Post rettiloso: alligatori, lucertole, coccodrilli…

foto di alligatore delle Everglades (Florida) con fumetto NON SONO UN COCCODRILLO!!
Alligatore delle Everglades (Florida)

Dal video postato qualche giorno fa ho scoperto che la parola inglese alligator (da cui alligatore) ha origine dallo spagnolo el lagarto. È un esempio di concrezione, un fenomeno di rianalisi in cui un elemento morfologico estraneo (qui l’articolo el) viene saldato a una parola e forma così una nuova unità lessicale.

Aggiungo qualche altra curiosità etimologica.

Alligatori e lucertole

In spagnolo lagarto può identificare rettili diversi: dalla lucertola ai lucertoloni e, in alcuni paesi dell’America Latina, anche il coccodrillo e il caimano (chiamato anche lagarto de Indias). La nostra lucertola invece è lagartija.

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To.ma.to. ➜ inglese farlocco al MiBACT

logo di To.ma.to. TOp MArathon TOurism

To.ma.to., acronimo di Top Marathon Tourism, è il nome di una manifestazione organizzata dal Ministero dei Beni culturali. È descritta come maratona dei talenti, due giornate di brainstorming collettivo per ideare un progetto originale e innovativo per migliorare l’offerta e l’esperienza turistica nel nostro Paese.

Sarei curiosa di sapere come è stato ideato il nome. Sospetto che sia stata scelta una parola inglese che potesse simboleggiare l’Italia (pizza e spaghetti ➜ pomodoro ➜ tomato!) e poi sia stato fatto una specie di acrostico con le sillabe. Il risultato finale però è tipico inglese farlocco, di e per italiani con scarse competenze linguistiche.

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Possiamo dargli torto?

Ho visto parecchie critiche all’uso di dargli in questa pubblicità:

[Range Rover] CI SONO  PERSONE CHE SI IDENTIFICANO CON LA PROPRIA AUTO. COME DARGLI TORTO?

L’uso di gli come pronome indiretto di terza persona plurale è davvero un errore? No, come spiegano tutte le grammatiche contemporanee. Una sintesi di Giuseppe Patota*:

gli / loro («ho visto i tuoi e gli ho parlato / ho parlato loro»): a differenza di gli per ‘le’, l’uso di gli per ‘loro’ è largamente accettato e, anzi, è raccomandabile nel registro colloquiale. Oltre al frequente impiego degli scrittori, antichi e moderni, c’è da tener conto di una ragione strutturale: tutti gli altri pronomi personali atoni si presentano come monosillabi anteposti al verbo (mi parli, ci parli, vi parli, ecc.); solo loro è bisillabico e posposto al verbo (parlo loro), e ciò contribuisce a ridurne l’uso.

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Impariamo dalle note terminologiche della BBC!

Nella maggior parte degli articoli della BBC sul tema Migrant crisis si legge questa nota:

A note on terminology: The BBC uses the term migrant to refer to all people on the move who have yet to complete the legal process of claiming asylum. This group includes people fleeing war-torn countries such as Syria, who are likely to be granted refugee status, as well as people who are seeking jobs and better lives, who governments are likely to rule are economic migrants.

Spiega che alla parola migrant viene attribuito un significato ampio che include ogni persona che si sposta dal territorio del proprio paese, qualunque sia la causa, quindi sia chi fugge da paesi devastati da guerre che chi ha invece motivazioni economiche.

L’apprezzo molto perché mostra la consapevolezza che la parola migrant può identificare concetti diversi in contesti d’uso diversi e quindi può essere fraintesa.

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#carino

Avete già visto lo spot della campagna Le parole sono importanti della Treccani per invogliare ad ampliare il proprio vocabolario?

Attenzione: se premete il tasto YouTube icon vi verranno installati cookie di terze parti, siete avvisati!

La descrizione del video spiega perché è stato scelto l’aggettivo carino: “parola frequentemente usata a sproposito, con cui si gioca per evidenziare i molteplici termini e le relative sfumature di significato che troppo spesso colpevolmente trascuriamo”.

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Anglicismi governativi: non-paper e compact

Sul sito del governo si può leggere una proposta dell’Italia all’Unione europea sulla migrazione, pubblicizzata da questo tweet:

Anche nel sito del governo appaiono gli anglicismi Migration Compact e non-paper ma non c’è alcuna spiegazione di cosa significhino. È un tipico esempio di maledizione della conoscenza, reso ancora più grave dal sospetto che i due termini siano usati in modo improprio.

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Aperiselfie: occasionalismo o neologismo?

Alcuni titoli apparsi nei media:

Titoli: Matteo Salvini, primo «aperiselfie» con il popolo dei social network · Salvini tra birra e aperiselfie lancia campagna elettorale 2.0 · Salvini, via al tour elettorale nei locali della movida: “Aperiselfie per riprendersi Milano”

L’aperiselfie è un’iniziativa di Matteo Salvini descritta da chi l’ha ideata come “aperitivo elettorale e conoscitivo rivolto al popolo di Facebook”. Chi segue il leader leghista sui social network ora può incontrarlo di persona e magari anche farsi una foto con lui.

La parola aperiselfie farà inorridire i talebani della lingua ma mi pare molto ingegnosa, soprattutto se si considerano i destinatari dell’iniziativa.

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Un post epico!

Esempio di notizia: Deriso per i calzini, la risposta della madre è epica

Un mal di testa epico … le facce di Emma sono epiche … scherzi epici … prevedo reazioni epiche … Grease è un film epico oltre ogni dire … una figura di m. epica … la nuova pubblicità di Actimel è la cosa più epica dell’anno … #CiaoDarwin epica puntatonatweet epici … il video di Singing in the Rain è epico … riuscissi a portare tacchi epici come questi … stronzate epiche …

Vi riconoscete in questi esempi d’uso dell’aggettivo epico? Viene associato a vari tipi di azioni e oggetti ideali e materiali, anche ordinari, con il senso di memorabile, indimenticabile, oltre misura, spettacoloso.

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Trump e la “deportazione” dei clandestini

[Aprile 2016] Ieri molti media italiani hanno riportato la prima pagina ipotizzata dal quotidiano americano Boston Globe nel caso Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali. Campeggiava il titolo DEPORTATIONS TO BEGIN che è stato tradotto letteralmente con deportazioni. Esempio:

Usa, Trump preso in parola: «Via alle deportazioni dei clandestini», la finta pagina del Boston Globe – Il Messaggero

Se si fa una ricerca per Donald Trump e deportazione o deportare (esempio) si trovano decine di migliaia di risultati. Mi chiedo se chi scrive conosca davvero il programma di Trump e soprattutto i diversi significati di deportation in inglese e deportazione in italiano.

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Fraintendimenti emojionali

 “grinning face with smiling eyes” di Google, Apple e Twitter

[2016] Sarà capitato anche a voi di ricevere un messaggio con un’emoji-faccina e di rimanere un po’ perplessi sulla scelta del vostro interlocutore.

Succede ad esempio se si usa l’emoji descritta come grinning face with smiling eyes, rappresentata in modo diverso in sistemi diversi: ne avevo discusso in Un’emoji parola dell’anno 2015 e commenti, con altri esempi.

Le mie osservazioni hanno trovato conferma in uno studio appena uscito, riassunto in Investigating the Potential for Miscommunication Using Emoji, che ha confrontato il potenziale fraintendimento delle stesse emoji in diverse piattaforme per smartphone.

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Anglicismi governativi: Food Act

slide da presentazione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

Il Food Act (o Foodact) è un “piano di azioni per la valorizzazione della cucina italiana” presentato lo scorso luglio ad Expo dal ministro delle politiche agricole. L’ho citato in Le comunicazioni istituzionali e il rischio dell’inglese farlocco tra gli esempi di anglicismi che tradiscono conoscenze linguistiche superficiali.

In alcuni paesi di lingua inglese sono in vigore dei Food Act ma si tratta sempre di legislazione su produzione, commercio e sicurezza del cibo (cfr. le norme e gli standard internazionali del Codex Alimentarius). In inglese infatti Act identifica un atto legislativo approvato dal parlamento e promulgato dal capo dello stato, quindi una legge.

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Il Bel Paese degli anglicismi

speciale TreccaniIl Bel Paese dove l’OK suona è uno speciale del Portale Treccani sull’uso degli anglicismi. Ci sono otto contributi, tra cui uno mio, Le comunicazioni istituzionali e il rischio dell’inglese farlocco. Mi sono chiesta da cosa siano motivati gli anglicismi di chi ci governa, con esempi dal mio elenco, e che indicazioni ci diano sulle competenze linguistiche di chi li usa.

Altri dettagli sul mio punto di vista in un vecchio post, L’invasione degli anglicismi. Anche se critica, sono ottimista: non credo ci siano pericoli per la lingua italiana ma penso sia utile distinguere tra lessico comune e lessico specialistico – ne ho accennato anche nell’articolo – e tra forestierismi insostituibili, utili e superflui.

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