnalato la pubblicità di un panino McDonald’s, offerto in due varianti: carne o pollo.

Incuriosito dall’insolita distinzione, ha chiesto informazioni alla commessa, che ha risposto che “per gli stranieri il chicken non è meat”. Differenze culturali o lessicali?

Definizioni di meat

I principali dizionari monolingui inglesi mostrano che la parola meat, intesa come alimento costituito da tessuto muscolare animale, non identifica per tutti lo stesso concetto: gli animali “da carne” per alcuni includono [1] pesci, volatili e lumache (ad es. WordNet), per altri [2] mammiferi e volatili (ad es. Macmillan, Oxford), per altri [3] solo mammiferi ma non volatili o pesci (ad es. Collins). 

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Choosy, come dice il ministro Fornero

In un intervento su giovani e lavoro, il ministro Fornero ha dichiarato che i giovani “non devono essere troppo choosy, come si dice in inglese”. Ci hanno dovuto pensare i media a tradurre choosy in italiano: incontentabile, esigente, difficile, schizzinoso. 

La dichiarazione lascia perplessi anche da un punto di vista lessicale, e non solo per  l’ennesimo forestierismo superfluo. In inglese choosy appartiene infatti a un registro informale e quindi non mi è chiaro perché il ministro lo abbia preferito agli aggettivi disponibili in italiano. Forse ritiene che si tratti di una parola prestigiosa?

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Palloncino e aria fritta terminologica

Un articolo del Corriere della Sera, Via l’inglese dagli ospedali: il Palloncino vola meglio dello Stent [non più disponibile], fa alcune riflessioni sulla terminologia medica ma purtroppo incorre in varie imprecisioni.

L’autore* auspica una semplificazione del linguaggio clinico e come causa della sua scarsa comprensibilità indica la terminologia di origine greca e latina, le sigle e l’“invasività del vocabolario angloamericano”, implicando quindi che la semplificazione sia solo una questione di nomenclatura. Mi sembra però che in questo modo faccia confusione tra linguaggio, lessico generico (parole o vocaboli) e lessico specializzato (termini medici).

In particolare, sono rimasta molto perplessa dagli esempi scelti per concludere l’articolo:

[…] i vari Booster e Follow-up sostituibili da termini equivalenti del vocabolario italiano (la vaccinazione aggiuntiva e il controllo a distanza). Certo, è anche vero che bypass è ormai intraducibile (ridicola suonerebbe una frase tipo: «Ho fatto una deviazione cardiaca»), ma il vecchio caro «palloncino» risultava al malato molto più familiare del gelido stent, che sarà sicuramente più puntuale ma è senza dubbio più arcigno e meno leggero (da pronunciare e da portare).

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Metafore e terminologia informatica 2

Esistono vari studi sull’argomento metafore nella terminologia informatica. In A corpus-based study of metaphor in information technology (2003), Sattar Izwaini ha individuato una serie di “set semantici” relativi a computer e Internet che possono dare alcuni spunti per il lavoro terminologico nella localizzazione del software. Di seguito una sintesi della classificazione proposta.

The computer is: 

a living being: client, conflict, dialogue (conversation between the computer and the user), generation, language, memory, widow/orphan, sleep. awake, freeze, virus, and bug (it can get ill);
a workshop: download, equipment, hardware, install, load, template, utility, and tools;
an office: attachment, desktop, directory, document, file, folder, mail, trash can, and wastebasket;
a building/place: architecture, library, sign in and log in, sign out and log out, platform, port, window, and workstation;
a soldier: combat, command, and instructions.

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Apple, Samsung e il brevetto “pinch to zoom”

Ne stanno parlando tutti i media: Samsung dovrà pagare più di un miliardo di dollari ad Apple per aver violato alcuni brevetti dell’azienda americana. Per me la notizia è interessante anche perché evidenzia un problema di gestione della terminologia.

Uno dei brevetti di Apple riguarda infatti una delle funzionalità introdotte alcuni anni fa per i dispositivi multi touch, in inglese pinch to zoom o pinch and zoom. Descrive il movimento che si fa avvicinando o allontanando pollice e indice per ridurre o ingrandire le dimensioni di visualizzazione di un’immagine o di altri oggetti.

esempi della funzionalità

Ne avevo già parlato nel 2009 in “pinch” non è solo pizzicare, evidenziando un problema terminologico nella versione italiana dei prodotti Apple che persiste tuttora.

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Vocabulary.com

Vocabulary.comVocabulary.com è un sito con varie risorse per migliorare il proprio vocabolario di inglese. La funzionalità per me più interessante è la ricerca avanzata del dizionario che consente di trovare parole in base a vari criteri, tra cui sinonimi, antonimi, rime e numero di sillabe; molto utili per il lavoro terminologico sono “tipo di”, “esempio di” e “parti di”.

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L’invasione degli anglicismi

Rispondo con un lungo post a diversi commenti di Remo, di cui apprezzo la passione per la lingua italiana. Non condivido invece il suo allarmismo per il presunto disfacimento dell’italiano a causa del proliferare degli anglicismi. 

Forestierismi insostituibili, utili e superflui

Tutte le lingue hanno sempre fatto uso di forestierismi, i cosiddetti prestiti. In italiano la distinzione classica è tra prestiti di necessità e di lusso ma Giovanni Adamo e Valeria Della Valle in Le parole del lessico italiano preferiscono invece una tripartizione:

  1. forestierismi insostituibili, ormai radicati nell’uso, soprattutto per la loro concisione, efficacia espressiva e adeguatezza nominativa, come computer;
  2. forestierismi utili, che ripropongono espressioni straniere alle quali i parlanti sembrano adeguarsi senza sforzo eccessivo, facilitando l’uso di formule denominative di circolazione internazionale, come email;
  3. forestierismi superflui, che si affiancano a espressioni italiane già in uso o facilmente ricavabili e sono mossi spesso dalla volontà di ostentare consuetudine con tendenze o conoscenze linguistiche straniere, come nel caso dell’inglese ticket, molto spesso abusato in luogo di ‘biglietto’ o ‘buono’.

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Scelte terminologiche: segnalibri e preferiti

icona FavoritesNei commenti a History – Cronologia mi è stato chiesto perché i bookmark (gli indirizzi dei siti memorizzati nel browser per poterli icona Preferitirivisitare in seguito) si chiamino segnalibri nelle versioni italiane dei principali browser ma non in Internet Explorer, dove sono invece preferiti.

L’uso di Favorites anziché Bookmarks è un esempio di scelte terminologica con cui si cerca di differenziare un prodotto dalla concorrenza anche grazie a terminologia propria. La strategia opposta consiste nell’adeguarsi alla terminologia altrui e già nota (ad es. History, termine adottato da tutti i principali browser) perché la familiarità ha un impatto positivo sulla curva di apprendimento e può favorire il passaggio al proprio prodotto. Si può anche scegliere di differenziare la terminologia ma adottare icone o simboli che sono diventati lo standard del mercato, come la stella, che rappresenta lo stesso concetto indipendentemente dal nome.

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Radiografia delle parole

Uno studio pubblicato nel marzo 2012 di cui si è discusso molto recentemente ha usato i corpora di Google Books (Google Ngram Viewer) per analizzare le leggi statistiche che intervengono nel ciclo di vita di alcune parole.Word extinction (from Statistical Laws Governing Fluctuations in Word Use from Word Birth to Word Death – Alexander M. Petersen, Joel Tenenbaum, Shlomo Havlin & H. Eugene Stanley)

Sono state fatte analisi diacroniche che mostrano, ad esempio, che fino agli anni ‘60 in inglese il termine più frequente per descrivere le radiografie era Roentgenogram e che negli anni ‘30 si preferiva invece radiogram, mentre ora entrambe le parole sono praticamente estinte, soppiantate da X-ray

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History – Cronologia

Dilbert - Browser history

Dopo tanti anni, ricordo ancora le discussioni durante la localizzazione di Internet Explorer, quando ero Senior Language Specialist di Microsoft e dovevamo decidere il termine italiano per history (l’elenco delle pagine visualizzate con il browser in un periodo specifico).

I responsabili del marketing inizialmente spingevano per un calco modellato sul termine inglese, come historique (francese), historial (spagnolo) e histórico (portoghese)*.

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Boots: stivali, scarponi e scarpette

Durante il primo webinar Terminologia: i ferri del mestiere ho accennato all’anisomorfismo, ossia ai problemi di equivalenza tra sistemi concettuali di lingue diverse, e quindi di corrispondenza a volte solo parziale tra le designazioni (parole) che rappresentano i singoli concetti.

Calzature alte inglesi e italiane

Un esempio tipico di anisomorfismo è la parola boot, che in inglese designa il concetto “calzatura che copre il piede e parte della gamba”.

immagine che rappresenta il sitema concettuale inglese di BOOT raffrontato a quello italianoIn italiano non c’è un concetto equivalente: abbiamo “calzatura alta fino al ginocchio od oltre”, “calzatura alta fino alla caviglia o al polpaccio” e “calzatura con suola spessa e robusta, alta almeno fino alla caviglia”, rappresentati dalle parole stivale, stivaletto e scarpone, con qualche sovrapposizione di significato.

Stivali o scarponi?

Ci ripensavo guardando una raccolta di foto di un’installazione a San Francisco fatta con calzature di soldati americani. Per me sono scarponi, secondo l’articolo stivali: quasi sicuramente una traduzione fatta senza osservare l’immagine.

boots-stivali

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