Parodie translinguistiche

Dopo il recente lancio di un MacBook da $1299, nei paesi anglofoni è diventata virale una parodia video che consiste nell’aneddoto di alcune padelle smarrite di un delirante comico spagnolo che nei sottotitoli in inglese si trasforma nel racconto di uno sviluppatore del nuovo computer di Apple:

È un genere umoristico che si è diffuso grazie alle parodie basate su una scena del film tedesco Der Untergang (in italiano La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, in inglese Downfall e quindi Downfall parodies o Hitler rants), un meme in cui la reazione furibonda di Hitler per l’inevitabile sconfitta viene trasformata in rabbia contro eventi contemporanei tra i più disparati.

Uno tra i tanti esempi italiani, Hitler viene a sapere il suo voto all’esame di linguistica:

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Giornata del pi greco “americano”

Oggi è Pi Day, la giornata mondiale del pi greco, festeggiata il 14 marzo perché è una ricorrenza nata negli Stati Uniti, dove la data è indicata nel formato mese giorno anno (“middle-endian”), quindi oggi è il 3-14-2015.

L’hanno ricordata anche i media italiani con un errore ricorrente: molti hanno affermato che 3/14 è il formato di data inglese o “anglosassone”, mentre è lo standard usato solo negli Stati Uniti e in Belize (ma non nel Regno Unito o altri paesi di lingua inglese).

A DELICIOUS COINCIDENCE? In inglese la pronuncia di pi greco o pi /paɪ/ è diversa da quella della lettera p /piː/ ma coincide con quella di pie (“torta”, “pasticcio”). L’omofonia ha ispirato molte vignette: qui a destra viene sfruttata la familiarità con scritture alternative come il leet speak, che consente di leggere 3.14 come forma speculare di PIE.

Altri esempi:

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Tra sacro e profano: #ashtag selfie!

Qualche mese fa ho osservato che in italiano ashtag è un refuso molto comune e che in inglese l’hashtag #ashtag di solito è associato ad aggiornamenti sui vulcani islandesi.

Ieri ho scoperto che #ashtag ha anche un significato alternativo, legato specificamente alla ricorrenza odierna del mercoledì delle ceneri (Ash Wednesday).

#ashtag è un esempio della flessibilità dell’inglese, lingua che consente giochi di parole con varie sfaccettature: il simbolo #, che tra i molti nomi include hash, double cross e cross-hatch, può richiamare visivamente non solo la lettera H ma anche la croce di cenere tracciata sulla fronte (cross of ashes o ashen cross), mentre la variazione HASH #ASH “stacca” e fa risaltare la parola tag con il suo significato di “contrassegno” e “segno di riconoscimento”, che in questo caso diventa letteralmente “di cenere”.

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Notizie pecorecce dall’Irlanda

pink sheepIl Giro d’Italia quest’anno parte dall’Irlanda del Nord (“norn iron” nella pronuncia locale) e tra gli irlandesi c’è grande entusiasmo, tanto che molte pecore sono state addirittura tinte di rosa per l’occasione.

La cosa non mi stupisce: ho vissuto a Dublino alcuni anni e so che in tutta l’isola le pecore fanno notizia, ad es. il mese scorso è diventato virale un video che mostra il rarissimo ibrido nato da una pecora (ewe) di razza irlandese Cheviot ingravidata da un caprone (billy goat). Si è discusso parecchio di come chiamare l’animale, che non è né un capretto (kid) né un agnello (lamb o, più specifico, hogget), ed è prevalsa la parola macedonia geep (goat+sheep) anche perché l’alternativa shoat (sheep+goat) nell’inglese americano identifica già un maialino slattato. 

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Chrüterchraft!

SCOPRI LA CHRÜTERCHRAFT! Tutti i segreti della nostra magica miscela di erbe in 13 lettere.

Mi è piaciuta la pubblicità delle caramelle Ricola, incentrata sulla parola svizzera Chrüterchraft, distintiva perché difficile da dire e da ricordare.

È un esempio di eccezione alla regola che i nomi dei prodotti (o a loro associabili) dovrebbero essere facili da pronunciare, come peraltro il marchio Ricola: dettagli in Ambita ambiguità?

Trovo inoltre divertente che Chrüterchraft  abbia 13 lettere come le 13 erbe della miscela delle caramelle e che il video che preannuncia la parola e gioca con la sua pronuncia si concluda con la frase “Presto sulla bocca di tutti”.

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XXX e XOX

Anche in Italia fa ormai notizia il Super Bowl, la finale del campionato di football americano. In un commento in un altro sito ho accennato ai dettagli di Americani e numeri romani, tra cui la preoccupazione degli organizzatori che la 50ª edizione richiami la famigerata L come loser.

C’è chi ha risposto con la battuta di scrivere il numero XXXXX (invece di L) e mi ha fatto venire in mente questa vignetta americana, intitolata The marquee, che gioca con il significato più esplicito che può avere una serie di X in inglese:

The marquee, vignetta di Rhymes with Orange    [al cinema: soli uomini per il film XXX, donne per quello XOX!]
vignetta: Rhymes with Orange

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