L’idioma dei giornalisti

GIORNALISTA

Alcune frasi recenti da quotidiani italiani:

Lo studio degli idiomi va incoraggiato A Cupertino si sente spesso parlare il nostro idioma La funzionalità introdotta da Google ora funziona anche nel nostro idioma Padroneggiare due idiomi aumenta la quantità di sostanza grigia nel cervello Rivolgendosi al tedesco Weber, il presidente della Commissione ha mutato idioma.

È da un po’ di tempo che ci faccio caso: se si escludono gli usi ironici, letterari o aulici, raramente c’è chi dice idioma al posto di lingua, come invece fanno i giornalisti. È un esempio della “priorità variazione” che impedisce di usare la stessa parola due volte, anche a scapito della chiarezza: l’ho descritta in Variazione e ripetizione (con partita Iva e tweet).

Lingua e idioma possono essere sinonimi, ma idioma ha connotazioni di peculiarità* e quindi non è una parola adatta a tutti i contesti e registri come invece lingua. A volte la preferenza per idioma sfiora il ridicolo, come in questo esempio di idioma madre:

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Link corrotti: di chi è la colpa?

Purtroppo questa pagina non è disponibile. È possibile che il link che hai seguito sia corrotto o che la pagina sia stata rimossa.

Questo messaggio di errore di Facebook è apparso su Italians sotto il titolo Facebook e il link “corrotto” con un commento divertente di Fabio Zilberstein:

  «La corruzione dilaga anche nei social network. Persino Facebook con i suoi mezzi non puo’ fare a meno dei traduttori automatici. Con il risultato che vedete: “Corrupted link” diventa “link corrotto” (invece che: danneggiato, non corretto…). O forse oggi dovremmo dire link corrott-oso? Sarà colpa del bisestile: anno bisesto, link funesto»

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Narcisi, porri e asfodeli

Il primo marzo nel Galles è St. David’s Day, festa del santo patrono. Il paese britannico ha la peculiarità di avere due simboli, il porro (leek) e il narciso (daffodil), e il motivo è linguistico: in gallese le due piante hanno nomi simili, cennin e cennin Pedr (“porro di san Pietro”), da cui la confusione e il doppio simbolo.

Etimologia di daffodil

asfodelo nel Parco della SilaIl nome inglese daffodil ha un’etimologia curiosa: fino al XVI secolo si chiamava affodil, a cui poi è stata aggiunta una d iniziale di cui non è ben chiara l’origine.

Affodil, dal latino affodilus, variante di asphodĕlus dal greco, era entrato in inglese come nome dell’asfodelo – in inglese moderno asphodel – ma poi era stato erroneamente attribuito al fiore noto anche come narcissus.

Le due piante però non si assomigliano: il daffodil che cresce spontaneo nel Regno Unito infatti è il trombone (Narcissus pseudonarcissus) con fiori gialli campanulati, mentre l’asfodelo ha fiori bianchi in racemi.

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La censura petalosa di Facebook

vignetta Andrea NicolucciLa storia di petaloso ha avuto anche risvolti sgradevoli: fraintendimenti, pregiudizi e commenti negativi di ogni genere, come spesso succede sui social network.

Torno sull’argomento perché Facebook ha censurato* l’analisi postata da Vera Gheno, la sociolinguista che cura il profilo Twitter dell’Accademia della Crusca.

Una vicenda assurda raccontata da Michele Cortelazzo in Le bufale su petaloso, dove trovate anche il testo oscurato. Vi consiglio di leggerlo perché è molto arguto, anche se è sconsolante constatare tali livelli di ignoranza e incapacità di comprendere correttamente un testo, unite a maleducazione, animosità e smania di apparire a tutti i costi.

Ricorre ad esempio una convinzione distorta sulle finalità dei vocabolari moderni, che non legittimano l’uso delle parole perché non sono prescrittivi ma descrittivi. È un equivoco in cui è caduto anche il ministro Alfano qualche tempo fa, cfr. Polemiche di ferragosto: vu cumprà e vocabolari.

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Facebook: reazioni internazionali

Facebook ha introdotto alcune nuove funzioni che si aggiungono al pulsante Mi piace (Like) per interagire in modo più specifico con i contenuti altrui. Nella versione italiana si chiamano reazioni ma nelle discussioni prevale il nome inglese reactions, chissà perché.

Se si confrontano in nomi delle reazioni nelle principali lingue europee, si possono notare scelte diverse di localizzazione:

reazione inglese italiano spagnolo francese tedesco
Like Facebook Like Mi piace Me gusta J’aime Gefällt mir
Love Facebook Love Love Me encanta J’adore Love
Haha Facebook Haha Ahah Me divierte Haha Haha
Wow Facebook Wow Wow Me asombra Wouah Wow
Sad Facebook Sad Sigh Me entristece Triste Traurig
Angry Facebook Angry Grrr Me enfada (E)
Me enoja (int.)
Grrr Wütend

Quasi tutte le lingue usano un insolito mix di forme verbali, aggettivi e ideofoni, con l’eccezione dello spagnolo che mostra scelte formalmente più coerenti. 

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Petaloso

Una storia molto carina: Il piccolo Matteo inventa la parola “petaloso” e la Crusca risponde.

narciso Rip Van WinkleLa redazione Consulenza linguistica dell’Accademia della Crusca ha spiegato a Matteo che petaloso è una parola ben formata: è un aggettivo denominale, da petalo + oso, con il significato di “pieno di petali”, “con tanti petali”.

Per far entrare la parola nel vocabolario bisogna però che la usino in molti. Per diffonderla, l’autore dell’articolo ha lanciato l’hashtag #petaloso.

Petaloso mi pare l’aggettivo perfetto per il descrivere il narciso Rip Van Winkle della foto!

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Plumbago, un’app non floreale

Ho trovato insolita ma efficace la scelta di chiamare Plumbago un’app Microsoft per tablet che si usa come un bloc notes digitale per prendere appunti e fare schizzi usando uno stilo (ma anche le dita oppure il mouse).

Plumbago n. 1 old-fashioned term for graphite 2 an evergreen flowering schrub [sic] or climber which is widely distributed in warm regions. Also called leadwort.

Mi piacciono molto i fiori celesti del Plumbago ma non sapevo che in inglese fosse anche il nome ormai obsoleto della grafite, il minerale che consente di scrivere e disegnare con le matite e che chiarisce la scelta del nome dell’app.

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Anglicismi governativi: Patent Box

Oggi il governo Renzi compie due anni, riassunti graficamente nel sito della Presidenza del Consiglio con l’hashtag #ventiquattro, un video, alcune immagini e questa word cloud:

word cloud governo

Non conoscevo la locuzione patent box e ho fatto qualche ricerca. Il Ministero dello Sviluppo Economico e altri siti governativi descrivono il patent box (sostantivo maschile) come un regime di tassazione agevolata sui redditi derivanti dalle opere di ingegno, ma non spiegano perché l’hanno chiamato così.

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Brainstorming e formazione dei termini in L2

brainstorm

Brainstorming: possiamo dirlo in italiano? è una bella consulenza dell’Accademia della Crusca che spiega perché brainstorming è un anglicismo insostituibile: è molto diffuso, in uso ormai da decenni e nessuna “traduzione” italiana è risultata sufficientemente precisa o efficace.

L’origine di brainstorming e le alternative proposte da chi rifiuta il prestito mi danno lo spunto per ricordare alcuni aspetti del lavoro terminologico

Le risemantizzazioni di brainstorming

Le prime occorrenze di brainstorm in inglese risalgono alla fine del XIX secolo. All’inizio la parola, letteralmente “perturbazione nel cervello”, indicava una disfunzione cerebrale momentanea, ad es. un attacco epilettico. Nei primi decenni del XX secolo ha quindi assunto significati diversi in inglese britannico (un momento di vuoto mentale) e in inglese americano (un’idea improvvisa e brillante, cfr. lampo di genio).

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Anglicismi governativi: STEM

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca non riesce a rinunciare agli anglicismi superflui. Ora è la volta di STEM:

banner del MIUR: Il Mese delle STEM - Science, Technology, Engineering e Math

Mese delle Stem – Le studentesse vogliono contare!, è un’iniziativadedicata in modo particolare alle studentesse ma anche agli studenti di ogni età per aumentare il loro interesse nei confronti delle materie STEM, ovvero delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche”.

Al MIUR hanno tradotto letteralmente dall’inglese, probabilmente senza rendersi conto che a parole apparentemente equivalenti in inglese e italiano non corrispondono gli stessi concetti, ad esempio engineering e ingegneria sottintendono competenze, studi e formazione spesso non equiparabili.

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Friendzone: addio al due di picche?

Lettera di Piperita Patty (Peppermint Patty) a Charlie Brown: “Dear Friend, I know that you like me, and in my own way, I like you, too, but only as a friend”.

Pare che non tutti gli adolescenti conoscano l’espressione dare il due di picche.

Usano invece molto il verbo friendzonare (participio passato friendzonato), da mettere o finire nella friend zone. È più specifico di dare il due di picche perché riguarda due persone tra loro amiche e descrive la situazione quando una delle due esprime il proprio interesse amoroso verso l’altra ma non è corrisposta, per cui il rapporto rimane fermo all’amicizia.

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Errore 53, iPhone mattone?

 ‘Error 53’ fury mounts as Apple software update threatens to kill your iPhone 6. It’s the message that spells doom and will render your handset worthless if it’s been repaired by a third party. But there’s no warning and no fix – The Guardian, 5 February 2016Vari media italiani hanno ripreso una notizia di The Guardian sulla sorte infausta degli iPhone 6 riparati in centri non autorizzati. L’aggiornamento a iOS 9 rileva infatti eventuali interventi sul sensore Touch ID o alcuni altri componenti e fa apparire il messaggio Impossibile ripristinare iPhone [nome del dispositivo]. Si è verificato un errore sconosciuto (53). A questo punto l’iPhone smette di funzionare, è impossibile ripristinarlo e vengono persi tutti i dati che conteneva.

The Guardian spiega che Apple non si è premurata di avvertire gli utenti che i loro telefoni will be bricked, espressione resa in italiano con traduzioni letterali di brick. Alcuni esempi:

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Inglese farlocco: Family Bag

In occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare il Ministero dell’Ambiente ha promosso il progetto Family Bag.

Barbara Degani, sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, ha dichiarato: “Il Family Bag è l’upgrade semantico del più noto doggy bag, e permette non solo di svecchiare il termine ma anche di affrancare il concetto dal ghetto del nostro immaginario e dal pudore di richiederlo a fine pasto”.

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