Codiamo? Ehm… con cautela in Sardegna!

Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca vista su Twitter:

“Codare”

Ho già espresso le mie perplessità sulla scelta del MIUR di preferire l’anglicismo coding a programmazione. Nel post avevo descritto incongruenze e imprecisioni nell’uso ed evidenziato lo svantaggio di non disporre di un verbo per descrivere l’azione corrispondente, come si ha invece con programmazione e programmare. Beh, mi sbagliavo: per il discutibile gioco di parole CODI-AMO al MIUR si sono inventati il verbo codare: io codo, tu codi, lui coda, noi codiamo…

Continua a leggere   >>

Lo step– della stepchild adoption

Il post Anglicismi governativi: stepchild adoption sta avendo innumerevoli visualizzazioni da ricerche sulla traduzione e il significato della locuzione che molti hanno completamente frainteso (non si spiega altrimenti l’associazione con il cosiddetto "utero in affitto").

Un altro segno dell’opacità dell’anglicismo è la grafia impropria step child (due parole) che continuo a vedere in diversi media e che mi ha dato lo spunto per un aggiornamento al post, che riporto qui.

*step child è un errore che indica scarsa conoscenza dell’inglese: viene fatta confusione tra il sostantivo step (passo, scalino, gradino, piolo….) e il prefisso step che in inglese indica un rapporto di parentela instaurato .scaletta di legno a scala a libro: “YOU ARE NOT MY REAL FATHER!” Didascalia: STEP LADDERda un nuovo matrimonio: stepmother e stepfather sono matrigna e patrigno, stepson e stepdaughter figliastro e figliastra.

Il prefisso step– è sempre unito alla parola che qualifica, altrimenti è un errore di ortografia. Fanno ovviamente eccezione i giochi di parole, come nella vignetta qui accanto, dove è sfruttata l’omofonia del prefisso e del sostantivo.

[ ladder è qualsiasi scala non in muratura e step ladder – o stepladder – è la scala a libro ]

Continua a leggere   >>

sporky

La mia tolleranza per l’inglese farlocco di solito è bassa ma stavolta faccio un’eccezione.

sporky

sporky

Si tratta di sporky, salviette umide per la pulizia degli animali domestici, contenute in un dispenser a forma di testa di maiale e prodotte da un’azienda italiana. In questo caso è palese che si tratta di finto inglese e per il mercato italiano il gioco di parole è davvero simpatico.

Continua a leggere   >>

Zap → WhatsApp → “uozzap”

gruppo Wazzup dei genitori

Nel 2015 il nome WhatsApp ormai fa parte del lessico quotidiano di milioni di italiani, ma per molti risulta ostico: nelle comunicazioni scritte informali si trovano variazioni di ogni genere (watsap, wattsap, wattsapp, uotsap, uatsapp, uatsap, uorzap…) e nella pronuncia prevale “uozzap”.

WhatsAppNessun dubbio di ortografia se invece l’app fosse stata chiamata Zap, il nome alternativo preso in considerazione dai suoi ideatori americani. Non so quale delle diverse accezioni di zap avessero in mente, probabilmente volevano comunicare rapidità e vivacità.

Continua a leggere   >>

Sentenza: è un falso amico

Queste frasi tradotte dall’inglese hanno in comune un falso amico:

Obama ha deciso di intervenire sulla sentenza e ridurla a 4 anni.
Ha scontato una sentenza in una prigione statale e due sentenze in prigioni federali.
Sono state eseguite sentenze di morte per impiccagione, camere a gas e iniezioni.
Il sistema penitenziario statunitense è molto criticato per la durezza delle sue sentenze.

In ciascuna frase la parola inglese sentence è stata tradotta letteralmente con sentenza, senza considerare che in italiano la sentenza è il provvedimento con cui il giudice definisce, in tutto o in parte, il processo sottoposto al suo giudizio (cfr. inglese ruling).

In inglese invece sentence è “the punishment assigned by a court”, quindi una condanna, il provvedimento con il quale il giudice infligge una pena o impone un obbligo e, in senso esteso, la pena inflitta.

Continua a leggere   >>

Dismaland: derelict ≠ derelitto

I media britannici hanno dato grande risalto alla notizia del parco tematico Dismaland aperto dall’artista Banksy in un’area dismessa del lido di Weston-Super-Mare. Nelle descrizioni in inglese è ricorrente l’aggettivo derelict, che riferito a luoghi ed edifici significa in avanzato stato di abbandono, in rovina, cadente, fatiscente, decrepito.

immagine e didascalie da The Guardian: Banksy's Dismaland: ‘a theme park unsuitable for children’. The castle’s derelict, Cinderella’s pumpkin has crashed, and the seagulls are on the attack ... Banksy has opened a theme park called Dismaland at a disused lido in Weston-super-Mare. The show has been shrouded in secrecy for weeks, and locals had been led to believe it was a film set for a Hollywood thriller.

I media italiani hanno ripreso la notizia traducendo letteralmente derelict con derelitto, in particolare per descrivere il castello delle fiabe modellato su quello di Disneyland. Non si sono però resi conto che derelict e derelitto sono falsi amici: in italiano contemporaneo l’aggettivo derelitto si usa solamente per descrivere persone prive di ogni tipo di conforto familiare o sociale e di ogni mezzo di sostentamento, ma non per luoghi o edifici.

Continua a leggere   >>

Significato adulterato

Ho un debole per i giochi di e con le parole della striscia americana Pearls Before Swine, quasi sempre improponibili in altre lingue e culture a parte qualche eccezione:

Pig, personaggio tonto, legge il giornale e dice “this man’s leaving his wide for acting too much like an adult”; Goat guarda e dice “that’s not the meaning of adultery”

L’errore di Pig è un esempio di paretimologia, l’accostamento sul piano sincronico di due parole con etimologia diversa: adulto deriva dal latino adultus “cresciuto”, da adolescĕre “crescere”, mentre adulterio deriva dal latino adulterium, derivato di adulterare, “rendere diverso”, der. di alter “altro”, con il prefisso ad-.    

Anche questa striscia funziona con lo stesso meccanismo:

Continua a leggere   >>

Anisomorfismo: handle

Vari media italiani hanno dato risalto a questo scambio di battute su Twitter tra Bill Clinton e @POTUS, il nuovo profilo ufficiale di Barack Obama:

scambio tra Bill Clinton e President Obama in Twitter

Ho visto che una traduzione ricorrente per la frase evidenziata, the handle comes with the house, è “la gestione dell’account è legata all’incarico”. Il senso generale non è travisato, ma non è stato colto il riferimento a comes with the house, frase ricorrente tra chi descrive case per indicare cosa è compreso nella vendita o nell’affitto, e temo che chi ha tradotto non abbia riconosciuto la polisemia del sostantivo handle e l’abbia confuso con il verbo omonimo, che può significare “gestire”.

Continua a leggere   >>

Parodie translinguistiche

Dopo il recente lancio di un MacBook da $1299, nei paesi anglofoni è diventata virale una parodia video che consiste nell’aneddoto di alcune padelle smarrite di un delirante comico spagnolo che nei sottotitoli in inglese si trasforma nel racconto di uno sviluppatore del nuovo computer di Apple:

È un genere umoristico che si è diffuso grazie alle parodie basate su una scena del film tedesco Der Untergang (in italiano La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, in inglese Downfall e quindi Downfall parodies o Hitler rants), un meme in cui la reazione furibonda di Hitler per l’inevitabile sconfitta viene trasformata in rabbia contro eventi contemporanei tra i più disparati.

Uno tra i tanti esempi italiani, Hitler viene a sapere il suo voto all’esame di linguistica:

Continua a leggere   >>

Giornata del pi greco “americano”

Oggi è Pi Day, la giornata mondiale del pi greco, festeggiata il 14 marzo perché è una ricorrenza nata negli Stati Uniti, dove la data è indicata nel formato mese giorno anno (“middle-endian”), quindi oggi è il 3-14-2015.

L’hanno ricordata anche i media italiani con un errore ricorrente: molti hanno affermato che 3/14 è il formato di data inglese o “anglosassone”, mentre è lo standard usato solo negli Stati Uniti e in Belize (ma non nel Regno Unito o altri paesi di lingua inglese).

A DELICIOUS COINCIDENCE? In inglese la pronuncia di pi greco o pi /paɪ/ è diversa da quella della lettera p /piː/ ma coincide con quella di pie (“torta”, “pasticcio”). L’omofonia ha ispirato molte vignette: qui a destra viene sfruttata la familiarità con scritture alternative come il leet speak, che consente di leggere 3.14 come forma speculare di PIE.

Altri esempi:

Continua a leggere   >>