Parole per i 30 anni di Internet

Il 29 aprile 2016 si festeggia Internet Day, una giornata dedicata alla prima connessione a Internet dell’Italia, avvenuta il 30 aprile 1986 e illustrata in questa immagine dal sito Italian Internet Day

il primo collegamento - 30 aprile 1986

Mi è piaciuto anche Internet non è il web. Tutto quello che devi sapere sulla Rete in 10 parole. Ripercorre alcune tappe fondamentali di Internet prendendo spunto da alcune parole chiave (in maggior parte acronimi). Non manca una distinzione semplificata tra Internet e il Web: “il web può essere inteso come la parte grafica, multimediale e ipertestuale di Internet”.  

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Un post epico!

Esempio di notizia: Deriso per i calzini, la risposta della madre è epica

Un mal di testa epico … le facce di Emma sono epiche … scherzi epici … prevedo reazioni epiche … Grease è un film epico oltre ogni dire … una figura di m. epica … la nuova pubblicità di Actimel è la cosa più epica dell’anno … #CiaoDarwin epica puntatonatweet epici … il video di Singing in the Rain è epico … riuscissi a portare tacchi epici come questi … stronzate epiche …

Vi riconoscete in questi esempi d’uso dell’aggettivo epico? Viene associato a vari tipi di azioni e oggetti ideali e materiali, anche ordinari, con il senso di memorabile, indimenticabile, oltre misura, spettacoloso.

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Codiamo? Ehm… con cautela in Sardegna!

Comunicazione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca vista su Twitter:

“Codare”

Ho già espresso le mie perplessità sulla scelta del MIUR di preferire l’anglicismo coding a programmazione. Nel post avevo descritto incongruenze e imprecisioni nell’uso ed evidenziato lo svantaggio di non disporre di un verbo per descrivere l’azione corrispondente, come si ha invece con programmazione e programmare. Beh, mi sbagliavo: per il discutibile gioco di parole CODI-AMO al MIUR si sono inventati il verbo codare: io codo, tu codi, lui coda, noi codiamo…

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Personificazione: Zika come Ebola?

esempi di titoli: Zika arriva anche in Europa – Olimpiadi, cresce il timore per Zika – Zanzare geneticamente modificate contro Zika

In questi giorni si sente parlare molto del virus Zika (Zika virus) e della malattia che causa. Ho notato che il nome Zika viene usato quasi esclusivamente senza articolo. Esempi
♦  Zika è una malattia virale trasmessa da zanzare del genere «Aedes»
♦  …è scattata la corsa per sconfiggere Zika 
♦  …annunciato l’avvio delle ricerche di un vaccino per Zika

♦  …è il primo caso di trasmissione di Zika per via sessuale

Provate a sostituire Zika nei primi tre esempi con salmonella, dengue, AIDS, SARS o altri nomi di morbi o patologie e vedrete che le frasi funzionano solo se i nomi sono preceduti dall’articolo determinativo. Un altro esempio che evidenzia l’incongruenza:

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A caccia di doppiaggese!

Mi è piaciuto Un dialogo possibile?, il filmato realizzato dall’Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi per richiamare l’attenzione sul linguaggio “col quale si esprimono molti nostri giovani nutriti esclusivamente di fiction tv e film afflitti dal doppiaggese”.

Attenzione: se premete il tasto YouTube icon vi verranno installati cookie di terze parti, siete avvisati!

Vi sembra italiano standard o avete riconosciuto tutti i calchi? Ditelo nei commenti!

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Dove’è out there? Non sempre è là fuori

In un articolo sulle “baby carote” (!) tradotto dall’inglese ho letto che ci sono persone convinte che esistano agricoltori di baby carote là fuori, che coltivano baby carote che spuntano dalla terra e sono perfettamente pratiche e lisce.

È una traduzione molto letterale di there are baby carrot farmers out there who grow these baby carrots that pop out of the ground and are perfectly convenient and smooth.

Tarzan e Jane con espressione preoccupata. Tarzan pensa: IT IS A JUNGLE OUT THEREÈ un calco sempre più diffuso*, anche in contesti dove sarebbe preferibile un registro meno informale. Altri esempi: vorrei dire ai pazienti che hanno pensato al suicidio che si può trovare aiuto là fuori; ci sono donne, là fuori, che hanno deciso di fare la stessa scelta; non sono preoccupata per quello che la gente là fuori potrebbe pensare di me; ci sono un sacco di critici e scrittori professionisti là fuori che la pensano come voi.

In inglese out there può voler dire “molto lontano” (ad es. da qualche parte nello spazio: is there life out there?) o “all’esterno” e quindi anche “là fuori”, ma spesso non evoca alcun luogo e ha invece un significato figurato che vari dizionari lemmatizzano separatamente. Alcuni dettagli da Oxford Dictionaries:

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Salviamo limone, cipolla, mela e altri cibi!

Avete notato che in commercio da un paio di anni proliferano dei contenitori per alimenti che hanno la forma dell’alimento stesso?

SALVA CIPOLLA SALVA LIMONE SALVA PARMIGIANO REGGIANO

Hanno tutti lo stesso tipo di nome salva + alimento, ad es. Salva Aglio, Salva Mela, Salva Formaggio, e i produttori li catalogano come prodotti Salva Freschezza.

L’elemento formativo salva- da tempo è molto sfruttato nella pubblicistica, come indica la voce del Vocabolario Devoto-Oli, ma quello descritto è un nuovo uso, più recente:

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Elenco di anglicismi istituzionali

word cloud di anglicismi istituzionali

Mi ricollego a Inglesorum con un elenco di anglicismi che hanno una caratteristica in comune: sono usati da governo, istituzioni, politici o iniziative collegate.

Alcuni sono anglicismi insostituibili o utili, molti sono superflui. Ci sono anche esempi di calchi, di falsi amici, di pseudoprestiti e di inglese farlocco” (locuzioni in inglese poco idiomatico o addirittura errato ma facilmente comprensibile dagli italiani).

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Anglicismi governativi: educazione

Prima di continuare a leggere, a cosa vi fa pensare la parola educazione?

L’ha usata Matteo Renzi in un intervento alla giornata Italian Digital Day:

«Semplice – ha detto – riprenderci il futuro». Come? Puntando sul digitale e sull’educazione. «Oggi, potenzialmente, uno studente di un liceo italiano ha accesso a più informazioni di Bill Clinton quando era Presidente degli Stati uniti. Dobbiamo portare al centro dei nostri programmi la parola educazione. Se tu hai tutti gli strumenti e non li sai leggere, sei l’analfabeta della contemporaneità».

Il riferimento è al Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), dove si trovano molte occorrenze di educazione (ad es. un grande obiettivo strategico, portare definitivamente l’educazione italiana nell’era digitala o la visione di Educazione nell’era digitale).

Ho provato a cercare qualche commento sulla dichiarazione di Renzi e ho trovato conferme alla mia impressione che educazione stia diventando una parola ambigua, ad esempio:

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compare ≠ comparare

“Obama fa la smorfia e compara i repubblicani a Grumpy cat”

Qualche giorno fa Barack Obama ha fatto una battuta sui repubblicani, They’re like Grumpy Cat. Il riferimento è alla gatta dall’aspetto malmostoso* che su Internet è un fenomeno virale e anche un meme.

La notizia, Obama compares republicans to grumpy cat, è stata ripresa anche da alcuni media italiani. La traduzione Obama compara i repubblicani a Grumpy cat evidenzia un calco piuttosto frequente che fa confusione tra due diverse accezioni del verbo inglese compare.

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Preposizione ingannevole

Il 15 ottobre un corriere non è riuscito a consegnare un ordine che mi serviva subito. Quando ho consultato il sito per tracciare* il pacco e sapere dove e quando recuperarlo, mi sono preoccupata:

“Il pacco deve essere ritirato da: domenica 25 ottobre 2015”

Sul momento ho pensato di dover aspettare ben dieci giorni prima di poter ritirare il pacco (solo a partire dal 25 ottobre), poi ho capito che da era una traduzione poco accurata dell’inglese by, “entro”. C’è almeno un altro dettaglio sospetto, su <ora>, ma mi domando se chiunque consulti il sito si renda subito conto che c’è un errore di traduzione. 

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Interferenze dell’inglese: il problema di “con”

L’interferenza è qualsiasi mutamento fonetico, morfologico, sintattico o lessicale in una lingua causato dal contatto con un’altra. L’italiano contemporaneo la subisce soprattutto dall’inglese: prestiti, calchi e falsi amici sono fenomeni lessicali noti anche ai non esperti.

Un caso particolare riguarda la preposizione con, a cui sempre più spesso viene attribuita la funzione di altre preposizioni o di locuzioni che introducono un complemento di limitazione (indica il limite o l’ambito entro cui vale ciò che si dice), come in quanto a, relativamente a, in fatto di, riguardo a, per ciò che riguarda. Gli esempi più tipici sono problema con xyz, cosa succede con xyz e cosa fare con xyz.

Sempre più problemi *con

grafico delle occorrenze di un problema con in Google Ngram Viewer

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Disordini e disturbi

In una notizia su un trapianto innovativo, il corrispondente da Londra di un telegiornale ha dichiarato che la paziente aveva sofferto di un grave disordine sanguigno. È una palese traduzione letterale di blood disorder che in italiano corrisponde a malattia del sangue.

La parola inglese disorder può descrivere in modo generico vari tipi di disturbo, disfunzione o malattia: rare disorder, some kind of disorder, sleep / eating / mental / affective / social / skin disorder…

disorders
Le locuzioni più frequenti di sostantivo+disorder in inglese in Google Ngram Viewer. 

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“qui per rimanere” ormai è “qui per restare”

Sono convinta che ciascuno di noi abbia delle preferenze e delle idiosincrasie per alcune parole e locuzioni, ad es. a me danno fastidio i calchi dall’inglese che prendono il posto di espressioni italiane, come quando si dice che tra due persone “c’è chimica ( chemistry) anziché alchimia. Un altro calco a cui non riesco ad abituarmi è modellato sulla locuzione be here to stay. Alcuni esempi:

Titoli: 1 Internet è qui per restare; 2 I Pokémon sono qui per rimanere! 3 La sharing economy è qui per restare; 4 L’arte digitale è qui per rimanere; 5 La criminalità informatica esiste ed è qui per restare

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