Il genere di photobomb

photobomb da photobomber.orgUna delle parole dell’anno 2014 inglesi è photobomb, scelta da Collins Dictionary.

Photobomb, sostantivo e verbo, indica l’intrusione di una o più persone o animali in una foto nel momento in cui viene scattata, all’insaputa di chi viene fotografato.

La prima attestazione della parola risale al 2008 ma si è diffusa soprattutto nel 2014 grazie a esempi virali di personaggi famosi.

In italiano, come prevedibile, è stato adottato il prestito. Sono pochissime le occorrenze di assimilazione grafica fotobomba, invece più diffuse in spagnolo, probabilmente perché in italiano bomba è già usato come aggettivo con il significato di “eccezionale, sorprendente” (ad es. notizia bomba) e si potrebbe creare qualche confusione.

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Coppie antonimiche inaspettate

In Unexpected Opposites Mike Pope descrive alcuni termini inglesi che possono risultare insoliti se non ci si rende conto che sono il contrario (antonimi) di termini già noti.

Nel lavoro terminologico multilingue le coppie antonimiche richiedono una certa attenzione perché in altre lingue non sempre sono disponibili gli stessi meccanismi di formazione delle parole usati in inglese e può essere difficile rispettare la “simmetria” originale.

outdentNei programmi di scrittura, ad esempio, outdent indica una riga o del testo spostati verso l’esterno rispetto al testo principale: è l’antonimo di indent, il rientro. In italiano di solito si ricorre a rientro negativo (l’ho descritto in È tutto transitivo…).

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Telemarketing “estero” e pragmatica

Anche se il mio numero di telefono è da anni nel Registro delle Opposizioni, ultimamente ricevo parecchie telefonate indesiderate da Telecom e da Vodafone.

operatore di telemarketing (con loghi adattati di Vodafone e Telecom Italia)Inutile protestare o dichiarare totale disinteresse verso qualsivoglia offerta, quindi devo concludere che la percentuale di telefonate andate a buon fine compensi l’avversione permanente suscitata in quelli come me.

Presumo che per chi ascolta e si fa convincere dalle offerte non siano rilevanti gli aspetti linguistici e pragmatici che invece ritengo rendano gli operatori di telemarketing poco credibili.

Accento ed errori

Da quando parecchi call center sono stati dislocati all’estero, buona parte degli operatori non sono di madrelingua italiana. Le aziende che si servono di loro però non sembrano preoccuparsi degli studi che indicano che chi parla con accento straniero è percepito come meno attendibile rispetto a una persona di madrelingua, ancor meno se fa errori di lessico o grammatica: qualche dettaglio in Accenti stranieri e credibilità.

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Comunque anche Leopardi diceva le parolacce

Comunque anche Leopardi diceva le parolacce – L’italiano come non ve l’hanno mai raccontato.Ieri ho trascorso un’ora molto piacevole alla presentazione milanese di Comunque anche Leopardi diceva le parolacce. L’italiano come non ve l’hanno mai raccontato, l’ultimo libro di Giuseppe Antonelli, linguista e conduttore di La lingua batte.

L’avevo appena letto, incuriosita dalle recensioni di Silverio Novelli e di Luisa Carrada, e anch’io ve lo consiglio: si impara molto e ci si diverte.

Antonelli inizia da due errori diffusi nel dibattito sulla salute dell’italiano: il vedere il cambiamento linguistico come elemento negativo e l’usare un modello di riferimento letterario che non tiene conto dell’evoluzione continua della lingua ed è inadatto alla comunicazione quotidiana.

Antonelli smonta pregiudizi e allarmismi sull’italiano (la morte del congiuntivo, l’invasione degli anglicismi, il degrado da turpiloquio ecc.) con molta ironia e argomentazioni ed esempi che spaziano dai grandi nomi della letteratura alle canzoni contemporanee.

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Chitroli e carchope: l’ortografia imperfetta

Al mercato delle mele cotone lavorano molti nordafricani e asiatici del subcontinente indiano che immagino si siano dovuti arrangiare per imparare l’italiano. Sui loro banchi ho visto parecchie scritte che smentiscono la convinzione comune che l’ortografia italiana sia del tutto trasparente (“si scrive come si parla”). È sicuramente più intuitiva di quella di molte altre lingue ma rimane comunque imperfetta.

Molti degli errori che si vedono sui cartellini dei prezzi sono ricorrenti, ad esempio l’affricata postalveolare sorda / ʧ / viene resa ripetutamente con ch, come in altre lingue europee: spinatchi, arancha, chipola. Ne so qualcosa con il nome Licia: la convenzione di aggiungere una i “muta” alla c per rendere / ʧa / e / ʧo / è fuorviante e difficile da far capire ai non italiani.

chitroli carchope

Un altro errore tipico riguarda un fonema poco diffuso in altre lingue, la consonante nasale palatale / ɲ / che in italiano è rappresentata dal digramma gn.

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La mia Giornata proGrammatica

È stato un piacere essere testimone di buona lingua all’IIS Paolo Frisi di Milano per la Giornata proGrammatica 2014 di Radio3, iniziata con il benvenuto davvero caloroso di studenti e insegnanti.

I ragazzi hanno subito dimostrato di avere le idee molto chiare sulla punteggiatura, il tema della giornata: un sistema di segni usati per indicare le relazioni sintattiche e semantiche delle frasi e facilitare la lettura di un testo scritto, rivelandone la struttura. È invece superata, e infatti nessuno l’ha nominata, la concezione dei segni di interpunzione come “pause della respirazione” che ricordo dalle scuole elementari (sono piuttosto “pause per gli occhi”).

Funzioni e usi della punteggiatura

Ci siamo divertiti con vari esempi della funzione segmentatrice della punteggiatura, che può separare elementi della frase per eliminare ambiguità. Due classici:

vivo e vegetovado a mangiare nonna
(ma in Italia settentrionale un lupo o un cannibale andrebbe a mangiare la nonna: meglio localizzare l’esempio e usare un nome proprio)

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#adottaunsegno: due punti

Oggi è la Giornata proGrammatica. Il tema di quest’anno è la punteggiatura e sono molto contenta di partecipare come “testimone di buona lingua”, inviata dal programma La lingua batte di Radio3. Il mio incontro con gli studenti dell’IIS Paolo Frisi di Milano prenderà spunto dal mio segno preferito: i due punti.

I due punti sono “il segno di interpunzione esplicativo e dimostrativo per eccellenza. Collegano due segmenti di testo fortemente separati da loro dal punto di vista sintattico, ma uniti dal punto di vista del significato: la parte di testo che segue i due punti illustra, chiarisce o dimostra ciò che stato detto nella parte che precede”.

“A woman without her man is nothing”: provate a inserire i due punti al posto giusto!

Bice Mortara Garavelli evidenzia il ruolo metatestuale (e metacomunicativo) dei due punti: agiscono come annunci sul discorso in atto e preparano l’attenzione per quello che segue, ad esempio un elenco o una spiegazione.

Come connettivi possono sostituire congiunzioni subordinative causali (perché, poiché…), coordinative conclusive (quindi, perciò…) ed esplicative (infatti, cioè…), e rendere così meno complessa e più efficace la struttura della frase.

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Ministri, tra terminologia e grammatica

Che effetto vi fa questa notizia?

Nicola Sturgeon sarà la prossima primo ministro della Scozia. Chi è l'unica candidata alla segreteria dello Scottish National Party, dopo le dimissioni di Salmond: gli succederà al governo e nel partito

Prime minister e first minister

Nel titolo ho visto innanzitutto una questione terminologica: nell’inglese britannico esistono due termini che anni fa erano sinonimi ma ora identificano due concetti diversi. Sono prime minister, il capo del governo del Regno Unito, e first minister, il capo del governo nelle quattro nazioni che costituiscono il regno. Sturgeon sarà first minister.

In inglese è frequente che nei linguaggi speciali vengano assegnati significati particolari a parole esistenti per denominare nuovi concetti (risemantizzazione), e che si distingua tra concetti simili ricorrendo a doppioni o a parole analoghe che hanno origini diverse, come first, di radice germanica, e prime, latina. In altre lingue, la minore disponibilità lessicale può complicare lavoro terminologico e traduzione e richiedere soluzioni ad hoc, cfr. watch dog e guard dog e answer, reply e respond.

Il ministro, la ministra e la ministro

Del titolo mi ha colpita anche la prossima primo ministro, una locuzione in apparenza discordante ma in questo caso forse la scelta più utile e meno ambigua tra le diverse opzioni disponibili in italiano, già descritte in La scelta del genere di ministro:

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Si dice o non si dice? Dipende

In Continuum: dalla lingua a Windows 10 ho fatto riferimento alle diverse varietà dell’italiano contemporaneo, rappresentabili in “architetture” simili a questa:

Architettura dell’italiano contemporaneo – schema adattato da G. Berruto, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo (2012)

Assi di variazione:
diafasico – situazioni di impiego (da formale e formalizzato a informale, con diversi registri d’uso)
diamesico – mezzo o canale di comunicazione (da solo scritto a solo parlato)
diastratico – strati e/o gruppi sociali (da uso “alto”, colto, a uso “basso”, incolto).

Gli assi usati in questo schema evidenziano la multidimensionalità della lingua: a seconda della situazione, dell’interlocutore e delle finalità comunicative sono richieste varietà diverse che possono seguire regole diverse. A scuola invece spesso si imparano norme linguistiche inderogabili che indicano cosa è giusto o sbagliato, senza alternative, in qualsiasi contesto.

La grammatica però non è piatta ma è un universo tridimensionale. È una delle metafore alla base di un libro che mi è piaciuto molto, Si dice o non si dice? Dipende. L’italiano giusto per ogni situazione di Silverio Novelli, giornalista e lessicografo del portale Treccani, dove risponde anche alle domande di grammatica e lessico dei lettori.

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Hacking e hackeraggio

Nei titoli sull’appropriazione indebita delle foto private di alcune attrici americane appare spesso il prestito integrato hackeraggio, preferito a quello non integrato hacking. L’uso di entrambi è attestato da parecchi anni nell’uso non specialistico italiano con il significato di “attività esercitata dagli hacker” (cfr. verbo hackerare) ma non mi pare che le due parole si equivalgano.

confronto tra hacking e hackeraggio in Google Ngram ViewerMi sembra che in hackeraggio prevalgano le connotazioni negative di hacker come pirata informatico (chi viola un sistema informatico per danneggiarlo o per acquisire dati riservati), mentre hacking può avere un significato più ampio e includere motivazioni “etiche” (cfr. hacktivism) o implicare particolari abilità informatiche (significato originale di hacker), ad es. per testare la sicurezza di un sistema. Anche il registro e il contesto d’uso non sono gli stessi: hackeraggio è più colloquiale e viene usato soprattutto in ambito giornalistico.

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Linguisti a caccia di terroristi

La linguistica forense* è la disciplina che usa la linguistica in attività investigative, ad esempio l’analisi di testi anonimi per identificare l’autore o per delinearne un profilo psicologico.

In Analysis of the IS (ISIS) email, la linguista forense Claire Hardaker illustra il tipo di informazioni che si possono ricavare dall’email dell’ISIS che annunciava l’uccisione del giornalista James Foley, scritto in inglese da un estremista che si presume sia di origine britannica

virgoletteFormattazione automatica – Nel testo dell’email alcune parole sono racchiuse tra virgolette inglesi (smart quotes o curly quotes). Potrebbe indicare l’uso di software che per impostazione predefinita converte automaticamente le virgolette semplici in inglesi, come Microsoft Outlook o Word, ed escludere i prodotti Apple per iPhone e iPad, che di solito non prevedono l’opzione.

Finestra di dialogo con le impostazioni di formattazione automatica in Word: Replace as you type – Straight quotes with smart quotes

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