“Ora ti kisso” (ma era più di un secolo fa!)

Il verbo kissare in una lettera del 1917 di Velia Titta Matteotti al marito Giacomo:

tweet di Chiara Alessi con immagine: Nel 1917 Velia Matteotti chiudeva una lettera al marito Giacomo scrivendogli “ora ti kisso”. Questa la appoggio qui per chi pensa che gli archivi siano una roba noiosa e impolverata (ma anche per chi abbia bisogno di perdonare, a sé o a altri, l’invio di un messaggino di troppo)
Da Lettere a Giacomo via Chiara Alessi

In un’altra lettera a Matteotti appare un altro verbo ibrido, forghettare: “mi ha detto anche un cumulo di cose, ma io ho forghettato tutto”.

Immagino che queste alternative “itanglesi” a baciare e dimenticare siano esempi specifici dell’idioletto della coppia, quindi un uso estremamente ristretto. Sono però significativi perché mostrano che anche più di un secolo fa si usavano meccanismi linguistici comunemente associati al lessico contemporaneo – come i verbi recenti performare, brieffare, forwardare, linkare e flexare – e che per molti sono la riprovevole dimostrazione della corruzione senza precedenti che starebbe subendo l’italiano del XXI secolo per colpa dell’inglese.

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Scandalo BBC: cautela “lost in translation”

Titolo da The Sun: “BEEB SLEAZE. “I blame BBC ma for giving money for drugs to my child that could kill them, says mum of teen amid sex pics probe”

Nel Regno Unito fa scalpore una vicenda rivelata dal giornale scandalistico The Sun: un volto noto della BBC negli ultimi tre anni avrebbe pagato decine di migliaia di sterline ad adolescente in cambio di foto esplicite.

Non è stata rivelata l’identità delle due persone coinvolte, si sa solo che il personaggio della BBC è un uomo e che l’altra persona coinvolta ora ha 20 anni, ma non ne viene indicato il sesso. Per vari media italiani invece è inequivocabilmente un ragazzo. Esempi:

Titoli italiani: 1 Scandalo BBC: “Noto presentatore pagava mio figlio minore per foto porno, lui ci comprava la droga”; 2 Bufera sulla Bbc. Presentatore paga 45mila euro a un minore in cambio di foto porno; 3 Scandalo Bbc, soldi a un ragazzo per foto “osé”. E adesso e caccia al nome dell’anchorman-star

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Luoghi comuni: lingue semplici vs complesse

Foto dell’on. Rampelli e parole pronunciate: “…questa lingua meravigliosa che comunque condiziona anche la complessità del pensiero che si esprime, perché se una lingua è semplice, è semplice il pensiero o è debole anche il pensiero. Se una lingua è una lingua complessa, è complesso il pensiero che ne deriva, la sua articolazione è più profonda”

A un Forum della lingua italiana l’onorevole Rampelli, promotore di una proposta di legge per la tutela della lingua italiana, ha ripreso alcune affermazioni della presidente del consiglio che lo scorso dicembre aveva asserito che l’italiano è “una lingua molto più complessa, molto più carica di sfumature” [di altre lingue].

Una classificazione impossibile

Nel suo intervento Rampelli ha contrapposto lingue semplici e lingue complesse, sostenendo che solo le seconde consentono pensieri profondi e articolati. È però un’idea male informata che non ha nessun fondamento scientifico, probabilmente influenzata da interpretazioni affrettate del cosiddetto determinismo linguistico (la lingua che parliamo determina il modo in cui pensiamo).

Non esiste però alcun metodo che consenta di classificare le lingue in base a diversi livelli di complessità. Bisognerebbe innanzitutto decidere quali parametri usare (fonologici? morfologici? sintattici? semantici? …?) e poi trovare un modo per fare una misurazione oggettiva. Basta però dare un’occhiata alle categorie di World Atlas of Language Structure per farsi un’idea delle enormi differenze esistenti.

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Bopponi incredibili 🎵🎶

Esempi di commenti da Twitter sulle canzoni di Eurovision 2023: 1 questo boppone incredibile del rito satanico techno finlandese; 2 ma il boppone della Norvegia parliamone; 3 il grande boppone dell’Austria parliamone meritano; 4 Moldavia, grazie di esistere e di regalarci bopponi a ogni Eurovision

Nei commenti di apprezzamento sulle canzoni presentate all’Eurovision Song Contest è ricorrente la parola informale boppone, usata sui social da qualche anno per descrivere una canzone “che spacca”: orecchiabile, molto accattivante, che colpisce fin dal primo ascolto, con un ritmo che invoglia a ballare. Due aggettivi spesso associati a boppone sono incredibile e assurdo; il verbo sfornare segnala produzione costante di bopponi che singolarmente vengono sganciati o cacciati [fuori].

In origine c’era il bop

Boppone è un anglicismo: ha come base la parola inglese colloquiale bop, di cui condivide il significato. Esempi da commenti in inglese sull’Eurofestival: Go Finland cha cha chaaaa what a bop  •  Norway is an absolute bop and she’s got an incredible voice!  •  Absolutely obsessed with Austria’s Edgar Allan Poe bop!!  •  Moldova is definitely one of my faves this year omg this is such a bop I love it.

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Come si dice Lago di Como in inglese

La campagna Open to Meraviglia continua a suscitare polemiche di ogni tipo, anche del tutto ingiustificate come quella sul nome inglese del Lago di Como in tendenza oggi su Twitter. Alcuni esempi:

Immagine della Venere al Lago di Como con esempi di tweet: 1 Nella propaganda con la Venere di Botticelli, campeggia la scritta maccheronica “Lake Como”; Non dico hanno ragione a vietare le parole straniere visto che non ne sanno mezza. Notare in alto a sinistra la scritta Lake Como invece di Como lake; 3 Il capolavoro è Lake Como;  4 Magari Como lake. Capre che sono; 5 Lake Como. Ed è subito noios volevant savuar; 6 Questo ancora non lo hanno capito nemmeno loro! E invece Lake Como? Invece di Como Lake? Sbagliato sia in italiano che in inglese! 7 Ministro forse avete sbagliato a scrivere, in inglese è “Como lake” e non “lake Como”; 8 Se proprio dobbiamo fare le pulci anche lake Como non è corretto, si dice Como lake! Neanche le basi!

A scatenare lo sdegno è stato un dettaglio dell’immagine promozionale ambientata al Lago di Como. C’è chi ha ritenuto errato il nome inglese nella didascalia, LAKE COMO, LOMBARDY, convinto che si dovesse invece dire *Como Lake, e poi moltissimi a ruota hanno commentato ridicolizzando la traduzione, però senza accertarsi che fosse davvero sbagliata (no, è corretta!).

È una polemica sconsolante perché indicativa di un livello inadeguato di conoscenze dell’inglese (ed ennesima conferma c’è chi crede a qualsiasi cosa che diventa virale).

Nome propri geografici in inglese

In inglese molti nomi propri geografici che includono il descrittore (<Place>) del tipo di luogo sono del modello the Xyz Place (con articolo determinativo) ma non i nomi dei laghi più conosciuti, che invece di solito seguono il modello Place Xyx (senza articolo).

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Er coccodrillaro 🐊🐊🐊

Ho trovato divertente ed efficace il commento er coccodrillaro per sintetizzare il video di un uomo che dà da mangiare a dei coccodrilli che aspettano pazienti il proprio turno, come se fossero animali domestici.

Coccodrillaro è un bell’esempio delle moltissime sfumature di significato che ci consentono i suffissi dell’italiano, in questo caso il suffisso nominale denominale –aro. Da Che cos’è un neologismo di Adamo e Della Valle:

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Agrammaticale: “assegnato maschio alla nascita”

In questi esempi da articoli recenti è evidenziata una locuzione impropria usata per segnalare che l’identità di genere di una persona non coincide con il sesso indicato nell’atto di nascita:

Esempio 1: Dal 2018 ad oggi sono stati tantissimi i giovani che hanno cambiato sesso, secondo i dati dell’ospedale San Camillo di Roma sono cresciuti del 470%. Negli adulti le percentuali sono le seguenti: 44% “assegnati maschi alla nascita” e 56% “assegnate femmine alla nascita”.  Esempio 2: «Ti senti maschio o femmina?». «Io mi sento io». Federico è assegnato maschio alla nascita, ma subito, fin da quando aveva un anno e mezzo, trasferisce al mondo esterno la sua percezione di sentirsi invece una bambina. Non solo per gli abiti che vuole indossare, non solo per i giochi che predilige.

La stessa locuzione è usata anche in ambito sanitario e in un recente disegno di legge. Presumo che chi descrive una persona come assegnato maschio o assegnata femmina alla nascita non si renda conto che è agrammaticale.

Si tratta di una traduzione letterale della formula inglese assigned male / female at birth (acronimi AMAB e AFAB) che non tiene conto di due differenze tra inglese e italiano non solo di tipo grammaticale ma anche lessicale.

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Send the asteroid already!

immagine di asteroide che sta per schiantarsi sulla Terra e titolo in inglese: Corgi-sized meteor as heavy as 4 baby elephants hit Texas - NASA

Colpisce la scelta di descrivere a un pubblico anglofono le dimensioni di un meteorite* caduto in Texas come “grande come un cane corgi” e “pesante come 4 elefantini” (altrove invece “pesante come un pianoforte a coda”). In Italia ci aspetteremmo riferimenti più scientifici ma, si sa, gli Stati Uniti sono uno dei pochi paesi dove non viene usato il sistema metrico decimale.

Commento “social” del direttore di un laboratorio scientifico americano:

Testo: Can we just use the freaking metri system already?

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Smartbackare, ricephonare e ricarhopping

Immagine della campagna di Poste Italiana: sotto la scritta “Scopri tutto quello che puoi fare con Postepau Digital” ci sono tre persone con il telefonino in mano e le scritte SMARTBACKARE, RICEPHONARE e RICARHOPPING

Se non avete già visto la nuova campagna di Poste Italiane per il prodotto Postepay Digital, provate a immaginare cosa possano significare le neoformazioni ibride smartbackare, ricephonare e ricarhopping.

Conoscere l’inglese non aiuta: si riconoscono parole o frammenti di parole, ma in combinazioni anomale che non consentono di dar loro un senso nel contesto dei pagamenti digitali.

Immagino che chi ha ideato la campagna avesse come obiettivo primario attirare l’attenzione, far discutere e divertire i destinatari che si presume siano giovani abituati a giocare con l’inglese.

Ne risentono però comprensibilità ed efficacia della comunicazione: che messaggio coglie chi vede queste parole inventate di corsa dal treno, in una stazione della metropolitana? Cosa capisce e cosa si ricorda dei servizi pubblicizzati?

Probabilmente non è stato considerato che la caratteristica principale dei neologismi efficaci è la loro trasparenza: hanno maggiori probabilità di successo le parole che possono essere assimilate spontaneamente, senza spiegazioni, che identificano chiaramente il concetto e che sono facilmente memorizzabili. Non è il caso di smartbackare, ricephonare e ricarhopping.

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Quante volte…? Sì!

Foto di Venezia e frasi di esempio: “Quanto è romantica Venezia da 1 a 10? Sì”; “Quante volte hai visto questo video? Sì”: “Quanti gelati si possono mangiare in un giorno? Io: sì”; “Napoli quanti gol vuoi fare alla Juve? Sì!”

Questi esempi illustrano un uso particolare di domanda e risposta, molto informale e tipico dei social, che ricalca un modello inglese altrettanto colloquiale:

How much do you like spicy food?
Yes

“How many times have you watched it?”
Me: “Yes

Consiste nel rispondere con yes in inglese, e di conseguenza in italiano, a una frase interrogativa che invece non prevede questo tipo di risposta. In questo uso yes e non funzionano come affermazioni ma come avverbi di quantità con un nuovo significato simile a “moltissimo”, “tantissimo”, o in alternativa “in grande misura”, “il massimo” ecc.

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Immigrati illegali vs migranti irregolari

Da un comunicato del Ministero dell’Interno del 12 novembre 2022 sulla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo:

Testo dal sito del Ministero dell’Interno: “Dichiarazione congiunta dei ministri dell'interno di Italia, Malta e Cipro e del ministro della migrazione e dell'asilo della Grecia […] In attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente, non possiamo sottoscrivere l'idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti.”

Nei giorni scorsi hanno fatto molto discutere le espressioni carico residuale e sbarco selettivo usate dal ministro Piantedosi, che in varie interviste ha discusso anche di immigrati illegali. Ritrovare la stessa locuzione in un comunicato ufficiale purtroppo mi dà l’impressione che i vertici del ministero stiano rinvigorendo il fenomeno della distorsione delle parole sulla migrazione.

Non si spiega altrimenti perché si faccia ricorso a immigrati illegali anziché a migranti irregolari, che è il termine finora prevalente nelle comunicazioni ministeriali, come confermano centinaia di esempi, e che è coerente con la terminologia delle istituzioni europee a cui rimanda anche il Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno.

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Punto stampa: presidenti a confronto

Dal sito del Governo Italiano, un comunicato che ha avuto parecchia visibilità perché evidenzia questioni di genere grammaticale di cui si discute da tempo:

Immagine del comunicato del 3 novembre 2022 dal sito del Governo Italiano – Presidenza del Consiglio dei Ministri. Titolo: “Il Presidente Meloni incontra i vertici delle Istituzioni europee a Bruxelles”. Testo: “Il Presidente Giorgia Meloni ha incontrato a Bruxelles la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Al termine ha tenuto un punto stampa.”
(evidenziazioni mie)

Com’è stato ampiamente riportato, Giorgia Meloni ha dato indicazioni anche ufficiali per essere chiamata il Presidente del Consiglio, al maschile, una scelta connotata ideologicamente che viene motivata affermando che si tratta del nome del ruolo istituzionale e non di un riferimento alla singola persona.

Probabilmente non ne ha tenuto conto chi ha redatto il comunicato e ha scelto di usare genericamente il Presidente, senza ulteriori specificazioni e in contrasto con gli appellativi delle altre persone citate, perché così viene a cadere la principale giustificazione per l’uso del maschile per una donna.

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Internazionalismi dall’ISS

Samantha Cristoforetti dalla Stazione Spaziale Internazionale:

tweet di Samantha Cristoforetti: “2022 A Space Odyssey. Turns out, yes, you can walk with Velcro shoes. Slowly, very very slowly. #ASpaceOdyssey #MissionMinerva @esa @esaspaceflight @Space_Station”

Cristoforetti ha fatto il cosplay di una scena del film 2001: Odissea nello spazio. Si era vestita come l’hostess del film, con scarpette con il velcro sulle suole per camminare in assenza di gravità.

Le due parole evidenziate sono accomunate da due caratteristiche: sono entrambe internazionalismi che si ritrovano in molte lingue europee e sono state create ricorrendo a meccanismi linguistici simili.

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Inglese farlocco: Self Bar

Un tweet che ha avuto molta visibilità:

tweet di @broderly fatto in una stazione con foto di n distributore automatico di bevande: Out of all cases of English being used in Italy, the use of ‘self bar’ to mean ‘vending machine’ is surely the most baffling. Where do they get this from?

Self Bar, il nome sui distributori automatici di bevande delle principali stazioni italiane, è un tipico esempio del fenomeno che descrivo come inglese farlocco: sono combinazioni di parole inglesi (o che ne hanno l’apparenza) pensate da italiani per italiani e facilmente comprensibili da chi ha conoscenze solo scolastiche della lingua, ma che agli anglofoni risultano agrammaticali o poco idiomatiche, se non incomprensibili.

Da dove arriva Self Bar?

Per capire come nasce il nome Self Bar si deve risalire a locuzioni inglesi come self-service restaurant e self-service petrol station (o filling station / pump ecc.) che in italiano sono state abbreviate in self-service, creando un sostantivo inesistente in inglese.

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Grazie e serafini, in inglese in coppia (minima)

Una spiritosaggine che offre diversi spunti linguistici ed etimologici:

Immagine di scultura di angelo che regge acquasantiera con commento in inglese “It’s nice but do you have any sans-seraph fonts?”

Il meccanismo umoristico sfrutta un esempio di coppia minima, le due parole seraph /ˈserəf/ e serif /ˈserɪf/ che nella pronuncia si differenziano per un solo fonema, collocato nella stessa posizione in entrambe, che le distingue conferendo loro significati diversi: “serafino” e “grazia” (tipografia).

La somiglianza di suoni qui è in absentia perché la seconda parola, serif, non è presente ma viene evocata dal contesto grazie alla polisemia di font che può indicare sia 1 fonte battesimale o acquasantiera che 2 tipo di carattere, e richiama immediatamente la locuzione sans-serif font.

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