Anglicismi: un piccolo esperimento

L’invasione degli anglicismi ha suscitato molto interesse e parecchi commenti, tra cui il suggerimento per un piccolo esperimento per capire se l’itanglese stia davvero sostituendo il lessico italiano o se invece si tratti di una percezione distorta. Consiste nel fare attenzione alle conversazioni in normali situazioni di vita quotidiana, ad es. in famiglia o tra amici, e prendere nota dei forestierismi superflui usati dai parlanti.

Ritengo che nell’osservazione vadano considerati alcuni aspetti diacronici e vada differenziato il lessico comune dal lessico specialistico (dettagli qui) e da forme di gergo (linguaggio comune a una determinata categoria di persone ma non usato al di fuori dal gruppo):

grafico: adozione degli anglicismi

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L’invasione degli anglicismi

Rispondo con un lungo post a diversi commenti di Remo, di cui apprezzo la passione per la lingua italiana. Non condivido invece il suo allarmismo per il presunto disfacimento dell’italiano a causa del proliferare degli anglicismi. 

Forestierismi insostituibili, utili e superflui

Tutte le lingue hanno sempre fatto uso di forestierismi, i cosiddetti prestiti. In italiano la distinzione classica è tra prestiti di necessità e di lusso ma Giovanni Adamo e Valeria Della Valle in Le parole del lessico italiano preferiscono invece una tripartizione:

  1. forestierismi insostituibili, ormai radicati nell’uso, soprattutto per la loro concisione, efficacia espressiva e adeguatezza nominativa, come computer;
  2. forestierismi utili, che ripropongono espressioni straniere alle quali i parlanti sembrano adeguarsi senza sforzo eccessivo, facilitando l’uso di formule denominative di circolazione internazionale, come email;
  3. forestierismi superflui, che si affiancano a espressioni italiane già in uso o facilmente ricavabili e sono mossi spesso dalla volontà di ostentare consuetudine con tendenze o conoscenze linguistiche straniere, come nel caso dell’inglese ticket, molto spesso abusato in luogo di ‘biglietto’ o ‘buono’.

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Dove si dice “cell free”?

cell freeA Udine è stata lanciata una campagna per scoraggiare l’uso dei telefonini in bar e ristoranti.

I media hanno ripreso la notizia usando la locuzione cell free, ad es. riportando che il sindaco si sarebbe impegnato a promuovere “riunioni di giunta cell-free”.   

Mi domando se cell in cell free sia da intendersi come:

1 abbreviazione italiana di cellulare, che assieme a free formerebbe una discutibile combinazione di itanglese;
2 abbreviazione americana di cell phone, nella convinzione che l’espressione più comune in inglese, in questo tipo di contesto, sia davvero cell free. 

Nella seconda ipotesi, forse chi ha proposto l’americanismo non è aggiornatissimo.

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un look ancora più fashion

Cartello sulla vetrina di un negozio di Milano temporaneamente chiuso per ristrutturazione:

vetrina Accessorize

5 parole inglesi su 9, mi sembra un bel record!

Ho fatto la foto anche perché è da tempo che ho notato che in italiano i sostantivi inglesi fashion e glamour sono usati come aggettivi. Mi domando se sia un adattamento voluto (eccessiva lunghezza degli aggettivi fashionable e glamorous?) o un’interpretazione errata della sintassi inglese, dove alcuni sostantivi possono fungere da aggettivi con funzione attributiva (ad es. fashion trends) ma non predicativa (even more fashionable e non *even more fashion).

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Scopo dei glossari… e nocciolo degli affari

Quando si crea una raccolta terminologica, prima ancora di decidere la struttura dei dati è essenziale definirne scopo e destinatario, anche se si tratta di un glossario di poche decine di voci. Può sembrare ovvio, eppure ignorare queste indicazioni di base è spesso causa di raccolte non accurate e/o che non incontrano le aspettative dell’utente.

Ci pensavo dando un’occhiata a un sito italiano [non più disponibile] che si prefigge di contrastare l’uso smodato dei prestiti dall’inglese. Viene proposto un glossario il cui scopo è dare un “aiuto per vincere la pigrizia e riscoprire il vecchio amore per la nostra lingua” con “esempi delle parole inglesi più utilizzate e l’alternativa prevista invece dall’italiano.  

Ci si aspetterebbe un elenco di prestiti di lusso e corrispettivi sinonimi italiani intercambiabili, come weekend fine settimana, e che i prestiti di necessità (o forestierismi insostituibili) ne siano esclusi. Non è così, anzi, è difficile identificare i criteri di compilazione del glossario, e si rilevano invece problemi abbastanza tipici.

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itanglese

Le aziende parlano l’itanglese fa una carrellata sulle parole inglesi più usate nelle aziende italiane, un fenomeno che avrebbe avuto un aumento clamoroso negli ultimi nove anni (non è però indicata la metodologia di ricerca usata per ricavare le percentuali estremamente catastrofiste citate). Alcuni esempi citati: brainstorming, mission, conference call, performance, business (con tutte le … Leggi tutto

Il bel Paese dove il weekend suona

Post pubblicato il 26 settembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia Articolo interessante su Treccani.it, Il bel Paese dove il weekend suona di Silverio Novelli, in particolare la sezione In guerra contro l’inglese. Con riferimento al sondaggio della Società Dante Alighieri sull'(ab)uso delle parole straniere in italiano, a cui era stato dato abbastanza rilievo nella stampa estera (es. … Leggi tutto