Aggiornamenti su coding

Coding è una delle 500 nuove parole dell’edizione 2016  del Vocabolario Zingarelli:

 coding [vc. inglese propr. ‘codifica’ – 2013] (inform.) programmazione, spec. come materia scolastica – Vocabolario Zingarelli 2016

Non mi pare sia stata ancora accolta negli altri dizionari di italiano ma penso che si adegueranno perché da circa un anno il Ministero dell’Istruzione (MIUR) promuove l’uso dell’anglicismo coding in sostituzione a programmazione.

Non condivido questa scelta terminologica, già discussa qui, ma torno sull’argomento in occasione dell’Ora del Codice, nelle scuole dal 7 al 13 dicembre 2015.

Le incongruenze del MIUR

In questi mesi ho seguito alcune iniziative del MIUR e ho notato incongruenze nella comunicazione: nelle descrizioni di programmi ed eventi e nei social media prevale coding, invece nelle risorse per studenti e insegnanti è privilegiato programmazione.

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Growth Act Liguria: potrebbe anche far schifo!

Dal Giornale della Giunta della Regione Liguria del 16 novembre 2015 (grassetti miei):

Legge sulla crescita e gli investimenti. Growth Act Liguria ECCO IL GROWTH ACT: LEGGE SULLA CRESCITA
272 milioni per rilanciare le imprese liguri e far ripartire la Liguria. Il pacchetto di misure che formano il Growth Act, il provvedimento per la crescita economica della regione, sarà condiviso con tutti i soggetti sociali ed economici. Da questo confronto uscirà la legge.

I legislatori liguri che hanno preso a modello il Jobs Act si sono dimostrati ignoranti come i loro colleghi al governo: in inglese la parola act, in particolare se scritta con l’iniziale maiuscola, identifica un atto legislativo approvato dal parlamento e promulgato dal capo dello stato, quindi un concetto che non ha nulla a che vedere con questo provvedimento.

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Cibi corretti

Le descrizioni di questi prodotti vi invogliano al loro acquisto?

Salame di prosciutto. Corretto, non presenta difetti. Ravioli al pecorino e miele. Complessivamente corretti senza difetti evidenti Misto funghi con asparagi. Buon abbinamento, pulito e corretto.

Ho notato questi esempi in due volantini dei supermercati LIDL, dove ho visto anche salmone affumicato corretto, pulito, con aromi non forzati, peperoncini sottolio giustamente piccante [sic], sapore e olio corretti, battuto di olive dal sapore e aromi corretti, funghi caratteristici e puliti, struttura corretta, confetture corrette, caratteristiche e piacevoli e vari tipi di gelato, ciascuno dei quali è corretto e piacevole.

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Crash blossom, protagonista la polizia di Miami

Oggi molti media italiani riportano questa notizia, segnalatami da Rere:

Nuovo video-shock a Miami: la polizia uccide un uomo con un rasoio.

È un esempio di ambiguità sintattica in un titolo di giornale nota in inglese come crash blossom. Come già indicato qui, deriva dal titolo Violinist linked to JAL crash blossoms, riferito a una violinista giapponese che “sboccia” (blossoms) dopo la morte del padre in un disastro aereo (crash), ma interpretato come se avesse a che fare con fantomatici “fiori di schianti” (crash blossoms).

L’ambiguità del titolo (chi aveva il rasoio, la polizia o l’uomo?) ricorda molto quella degli esempi di chi guarda qualcun altro con il cannocchiale, un classico nei corsi di linguistica:

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Sicurezza stradale in Italia: Young & Road

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logo Young & RoadYoung & Road
è il nome di un progetto per la sicurezza stradale finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

Me l’ha segnalato meta/phr(eɪ)Ze come esempio di inglese farlocco: parole facilmente comprensibili anche da chi ha conoscenze rudimentali dell’inglese, ma che insieme sono poco idiomatiche o addirittura errate. In questo caso, chi si è inventato Young & Road non ha saputo applicare alcuni meccanismi lessicali che sono usati anche in italiano.

X & Y

I nomi del tipo X & Y, ricorrenti in marchi e nomi di attività commerciali, sono parole polirematiche: elementi lessicali, formati da più di una parola, che hanno una particolare coesione strutturale e semantica interna. Nello schema X & Y, le due variabili appartengono alla stessa categoria lessicale: due sostantivi, due verbi oppure due aggettivi (poche eccezioni, ad es. formazioni con nomi propri). Esempi di marchi italiani di questo tipo: poltrone e sofà, Stira & Ammira, Libera e Bella.

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Glossario IKEA → inglese!

vignetta Tim Harries

Per chi si è mai domandato cosa vogliano dire i nomi dei prodotti IKEA, Language Hat segnala The IKEA Dictionary, un elenco di più di 1300 nomi in ordine alfabetico* con traduzione in inglese, link a Wikipedia per i riferimenti  meno comuni e a Google Maps per quelli geografici, con simboli che classificano i nomi:

Proper Swedish words parola svedese
Improper Swedish words parola pseudosvedese o non standard
First names. Mostly Swedish, some Scandinavian, occasional exotic names. nome proprio svedese o scandinavo
Geographical names. Swedish, Danish, Norwegian or Finnish. toponimo svedese, danese, norvegese o finlandese
A few names that defy categorization nome inclassificabile
Mystery names nome misterioso

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Algocrazia

immagine da IEET.orgConoscete già il concetto di algocrazia, il “potere degli algoritmi”?

Ha origine negli Stati Uniti: il termine algocracy è apparso nel 2006 in Virtual Migration, un libro di A. Aneesh che descrive sistemi di governance informatizzati dove è il codice (algoritmi) che determina, organizza e vincola le interazioni umane con quei sistemi.

La parola è formata da algo, abbreviazione informale di algorithm, e dall’elemento formativo –cracy, che in inglese può essere combinato con parole di qualsiasi origine.

Aneesh ha usato il concetto di algocracy e l’aggettivo algocratic per descrivere nuove tipologie di lavoro nell’economia globale. A differenza della burocrazia, intesa come il potere amministrativo basato su leggi e regolamenti ed esercitato da una gerarchia, l’algocrazia si avvale del codice e della sua programmabilità per creare modalità di lavoro dove si può agire solo come previsto dagli algoritmi, riducendo così la necessità di supervisione e controllo.

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Brandalism e subvertising

brandalism logo

Tra i meccanismi di formazione di neologismi più produttivi dell’inglese ci sono sicuramente le parole macedonia. Due esempi molto efficaci visti ieri sono subvertising (subverting / subversive + advertising) e brandalism (brand +vandalism) con il verbo brandalise.

Sono parole che descrivono le attività di Brandalism, un gruppo di artisti britannici che stravolge le pubblicità di alcuni noti marchi (brand) per comunicare un messaggio alternativo (anti-advertising). In occasione della conferenza sul clima COP21 a Parigi sono stati creati e affissi centinaia di nuovi manifesti. Due esempi:

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Inglese farlocco: JOB&Orienta

JOB&Orienta

In questi giorni a Verona si sta svolgendo JOB&Orienta, “il più grande salone nazionale sull’orientamento, scuola, formazione e lavoro”, un evento rivolto a un pubblico italiano e organizzato* in collaborazione con due ministeri italiani.

Non capisco la logica del nome ibrido JOB&Orienta. La parola orienta è un verbo, presumo di modo indicativo anziché imperativo, e il segno & fa concludere che anche la parola JOB appartenga alla stessa categoria grammaticale, però come va interpretata? In inglese il verbo job esiste ma è comune solo nella forma jobbing, altrimenti ha accezioni molto particolari.

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Torta di limoncello e polenta (glutine libero!)

foto di torta di farina gialla con cartellini Torta di Limoncello e Polenta e Gluten Free - Glutine Libero
Foto da Is gluten intolerance a ‘fad’? Not if you have coeliac disease via @antonhellas

Dove è stata fatta questa foto? Molto probabilmente nel Regno Unito in qualche locale che si spaccia per italiano.

L’errore più evidente è gluten free (“free from gluten“), che è stato tradotto letteralmente glutine libero anziché senza glutine (no, non è traduzione automatica!).

Mi pare però più utile registrare il potenziale falso amico polenta, che in inglese è anche la farina di granoturco, un ingrediente di base, mentre in italiano standard è solo la pietanza.

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Ingredienti audaci

L’adattamento fatto per la confezione italiana dei biscotti digestive è efficace perché rende esplicite informazioni che invece in inglese sono implicite. Non si può dire altrettanto di questa frase da un articolo intitolato Presente e futuro del cibo sugli aerei:

Gli chef che decidono i menu hanno anche incorporato sapori più forti e ingredienti più audaci: l’aioli, le barbabietole e i finocchi.

Cosa vi ha fatto capire subito che è una traduzione? L’accostamento insolito di audace e ingrediente o i tre alimenti, che per un lettore italiano non sono particolarmente azzardati?

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Biscotti: digestive ma non digestivi

foto di pacchetto di biscotti con la scritta L’ESPRESSIONE INGLESE DIGESTIVE NON STA AD INDICARE CHE IL PRODOTTO POSSIEDA CARATTERISTICHE DIETETICHE DIGESTIVE

Nella foto qui a destra un esempio di localizzazione efficace: su una confezione italiana dei tipici biscotti inglesi digestive è chiarito che non hanno alcuna proprietà digestiva.

L’origine del nome è spiegata da Wikipedia: i biscotti digestive erano stati ideati nel 1839 da due medici scozzesi che ritenevano che l’alto contenuto di bicarbonato di sodio nella ricetta avesse proprietà antiacido, ma ignoravano che con la cottura il bicarbonato si trasforma in carbonato di sodio, sostanza che non interferisce con la produzione di acido.

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