Cosacchia

Localizzazione di nomi geografici

Un’attività terminologica che può risultare parecchio laboriosa è la standardizzazione di nomi geografici, come paesi, capitali, lingue e nazionalità, perché spesso coesistono forme diverse, in particolare se c’è stata traslitterazione da un alfabeto non latino o passaggi attraverso altre lingue.

Fonti di riferimento

Andrebbe sempre scelta una fonte di riferimento affidabile a cui attenersi (o da indicare nella guida di stile in mancanza di un database terminologico*), ad es. enciclopedie, siti istituzionali ed eventualmente le rappresentanze dei paesi esteri. In ciascun caso va fatto qualche controllo incrociato perché non sempre le informazioni disponibili sono coerenti.

Kazakistan, Kazakhstan, o Kazakstan?

Un esempio ricavato dal corpus di libri italiani di Google delle possibili varianti nella traslitterazione del nome di un paese in cui si usa l’alfabeto cirillico:

grafico con la ricerca per Kazakistan, Kazakhstan, Kazachstan, Kazahstan, Kazakstan

Continua a leggere   >>

Whistleblower, un concetto poco italiano

Post pubblicato nel 2013, con vari aggiornamenti per il contesto italiano tra cui una nota sulla proposta di legge approvata dalla Camera il 15 novembre 2017: anticipo che il legislatore non ha usato alcun anglicismo ma ha scelto la locuzione “autore di segnalazioni di reati o irregolarità”.


The whistleblower (foto di Edward Snowden con le parole “I can’t allow the US government to destroy privacy and basic liberties”)Alcuni giorni fa The Guardian ha rivelato la fonte dello scoop sullo scandalo noto in Italia come Datagate: è Edward Snowden, che lavorava all’interno della NSA, l’agenzia governativa americana ora al centro delle polemiche. In tutti gli articoli del quotidiano britannico Snowden è sempre descritto come whistleblower.

I media italiani che hanno ripreso la notizia direttamente da The Guardian l’hanno invece definito talpa o gola profonda. In altri contesti, come segnalato nei commenti qui, whistleblower viene anche reso come spifferatore, delatore, informatore, confidente, canarino, ma sono tutte soluzioni poco soddisfacenti che hanno connotazioni diverse da quelle associabili a whistleblower e che possono essere analizzate facendo alcune considerazioni tipiche del lavoro terminologico.

Whistleblower, concetto specifico

In inglese whistleblower identifica una persona che lavora in un’impresa o in un ente (pubblici o privati) e che denuncia illeciti commessi al suo interno, riportandoli alle autorità TIME Persons of the year 2002 – The Whistleblowerscompetenti o all’opinione pubblica o anche alla stessa organizzazione se sono previsti meccanismi per raccogliere queste segnalazioni.

Il soffiare il fischietto è una metafora del ruolo di arbitro o di poliziotto assunto da chi richiama l’attenzione su attività non consentite affinché vengano bloccate.

È una parola con connotazioni positive: descrive un ruolo che esemplifica una virtù civile ma che non è esente da rischi e ritorsioni e anche per questo nel 2002 la rivista TIME ha scelto tre whistleblower come persone dell’anno. 

Continua a leggere   >>

Chi sono i city user di Milano?

foto dal sito del Comune di Milano

A Milano milioni di city user

Ho già espresso le mie perplessità sull’uso di anglicismi nelle comunicazioni ai cittadini ma vorrei aggiungere un altro esempio, da una lettera del sindaco di Milano Giuliano Pisapia che cita le “condizioni difficilissime” di gestione della città e le descrive come

“più difficili per noi che per altri, perché il nostro bilancio contiene anche le ingenti somme destinate ad Expo e i servizi che forniamo ad alcuni milioni di city users[sic]

Ambito d’uso del termine city user

Le parole inglesi city e user hanno un equivalente italiano in città e utente, quindi si deve supporre che l’espressione city user abbia un significato particolare non esprimibile in italiano. Chi conosce l’inglese può inoltre concludere che city user appartenga a un lessico specialistico perché nel lessico comune non è una locuzione con una propria autonomia.

Continua a leggere   >>

La singolarità di Google Glass

Google Glass in italiano

Google Glass 2Avrete sicuramente sentito parlare di Google Glass.
Se vi chiedessi di che tipo di prodotto si tratta, come lo descrivereste?

Credo che la risposta più comune sarebbe occhiali (dotati di / a / per realtà aumentata, computerizzati, tecnologici ecc.) perché in italiano quasi tutti, dai media generalisti ai siti informatici e tecnologici, ne parlano al plurale, i Google Glass.

Google Glass in inglese

In inglese invece Google Glass è singolare, come la parola glass (“vetro”):

intestazione nel sito ufficiale di Google Glass

Questo oggetto non è dotato di una coppia di lenti, il componente essenziale del concetto “occhiali”, e infatti nel sito ufficiale non appare mai la parola plurale glasses. Quindi, di cosa si tratta?

Continua a leggere   >>

Phrasebook, fraseologia e frasario

Google Translate ha una nuova funzionalità che consente di salvare le traduzioni in una propria raccolta. In inglese si chiama Phrasebook e in italiano Fraseologia.  

Phrasebook - Fraseologia

Terminologia inglese

In inglese la parola phrasebook identifica un prontuario che contiene una selezione di frasi essenziali in una o più lingue straniere.

È una metafora informatica coerente con quelle in uso da decenni nelle interfacce grafiche, basti pensare agli oggetti che si possono trovare su una scrivania, come document, folder (cartella), clipboard (gli Appunti di Windows), notepad (blocco note), calendar, diary, dictionary, e in particolare ai vari tipi di book come address book (rubrica), workbook (cartella di lavoro) e clipbook e scrapbook (contenitori di ritagli e appunti).

Continua a leggere   >>

Plug and Play, chi se lo ricorda?

immagine con diversi dispositivi collegati a un laptopSurfing the Information Superhighway: the changing face of Internet language riflette sulla continua evoluzione della terminologia informatica con gli esempi di alcuni termini che, se venissero introdotti ora, risulterebbero inadeguati, datati o poco efficaci: cyberspace, Information Superhighway, surf, netizen, Web ring e il prefisso hyper.

Il cambiamento nella percezione della terminologia è associato a tre aspetti diacronici:
1sviluppi tecnologici che rendono obsoleti alcuni concetti e termini associati
2maggiore familiarità con i concetti informatici e quindi altra accettabilità dei termini 
3diverse tendenze nella formazione di nuovi termini

Continua a leggere   >>

Tipi di messaggistica: esercizio terminologico

Social messaging

Nei commenti al mio ultimo post ho aggiunto che social messaging è ancora un termine ambiguo perché non identifica in modo univoco un unico concetto, un’indeterminatezza “social messaging apps”tipica della terminologia informatica (altro esempio: hashtag).

Le possibili accezioni di social messaging includono
1) un’attività di scambio di messaggi legata a un social network (ad es. attraverso Facebook Messenger),
2) un servizio di scambio di messaggi che ha un elemento social (ad es. Twitter).
In nessuno dei casi social messaging implica una distinzione tra dispositivi mobili e computer tradizionali.

Non mi convince quindi la definizione di WhatsApp come applicazione di social messaging fatta dal Corriere della Sera per spiegare l’interesse di Google, perché credo che in questo caso siano altre le sue caratteristiche distintive.

Continua a leggere   >>

Anisomorfismo: block e blocco

L’anisomorfismo è l’impossibilità di far corrispondere tutti i significati e le connotazioni di una parola in una lingua a tutti i significati di una parola in un’altra lingua*, un’asimmetria che può complicare il lavoro terminologico.

Creative Blocks – Incidental Comics

Le vignette di Incidental Comics sono un esempio efficace di come parole con un ambito d’uso simile, block in inglese e blocco in italiano, sono sovrapponibili solo in parte (ad es. blocco di partenza / stradale / psicologico) mentre in altri contesti usiamo parole completamente diverse, come ad es. isolato (ma anche vicinato: il block party americano è lo street party britannico) e tagliere o ceppo.

Nelle differenze d’uso intervengono non solo fattori linguistici ma anche situazionali, cognitivi, culturali, ad es. possono non coincidere i punti di vista (per il sole si usa un filtro o una protezione, eventualmente totale), le metafore (ad es. in senso figurato uno stumbling block è più simile a uno scoglio che non a un inciampo) e le associazioni (un blocco di ghiaccio non ci fa pensare ad alcuna particolare attività ludica).

Continua a leggere   >>

Perché il fono non funziona

I nuovi foni di Nokia. Li ha presentati oggi al World Mobile Congress: sono due nuovi smartphone Lumia e due cellulari a basso costo.

Il titolo I nuovi foni di Nokia mi ha incuriosita perché non avevo mai visto la parola fono in un contesto non linguistico. Non ho però trovato altre occorrenze significative e quindi catalogherei fono come occasionalismo, forse una traduzione maldestra dell’inglese phone o forse il tentativo di dare un nome a un nuovo concetto, un iperonimo di smartphone e di telefono cellulare "tradizionale”.

Per capire se fono potrebbe comunque avere successo come neologismo, si può fare riferimento alle indicazioni che nella localizzazione aiutano a denominare nuovi concetti o funzionalità. Ad esempio, si cerca di privilegiare i meccanismi di formazione di nuove parole che risultano più produttivi nell’ambito in cui si sta operando.

Continua a leggere   >>

#hashtag, parola e simbolo

Word of the Year 2012 negli Stati Uniti

La prestigiosa American Dialect Society ha scelto hashtag come parola dell’anno 2012.
È entrata nel lessico inglese grazie a Twitter, il servizio di microblogging dove il simbolo # (hash) viene aggiunto come tag davanti a parole chiave per facilitare la categorizzazione dei messaggi e le ricerche per argomento, ad esempio #dolomiti.


Aggiornamento 2017 – Questo post descrive l’uso del termine hashtag nel periodo 2012-2014. Nel frattempo anche la documentazione inglese di Twitter è stata modificata e ora riflette l’uso comune. Questa è la nuova definizione:  

A hashtag is any word or phrase immediately preceded by the # symbol. When you click or tap on a hashtag, you'll see other Tweets containing the same keyword or topic.

È un esempio delle variazioni diacroniche che può subire la terminologia informatica anche in tempi molto brevi.


[2012] Una parola, due concetti

#hashtagPuò essere interessante notare che in inglese hashtag identifica due concetti diversi: (1) nell’uso comune e in altri contesti informatici hashtag significa una parola (o una serie di parole senza spazi) marcata con il tag #, mentre (2) nella terminologia ufficiale di Twitter hashtag è il simbolo #, come spiegano il glossario e What Are Hashtags ("#" Symbols)?:

Continua a leggere   >>

Windows 8: da charm ad accesso

barra degli accessi (charm bar) di Windows 8, interfaccia metro

Charm e gestione della terminologia

Una nuova funzionalità dell’interfaccia di Windows 8 è un gruppo di elementi grafici simili a pulsanti che in inglese prendono il nome di charm.

Ne ho parlato un anno fa in “charm” in Windows 8, telefonini e calendari, dove ho espresso alcune perplessità sul termine inglese, ipotizzando che la metafora su cui è basato il neologismo semantico potesse essere fraintesa (charm fa riferimento al significato secondario di “ciondolo di un braccialetto o di un telefonino”, un oggetto che potrebbe ricordare delle icone).

Avevo aggiunto che nella terminologia usata nella localizzazione, allora non ancora disponibile, è preferibile un approccio onomasiologico: si analizza il concetto, il suo contesto d’uso nella lingua di partenza e gli elementi che lo caratterizzano e lo distinguono dai concetti coordinati e correlati (ad es. cosa differenzia charm da button e da icon). Alla fine di questo processo si propone un termine nella lingua di arrivo, evitando la tentazione di “tradurre” letteralmente la parola della lingua di partenza.

Charm nelle versioni localizzate di Windows 8

Nel frattempo Windows 8 è uscito e per chi si occupa di terminologia è interessante confrontare le soluzioni scelte in alcune lingue europee:

Continua a leggere   >>