Solo in italiano: il fake ≠ la fake

Il fake…

L’anglicismo fake è in uso in italiano da una ventina di anni come sostantivo maschile che descrive qualcuno che opera online con un’identità falsa, inventata appositamente oppure ottenuta dall’appropriazione illecita di identità altrui (furto d’identità o impersonificazione).

Fake viene usato anche per descrivere un documento, un video, un’immagine, un sito o altro prodotto digitale che è falso o contraffatto, ad es. questa foto è un fake.

…e la fake

Ho notato che recentemente fake è diventato anche un sostantivo femminile e ha acquisito un significato diverso: è la forma abbreviata di fake news, qualsiasi notizia falsa. Esempio di titolo dalla Stampa:

La fake della sposa bambina di Mattia Feltri

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Inglese farlocco lombardo: Tourism Act

TOURISM ACT – 14 NOVEMBRE 2017 PALAZZO LOMBARDIA MILANO

Tourism Act è il nome di una giornata organizzata dalla Regione Lombardia (“l’evento dell’anno dedicato al turismo”) che comprende varie iniziative e riguarda anche l’attuazione della legge regionale n. 27/2015, Disposizioni in materia di turismo e attrattività del territorio lombardo

Il nome Tourism Act è una conferma che nelle istituzioni italiane la parola inglese act viene usata a sproposito per descrivere qualsiasi cosa a cui si vuole dare un carattere ufficiale: proposte di legge, provvedimenti e iniziative varie.

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Foliage, nuovo nome per i colori autunnali?

foglie autunnali

Mi domando se siano molti gli italiani a cui l’espressione colori autunnali fa pensare a qualcosa di totalmente diverso dalle sfumature che assumono le foglie delle piante decidue in questa stagione. C’è davvero bisogno di una parola diversa che elimini ogni potenziale ambiguità?

Si direbbe di sì, perlomeno a giudicare dalla proliferazione del forestierismo foliage, sempre più diffuso nei media e tra chi promuove attività turistiche autunnali, come il treno del foliage. È un prestito giustificato o è l’ennesimo esempio di itanglese, però “francesizzato”? 

 striscia sul business del foliage, prima parte 

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I waterfront delle città di mare italiane

Titolo di notizia italiana da un quotidiano nazionale:

Bari, mareggiata distrugge il waterfront

Dopo varie critiche sui social, l’anglicismo waterfront è stato sostituito da lungomare. Nell’articolo però sono rimaste altre occorrenze, come le onde hanno sommerso anche il cantiere del nuovo waterfront di San Girolamo.

Waterfront è un anglicismo ricorrente nei media: si trovano notizie sui waterfront di Messina, La Spezia, Genova, Ancona, Cagliari, Trani, Portici, Nicotera… Il significato della parola però non viene spiegato: chi scrive dà per scontato che sia un concetto noto o comunque trasparente. Lo è davvero? 

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La fashion blogger al top (of the pops!)

Mi ha molto divertita l’imitazione della fashion blogger e influencer Chiara Ferragni, fatta da Paola Minaccioni a Il ruggito del coniglio. È una presa in giro esilarante del tipico itanglese che ci si aspetta di sentire a Milano. Potete ascoltarla qui (da 23:50 a 27:50) o scaricare il podcast.

Il ruggito del coniglio Radio 2

Tra le tante frasi c’è anche “mi sono impegnata molto nella mia real life e ho cercato di raggiungere il top of the pop(s)”.

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Cacozelia: oscuro il termine ma non il concetto!

“Dropping unnecessarily obscure or foreign words into conversation so as to appear well educated and informed is called CACOZELIA”

La parola cacozelìa è un cultismo di bassissima frequenza che andrebbe recuperato: mi pare perfetto per descrivere i discorsi infarciti di Inglesorum.

È un latinismo di origine greca che significa cattiva imitazione – da kakós, “cattivo”, e zêlos, “entusiasmo, emulazione”. Può avere due significati ma prevale il primo:

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Buon back to school, addio ritorno a scuola!

In questi giorni è ricominciata la scuola. Avete fatto caso alle pubblicità di abbigliamento e di materiale scolastico e ai messaggi benauguranti dei vari marchi sui social, come questo?

Buon back to school

Forse avete notato anche voi che la locuzione ritorno a scuola sta diventando obsoleta. È sostituita sempre più spesso dall’anglicismo back to school, che a differenza dell’inglese è usato anche come sintagma nominale, il back to school. Molto frequente anche l’augurio buon back to school.

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Roma: “operazione di cleaning” (up? out?)

Il Corriere della Sera ha intervistato il prefetto di Roma, Paola Basilone, sulle modalità dello sgombero di migranti da piazza Indipendenza lo scorso 24 agosto. L’articolo inizia con questa dichiarazione:

 «Si è trattato di un’operazione di cleaning, di riportare l’ordine a piazza Indipendenza, di ristabilire le regole. Altrimenti, mi chiedo, quale sarebbe il mio compito?». Il prefetto della Capitale Paola Basilone non ha dubbi: lo sgombero del palazzo di via Curtatone, che fino a pochi mesi fa ospitava quasi 800 rifugiati, «è perfettamente riuscito».

Di sicuro queste parole non sono state scelte a caso e quindi c’è da chiedersi cosa voglia significare operazione di cleaning, un anglicismo che non risulta familiare perché non fa parte del lessico italiano. Purtroppo l’intervistatore è stato superficiale e non ha chiesto di motivare l’uso dell’insolita locuzione.

In questo contesto la parola inglese cleaning è in qualche modo giustificata o si tratta di un uso improprio? In mancanza di spiegazioni dirette, per rispondere si può provare un’analisi lessicale.

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Per Trump grand jury, per Clinton gran giurì

La politica americana descritta dai media italiani continua a dare spunti per osservazioni linguistiche. Notizia di oggi:

Russiagate, scelto il Grand Jury

Grand Jury vs grand jury

Nel titolo e nel testo dell’articolo Grand Jury è sempre scritto con le iniziali maiuscole, come in altri media italiani, ma non è un nome proprio e quindi andrebbero usate le minuscole.

Presumo che i giornalisti italiani siano stati tratti in inganno dal title case dei media americani: è la convenzione che nei titoli prevede iniziali maiuscole per sostantivi, aggettivi e verbi o addirittura tutte le parole. Esempio:

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Fidget spinner in italiano

A quanto pare la mania del momento è un giochino che in inglese si chiama fidget spinner.

titoli di notizie

Non è un nome proprio ma generico, formato da parole del lessico comune: spinner indica un dispositivo che viene fatto ruotare (spin) intorno al proprio asse, mentre fidget (verbo e sostantivo) descrive movimenti continui, ad es. delle mani o dei piedi, dovuti a nervosismo o irrequietudine, come quelli di chi non riesce a star fermo sulla sedia (“Stop fidgeting!”).

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“Fake news” per Facebook e nei media italiani

Qualche giorno fa Facebook ha pubblicato Information Operations and Facebook, uno studio sulla diffusione di notizie manipolate per condizionare l’opinione pubblica attraverso il social network. L’hanno riportato anche i media italiani con titoli molto simili tra loro in cui è ricorrente l’anglicismo fake news.

Facebook: fake news e account falsi usati dai governi per la propaganda – Fake news, la denuncia di Facebook: “Le usano anche gli stati per manipolare” – Facebook ammette: il social è stato usato dai governi per creare fake news.   Esempi di titoli da TGcom24, Repubblica e Il Sole 24 Ore; altri esempi qui.

Mi domando se chi ne ha scritto abbia davvero letto il documento di Facebook: gli autori infatti chiariscono che non usano la locuzione fake news perché è generica e imprecisa, viene usata impropriamente e non consente una discussione adeguata degli argomenti in questione.

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Come dire home restaurant in italiano

home restaurant

L’anglicismo home restaurant ha ricevuto parecchia attenzione dopo la presentazione della proposta di legge Disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata (home restaurant) che mira a regolamentare con “trasparenza, tutela dei consumatori e leale concorrenza” un nuovo modello di attività economica.

È intervenuto anche il Gruppo Incipit che ha suggerito di abbandonare l’anglicismo home restaurant a favore di ristorante domestico.

Ne ho discusso recentemente con alcune colleghe terminologhe e vorrei condividere le nostre perplessità su questa proposta. Ne approfitto per ricordare che nel lavoro terminologico si parte sempre dall’analisi delle caratteristiche essenziali e distintive del concetto, in questo caso ricavabili dalla definizione del legislatore (art. 2):

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