Vignette di Pasqua americana

Protagonista di molte vignette in inglese pubblicate in questi giorni è Easter Bunny, il Coniglio di Pasqua, un personaggio popolarissimo nella cultura americana e sempre raffigurato con un cestino colmo di uova decorate o di ovetti di cioccolato da distribuire ai bambini buoni.

ALTERNATIVE FACT

In Alt-facts, in alternativa ai fatti! ho descritto alternative facts, la locuzione coniata tempo fa dalla principale consigliera di Trump per giustificare le affermazioni di Sean Spicer, il portavoce ufficiale della Casa Bianca che anche nei giorni scorsi ha fatto dichiarazioni controverse.

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Io buo, tu bui, lui bua: il verbo buare

buu buu

Ho sentito per la prima volta il verbo onomatopeico buare (”fare buu per esprimere disapprovazione”) in un’intervista al sovraintendente della Scala, l’austriaco Alexander Pereira, che rispondendo in italiano l’aveva usato ripetutamente.

Pensavo fosse un suo calco del tedesco buhen o anche dell’inglese boo, e invece ho scoperto che in italiano il verbo buare esiste almeno da una ventina d’anni, però non tutti i dizionari lo riportano perché non è molto usato al di fuori della lirica.

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In primo piano in America: chyron

Sean Spicer, il portavoce della Casa Bianca, ieri ha fatto dichiarazioni molto controverse (neppure Hitler si era abbassato al punto tale da usare armi chimiche come invece Assad…), interpretabili come negazione dell’olocausto.

WHITE HOUSE: HITLER DIDN’T “SINK TO LEVEL OF USING CHEMICAL WEAPONS” LIKE SYRIAN LEADER (HITLER GASSED MILLIONS)

Durante la conferenza stampa la rete televisiva americana MSNBC ha evidenziato la notizia in sovrimpressione aggiungendo tre parole tra parentesi (HITLER GASSED MILLIONS) che confutavano le affermazioni di Spicer.

I tweet di apprezzamento di vari giornalisti americani per il commento di MSNBC mi hanno fatto imparare una parola che non conoscevo, chyron:

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Una Z di troppo: questioni di ortografia

Truffatore smascherato dall’errore di grammatica, sul finto tesserino scrive “polizzia”. Una zeta di troppo e la foto di un ex concorrente del Grande Fratello inchiodano il finto vigile urbano.

Ho sentito questa notizia alla radio ma in una versione leggermente diversa: a smascherare il truffatore non sarebbe stata la polizia ma due anziani che gli avevano chiesto di mostrare il tesserino di riconoscimento e avevano subito notato l’errore (eh, la scuola di una volta!).

Per i media si tratta di un errore di grammatica, da intendersi nell’accezione generica e popolare di “regole per parlare e scrivere correttamente”. Io invece preferirei descriverlo come errore di ortografia.

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Novità petalose ;)

A Parole in cammino, il festival dell’italiano e delle lingue d’Italia che si è svolto nei giorni scorsi, sono stati premiati Enrico Mentana e il bambino Matteo per i neologismi webete e petaloso, di cui si è tanto discusso nel 2016.

Ricorderete che l’Accademia della Crusca aveva spiegato che perché un occasionalismo si trasformi in un neologismo “bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e che tante persone la capiscano”. 

A distanza di più di un anno petaloso è sicuramente capito da tutti ed è effettivamente entrato nell’uso, come mostra anche il titolo di un libro di cucina recente:

Torte petalose

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Giochi di parole al Fuorisalone 2017

In questi giorni a Milano c’è la Design Week e quasi ovunque ci sono eventi, esposizioni e installazioni per il Fuorisalone. Peccato avere avuto poco tempo per curiosare in giro perché ci sono molti dettagli che attirano l’attenzione.

FUORISALMONE
logo
Fuorisalmone

La comunicazione è quasi esclusivamente in inglese ed è per questo che ho notato le borse di tela con scritte in italiano di Mani in pasta, un’idea non nuova per chi conosce le pubblicità del supermercato Esselunga ma che fa sorridere grazie a giochi di parole alimentari:

SENSO DI POLPA –  ANDIAMO A MORE – TETTE BISCOTTATE – RICOTTATI DI ME – CHE FRIGO!

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Tautogrammi “cinematografici”

Il tautogramma è una frase formata con parole che iniziano tutte per la stessa lettera e composta soprattutto con intento ludico. Un esempio molto noto è una riscrittura di Pinocchio di Umberto Eco che inizia con Povero Papà (Peppe). Palesemente provato penuria, prende prestito polveroso pezzo pino poi, perfettamente preparatolo, pressatolo, pialla pialla, progetta, prefabbricane pagliaccetto. […]

(more) alliterative film synopses
vignetta di Wrong Hands

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Bixby, questioni di pronuncia?

Bixby è il nuovo assistente vocale per i dispositivi Galaxy S8 e S8+ del produttore coreano Samsung, per ora [2017] disponibile solo per quattro lingue: coreano, cinese e varietà di inglese e spagnolo parlate negli Stati Uniti.

Bixby logo

Il nome, che dovrebbe essere anche la hotword da pronunciare per attivare le funzionalità vocali, è sicuramente distintivo però ha anche suscitato alcune perplessità, descritte in Why Samsung’s name for its personal assistant may twist quite a few tongues*.

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Nuovi saluti: buonsalve e buonciao

Grazie a un commento di Martina a Buona giornatona a tutti! ho saputo che esiste il saluto buonsalve, “sempre più diffuso nei blog e nei forum online, così come tra gli youtuber”. Cercando qualche esempio ho scoperto che c’è anche buonciao.

BUONSALVE! BUONCIAO!

Sia buonsalve che buonciao sono davvero molto usati nei forum, mi pare di capire soprattutto per presentarsi quando si partecipa per la prima volta. Ho trovato vari esempi di questo tipo che risalgono al 2010, quindi esistono ormai da parecchi anni.

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Inglese farlocco: job on call

In una notizia alla radio sull’abolizione dei voucher per il lavoro occasionale ho sentito dire più volte “giòbbon col”, senza alcuna spiegazione. Ho dovuto riflettere per capire che era una sequenza per me insolita di tre parole inglesi, job on call.

JOB ON CALL

Definizione di job on call dal sito dell’INPS: “contratto di lavoro subordinato con il quale il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per svolgere prestazioni di carattere discontinuo o intermittente”. L’INPS specifica anche che job on call è sinonimo di lavoro a chiamata e di lavoro intermittente.

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Rilascio e release del software

Una rappresentazione schematica del ciclo di vita di un prodotto software commerciale tradizionale:

Ciclo di vita del software: 1 Ricerca 2 Progettazione 3 Sviluppo 4 Test 5 Manutenzione e supporto

In ambito informatico la conclusione della fase 4 è nota come rilascio: il software viene rilasciato, e cioè reso disponibile per l’uso o la distribuzione. È un calco di release, parola che in inglese è usata non solo per il software ma anche per film, album, video e prodotti simili che escono o sono lanciati sul mercato.

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Brexit al via: di grilletti e torte!

BREXIT: PULL THE TRIGGER
Vignetta: Peter Brookes

Oggi 29 marzo 2017 Il Regno Unito ha iniziato formalmente la procedura di uscita dall’Unione europea. In inglese il verbo più usato è trigger (ad es. Theresa May triggered Article 50) che vuol dire “dare il via” o “dare avvio” ma ha anche il significato letterale di premere il grilletto.

OK… I’M TRIGGERING THIS THING…
Vignetta: Blandan Reynolds

L’espressione shoot oneself in the foot* invece equivale a “darsi la zappa sui piedi”.

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Bestiario immaginario

Bestiario immaginario di Roger McGough tradotto da Franco NasiUn regalo che ho gradito molto: Bestiario immaginario di Roger McGough, tradotto da Franco Nasi con testo originale inglese a fronte.

Sono poesie su animali immaginari frutto di “giochi di prestigio verbali” che spesso hanno portato a un rifacimento* con animali diversi e nuovi disegni di McGough per la versione italiana.

Sono traduzioni aperte che Nasi racconta in alcune note introduttive e osservazioni finali sugli animali: lasciano spazio a versioni alternative e il lettore è invitato a usare il suo orecchio e la sua fantasia per continuare il gioco.

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