Nuovo nome da aggiungere alla lista di itanglese meteorologico: Summer Storm (con tanto di iniziali maiuscole), coniato dal solito sito di previsioni del tempo che da qualche anno ci prende in giro con questi nomi farlocchi.
Terminologia, localizzazione, traduzione e altre considerazioni linguistiche
Anche chi non usa Twitter probabilmente ha saputo del tweet criptico mandato da Donald Trump ieri poco dopo mezzanotte (6 di mattina in Italia) e cancellato solo qualche ora dopo:
Cosa vuol dire covfefe, parola inesistente in inglese? È quasi sicuramente un refuso per coverage, infatti le lettere per erage e fefe sono vicine sulla tastiera. Al tweet monco (“nonostante la continua copertura negativa della stampa”) mancava comunque un seguito che non c’è stato e il nuovo messaggio di Trump, sei ore più tardi, non ha chiarito nulla:
Un aggiornamento linguistico sul ransomware WannaCry che a metà maggio ha colpito centinaia di migliaia di computer: potrebbe avere origini cinesi.
È quanto sostiene l’analisi linguistica pubblicata da Flashpoint, un’azienda di sicurezza informatica, che ha esaminato il testo delle 28 lingue in cui si poteva visualizzare la richiesta di riscatto nell’interfaccia di WannaCry.
I ricercatori hanno concluso che solo i testi in cinese e in inglese sono stati scritti da umani mentre per quelli nelle altre lingue è stata usata la traduzione automatica di Google Translate con lingua d’origine il testo inglese (corrispondenze dal 96 al 100%).
Ha spazio anche nei media italiani Russiagate, lo scandalo che coinvolge Trump e il suo entourage per i presunti rapporti con la Russia. Nei giornali radio l’ho sentito citare con la pronuncia “ràsciagheit”, sulla falsariga dell’inglese, e mi sono chiesta se non sarebbe invece preferibile “russiagheit”.
Pronunce ibride
“Russiagheit” è una pronuncia ibrida che può far storcere il naso ma mi pare un adattamento accettabile perché l’elemento formativo –gate (“gheit”) è in uso in italiano da almeno 40 anni ed è molto produttivo in combinazione con nomi propri di persona e di luogo, quindi è facilmente riconoscibile.
Per la serie anglicismi istituzionali:
Se non sapete già cos’è un Contamination Lab, prima di continuare a leggere provate a pensare cosa vi suggerisce il nome e poi verificate qui sotto se avete indovinato.
Le foto dell’incontro tra Trump e il papa hanno scatenato battute di ogni genere, molte in tema Famiglia Addams:
Reboot
Come sicuramente sanno gli appassionati di cinema, il reboot di una serie di film, telefilm, videogiochi, fumetti o altri tipi di storie raccontate a puntate è il “riavvio” di una narrazione ormai esaurita che viene riscritta e rilanciata prendendo spunto solo da alcuni dettagli e personaggi dell’originale.
Si riconosce il riferimento al reboot dei computer, una metafora informatica con un’origine curiosa che ho descritto in Boot, reboot e bootstrap.
Notizia dalla campagna elettorale di maggio 2017 nel Regno Unito:
Al centro dell’attenzione c’è la retromarcia di Theresa May su un punto molto controverso del suo manifesto elettorale, rinominato dementia tax da media e opposizione.
È un provvedimento rivolto a chi soffre di malattie degenerative mentali come la malattia di Alzheimer. Nelle intenzioni del partito conservatore, i malati e i loro eredi dovrebbero sostenere di tasca propria tutti i costi di assistenza non medica (social care), eventualmente anche vendendo la casa per coprire le spese.
I cosiddetti open data sono i dati resi disponibili gratuitamente in formati aperti con una licenza che consente di riutilizzarli, modificarli e condividerli liberamente. È un concetto di cui si sente parlare molto a proposito di trasparenza degli enti pubblici.
Ho cercato la definizione di open data usata dalla pubblica amministrazione e ho scoperto parecchie incongruenze nell’uso e nel significato attribuito all’anglicismo: ogni ministero o agenzia dà spiegazioni diverse.
Il sito di riferimento per gli open data della PA è dati.gov.it, descritto come “il catalogo nazionale dei metadati relativi ai dati rilasciati in formato aperto dalle pubbliche amministrazioni italiane”, ma non c’è nessuna definizione né viene chiarito se open data e dati aperti vadano considerati nomi diversi per lo stesso concetto.
A quanto pare la mania del momento è un giochino che in inglese si chiama fidget spinner.
Non è un nome proprio ma generico, formato da parole del lessico comune: spinner indica un dispositivo che viene fatto ruotare (spin) intorno al proprio asse, mentre fidget (verbo e sostantivo) descrive movimenti continui, ad es. delle mani o dei piedi, dovuti a nervosismo o irrequietudine, come quelli di chi non riesce a star fermo sulla sedia (“Stop fidgeting!”).
Anche quest’anno questo blog è in lizza per Top Language Lovers 2017.
È il concorso che premia le migliori risorse linguistiche del mondo digitale – blog, pagine Facebook, account Twitter e canali YouTube – attraverso i voti dei lettori e la valutazione dello staff di bab.la, e Lexiophiles, gli organizzatori del concorso.
Se vi piace Terminologia etc. potete votarlo in Top 100 Language Blogs 2017 cercandolo nell’elenco (i partecipanti sono elencati in ordine casuale). C’è tempo fino al 6 giugno.
Aggiornamento 9 giugno 2017 – Un grande GRAZIE a chi ha votato: anche quest’anno Terminologia etc. si è classificato al secondo posto!
Ormai anche chi non è esperto di informatica sa che ransomware è un tipo di software sviluppato con intento criminoso che infetta un computer impedendo l’accesso al sistema o ai suoi dati se non si paga un riscatto (ransom in inglese). Il micidiale WannaCry che ha colpito centinaia di migliaia di computer in tutto il mondo in questo maggio 2017 è l’esempio più recente.
Ransomware e malware
Nei media generalisti WannaCry viene descritto sia come ransomware che malware e anche virus ma per i lettori meno esperti forse non è del tutto chiaro che non sono sinonimi.
Malware (da malicious software) è l’iperonimo che descrive qualsiasi tipo di software o codice creato per danneggiare il computer su cui si installa, interferire con il suo funzionamento o carpire informazioni. Trojan (cavallo di Troia) e worm sono due noti tipi di malware, come anche virus, che però è diventata una parola molto generica sempre meno usata in ambiti tecnici.
Notizia di maggio 2017 dal Regno Unito: il principe Filippo, marito della regina, si è ritirato dalla vita pubblica. Un noto quotidiano italiano ha riportato i presunti retroscena:
(via Mario Passariello)
In giallo ho evidenziato un errore di traduzione che rivela scarsa conoscenza delle istituzioni britanniche ma che poteva essere evitato facendo più attenzione alla grammatica.
Il testo originale nel Daily Mail:
Sono a Pisa per Italiano corretto e ieri sera sono stata a rivedere Piazza dei Miracoli. Vicino al Battistero c’erano parecchi turisti cinesi che camminavano sull’erba, nonostante la presenza di cartelli di divieto posizionati a intervalli regolari lungo tutto il perimetro del prato.
Spiritosaggine che circola tra i linguisti (via Adam Schembri):
Gli accenti acuto e circonflesso sono subito riconoscibili ma forse non tutti sanno che macron è il segno di vocale lunga. Nelle lingue europee è usato solo in lettone (ā, ē, ī e ū) e in lituano (ū), sia per le minuscole che per le maiuscole.
Segni diacritici
Un segno diacritico (dal greco διακριτικός “atto a distinguere”) è un elemento grafico che viene sovrapposto, sottoposto, anteposto o posposto a una lettera dell’alfabeto e le conferisce un significato speciale, ad es. una pronuncia diversa.
Suggerimento di lettura: #cancellettiinlibertà: l’hashtag da operatore digitale a marca dell’italiano contemporaneo offline, di Daniela Pietrini. Descrive l’evoluzione degli hashtag, che anche in italiano si sono rapidamente trasformati da “etichette” di Twitter in simboli icono-verbali e strumenti linguistici creativi, emblema della “fluidità dei confini tra scritto e parlato, tra digitale e analogico”.
Pietrini fa molti esempi di usi ironici e ludici e di neologismi. Tra questi ci sono anche alcuni composti anomali come hashmeal: