Notiziola del fine settimana, diventa virale il video di una donna presa da risate irrefrenabili quando indossa la maschera di un personaggio di Guerre stellari:
La fonte è questa notizia e si notano subito due falsi amici:
Terminologia, localizzazione, traduzione e altre considerazioni linguistiche
Notiziola del fine settimana, diventa virale il video di una donna presa da risate irrefrenabili quando indossa la maschera di un personaggio di Guerre stellari:
La fonte è questa notizia e si notano subito due falsi amici:
Il post Migranti: cos’è un hotspot? sta avendo molte visualizzazioni da ricerche sul significato dell’anglicismo, dopo che il ministro Alfano ha annunciato che potrebbero essere creati degli hotspot galleggianti.
Tra le notizie ne ho vista una con fonte in inglese dove si notano due palesi falsi amici:
[Aprile 2016] Ieri molti media italiani hanno riportato la prima pagina ipotizzata dal quotidiano americano Boston Globe nel caso Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali. Campeggiava il titolo DEPORTATIONS TO BEGIN che è stato tradotto letteralmente con deportazioni. Esempio:
Se si fa una ricerca per Donald Trump e deportazione o deportare (esempio) si trovano decine di migliaia di risultati. Mi chiedo se chi scrive conosca davvero il programma di Trump e soprattutto i diversi significati di deportation in inglese e deportazione in italiano.
Nelle notizie sulla scomparsa di Zaha Hadid è ricorrente la parola archistar, immancabile quando l’argomento è un architetto di grande fama e successo.
È una parola curiosa perché sembra un anglicismo, modellato su superstar o rockstar, e invece ha origine italiana. È stata coniata nel 2003 dalle autrici del saggio Lo spettacolo dell’architettura. Profilo dell’archistar© , Gabriella Lo Ricco e Silvia Micheli, che l’hanno anche “brevettata”: dettagli in Archistar, parola di copyright.
La mia tolleranza per l’inglese farlocco di solito è bassa ma stavolta faccio un’eccezione.
Si tratta di sporky, salviette umide per la pulizia degli animali domestici, contenute in un dispenser a forma di testa di maiale e prodotte da un’azienda italiana. In questo caso è palese che si tratta di finto inglese e per il mercato italiano il gioco di parole è davvero simpatico.
È scomparso David Bowie e alla radio e in televisione è stato chiamato sia “baui” che “boui”. Ho aggiornato Pronuncia di nomi propri stranieri con alcune note sulla dizione corretta, che riporto anche qui.
In inglese si dice /ˈbəʊi/, che in italiano si può approssimare in “boui”. Si può ascoltare in Oxford Dictionaries e in questo frammento, dove è Bowie stesso a dire il proprio nome:
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Si pronuncia allo stesso modo anche l’eponimo bowie [knife], un tipo di coltello lungo che prende il nome da James (Jim) Bowie, un pioniere americano.
Qualche giorno fa alcuni media hanno pubblicato le foto di un gattino americano alquanto macilento a cui era stato tinto il pelo di viola:
La bestiola però era ripetutamente descritta come color porpora perché chi ha tradotto la notizia dall’inglese non ha riconosciuto il falso amico purple, “a colour intermediate between red and blue”, in italiano viola.
La differenza tra purple e porpora, non solo in italiano ma anche in altre lingue europee, va fatta risalire alla sostanza colorante usata dagli antichi e ricavata dalle ghiandole di alcuni gasteropodi marini. Il colore ottenuto era determinato da diversi fattori e poteva variare dal vermiglio al viola (va tenuto presente che nell’antichità i colori erano descritti con minore precisione). In italiano e in altre lingue il nome “porpora” è stato recepito associandolo alle gradazioni con un’alta percentuale di rosso, in inglese invece con prevalenza di blu.
Non occorre nessun artista, basta l’imbianchino.
Mi ricollego a Inglesorum con un elenco di anglicismi che hanno una caratteristica in comune: sono usati da governo, istituzioni, politici o iniziative collegate.
Alcuni sono anglicismi insostituibili o utili, molti sono superflui. Ci sono anche esempi di calchi, di falsi amici, di pseudoprestiti e di inglese “farlocco” (locuzioni in inglese poco idiomatico o addirittura errato ma facilmente comprensibile dagli italiani).
Foto da Is gluten intolerance a ‘fad’? Not if you have coeliac disease via @antonhellas
Dove è stata fatta questa foto? Molto probabilmente nel Regno Unito in qualche locale che si spaccia per italiano.
L’errore più evidente è gluten free (“free from gluten“), che è stato tradotto letteralmente glutine libero anziché senza glutine (no, non è traduzione automatica!).
Mi pare però più utile registrare il potenziale falso amico polenta, che in inglese è anche la farina di granoturco, un ingrediente di base, mentre in italiano standard è solo la pietanza.
Prima di continuare a leggere, a cosa vi fa pensare la parola educazione?
L’ha usata Matteo Renzi in un intervento alla giornata Italian Digital Day:
Il riferimento è al Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), dove si trovano molte occorrenze di educazione (ad es. un grande obiettivo strategico, portare definitivamente l’educazione italiana nell’era digitala o la visione di Educazione nell’era digitale).
Ho provato a cercare qualche commento sulla dichiarazione di Renzi e ho trovato conferme alla mia impressione che educazione stia diventando una parola ambigua, ad esempio:
Probabilmente sapete già cosa è successo in Francia ad alcuni attivisti della LPO (Ligue pour la Protection des Oiseaux, simile alla LIPU italiana) che stavano cercando di rimuovere delle trappole per fringuelli: sono stati aggrediti da alcuni abitanti locali, tra cui un uomo in mutande, scalzo, che brandiva una pala.
Una delle foto dell’uomo è diventata virale e si è trasformata in un meme: la sua immagine è stata inserita nei contesti più disparati in parodie esilaranti popolarizzate con gli hashtag #SlipGate e #slipman.
Il 16 ottobre è la Giornata mondiale dell’alimentazione (World Food Day), quest’anno celebrata ufficialmente all’Expo a Milano. In questa occasione diversi canali Rai mandano in onda un documentario intitolato Hungry and Foolish, la grande avventura del cibo.
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Nel sito Rai, Siate affamati, siate folli spiega perché è stato “scelto un titolo che nessuno sa pronunciare” e ovviamente viene fatto riferimento all’ormai notissima frase attribuita a Steve Jobs (ma non sua!). Non ho visto il documentario, ma dalle informazioni disponibili pare che nessuno degli autori si sia reso conto che in inglese foolish non vuol dire folle (demenziale, sconsiderato, in preda alla follia) ma sciocco, stupido, poco ragionevole.
Queste frasi tradotte dall’inglese hanno in comune un falso amico:
♦ Obama ha deciso di intervenire sulla sentenza e ridurla a 4 anni.
♦ Ha scontato una sentenza in una prigione statale e due sentenze in prigioni federali.
♦ Sono state eseguite sentenze di morte per impiccagione, camere a gas e iniezioni.
♦ Il sistema penitenziario statunitense è molto criticato per la durezza delle sue sentenze.
In ciascuna frase la parola inglese sentence è stata tradotta letteralmente con sentenza, senza considerare che in italiano la sentenza è il provvedimento con cui il giudice definisce, in tutto o in parte, il processo sottoposto al suo giudizio (cfr. inglese ruling).
In inglese invece sentence è “the punishment assigned by a court”, quindi una condanna, il provvedimento con il quale il giudice infligge una pena o impone un obbligo e, in senso esteso, la pena inflitta.
Nella traduzione italiana di un articolo di Oliver Sacks ho letto che “una persona con una forma grave di prosopagnosia può non essere in grado di riconoscere la propria sposa”.
In italiano* sposa è la donna nel giorno delle nozze, quindi si dovrebbe concludere che l’esempio di grave incapacità di riconoscimento dei volti umani riguarda solo il giorno del matrimonio. Oppure che la traduzione dall’inglese non è molto accurata.