Per saperne di più sui giochi con le parole

graffiti milanesi

La parola si mette in gioco è uno speciale del Portale Treccani dedicato agli aspetti ludici della lingua. Include un’intervista ad Anthony Mollica, ritenuto il padre della ludolinguistica accademica, la traduzione di Pinocchio in emoji di Francesca Chiusaroli, un’intervista a Sabrina D’Alessandro, ideatrice dell’Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, e parecchi esempi di giochi di parole per attività didattiche di Simone Fornara e di Francesco Giudici.

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Low-poo, un prodotto di m…

Notizia vista sulla home page di uno dei principali quotidiani italiani:

Low-poo naturale, se lo shampoo è fai-da-te.

Si legge che le donne non devono trasformarsi nel piccolo chimico per “realizzare un prodotto speciale fatto in casa al 100% naturale” e si viene invitati a “lanciarsi nel low poo”.

Si scopre anche che l’origine della parola sarebbe “l’unione di shampoo e low, inteso come indice di grado, basso, di agenti chimici nel prodotto”.  Piccolo particolare che non è stato preso in considerazione: in inglese poo significa cacca.  

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Maglietta per viaggiatori, grazie a voi!

iconspeak t shirt women caribbean blueMi piace molto la maglietta di ICONSPEAK che ho vinto come seconda classificata al concorso Top 100 Language Lovers 2016 organizzato da bab.la e Lexiophiles.

Probabilmente l’avete riconosciuta perché qualche mese fa l’hanno descritta vari media e siti di viaggi.

Ha la particolarità di riportare 49 simboli che possono essere usati per far capire le proprie necessità a persone con cui non si ha alcuna lingua in comune.

I simboli includono sia pittogrammi (immagini stilizzate immediatamente riconducibili a oggetti reali) che ideogrammi (immagini o simboli che rappresentano idee o concetti, come pace e amore). Si tratta però di una distinzione non sempre netta, come mostrano alcuni simboli della maglietta:

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Inglese farlocco: bau beach e bee beach

Siamo già in piena silly season, perlomeno a giudicare da questa notizia intitolata Torvaianica, porta la pecora in spiaggia. I vigili lo multano, dove si legge:

Dopo le bau-beach spuntano anche le bee-beach. A Torvaianica un 55enne ha infatti pensato di andare in spiaggia con una pecora, legando l'animale al lettino e poi iniziando a prendere il sole. Una scena abbastanza surreale, che ha spinto altri bagnanti a chiedere l'intervento dei vigili urbani. foto della pecora in spiaggia

Più che la scena, è surreale l’inglese farlocco: in italiano è ormai diffusissima la locuzione bau beach (“spiaggia per i cani”) ma in inglese non ha alcun senso. Ce l’ha invece bee beach ma il significato è tutt’altro, spiaggia delle api.

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Messaggio da Juno, un po’ acrostico

Avete già visto il doodle di Google per festeggiare l’entrata nell’orbita di Giove della sonda Juno? È in tema con il post di ieri sulle emoji, qui usate come lingua di comunicazione:

Juno Reaches Jupiter

emoji da Juno: 1 mani che applaudono, 2 sparacoriandoli (party popper) e 3 macchina fotograficaSarei curiosa di sapere se il messaggio risulta davvero globale: per me sono ovvi 1 congratulazioni e 2 festeggiamenti ma non sono del tutto sicura se 3 simboleggia “evento da immortalare” o forse altro?

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Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura

thinking face emoji

Se vi incuriosiscono le emoji e l’impatto che possono avere su lingua e comunicazione, vi suggerisco di leggere A Linguist Explains Emoji and What Language Death Actually Looks Like di Gretchen McCulloch.

McCulloch prende spunto dall’affermazione che le emoji saranno la rovina dell’inglese, frequente sui media e sui social anglofoni, e la smentisce con esempi molto efficaci. 

Chiarisce innanzitutto la differenza tra lingua e linguaggio, due concetti che in inglese sono espressi dalla stessa parola, language, e dimostra che le emoji non sono in grado di comunicare sistematicamente concetti astratti come invece una lingua e quindi sono inadeguate a diventare un sistema linguistico alternativo.

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“Fromage not Farage”

Il 2 luglio 2016 a Londra decine di migliaia di persone hanno partecipato alla marcia per l’Europa per manifestare contro la Brexit.

FROMAGE NOT FARAGEUno degli slogan più divertenti era Fromage not Farage, con palese riferimento a Nigel Farage, l’europarlamentare britannico a capo* dell’UK Independence Party (UKIP) e uno dei leader della campagna anti UE.

Lo slogan privilegia la pronuncia del cognome “alla francese” usata da Farage, /ˈfærɑːʒ/. Molti dei suoi detrattori, tra cui David Cameron, preferiscono invece chiamarlo “all’inglese”, /ˈfærɪdʒ/.

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Brexit: la sorte dell’inglese lingua ufficiale UE

English becomes Esperanto – The Economist

Giugno 2016: i media di molti paesi hanno diffuso la notizia che con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea l’inglese cesserà di essere una lingua ufficiale. Alla loro adesione all’UE gli altri due paesi in cui si parla inglese avevano infatti dichiarato un’altra lingua ufficiale: l’Irlanda il gaelico (l’inglese è la seconda lingua ufficiale) e Malta il maltese.

Pare sia partito tutto dall’affermazione di una deputata del Parlamento europeo riportata da Politico, confermata poi informalmente anche da funzionari di altre istituzioni europee. 

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Il lessico del futuro (ma non sono parole)

Ilvo Diamanti in Le parole del futuro: vincono ambiente e Internet, giù la politica ha illustrato i risultati di Lessico del futuro, un sondaggio che ha rilevato l’atteggiamento degli italiani “di fronte a una serie di termini che ricorrono frequenti nei discorsi pubblici e nella vita quotidiana”. Dalle reazioni (approvazione vs dissociazione) è stata ricavata una Mappa delle parole del nostro tempo.

Sillabario del nostro tempo - demos.it

I dati presentati sono molto interessanti ma osservandoli da un punto di vista terminologico ho qualche perplessità su cosa si intenda per lessico e parole e su come sia stato ricavato l’elenco del sondaggio.

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with compliments ≠ con i complimenti

“T-shirt compliments of the lady at the end of the bar.”

Didascalia della vignetta di Michael Maslin: “T-shirt compliments of the lady at the end of the bar.” L’ho vista  tradotta in italiano con “Questa T-shirt è per lei, con i complimenti della signora in fondo al bar”. Ma non è quello che intendeva la signora (che non è seduta in fondo al bar – in italiano un locale pubblico – ma all’altra estremità del bancone del bar).

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Da Brexit a regrexit, è wrexit. E poi nexit?

BREXIT by Patrick Chappatte
vignetta @PatChappatte

Regrexit e bregret

Tra i cittadini britannici che giovedì 23 giugno 2016 hanno votato per uscire dall’Unione europea (Brexit) pare ce ne siano molti, come questi, che si sono già pentiti della propria scelta. Per descrivere l’atteggiamento sono subito nate due parole macedonia formate con regret (rammarico, rimpianto) e Brexit: regrexit e nell’ordine inverso bregret. Esempi: l’hashtag #regrexit, a lungo “di tendenza”, e titoli come Anger over ‘Bregret’ as Leave voters say they thought UK would stay in EU.

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Risemantizzazione e tecnologia

L’infografica di How has Technology changed Language? illustra dieci parole del lessico inglese che hanno subito un processo di risemantizzazione e hanno acquisito significati tecnologici, diventando neologismi semantici.

Per frequenza d’uso, spesso le nuove accezioni prevalgono su quelle originali. Un esempio tipico è troll in inglese: senza contesto è immediata l’associazione con gli orrendi individui che infestano Internet. Probabilmente non vengono subito in mente né gli esseri delle leggende scandinave né tantomeno la pesca con esca alla base dell’accezione digitale, descritta in Vecchi e nuovi troll.

troll
Le altre parole inglesi dell’infografica sono drone, hotspot, trend, cloud, il verbo friend, cookie, spam, bug e il simbolo # di hashtag. Cosa notate?

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