Zap → WhatsApp → “uozzap”

gruppo Wazzup dei genitori

Nel 2015 il nome WhatsApp ormai fa parte del lessico quotidiano di milioni di italiani, ma per molti risulta ostico: nelle comunicazioni scritte informali si trovano variazioni di ogni genere (watsap, wattsap, wattsapp, uotsap, uatsapp, uatsap, uorzap…) e nella pronuncia prevale “uozzap”.

WhatsAppNessun dubbio di ortografia se invece l’app fosse stata chiamata Zap, il nome alternativo preso in considerazione dai suoi ideatori americani. Non so quale delle diverse accezioni di zap avessero in mente, probabilmente volevano comunicare rapidità e vivacità.

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Con il whaling abboccano i pesci grossi

Un articolo della BBC, ‘Whale’ finance fraud hits businesses, descrive la truffa digitale mirata in modo specifico a chi ricopre ruoli dirigenziali.

immagine di amo e tastieraQuando un manager è fuori sede, da un indirizzo email molto simile al suo viene inviata ai responsabili finanziari dell’azienda una richiesta di effettuare pagamenti ingenti a terzi. Viene allegata documentazione verosimile e si motiva l’urgenza con possibili penali o conseguenze legali e l’impossibilità di procedere mentre si è fuori sede. Pare che finora molti abbiano abboccato.

Questo tipo di truffa, noto ormai da alcuni anni, viene chiamato whaling (“caccia alla balena”) perché si tratta di phishing (“pesca dei dati”) che però prende di mira solamente i pesci grossi (big fish).

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Rai, Expo e i falsi amici foolish e folle

Il 16 ottobre è la Giornata mondiale dell’alimentazione (World Food Day), quest’anno celebrata ufficialmente all’Expo a Milano. In questa occasione diversi canali Rai mandano in onda un documentario intitolato Hungry and Foolish, la grande avventura del cibo.

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Nel sito Rai, Siate affamati, siate folli spiega perché è stato “scelto un titolo che nessuno sa pronunciare” e ovviamente viene fatto riferimento all’ormai notissima frase attribuita a Steve Jobs (ma non sua!). Non ho visto il documentario, ma dalle informazioni disponibili pare che nessuno degli autori si sia reso conto che in inglese foolish non vuol dire folle (demenziale, sconsiderato, in preda alla follia) ma sciocco, stupido, poco ragionevole.

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Anglicismi governativi: stepchild adoption

uomo 1: “VOGLIONO LA STEPCHILD ADOPTION” uomo 2: “CAZZO! E IO NON SO NEANCHE L’INGLESE”
Vignetta di Altan via F.M. Fontana

Nelle dichiarazioni dei politici e nelle notizie sul disegno di legge “Cirinnà” sulle coppie di fatto e sulle unioni civili è ricorrente la locuzione stepchild adoption, l’adozione del figlio biologico del partner nelle coppie dello stesso sesso. È un anglicismo insostituibile, utile o superfluo?

La locuzione stepchild adoption viene presentata dai media come un istituto del diritto anglosassone, quindi si tratterebbe di un termine di un ambito specialistico che rappresenta un concetto specifico. Ho enormi perplessità su questa interpretazione.

Stepchild adoption: lessico comune o specialistico?

Stepchild è una parola del lessico comune inglese che equivale a figliastro, senza però le connotazioni negative della parola italiana. Anche la locuzione stepchild adoption non ha particolari significati specialistici e pare piuttosto un’invenzione della politica italiana.

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Unicorni e altri neologismi dalla Silicon Valley

La rivista americana Computer World ha descritto alcuni neologismi legati alle nuove tecnologie e alle startup. Alcuni rimarranno occasionalismi, altri invece si stanno già affermando: riporto i più interessanti e uno estremamente ridicolo per gli italiani.

immagine della copertina di Fortune: The Age of UnicornsUnicorn è una metafora popolarizzata dalla rivista Fortune all’inizio del 2015 per descrivere le startup che hanno una valutazione superiore al miliardo di dollari.

Queste particolari startup parevano rarissime, come la creatura mitologica da cui prendono il nome, ma nella Silicon Valley ormai hanno superato il centinaio e così sono nati altri neologismi: decicorn, startup con valutazione superiore ai 10 miliardi di dollari, e quinquagintacorn, oltre i 50 miliardi. Per ora c’è un unico quinquagintacorn, Uber, che per questo è stato soprannominato ubercorn.

Se un unicorno fallisce le aspettative prima di essere quotato in borsa e muore, diventa un unicorpse, parola macedonia formata da unicorn+corpse.

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Sentenza: è un falso amico

Queste frasi tradotte dall’inglese hanno in comune un falso amico:

Obama ha deciso di intervenire sulla sentenza e ridurla a 4 anni.
Ha scontato una sentenza in una prigione statale e due sentenze in prigioni federali.
Sono state eseguite sentenze di morte per impiccagione, camere a gas e iniezioni.
Il sistema penitenziario statunitense è molto criticato per la durezza delle sue sentenze.

In ciascuna frase la parola inglese sentence è stata tradotta letteralmente con sentenza, senza considerare che in italiano la sentenza è il provvedimento con cui il giudice definisce, in tutto o in parte, il processo sottoposto al suo giudizio (cfr. inglese ruling).

In inglese invece sentence è “the punishment assigned by a court”, quindi una condanna, il provvedimento con il quale il giudice infligge una pena o impone un obbligo e, in senso esteso, la pena inflitta.

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La risemantizzazione di twitter

testo del sommario (dimissioni sindaco Marino): “Sono tanti ad invitare il primo cittadino a resistere che si scontrano con i twitter che chiedono l’addio definitivo”

Il sommario di questa notizia ha attirato la mia attenzione per due motivi: la struttura della frase e i twitter, che inizialmente ho interpretato come “chi usa Twitter”, per me un’accezione del tutto nuova. Poi però ho concluso che chi ha titolato intendeva invece i messaggi (tweet) e che la confusione era dovuta alla sintassi molto approssimativa.

L’ho capito perché ho già notato parecchie occorrenze di twitter (numerabile, iniziale minuscola) usato come sinonimo di tweet, un uso non convenzionale che si riscontra anche nei media. Esempi:

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Politicamente corretto nello spazio

vignetta di sinann, “leaving the space station unmanned”

In previsione della “conquista” di Marte, in inglese (americano) si discute come descrivere le missioni spaziali senza equipaggio. L’uso dell’aggettivo unmanned (e dell’antonimo manned) non è ritenuto politicamente corretto perché contiene la parola man che esclude le donne e impedirebbe alle bambine di pensare di potere fare l’astronauta.

La guida di stile della NASA specifica che per evitare linguaggio sessista non vanno usati gli aggettivi manned e unmanned, da sostituire con human, piloted, un-piloted o robotic.

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Dirac, fermio e altri termini da Nobel

tweet di Radio3 Scienza del 7 ottobre 2015: “Lo sapete cos’è un dirac? L’unità di misura dei silezioni: 1 parola/h”

Potete ascoltare l’origine del dirac, goliardica unità di misura della loquacità, nella puntata di Radio3 Scienza dedicata al premio Nobel per la fisica 2015. Il dirac prende il nome da Paul Dirac, vincitore nel 1993 e famigerato per la sua estrema riluttanza a parlare.

Molti termini scientifici sono eponimi, sia nella forma x di <scienziato> (morbo di Alzheimer, gabbia di Faraday ecc.) che come formazioni derivate dal nome proprio. Tra queste ce ne sono diverse che onorano vincitori del premio Nobel.

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I Minion parlano minionese

Non occorre aver visto il film di animazione Minions (2015) per sapere come parlano i personaggi gialli unicellulari che imperversano in parecchie pubblicità.

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Il regista del film, Pierre Coffin, dà la voce a tutti i Minion. Usa un mix di onomatopee e di parole di varie lingue (inglese, spagnolo, italiano, indonesiano, coreano, giapponese…), scelte tra quelle che suonano più buffe e divertenti. Il significato non è trasmesso dalle parole (semantica) ma dal contesto e dal modo in cui sono pronunciate (pragmatica).

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Migranti: cos’è un hotspot?

[2016] Sintesi del post per chi arriva qui cercando il significato di hotspot:

Nel contesto specifico dei flussi migratori verso l’Unione europea, in inglese il termine hotspot ha due diverse accezioni. Definizioni da IATE, il database terminologico delle istituzioni dell’Unione europea:

  1. punto di primissimo smistamento allestito in prossimità dei luoghi di sbarco degli Stati di frontiera, in cui gli agenti della locale polizia di frontiera insieme a esperti e tecnici dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo, di Frontex ed Europol assicurano una rapida identificazione e registrazione dei migranti in arrivo nonché il prelievo delle impronte digitali con l’obiettivo di distinguere quelli che hanno bisogno di protezione internazionale da quelli che non ne hanno bisogno.
  2. zona alla frontiera esterna dell’UE interessata da pressione migratoria sproporzionata.

Nelle comunicazioni dell’UE in italiano entrambe le accezioni sono rese con la locuzione punto di crisi. Politici e media italiani preferiscono invece l’anglicismo hotspot, spesso usato a sproposito e senza distinguere tra i due diversi significati. 

Si nota infatti una grande confusione terminologica, come evidenziato nella descrizione dell’uso di hotspot nei media nel 2015 che si può leggere nel post originale (qui sotto).

hotspots in Italy and Greece as of 12 January 2016 – European Commission


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Primo ottobre

Festa dei remigini

I millennial probabilmente non sanno che per i loro genitori una frase come si avvicina il primo ottobre era sufficiente per evocare la fine delle vacanze estive e il ritorno a scuola, che ogni anno iniziava per tutti il primo ottobre, e che gli alunni di prima elementare si chiamavano remigini.

Sono conoscenze enciclopediche che mi danno lo spunto per ricordare un dizionario molto divertente da sfogliare, Parole per ricordare – Dizionario della memoria collettiva, di Massimo Castoldi e Ugo Salvi, sottotitolato Usi evocativi, allusivi, metonimici e antonomastici della lingua italiana. C’è anche la voce remigino:

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