Il “bungalow” di Kurt Cobain

Ho sentito alla radio che negli Stati Uniti è in vendita il bungalow dove ha vissuto il cantante dei Nirvana Kurt Cobain durante l’infanzia. Credo che molti ascoltatori italiani abbiano pensato alle casette di una o due stanze per le vacanze, tipiche dei villaggi turistici, e probabilmente abbiano immaginato un ambiente alquanto angusto per la vita di tutti i giorni.

In inglese però bungalow ha un significato diverso: identifica una casa che ha solo il piano terra ed eventualmente un ulteriore piano mansardato, e che quindi può avere anche parecchie stanze.

immagine della casa di Curt Cobain

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“Compliments!” (beh, no)

Ce l’abbiamo fatta!

Complimenti. SMS inviato con successo!Criticare il sito di Trenitalia è come sparare sulla Croce Rossa, però mi chiedo che senso abbia far apparire un messaggio di complimenti a conferma di operazioni come  l’invio di un SMS con i dettagli del biglietto acquistato.

Ma a chi sono rivolti i complimenti? Al sito, che è riuscito nella forse difficile impresa di mandare l’SMS, o all’utente, che è riuscito a capire che pulsante premere? In entrambi i casi la comunicazione ha una connotazione negativa.

Cultura e siti localizzati

Sono stati fatti molti studi sui fattori culturali che possono influenzare l’usabilità, l’efficacia e la percezione di un sito, ad esempio si usa la distinzione tra culture a basso contesto e culture ad alto contesto, che ho sintetizzato in Lingue, funzione fatica e cortesia, per evidenziare che a livello inconscio una modalità comunicativa non prevista può portare a fraintendimenti e conclusioni non desiderate.

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Ingenuità e ingegnosità

copertina di La chimica delle lacrimeIn Chimica, alchimia, affinità e feeling ho accennato al romanzo The chemistry of tears di Peter Carey. Ieri ho visto l’edizione italiana, La chimica delle lacrime, e la donna della foto mi è parsa troppo giovane per rappresentare la protagonista. Guardando anche il retro della copertina ho concluso che chi l’ha realizzata non può avere letto il romanzo o coinvolto chi l’ha tradotto. Lo suggerisce la citazione scelta come sintesi:

“La prima pagina è scioccante e irresistibile come tutto il romanzo, Una combinazione unica di cruda passione e ingenuità umana.”  A.S. Byatt, Financial Times (quarta di copertina di La chimica delle lacrime)

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Chimica, alchimia, affinità e feeling

The chemistry of tears di Peter Carey

copertina di The chemistry of tearsThe chemistry of tears (2012) è un romanzo di Peter Carey con protagonista Catherine, la conservatrice di un museo londinese che nel 2010 è distrutta dal dolore per la morte improvvisa del collega di cui era l’amante segreta da 13 anni. Il suo capo, l’unico al corrente della relazione, le affida il riassemblaggio di un complesso automa del XIX secolo per cercare di distrarla.

La storia di Catherine si intreccia con quella descritta nel diario di Henry Brandling, il committente della macchina, tormentato dalla sofferenza per il figlio malato a cui è destinato l’automa, ultima speranza per farlo vivere. Leggendo le sue parole Catherine pondera il senso di amore, mortalità, creatività e distruttività.

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Language: lingua e linguaggio

I media italiani fanno spesso confusione tra lingua e linguaggio nelle notizie su argomenti linguistici tradotte dall’inglese, dove invece viene usata la stessa parola, language.

The development of language - Savage Chickens by Doug SavageIl linguaggio è la facoltà, tipica degli esseri umani, di apprendere un sistema di segni vocali con il quale produrre atti linguistici per esprimersi e comunicare.

La lingua è un sistema di segni vocali, un insieme di convenzioni fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali che  regolano gli atti linguistici all’interno di una comunità etnica, politica o culturale. Italiano, turco, cinese ecc. sono lingue, non linguaggi, ed è questo l’errore di traduzione più comune nei media italiani. 

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Outing e coming out

Collins, il primo outing della Nba – Corriere della SeraLa notizia di aprile 2013 che un noto cestista americano ha dichiarato di essere gay evidenzia la confusione che si fa in italiano tra due espressioni inglesi apparentemente simili, outing e coming out. 

Outing indica l’azione di rivelare pubblicamente l’omosessualità di una persona conosciuta, senza però avere il suo consenso.

Coming out significa dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale. Deriva dall’espressione coming out of the closet (“uscire dal ripostiglio”), che a sua volta fa riferimento a un’altra metafora, skeleton in the closet (in italiano* “scheletro nell’armadio”), qualcosa che si ritiene imbarazzante o sgradevole e che si preferisce tenere nascosto.

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Altoparlanti intelligenti e “ricognizione vocale”

Da Il mito di Babele rivive in Lexifone, l’app israeliana che traduce in 8 lingue:

’’La nostra macchina interagisce con l’utente ascoltando ciò che dice e traducendo per chi ascolta grazie ad altoparlanti posizionati davanti e dietro per rendere comprensibile ciò che viene detto’’ insiste Itay Sagie. Il sistema – pensato per rendere più economiche le relazioni commerciali – si basa su una “ricognizione vocale” accresciuta con un meccanismo di traduzione chiamato in inglese “computational linguistics” (prende le frasi usate da chi parla e le traduce simultaneamente in un’altra lingua).

Gli errori dei media italiani non sono certo una novità, però mi pare che qui i problemi non siano solo di traduzione ma anche di conoscenze inadeguate e di incapacità di riconoscere affermazioni che non hanno molto senso.

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focus ≠ focus

Da un articolo di La Stampa sui primi risultati delle elezioni 2013:

Focus sulle regioni in bilico

Nei media italiani la parola focus, di chiara origine latina, appare sempre più frequentemente con il significato generico che ha in inglese di “cosa, persona o situazione a cui si presta particolare attenzione”, “centro dell’interesse”, “punto focale”.

Può suscitare qualche perplessità perché in italiano il termine focus finora è stato usato solo in ambiti specializzati, ad es. in medicina, linguistica e informatica, con accezioni specifiche, come si può vedere nelle voci dei vocabolari Treccani e Zingarelli 2013:

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Bar, barman e barista

In il patio ≠ el patio ≠ the patio ho mostrato come nel passaggio da una lingua a un’altra una stessa parola possa subire cambiamenti di significato e designare concetti simili ma non equivalenti. I sostantivi bar, barman e barista sono un altro esempio.

immagine da The GuardianIn Inglese, un bar è un locale dove si servono bevande alcooliche; la parola è stata adottata in italiano alla  fine dell’800 per designare un esercizio pubblico dove invece si consumano bevande di ogni genere o cibi leggeri.

In Italia un buon caffè si beve al bar, mentre nei paesi di lingua inglese si va a bere un caffè in un café, coffee shop o coffee house, ma non in un generico bar*.

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