C’è zucca e zucca

zucca padre alla zucca figlio: “Son, our kind eithe goes into the decorative arts or the culinary arts.”
calling = vocazione; go with one’s guts = andare d’istinto

Due rimandi a Halloween in questa vignetta americana: le zucche intagliate e pumpkin pie, la crostata con ripieno di zucca che è anche uno dei simboli di Thanksgiving.

La distinzione tra usi decorativi e culinari mi ha ricordato alcune differenze lessicali tra  italiano e inglese: noi parliamo indistintamente di zucche mentre in inglese si usano parole diverse, squash, pumpkin e gourd, e non sempre la classificazione è chiara.

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Zap → WhatsApp → “uozzap”

gruppo Wazzup dei genitori

Nel 2015 il nome WhatsApp ormai fa parte del lessico quotidiano di milioni di italiani, ma per molti risulta ostico: nelle comunicazioni scritte informali si trovano variazioni di ogni genere (watsap, wattsap, wattsapp, uotsap, uatsapp, uatsap, uorzap…) e nella pronuncia prevale “uozzap”.

WhatsAppNessun dubbio di ortografia se invece l’app fosse stata chiamata Zap, il nome alternativo preso in considerazione dai suoi ideatori americani. Non so quale delle diverse accezioni di zap avessero in mente, probabilmente volevano comunicare rapidità e vivacità.

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I Minion parlano minionese

Non occorre aver visto il film di animazione Minions (2015) per sapere come parlano i personaggi gialli unicellulari che imperversano in parecchie pubblicità.

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Il regista del film, Pierre Coffin, dà la voce a tutti i Minion. Usa un mix di onomatopee e di parole di varie lingue (inglese, spagnolo, italiano, indonesiano, coreano, giapponese…), scelte tra quelle che suonano più buffe e divertenti. Il significato non è trasmesso dalle parole (semantica) ma dal contesto e dal modo in cui sono pronunciate (pragmatica).

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Etimologia curiosa: Foo Fighters

Davvero spettacolare la cover di Learning to Fly, canzone dei Foo Fighters eseguita da 1000 musicisti italiani per convincere la band americana a venire a suonare a Cesena.

Smokey Stover The Foolish Foo FighterFan a parte, forse non tutti sanno che la band ha preso il nome dai foo fighter, che durante la seconda guerra mondiale erano gli oggetti volanti non identificati avvistati dai piloti americani in Europa. 

Il nomignolo per gli UFO pare fosse l’idea di un pilota americano di Chicago, dove venivano pubblicati i fumetti di Smokey Stover, improbabile pompiere della False Alarm Fire Company. Nelle storie appariva spesso la parola inventata foo, che potrebbe derivare da foolish, dal francese feu, “fuoco”, (frase ricorrente era where there’s foo, there’s fire) o dal carattere cinese  , “fortuna”.

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Se non vola ma nuota è un DRONE?

La parola drone ha subito diverse evoluzioni, descritte in Dai fuchi ai droni. Nell’uso comune e informale più recente, registrato dai dizionari inglesi e italiani, la parola drone identifica qualsiasi “velivolo privo di pilota e comandato a distanza”. Potrebbe però essere necessario riconsiderare questa definizione. 

Ora infatti esistono anche i droni subacquei, in inglese underwater drones*.  Sono sommergibili in miniatura che possono essere utilizzati solo in acqua.

Immagini relative a “droni subacquei” ottenute con Google

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Significato adulterato

Ho un debole per i giochi di e con le parole della striscia americana Pearls Before Swine, quasi sempre improponibili in altre lingue e culture a parte qualche eccezione:

Pig, personaggio tonto, legge il giornale e dice “this man’s leaving his wide for acting too much like an adult”; Goat guarda e dice “that’s not the meaning of adultery”

L’errore di Pig è un esempio di paretimologia, l’accostamento sul piano sincronico di due parole con etimologia diversa: adulto deriva dal latino adultus “cresciuto”, da adolescĕre “crescere”, mentre adulterio deriva dal latino adulterium, derivato di adulterare, “rendere diverso”, der. di alter “altro”, con il prefisso ad-.    

Anche questa striscia funziona con lo stesso meccanismo:

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Anacronismi lessicali

Il linguista americano Ben Zimmer usa il termine anachronym per descrivere parole o espressioni che identificano un concetto che si è evoluto e non è più coerente con l’etimo o con la metafora di origine. Due esempi comuni a inglese e italiano sono riagganciare (il telefono) e selfie, parola recentissima ma che ha già subito uno slittamento di significato e non è più esclusivamente una foto di se stessi (self) scattata da sé.

striscia di Chris Hallbeck – maximumble.com

Potete trovare altri esempi per l’inglese in 15 common expressions younger generations won’t understand (ad es. roll, “arrotolare”, per alzare e abbassare i finestrini delle auto, broken record, il disco incantato/rotto metafora per chi ripete la stessa cosa, il verbo tape per registrare audio o video anche se non si usa alcun nastro).

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Bomber e altri (pseudo)anglicismi

immagine dell'articolo

Ieri The Times ha pubblicato Italians resist an English invasion on the language front (con paywall, ma si può leggere qui).

L’articolo afferma che oggi l’Accademia della Crusca, descritta come la linguistic elite italiana, terrà un emergency summit per fermare l’invasione di anglicismi che sta minacciando la nostra cultura. Verrà istituita una commissione di risposta rapida che dia la caccia a politici, burocrati e giornalisti che introducono parole inglesi per fornire loro alternative italiane.

Il pezzo è brillante ma le preoccupazioni e alcune affermazioni attribuite ai linguisti italiani mi sembrano romanzate: lo scorso febbraio ero al convegno dell’Accademia della Crusca dove erano state annunciate iniziative sugli anglicismi, riassunte da Annamaria Testa in #dilloinitaliano: quello che è successo, e non ricordo allarmismi estremi.   

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Il gerundio che non era un participio

Giugno 2015, notiziola estiva che ha suscitato parecchie reazioni a sfondo linguistico: Salvini riscrive la grammatica: «Migrante è un gerundio». Ecco cosa ha detto il leader leghista intervistato dal programma Virus: 

[…] questo vocabolo nuovo inventato dalla Boldrini qualche anno fa… Sono clan-de-sti-ni. Il migrante è un gerundio. Quando migri c’è un migrante. Quando stai qua per due anni, non sei un migrante. Sei un clandestino*. […]

Ha però fatto un errore anche chi ha affermato che migrante non è un gerundio ma un participio presente. Qui infatti migrante non è un verbo ma un sostantivo nato per transcategorizzazione, un processo di conversione comune in italiano, basti pensare a cantante, insegnante, studente, consulente

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Anisomorfismo: handle

Vari media italiani hanno dato risalto a questo scambio di battute su Twitter tra Bill Clinton e @POTUS, il nuovo profilo ufficiale di Barack Obama:

scambio tra Bill Clinton e President Obama in Twitter

Ho visto che una traduzione ricorrente per la frase evidenziata, the handle comes with the house, è “la gestione dell’account è legata all’incarico”. Il senso generale non è travisato, ma non è stato colto il riferimento a comes with the house, frase ricorrente tra chi descrive case per indicare cosa è compreso nella vendita o nell’affitto, e temo che chi ha tradotto non abbia riconosciuto la polisemia del sostantivo handle e l’abbia confuso con il verbo omonimo, che può significare “gestire”.

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Confetti e coriandoli

Per molti media italiani l’attivista che il 15 aprile 2015 ha manifestato contro Mario Draghi a Francoforte ha tirato confetti, anche se le foto mostravano chiaramente che il lancio era di volantini e di inoffensivi coriandoli, che si chiamano confetti in inglese e Konfetti in tedesco.

didascalia: Il lancio di coriandoli e confetti contro Mario DraghiDopo varie segnalazioni dei falsi amici apparse sui social, molti articoli sono stati corretti mentre in altri è apparsa l’incongruenza coriandoli e confetti.

È la solita approssimazione dei media italiani, nulla di nuovo. Mi sembra più interessante l’origine di questi insoliti falsi amici.

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attitude ≠ attitudine

schema che evidenzia le differenze tra “attitude” (posture towards something or someone) e “aptitude” (natural ability or skill to do something) con gli esempi positive attitude, negative attitude, altruistic attitude e artistic aptitude, aptitude for maths, aptitude for business

In inglese attitude vuol dire atteggiamento*, modo di pensare, di vedere o di porsi, mentre in italiano attitudine indica la predisposizione verso particolari attività, parola che ha un equivalente nell’inglese aptitude.

Attitudeattitudine sono falsi amici molto noti, eppure rappresentano un errore ricorrente nelle notizie tradotte dall’inglese e nei doppiaggi. Esempio:

«Ho visto cambiare le attitudini degli amministratori delegati stranieri», ha detto a Bloomberg Marco Simoni, consigliere economico di Matteo Renzi

Testo originale: 

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