Aggiornamento gennaio 2017 – Il Ministero del beni culturali ha lasciato scadere il dominio verybello.it e i contenuti descritti in questo post (gennaio 2015) non sono più disponibili. Si può però ancora vedere un video di presentazione.
Credo che tutti abbiano sentito parlare di verybello.it il nuovo sito voluto dal Ministero dei beni culturali (“la piattaforma digitale interattiva che, attraverso un linguaggio immediato e visivo, racconta l’Italia da un punto di vista inedito”).
Difficile non essere d’accordo con chi l’ha definito “una disfatta”: nell’intestazione del sito inizialmente mancavano pezzi d’Italia, per ora è disponibile solo in italiano, è lentissimo e ottimizzato solo per alcuni browser ma non per dispositivi mobili, manca l’accessibilità (obbligatoria per legge!) e ci sono vari altri problemi tecnici. Tutta meritata l’ironia che si è scatenata sui social network.
Il peggio per me però è il nome, VeryBello, un assurdo ibrido di inglese e italiano scritto con un carattere che fa pensare alla grafia di una persona di una certa età. Nessuna spiegazione su questa scelta né da parte del Ministero dei beni culturali né da chi l’ha ideato, l’agenzia romana LOLA Office for Creative Direction (che si distingue per un sito esclusivamente in inglese, non privo però di alcuni errori e costruzioni poco idiomatiche).
Non capisco quale sia il target del nome VeryBello ma aggiungo alcune osservazioni tipiche delle valutazioni di globalizzazione, considerando tre tipi diversi di destinatari:
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