Legittima difesa, ovvero…

Il linguista Giuseppe Antonelli ha fatto una sintesi efficace degli equivoci dati dall’uso della congiunzione ovvero nel testo della legge sulla legittima difesa:

«Ovvero», in sei lettere tanti equivoci. Nel testo della legge sulla legittima difesa si fa riferimento alla «reazione ad un’aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno»(dal Corriere della Sera via Fausto De Tora; ne ha discusso anche Le critiche alla legge sulla legittima difesa

Nell’uso corrente ovvero ha un valore esplicativo (cioè, ossia) che prevale sull’originario valore disgiuntivo (forma rafforzata di o, quindi sinonimo di oppure) che invece è quello preferito dai giuristi. Banale dirlo ma sarebbe sempre opportuno evitare parole ambigue che possono creare fraintendimenti.

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Indaco nell’arcobaleno? Colpa dell’inglese!

TECHNICALLY, CARROT JUICE IS “ORANGE JUICE”

L’ambiguità di orange juice nella vignetta di Moderately Confused mi ha ricordato un dettaglio da un articolo sui colori che ho letto di recente: prima che in Europa arrivassero le arance dall’Asia, in inglese (e in altre lingue europee) non c’era un nome per il colore arancio (o arancione), che veniva identificato facendo riferimento al rosso e al giallo.

Ne parla Do You See What I See?, un’analisi di diversi punti di vista e nuovi contributi al dibattito su relatività linguistica e percezione dei colori. È noto che culture e lingue diverse identificano e descrivono i colori in modo diverso e tra queste ce ne sono alcune che non hanno il concetto astratto di colore e/o cromonimi (nomi per i colori) ma usano similitudini, ad es. “come il sangue” per il rosso. 

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Questioni di stile al supermercato

Dubito che i supermercati tedeschi LIDL abbiano linee guida sullo stile da usare nei testi di benvenuto ai propri clienti italiani, perlomeno non nel negozio dove ho fatto qualche foto.

Grazie per i Suoi acquisti -- Benvenuti!

All’esterno si nota il formale Lei di Grazie per i Suoi acquisti, con obsoleta maiuscola di cortesia, e a fianco la più neutra seconda persona plurale di Benvenuti!

Contrastano con il tu informale di è per te sul retro di un cassone e sulla porta di ingresso:

Lidl è per te

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“Fake news” per Facebook e nei media italiani

Qualche giorno fa Facebook ha pubblicato Information Operations and Facebook, uno studio sulla diffusione di notizie manipolate per condizionare l’opinione pubblica attraverso il social network. L’hanno riportato anche i media italiani con titoli molto simili tra loro in cui è ricorrente l’anglicismo fake news.

Facebook: fake news e account falsi usati dai governi per la propaganda – Fake news, la denuncia di Facebook: “Le usano anche gli stati per manipolare” – Facebook ammette: il social è stato usato dai governi per creare fake news.   Esempi di titoli da TGcom24, Repubblica e Il Sole 24 Ore; altri esempi qui.

Mi domando se chi ne ha scritto abbia davvero letto il documento di Facebook: gli autori infatti chiariscono che non usano la locuzione fake news perché è generica e imprecisa, viene usata impropriamente e non consente una discussione adeguata degli argomenti in questione.

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USA: numero verde contro gli alieni!

Ieri negli Stati Uniti è stato attivato un numero verde molto controverso a cui possono rivolgersi cittadini statunitensi vittime di reati commessi da chi è immigrato illegalmente nel paese, in inglese burocratico impacted by crimes committed by illegal aliens.

Le linee sono state subito intasate da chi invece ha segnalato efferatezze commesse da extraterrestri (rapimenti con UFO e amenità simili) per sbeffeggiare il servizio voluto da Donald Trump. Due esempi di titoli della notizia:

Donald Trump’s ‘Criminal Aliens’ Hotline Trolled With Reports of Extraterrestrials. The truth is out there! – Trump’s immigrant crime hotline trolled with calls about aliens and UFOs

Il primo titolo che ho riportato è di una testata americana (HuffPost), il secondo di una britannica (BBC). Da cosa si capisce? 

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Come dire home restaurant in italiano

home restaurant

L’anglicismo home restaurant ha ricevuto parecchia attenzione dopo la presentazione della proposta di legge Disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata (home restaurant) che mira a regolamentare con “trasparenza, tutela dei consumatori e leale concorrenza” un nuovo modello di attività economica.

È intervenuto anche il Gruppo Incipit che ha suggerito di abbandonare l’anglicismo home restaurant a favore di ristorante domestico.

Ne ho discusso recentemente con alcune colleghe terminologhe e vorrei condividere le nostre perplessità su questa proposta. Ne approfitto per ricordare che nel lavoro terminologico si parte sempre dall’analisi delle caratteristiche essenziali e distintive del concetto, in questo caso ricavabili dalla definizione del legislatore (art. 2):

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Questioni di ottica

Insegna di un ottico milanese:

ITALIAN OPTIC

È un tipico esempio di inglese farlocco: in inglese chi vende occhiali e lenti a contatto si chiama (dispensing) optician. La parola optic esiste ma ha altri significati.

Optic(s) in inglese

L’aggettivo optic vuol dire ottico nel senso anatomico di “relativo all’occhio o alla visione” (cfr. optical, “relativo all’ottica” e quindi ai fenomeni luminosi ed elettromagnetici, anche se la distinzione non è sempre netta, basti pensare a optic fibre). 

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Come evitare il raggelante Spring Storm

Avete sentito parlare di Spring Storm, un fenomeno meteo con repentino abbassamento delle temperature che sta colpendo l’Italia in queste giornate primaverili?

Meteo, colpo di coda dell’inverno: “Spring Storm” porta pioggia e neve. Crollo delle temperature, è colpa dello Spring storm. Spring Storm in arrivo, clima invernale fino a venerdì. Fronte temporalesco dalle regioni baltiche.

È una trovata del solito sito di previsioni meteo che rinomina gli eventi meteorologici con nomi inglesi usati ad effetto ma quasi sempre a sproposito. Anche in questo caso non è stato usato un termine specialistico ma una locuzione del lessico comune: spring storm vuol dire genericamente intensa perturbazione primaverile.

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Vignette di Pasqua americana

Protagonista di molte vignette in inglese pubblicate in questi giorni è Easter Bunny, il Coniglio di Pasqua, un personaggio popolarissimo nella cultura americana e sempre raffigurato con un cestino colmo di uova decorate o di ovetti di cioccolato da distribuire ai bambini buoni.

ALTERNATIVE FACT

In Alt-facts, in alternativa ai fatti! ho descritto alternative facts, la locuzione coniata tempo fa dalla principale consigliera di Trump per giustificare le affermazioni di Sean Spicer, il portavoce ufficiale della Casa Bianca che anche nei giorni scorsi ha fatto dichiarazioni controverse.

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Io buo, tu bui, lui bua: il verbo buare

buu buu

Ho sentito per la prima volta il verbo onomatopeico buare (”fare buu per esprimere disapprovazione”) in un’intervista al sovraintendente della Scala, l’austriaco Alexander Pereira, che rispondendo in italiano l’aveva usato ripetutamente.

Pensavo fosse un suo calco del tedesco buhen o anche dell’inglese boo, e invece ho scoperto che in italiano il verbo buare esiste almeno da una ventina d’anni, però non tutti i dizionari lo riportano perché non è molto usato al di fuori della lirica.

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In primo piano in America: chyron

Sean Spicer, il portavoce della Casa Bianca, ieri ha fatto dichiarazioni molto controverse (neppure Hitler si era abbassato al punto tale da usare armi chimiche come invece Assad…), interpretabili come negazione dell’olocausto.

WHITE HOUSE: HITLER DIDN’T “SINK TO LEVEL OF USING CHEMICAL WEAPONS” LIKE SYRIAN LEADER (HITLER GASSED MILLIONS)

Durante la conferenza stampa la rete televisiva americana MSNBC ha evidenziato la notizia in sovrimpressione aggiungendo tre parole tra parentesi (HITLER GASSED MILLIONS) che confutavano le affermazioni di Spicer.

I tweet di apprezzamento di vari giornalisti americani per il commento di MSNBC mi hanno fatto imparare una parola che non conoscevo, chyron:

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Una Z di troppo: questioni di ortografia

Truffatore smascherato dall’errore di grammatica, sul finto tesserino scrive “polizzia”. Una zeta di troppo e la foto di un ex concorrente del Grande Fratello inchiodano il finto vigile urbano.

Ho sentito questa notizia alla radio ma in una versione leggermente diversa: a smascherare il truffatore non sarebbe stata la polizia ma due anziani che gli avevano chiesto di mostrare il tesserino di riconoscimento e avevano subito notato l’errore (eh, la scuola di una volta!).

Per i media si tratta di un errore di grammatica, da intendersi nell’accezione generica e popolare di “regole per parlare e scrivere correttamente”. Io invece preferirei descriverlo come errore di ortografia.

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Novità petalose ;)

A Parole in cammino, il festival dell’italiano e delle lingue d’Italia che si è svolto nei giorni scorsi, sono stati premiati Enrico Mentana e il bambino Matteo per i neologismi webete e petaloso, di cui si è tanto discusso nel 2016.

Ricorderete che l’Accademia della Crusca aveva spiegato che perché un occasionalismo si trasformi in un neologismo “bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e che tante persone la capiscano”. 

A distanza di più di un anno petaloso è sicuramente capito da tutti ed è effettivamente entrato nell’uso, come mostra anche il titolo di un libro di cucina recente:

Torte petalose

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