Conoscete già questo servizio pubblico italiano?
Se non l’avete mai visto, dal nome riuscite a capire il contesto in cui è usato, di cosa si tratta e a chi è destinato?
Terminologia, localizzazione, traduzione e altre considerazioni linguistiche
Conoscete già questo servizio pubblico italiano?
Se non l’avete mai visto, dal nome riuscite a capire il contesto in cui è usato, di cosa si tratta e a chi è destinato?
I media italiani hanno descritto l’attentatore di Londra, Khalid Masood, come cittadino britannico di origini asiatiche. C’è chi ha riportato anche che “aveva una moglie, una giovane donna asiatica”, traduzione letterale di questa frase da The Guardian:
Sono esempi che evidenziano una differenza d’uso tra inglese britannico e americano e anche dei potenziali falsi amici.
Mi ricollego alla notizia citata in I falsi amici della candida Ivanka per alcune riflessioni su una distinzione rilevante per il lavoro terminologico: quella tra parole, il lessico che descrive concetti generici usati in qualsiasi varietà linguistica, e termini, il lessico che identifica concetti specifici usati in ambiti specialistici.
Vari media italiani hanno riportato che Ivanka Trump avrà accesso “alle informazioni classificate”. Esempio:
Informazioni classificate è la traduzione letterale della locuzione inglese classified information (“designated as officially secret and accessible only to authorized people”).
Alcune dichiarazioni di Ivanka Trump, riportate da un articolo americano sul ruolo sempre più rilevante della figlia del presidente americano, sono state riprese anche da alcuni noti media italiani che però sono incorsi in un vistoso falso amico:
candid ≠ candido
In riferimento ai comportamenti e agli atteggiamenti di una persona:
► in italiano candido vuol dire semplice, ingenuo, innocente
► in inglese invece candid significa franco, esplicito, schietto.
Con la versione 10.0 di Unicode verranno rilasciate circa 60 nuove emoji. Tra queste c’è quella della sirena, che in inglese è mermaid ma che nell’elenco di Unicode è diventata merperson.
È una scelta che fa pensare che in inglese mermaid sia caduta nella rete del politicamente corretto, forse per un’interpretazione impropria della sua etimologia.
Mermaid deriva infatti da mer, parola ora desueta per mare, e maid, che nell’inglese contemporaneo vuol dire domestica, cameriera, ma in quello arcaico e letterario aveva invece il significato diverso di fanciulla, vergine.
In questi titoli c’è un esempio di anglicismo scopiazzato male:
Chi li ha scritti ha fatto confusione tra porn food, “cibo pornografico”, e food porn, una locuzione informale inglese che non ha connotazioni sessuali ma indica una o più immagini che ritraggono cibo in modo particolarmente appetitoso o esteticamente allettante.
Oggi è St. Patrick’s Day, festa nazionale irlandese.
Il trifoglio è il simbolo non ufficiale dell’Irlanda in ricordo di San Patrizio che, stando alla tradizione, l’aveva usato per spiegare il concetto di trinità (l’unione delle tre persone divine, Padre, Figlio e Spirito Santo, in una sola sostanza).
È un’informazione nota ma non ha impedito a chi produce i cappellini ufficiali della presidenza Trump di confondere il trifoglio (shamrock) ☘ con il quadrifoglio (four leaf clover) 🍀: Trump’s Irish hat gets it SO wrong.
Se il frigorifero fa rumore, c’è da preoccuparsi? Dipende: alcuni rumori sono del tutto normali. Ecco come li identifica l’azienda tedesca Miele nei suoi manuali di istruzioni in tedesco:
Nella prima colonna (rumori del tutto normali) sono state usate delle onomatopee, poi descritte con i verbi sostantivati corrispondenti nella seconda colonna (origine del rumore). E in altre lingue?
Sideways dictionary è un nuovo progetto in lingua inglese molto interessante: un dizionario collaborativo che non usa definizioni ma spiega la tecnologia digitale con analogie, in modo che tutti possano capirla.
L’idea di fondo è che i termini tecnici risultano spesso oscuri e incomprensibili e la mancata comprensione dei concetti che rappresentano può portare a scelte inadeguate. Il progetto è descritto in un video (con sottotitoli) che fa l’esempio di encryption, la crittografia:
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In inglese noseworm, letteralmente “verme del naso”, è una metafora per un odore che si continua a percepire anche quando la sostanza odorante non è più presente. È un neologismo modellato su earworm, il motivetto martellante che non ci si riesce a togliere dalle orecchie e che ho già descritto in Earworm, Ohrwurm e “Strüdel”.
vignetta Savage Chickens, smell funny = avere/sentire un odore strano
Noseworm può far pensare al termine medico fantosmia (in inglese phantosmia o phantom smell), una particolare allucinazione olfattiva che fa percepire un odore invece inesistente.
Dalla Romagna mi segnalano buona giornatona, il saluto con cui si è congedata una postina dopo un breve scambio formale (usato il lei) per la consegna di un pacchetto.
Chi me l’ha riportato non era in confidenza con la postina ed è rimasto piuttosto perplesso perché il saluto era molto cordiale e per nulla ironico, però incongruente con la situazione.
Per ora a me non è ancora capitato di sentirmi salutare con buona giornatona, e a voi? Ho trovato però occorrenze nei social, ad es. su Twitter, e mi pare uno spunto interessante per qualche osservazione sui saluti.
In Emilia Romagna c’è un contest per le scuole superiori che prevede un challenge basato sulla competizione tra classi sul tema del food. Gli studenti devono creare una pagina su Facebook, cucinare dei piatti, fotografarli e caricare le foto che saranno poi votate attraverso i Mi piace (Like) di Facebook.
Il concorso si chiama E-R SCHOOL OF FOOD COOK FOR LIKE ed è un esempio dell’inglese maccheronico che mi piace chiamare farlocco: poco idiomatico o errato ma facilmente comprensibile da destinatari italiani con conoscenze poco avanzate dell’inglese.
Il nome mimosa deriva dal latino mimus, “mimo, attore”, a sua volta dal greco μιμος, “imitatore”, dal verbo μιμέομαι, “imitare, rappresentare imitando” (cfr. meme), per i movimenti con cui le foglie reagiscono quando sono toccate.
In Italia associamo la mimosa (Acacia dealbata) all’8 marzo, giornata internazionale della donna, ma nel resto dell’Europa occidentale non c’è l’usanza di regalare mimose.
Lo scorso dicembre Facebook ha annunciato che, a partire dall’inglese, le notizie ritenute non attendibili sarebbero state contrassegnate con un’icona rossa e bianca e il messaggio Disputed by 3rd Party Fact-Checkers:
È di ieri la notizia che Il sistema di verifica delle notizie false di Facebook arriverà presto anche in Italia. A quanto pare il messaggio localizzato sarà Contenuto contestato da un verificatore dei fatti indipendente, una soluzione poco elegante che già ha attirato commenti ironici.
Ho già descritto la locuzione inglese not one’s cup of tea, un’espressione idiomatica che si usa per indicare una cosa o qualcuno che non piace o con cui non si hanno affinità, ad es. science fiction is not my cup of tea. Viene spesso rafforzata da really, ad es. x is not really my cup of tea oppure x is not my cup of tea, really.
È paragonabile al nostro modo di dire non è il mio genere e si usa quasi esclusivamente in forma negativa.
L’espressione originale, nata all’inizio del secolo scorso, era invece affermativa (x is my cup of tea) e rifletteva il ruolo privilegiato del tè nella cultura britannica. Era però caduta rapidamente in disuso dopo la seconda guerra mondiale, sostituita dalla forma negativa not my cup of tea. La forma affermativa può essere tuttora usata, ma è poco frequente e risulta insolita se non è in opposizione più o meno implicita a qualcosa che non si apprezza.