Tipi di messaggistica: esercizio terminologico

Social messaging

Nei commenti al mio ultimo post ho aggiunto che social messaging è ancora un termine ambiguo perché non identifica in modo univoco un unico concetto, un’indeterminatezza “social messaging apps”tipica della terminologia informatica (altro esempio: hashtag).

Le possibili accezioni di social messaging includono
1) un’attività di scambio di messaggi legata a un social network (ad es. attraverso Facebook Messenger),
2) un servizio di scambio di messaggi che ha un elemento social (ad es. Twitter).
In nessuno dei casi social messaging implica una distinzione tra dispositivi mobili e computer tradizionali.

Non mi convince quindi la definizione di WhatsApp come applicazione di social messaging fatta dal Corriere della Sera per spiegare l’interesse di Google, perché credo che in questo caso siano altre le sue caratteristiche distintive.

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Sommelier… di Internet

immagine di sommelierA cosa associate la parola sommelier?

1 – Nei ristoranti di alto livello, un esperto nella selezione dei vini (per la cantina e per consigliare ai clienti l’abbinamento con le pietanze scelte);

2 – Un degustatore professionale di vini;

3 – Un degustatore professionale di un prodotto enogastronomico liquido (vino, olio, birra, tè, caffè ecc.).

Variazione diacronica

La parola sommelier, entrata in italiano dal francese circa un secolo fa, non ha un’origine molto prestigiosa: ‘conduttore di bestie da soma’; dal latino sagmārius, poi, man mano, ‘addetto ai viveri’ e, quindi, ‘domestico incaricato della tavola’ (vocabolario Zingarelli).

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Localizzazione: Olezzo d’aprile

Il pesce d’aprile di Google di quest’anno è Google Nose.


(sottotitoli anche in italiano)

Mi sono piaciuti anche gli aspetti linguistici, ad es. nella pagina di presentazione del prodotto ho apprezzato i giochi di parole come quelli con scent  /sɛnt/ e sense  /sɛns/ (“The new scentsation in search” e “AdScent for Business”).

Lo scherzo è curato nei particolari e anche se è un prodotto inventato esistono pagine specifiche per i diversi paesi europei. Ci sono scelte di localizzazione interessanti e ho raccolto qualche esempio come introduzione per chi non conosce ancora questa attività.

Localizzazione: mercati diversi, soluzioni diverse

L’assenza di una versione spagnola del prodotto è un bell’esempio di adattamento in cui localizzare = eliminare: in Spagna infatti è il 28 dicembre, día de los [Santos] Inocentes, il giorno degli scherzi, detti inocentadas, e non il primo aprile come in altri paesi. 

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Choosy, come dice il ministro Fornero

In un intervento su giovani e lavoro, il ministro Fornero ha dichiarato che i giovani “non devono essere troppo choosy, come si dice in inglese”. Ci hanno dovuto pensare i media a tradurre choosy in italiano: incontentabile, esigente, difficile, schizzinoso. 

La dichiarazione lascia perplessi anche da un punto di vista lessicale, e non solo per  l’ennesimo forestierismo superfluo. In inglese choosy appartiene infatti a un registro informale e quindi non mi è chiaro perché il ministro lo abbia preferito agli aggettivi disponibili in italiano. Forse ritiene che si tratti di una parola prestigiosa?

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Scelte terminologiche: segnalibri e preferiti

icona FavoritesNei commenti a History – Cronologia mi è stato chiesto perché i bookmark (gli indirizzi dei siti memorizzati nel browser per poterli icona Preferitirivisitare in seguito) si chiamino segnalibri nelle versioni italiane dei principali browser ma non in Internet Explorer, dove sono invece preferiti.

L’uso di Favorites anziché Bookmarks è un esempio di scelte terminologica con cui si cerca di differenziare un prodotto dalla concorrenza anche grazie a terminologia propria. La strategia opposta consiste nell’adeguarsi alla terminologia altrui e già nota (ad es. History, termine adottato da tutti i principali browser) perché la familiarità ha un impatto positivo sulla curva di apprendimento e può favorire il passaggio al proprio prodotto. Si può anche scegliere di differenziare la terminologia ma adottare icone o simboli che sono diventati lo standard del mercato, come la stella, che rappresenta lo stesso concetto indipendentemente dal nome.

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Radiografia delle parole

Uno studio pubblicato nel marzo 2012 di cui si è discusso molto recentemente ha usato i corpora di Google Books (Google Ngram Viewer) per analizzare le leggi statistiche che intervengono nel ciclo di vita di alcune parole.Word extinction (from Statistical Laws Governing Fluctuations in Word Use from Word Birth to Word Death – Alexander M. Petersen, Joel Tenenbaum, Shlomo Havlin & H. Eugene Stanley)

Sono state fatte analisi diacroniche che mostrano, ad esempio, che fino agli anni ‘60 in inglese il termine più frequente per descrivere le radiografie era Roentgenogram e che negli anni ‘30 si preferiva invece radiogram, mentre ora entrambe le parole sono praticamente estinte, soppiantate da X-ray

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design ≠ design

Il doodle di Google del 20 marzo festeggia il primo giorno di primavera astronomica. Nella descrizione inglese appare l’informazione Design by Marimekko.

Design di Marimekko

La traduzione italiana, Design di Marimekko, non mi sembra corretta.

In italiano il prestito design può significare “processo di progettazione, ideazione, ricerca creativa” oppure “aspetto o forma di un oggetto di produzione industriale che risponde a specifici criteri estetici e funzionali”.

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il cloud e la cloud

Il genere dei forestierismi

In italiano non c’è una regola precisa per stabilire il genere dei prestiti. Le grammatiche indicano che il genere dovrebbe essere determinato dal sostantivo italiano corrispondente (ad es. il biglietto > il ticket, la parola > la password) ma in realtà prevale il maschile, a meno che il riferimento a un sostantivo italiano femminile non sia palese.

Cloud

Fatte queste premesse, mi piacerebbe chiedere a chi non ha già familiarità con i concetti legati al cloud computing che genere assegnerebbe a cloud in italiano: maschile o femminile? Ci pensavo guardando una pubblicità che imperversa in questi giorni:

 Immagine Nuvola Italiana Pubblicità Nuvola Italiana

Nello slogan “La Nuvola Italiana di Telecom Italia. L’unico cloud con la rete dentro”  l’associazione tra nuvola e cloud è esplicita ma il prestito è di genere maschile.
Immagino che la scelta di Telecom Italia non sia stata scontata ma, come è prassi in questi casi, abbia richiesto un’analisi terminologica con la valutazione di vari fattori.

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Parolacce, software e localizzazione

What do you love (wdyl.com, ora non più disponibile) era la funzionalità di ricerca di Google, disponibile solo in inglese, che restituiva risultati da più di venti servizi diversi in un’unica interfaccia. Se però si digitavano parolacce o volgarità (ad es. shit), si ottenevano informazioni sui gattini (kitten).

C’è chi ha identificato le parole proibite e le ha elencate in Google’s Official List of Bad Words; la scoperta è stata ripresa in vari siti ma va detto che le cosiddette offensive word list sono abbastanza comuni e hanno varie applicazioni nello sviluppo di software.

Ad esempio, servono a evitare che appaiano parole offensive nelle sequenze di lettere e numeri generati automaticamente, come nei codici per la registrazione di software (eventualità non rara, basti pensare all’inglese e alle sue four-letter words!), oppure possono essere usate per filtrare messaggi di posta elettronica o altro contenuto.

Un altro tipico campo di applicazione sono i correttori ortografici, il completamento automatico e i sistemi di riconoscimento vocale e di riconoscimento della grafia.

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Nomi, moduli, sviluppo e localizzazione

Personal names around the world (W3C) è un intervento davvero esauriente sulla variabilità dei nomi di persona in culture diverse e sulle implicazioni pratiche che può avere nella progettazione di database, ontologie e moduli (form) e relativa localizzazione, ad es. quanti e quali campi usare, come chiamarli, i presupposti da evitare nello sviluppo di algoritmi ecc. Credo possa essere interessante anche per chi non lavora in questo campo.

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E chissà se la pubblicazione in questi giorni di nymwars è solo una coincidenza, visto che vengono evidenziati proprio i problemi descritti anche da chi ha un profilo di Google+ che non è conforme allo standard un nome + un cognome previsto dal sistema. Ad esempio, sembra che al momento possano essere sospesi i profili di Google+ con:

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Occasionalismi: nymwars

Un occasionalismo è un neologismo destinato ad avere vita breve e non rimanere nell’uso perché è relativo a una situazione particolare e non duratura.

Un esempio recente di occasionalismo è la parola inglese nymwar (o nym war), usata soprattutto al plurale per descrivere le controversie sulla decisione di Google+ di proibire l’uso di pseudonimi.

Ne parla Fritinancy in Word of the Week: Nymwars, spiegando che nymwars è una nymwarsforma abbreviata di pseudonym wars ed è nata a fine luglio come hashtag in Twitter.

È una parola interessante non solo per l’etimologia ma anche per l’uso di nym come sostantivo, peraltro già visto in alcuni termini informatici. Mi pare inoltre che evidenzi alcune differenze in inglese e in italiano nell’uso di un elemento formativo che a prima vista è invece del tutto equivalente (dal greco -ώνυμος, “nome”, in entrambe le lingue viene aggiunto come secondo elemento in un nome composto).

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