Salvini free, come trollare con l’inglese farlocco

Chi segue il blog sa già cosa intendo con inglese farlocco: brevi comunicazioni o nomi destinati a un pubblico italiano ma formati assemblando parole inglesi poco idiomatiche o addirittura errate o inesistenti però facilmente comprensibili da chi ha solo conoscenze scolastiche della lingua.

Tutti gli esempi che ho analizzato finora pubblicizzavano prodotti o eventi ma ieri ho scoperto che con l’inglese farlocco si può anche trollare. L’ha fatto un post in un gruppo di Facebook che è stato molto discusso perché invitava a condividere una (falsa) prima pagina del quotidiano britannico The Guardian in difesa della libertà di Matteo Salvini (sotto indagine per la vicenda della nave Diciotti):

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Questioni di concordanza

prima vignetta, intervistatrice a scienziato: “What do you say to accusations that your research team are ‘playing God’?”. Nella seconda vignetta ricercatori che inscenano la creazione e fanno a turno per interpretare Dio.

In questa vignetta dell’illustratore scozzese Tom Gauld si può notare una peculiarità grammaticale che caratterizza l’inglese britannico ma non quello americano.

Nomi collettivi nell’inglese britannico

Nell’inglese britannico parecchi nomi collettivi – come team, group, family, audience, government, committee, crew – possono essere usati sia come sostantivi singolari che come sostantivi plurali. Esempio: si può dire sia my family is on holiday che my family are on holiday.  

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Francesismi internazionali

Ho un debole per le strisce di Pearls Before Swine, specialmente se ci sono giochi di parole improbabili o fraintendimenti assurdi come quelli dell’ingenuo tontolone Pig:

striscia di Pearls Before Swine con confusione tra le parole Umlaut e Omelette

La striscia mi dà lo spunto per evidenziare una peculiarità di un internazionalismo presente nella maggior parte delle lingue europee, il francesismo naïf (a sua volta dal latino nativus, “ingenuo, popolare”).

Naive e naïf  

In italiano abbiamo adottato la forma canonica maschile francese, in inglese invece il femminile, naive (c’è anche naif ma è poco comune). In entrambe le lingue coesistono le forme con segno diacritico, naïf e naïve, e quelle senza, naif e naive.

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Inglese farlocco: We lunch you

Dettaglio della vetrina di un ristorante di una catena con vari locali a Milano, visto da @LuciGola:

tweet di @LuciGola: “E questo? Quale sarà stata l’intenzione comunicativa?” foto della vetrina di Panino Giusto a Milano con la scritta WE LUNCH YOU

È un esempio di inglese farlocco, brevi comunicazioni in inglese pensate da italiani per italiani, facilmente comprensibili da chi ha conoscenze solo superficiali della lingua perché “assemblate” ricorrendo a lessico di base, ma che in inglese hanno tutt’altro significato o sono errate.

We lunch you è un gioco di parole riconducibile subito a we love you. Immagino voglia comunicare “abbiamo pensato noi al vostro pranzo” con il messaggio sottinteso “con amore”. Lo conferma l’immagine che descrive l’offerta, con lo slogan all’interno di un cuore: 

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Rider? Meglio in italiano!

Il ministro del lavoro Luigi Di Maio ha dichiarato che una delle sue priorità sono i rider, chi usa la propria bicicletta o altro mezzo per fare consegne a domicilio, in particolare di pasti pronti ordinati attraverso apposite piattaforme o app dedicate.

Se ne discuterà parecchio e forse c’è anche chi si chiede se rider è un anglicismo insostituibile, utile o superfluo

RIDER BENE CHI RIDER ULTIMO – Sportello sindacale per i diritti dei fattorini della gig economy

Nella foto, il cartello dello sportello sindacale che tutela i diritti di questi lavoratori si fa notare non solo per il gioco di parole ibrido ma anche perché ci dà già una risposta.

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Tutto ha posto – Thé best

In questo periodo in giro si vedono due pubblicità che mi piacciono perché fanno risaltare alcuni meccanismi lessicali e ortografici.

IKEA, tutto ha posto

foto di un letto e un armadio con lo slogan “In camera, tutto ha posto”

Una collocazione è una combinazione o co-occorrenza di due o più parole che tendono a presentarsi insieme più spesso di quanto si potrebbe prevedere, e al cui interno i sinonimi non possono essere sostituiti liberamente. Ad esempio, diciamo lavarsi i denti ma non *spazzolarsi i denti come in inglese o *pulirsi i denti come in tedesco. Le collocazioni subiscono inoltre restrizioni di carattere sintattico e grammaticale.   

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Coppia minima per sorridere in absentia

Molti giochi di parole sfruttano la somiglianza di suoni di due parole che può essere in praesentia se le parole vengono accostate (ad es. “traduttore traditore”) oppure in absentia* se invece la seconda parola, assente, viene evocata dal contesto. Un esempio in inglese:

Due topi davanti alla tana di un terzo topo dicono “We’d like to talk to you about cheeses”. Didascalia: “Church mice”

Coppie minime

Il meccanismo umoristico della vignetta con i topi evangelizzatori gioca in absentia con un elemento di una coppia minima, due parole di una stessa lingua che si differenziano per un solo fonema, collocato nella stessa posizione in entrambe, che è sufficiente a distinguerle conferendo loro significati diversi.

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In inglese, innumerevoli –crazie

Vignetta: Trump che twitta, Xi Jinping che indossa spilla “Ruler for life”, Putin con fiala di gas nervino, Kim Jong-un con missile, Bashar al-Assad con sfondo di bombardamenti e distruzione in Siria, Peter Dutton vestito da guardia di frontiera e sullo sfondo filo spinato e cartello “Welcome if you are white”

Nella vignetta Modern systems of government dell’illustratrice australiana Cathy Wilcox si riconoscono subito Donald Trump, Xi Jinping, Vladimir Putin, Kim Jong-un e Bashar al-Assad ma non il ministro australiano Peter Dutton, “Mr Potato Head”, responsabile di politiche sull’immigrazione molto restrittive. Con queste conoscenze enciclopediche le parole inventate per etichettarli risultano efficaci anche per il lettore italiano.

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Pensieri in scatola

Questa vignetta fa riflettere su due parole inglesi, box e tank, che illustrano il concetto di anisomorfismo, l’impossibilità di far corrispondere tutti i significati di una parola in una data lingua a tutti i significati di una parola in un’altra.

Vignetta intitolata THINK TANK con due scatoloni aperti, uno con una freccia verso l’interno e la didascalia “where you don’t want to think” l’altro con la freccia verso l’esterno e “where you want to think” e sotto un water con “where you actually think”
vignetta: Wrong Hands

Box in inglese non vuol dire solo scatola ma ha molti altri significati, tra cui scatolone, cassetta, casella e riquadro.

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Un typo diabolico

vignetta di un diavolo con la barba bianca e nee sullo sfondo. Didascalia: SATAN the other man in red [Satana] vignetta di Scott Garrett

Nel periodo natalizio in inglese circolano varie spiritosaggini che sfruttano l’anagramma Santa Satan che trasforma Babbo Natale nel demonio.

Per farlo funzionare come meccanismo umoristico la trasposizione delle lettere diventa involontaria e viene descritta come errore di ortografia (spelling mistake) o come refuso (typo), anche se in realtà sono errori poco probabili.

In questa vignetta il dettaglio divertente è l’uso del rafforzativo one hell of a che ci ricorda che in inglese ci sono molte espressioni che fanno riferimento all’inferno:

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