Le competenze linguistiche nella localizzazione

Una conversazione recente mi ha fatto rispolverare Le competenze linguistiche nella localizzazione, un intervento fatto al convegno Tradurre: formazione e professione organizzato dall’Università di Padova nell’aprile 2006. Era stato introdotto così: La traduzione è l’attività più conosciuta e meglio descritta all’interno del processo di localizzazione ma non rappresenta l’unica fase del ciclo di vita di … Leggi tutto

Tu, voi o infinito?

In questi giorni [maggio 2009] sono raramente davanti al computer e solo ora ho iniziato a leggere i commenti all’intervista in Punto Informatico. Ci sono molti spunti interessanti, ad esempio sullo stile usato in molti prodotti (non solo Microsoft!): perché non ci si rivolge all’utente direttamente, come in inglese, ma si prediligono forme impersonali e … Leggi tutto

Guide di stile inglesi

Ho sempre trovato molto interessanti due note guide di stile inglesi, quella di The Economist e quella della BBC. Hanno molte informazioni utili anche per chi non è di madrelingua e soprattutto riescono a essere piacevoli da leggere: non manca lo humour tipicamente inglese (e le frecciatine agli americani). Solo recentemente ho scoperto la guida … Leggi tutto

Problemi di conversione (e di localizzazione)

Post pubblicato il 15 dicembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Un articolo in The Guardian, poi corretto, riportava l’effetto del perigeo lunare sulle maree:

  citazione da un articolo di sabato 13 dicembre in The Guardian

Per un problema di conversione due pollici erano diventati ben mezzo metro…

Purtroppo anche nella localizzazione capita di trovare questo tipo di errore, anche se non dovrebbe essere difficile evitarlo. In Localizzazione di esempi e riferimenti sono riportate le istruzioni della Guida di stile Microsoft per l’italiano in uso nel 2008:

Le unità di misura anglosassoni (pollici, gradi Fahrenheit, libbre, ecc.) vanno sempre localizzate. Le misure specifiche vanno convertite esattamente; nel caso di indicazioni generali, invece, possono essere usate approssimazioni: nel suggerimento sullo spazio da inserire tra un’immagine e un’altra in un documento, ad esempio, two inches può essere tradotto qualche centimetro.

Le conversioni dovrebbero inoltre rispettare le convenzioni culturali non solo della lingua ma anche del mercato di arrivo. Mi vengono in mente alcuni esempi dell’edizione europea di una nota rivista americana dove le misure statunitensi vengono convertite nel sistema metrico ma non localizzate e il risultato dell’operazione, per quanto formalmente corretto, non è sempre adeguato:

  • L’altezza delle persone viene espressa in metri, però con un unico decimale. Quella di una donna, ad esempio, può essere descritta come 1,6 m e così non si capisce se potrebbe essere quasi alta (1,69) o relativamente bassa (1,60).
  • Capita di vedere misure approssimative che vengono convertite in misure precise: ad esempio, una distanza di about 48 km suona altamente inusuale mentre non lo è about 30 miles. 

Nell’esempio dell’articolo di The Guardian sul perigeo lunare, probabilmente la svista inizialmente è passata inosservata perché nel sistema culturale britannico in molti sono ancora a abituati a fare riferimento al sistema imperiale e presumibilmente avranno "elaborato" solo il numero corretto, ignorando il riferimento errato.

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Localizzazione di esempi e riferimenti

Pubblicato il primo dicembre 2008 in blogs.technet.com/terminologia I prodotti software sono sviluppati pensando a un pubblico internazionale e di solito non contengono riferimenti comprensibili solo nel mercato di origine. Gli esempi e le situazioni sono in genere riproponibili in tutte le lingue o comunque facilmente adattabili con semplici interventi di localizzazione. Le Guide di stile … Leggi tutto

Ordinamento alfabetico

Pubblicato il 9 ottobre 2008 in blogs.technet.com/terminologia


Ho appena letto Parole matematiche: ordine, ordinale, ordinata, ordinamento che, come suggerisce il titolo, è una bella panoramica su origine e uso della parola ordine e termini correlati, in particolare in campo matematico.

alfabeto ingleseAggiungo che nell’ambito di software e relativa localizzazione ordinamento (sort order in inglese) di solito fa riferimento al criterio con cui si organizzano i dati in base al loro tipo, ad es. alfabeticamente, numericamente o per data.

Il tipo di ordinamento alfabetico può variare da una lingua all’altra, ad es. nell’ordinamento spagnolo tradizionale CH, LL e Ñ erano considerati caratteri individuali: nei vecchi dizionari i lemmi che iniziavano per ch, ll e ñ erano elencati dopo quelli che iniziavano per cu, lu e nu. Nelle lingue scandinave, invece, i caratteri Ø, Å, Ä e Ö seguono la Z.

Ogni tanto capita di vedere problemi di localizzazione legati all’ordinamento alfabetico. Ne parla parlava la Guida di stile per la localizzazione dei prodotti Microsoft, da cui ho tratto gli esempi che seguono.

Quando si localizza un elenco, ad esempio una serie di nomi di lingue, di paesi o di prodotti, è fondamentale assicurarsi che le voci dell’elenco italiano risultino in ordine alfabetico, cambiando dove necessario la sequenza del testo originale:

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Parla come mangi 1

Post pubblicato il 17 marzo 2008 in blogs.technet.com/terminologia Stamattina alla radio ho sentito alcuni esempi che mi hanno fatto riflettere sull’uso massiccio di parole inglesi nelle comunicazioni ufficiali quali notiziari e messaggi pubblicitarie e sulla necessità di verificare che la pronuncia sia corretta, se proprio non si riesce a fare a meno di usarle. Le … Leggi tutto

È o non E’?! Scrivere per il Web

Post pubblicato il 10 giugno 2008 in blogs.technet.com/terminologia Scrivere per il Web. Quando l’azienda comunica su Internet è un ebook piacevole da leggere e con suggerimenti utili anche per chi non si occupa di comunicazione aziendale. Viene descritto anche l’uso di E’ (voce del verbo essere a inizio di frase), che molti usano al posto … Leggi tutto

Lavori in corso

Post pubblicato il 30 maggio 2008 in blogs.technet.com/terminologia Ho ricevuto una domanda sulle azioni che in inglese sono descritte con il participio presente (–ing) e in italiano sono rese con un sostantivo seguito dalla locuzione in corso (es. copying diventa copia in corso). Dice Riccardo: […] Perché non mettere "in corso" prima del verbo, magari … Leggi tutto