Le differenze tra rifugiati e migranti

[Settembre 2015] Nelle discussioni sull’emergenza umanitaria in Europa la comunicazione è spesso ambigua perché alle due parole chiave migrante e rifugiato vengono attribuiti significati diversi a seconda del contesto e di chi le usa, come già descritto in Migranti, emigrati e immigrati e in Refugee e rifugiato: il lessico della migrazione.

Penso possa essere utile illustrare alcune differenze usando un approccio onomasiologico (orientato al concetto) tipico del lavoro terminologico. In questo schema semplificato ho raccolto alcuni concetti chiave partendo dal concetto sovraordinato seguito dai concetti subordinati disposti gerarchicamente:

Sistema concettuale semplificato delle persone che lasciano il proprio paese

Prima però di continuare a leggere, provate a individuare i concetti (le due “caselle”) a cui secondo voi corrispondono i termini migrante e rifugiato.

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Tipi di #hashtag

vigneta someecards: #have #hashtags #become #a #permanent #part #of #our #society?

Chi usa Twitter e altri social network può scegliere tra due tipi di hashtag: 1 hashtag con la funzione “classica” di parola chiave, usati per la categorizzazione dei messaggi e la ricerca per argomenti, ad es. #anglicismi, e 2 hashtag con una funzione “social(e)” di commento, spesso composti da più parole, come #muoiodalridere o #nonsenepuòpiù.

Sono chiamati 1 index hashtag e 2 commentary hashtag in uno studio americano che rileva alcune tendenze d’uso in Twitter, riassunte da There are Two Kinds of Hashtags. Mi pare valgano anche per l’italiano:

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Telefoni in vacanza

punto ricezione cellulari 45 minuti a piedi

Ho visto questi cartelli nel parco nazionale dell’Aspromonte nel 2009. A distanza di sei anni appaiono datati, non solo perché presumo che nel frattempo la copertura dei ponti radio sia migliorata e i tempi di percorrenza diminuiti, ma anche per l’uso della parola cellulare.

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Refugee e rifugiato: il lessico della migrazione

In diverse lingue europee si discute del lessico della migrazione e nei giorni scorsi vari media italiani hanno dato risalto a una notizia sull’uso delle parole migrant e refugee in inglese, Why Al Jazeera will not say Mediterranean ‘migrants‘.

Come spesso succede con i riferimenti linguistici, molti hanno dato per scontato che ci fosse totale equivalenza tra le parole, i loro usi e le loro connotazioni in inglese e italiano.

Non hanno considerato che le parole non devono essere isolate dai sistemi concettuali a cui appartengono perché raramente c’è piena corrispondenza tra lingue diverse. Il loro uso è anche influenzato dalle altre parole disponibili in ciascuna lingua. Per l’inglese britannico lo illustra in modo efficace Karl Sharro, libanese che vive a Londra:

The Lexicon of Global Migration 

L’immagine satirica evidenzia parecchie differenze lessicali tra inglese e italiano:

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Si può leggere il focus?

Un post di qualche anno fa, focus ≠ focus, continua ad avere molte visualizzazioni da chi cerca il significato di questa parola latina entrata in italiano attraverso l’inglese (anglolatinismo) e ormai diffusissima nei media. Risulta però poco trasparente e i dizionari di italiano non registrano ancora il significato di “cosa, persona o situazione a cui si presta particolare attenzione”, “centro dell’interesse”, “punto focale”, “enfasi” con cui è stata presa in prestito dall’inglese.

Ho notato che focus ora sta acquisendo anche nuove accezioni inesistenti in inglese, come mostra questo esempio:

Più ore dedicate alla matematica migliorano i risultati? Leggi il focus

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Falsa onestà

L’attore americano Bryan Cranston si è espresso su Donald Trump, il candidato alla presidenza americana noto per non avere peli sulla lingua, dicendo che there’s something great about his ‘I-don’t-give-a-sh*t’ attitude that really kind of keeps others honest.

Ho visto la frase tradotta con C’è qualcosa di grandioso nel suo fottersene di tutto, serve a rendere gli altri più onesti, dove spicca un falso amico molto comune nel doppiaggese.

vignettaL’effetto attribuito a Trump non è morigerante:  non è associabile al significato di onesto, e cioè moralmente integro, con comportamenti improntati al lecito e alla correttezza, probo.

Può avere questi significati anche honest in inglese, però l’accezione prevalente, non condivisa in italiano, è “not hiding the truth about something”, quindi sincero, schietto, esplicito, franco: ad esempio, la premessa I’ll be honest (with you) equivale a “sarò sincero”.

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Minions: la localizzazione di Villain-Con

VILLAIN-CON, THE BIGGEST GATHERING OF CRIMINALS ANYWHERE

Sta per uscire la versione italiana del film di animazione Minions, con protagonisti gli organismi gialli unicellulari “perennemente al servizio del più spregevole dei padroni”.

Una parte della storia è ambientata a VillainCon, una convention di cattivi. Ho visto due trailer italiani e ho notato un dettaglio curioso: nelle animazioni Villain-Con rimane in inglese ma nei dialoghi è stato tradotto in due modi diversi: Villaggio Cattivi nel trailer uscito nel 2014 ed Expo Cattivi in quello di agosto 2015.

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Dismaland: derelict ≠ derelitto

I media britannici hanno dato grande risalto alla notizia del parco tematico Dismaland aperto dall’artista Banksy in un’area dismessa del lido di Weston-Super-Mare. Nelle descrizioni in inglese è ricorrente l’aggettivo derelict, che riferito a luoghi ed edifici significa in avanzato stato di abbandono, in rovina, cadente, fatiscente, decrepito.

immagine e didascalie da The Guardian: Banksy's Dismaland: ‘a theme park unsuitable for children’. The castle’s derelict, Cinderella’s pumpkin has crashed, and the seagulls are on the attack ... Banksy has opened a theme park called Dismaland at a disused lido in Weston-super-Mare. The show has been shrouded in secrecy for weeks, and locals had been led to believe it was a film set for a Hollywood thriller.

I media italiani hanno ripreso la notizia traducendo letteralmente derelict con derelitto, in particolare per descrivere il castello delle fiabe modellato su quello di Disneyland. Non si sono però resi conto che derelict e derelitto sono falsi amici: in italiano contemporaneo l’aggettivo derelitto si usa solamente per descrivere persone prive di ogni tipo di conforto familiare o sociale e di ogni mezzo di sostentamento, ma non per luoghi o edifici.

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Comunicazione in ospedale

Comunicazione scritta

Nell’ospedale dove tenevo compagnia a una persona malata avevo sempre sotto gli occhi questo avviso:

IMPORTANTE!!!! SI INFORMANO I SIG. PAZIENTI PORTATORI DI PROTESI DENTARIA NEL CASO IN CUI NECESSITANO DI RIMOZIONE DELLA STESSA, DI CHIEDERE AL PERSONALE L’APPPOSITA CUSTODIA, ONDE EVITARE SMARRIMENTI. SI RINGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE.

Mi aveva colpita il contrasto che facevano la sfilza di punti esclamativi e il tipo di carattere COMIC SANS, caratteristici di contesti informali, con il testo in puro burocratese, poco adatto per istruzioni a chi di solito porta protesi dentarie: anziani o persone non italiane, che potrebbero non essere abituati a decifrare testi complessi.

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hmm, mmm, mmh, uhm, ehm…

Oggi su Twitter si gioca con #GiornataMondialeDellOnomatopea, spunto per aggiungere un paio di osservazioni su un messaggio di errore che avevo visto nel sito di Apple:

Mmm, la pagina che hai richiesto non si trova.

Qualche mese fa vi avevo chiesto che effetto vi facesse e parecchi avevano confermato la mia impressione che in questo contesto l’ideofono mmm risulta insolito perché suggerisce innanzitutto apprezzamento per cibo. Per alcuni può comunicare ponderazione (“sto riflettendo”) ma soprattutto se scritto con un’h finale, mmh

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A is for Alphabet… G come Google

G is for GoogleGoogle diventa parte di una nuova struttura societaria chiamata Alphabet. L’ha annunciato ieri Larry Page in un comunicato intitolato G is for Google e ho notato che nei media italiani è stata usata la traduzione letterale La G sta per Google anziché quella idiomatica che mi sarei aspettata, G come Google.

Phrasal template

La formula X is for Xyz è un “phrasal template”, una frase che segue uno schema specifico e al suo interno ha una o più variabili che possono essere sostituite solo da alcune categorie di parole. Questo esempio è un particolare tipo di collocazione in origine associato all’uso degli abbecedari: X è una lettera dell’alfabeto e Xyz un nome che inizia con la stessa lettera, ad es. B is for bee. La locuzione italiana equivalente è X come Xyz, ad es. A come ape.

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Grammatica e traduzione: il wherever di Trump

esempi di notizie

Il magnate americano Donald Trump ha insinuato che la giornalista che gli aveva posto alcune domande sgradite fosse aggressiva causa mestruazioni. Ha dichiarato: “You could see there was blood coming out of her eyes, blood coming out of her wherever”.

Anche i media italiani hanno riportato la notizia e tradotto la frase con le usciva il sangue dagli occhi, le usciva il sangue da ogni dove (o dovunque / da tutte le parti / dappertutto).

Ho visto alcuni commenti perplessi, come ad es. a me risulta difficile associare "da ogni dove" al sangue mestruale (qui*), che evidenziano un’imprecisione nella traduzione

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FOIA, una legge dal nome bestiale

Il governo ha riassunto la legge di riforma della della pubblica amministrazione, approvata il 4 agosto 2015, in una presentazione coloratissima che pare rivolta a tutti i cittadini.

Dopo il Jobs Act, è confermata la tendenza “farlocca” a usare nomi inglesi per future leggi italiane. Il nuovo esempio è il Freedom of Information Act:

[slide] Trasparenza obbligatoria – Con il FREEDOM OF INFORMATION ACT (FOIA) l’accesso ai dati e ai documenti della Pubblica Amministrazione, anche non pubblicati, diventa  possibile e per tutti. L’Italia si pone così tra i Paesi più avanzati del mondo.

Domanda retorica: che bisogno c’è di scimmiottare di nuovo gli americani (il Freedom of Information Act è stato promulgato negli Stati Uniti nel 1966) per dare il nome a una legge italiana che riguarderà la PA italiana? Perché non si può descrivere come legge per la libertà sull’informazione o, aggiungo dai commenti qui sotto, legge sull’accesso all’informazione?

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