Slimmatevi con un beverone slimmante!

Siete preoccupati dagli effetti sul girovita degli eccessi alimentari delle feste? Per contrastarli, provereste SUPER ANANAS®, un prodotto slimmante venduto in farmacia?

Istruzioni: 1 versa uno stick-pack e mescola in 200 ml d’acqua 2 bevi dopo i pasti 3 slimmati

super efficace: con estratto di ananas – super slimmante: solo 13 kgcal giornaliere – super pratico: in comodi stick-pack

Il verbo slimmare e l’aggettivo e sostantivo slimmante sono esempi di neoformazioni ibride. Combinano infatti una parola o un elemento radicale da un’altra lingua – qui slim, dimagrire, snellire in inglese –  con un affisso o un’intera parola italiana*.

È un meccanismo di formazione di nuove parole che non manca mai di suscitare reazioni, come in questo divertente tweet:

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Italiani, attenzione: “Be aware. Be digital.”

Avete già visto questa pubblicità firmata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri? Se sì, che messaggio avete recepito? 

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Nel sito del governo* la pagina Campagna “Be Aware. Be Digital. Consapevolezza digitale” sintetizza così l’iniziativa: “Scopo della campagna è quello di far acquisire consapevolezza che la propria libertà digitale non è uno slogan, ma un approccio che consente di essere davvero padroni di se stessi, capaci di muoversi in piena libertà nella dimensione del web”.  [grassetto mio]

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Chi fa la spesa al super?

Titolo del Corriere della Sera di oggi:

Al super i sacchetti per frutta e verdura sono a pagamento, scoppia la rivolta social - Arance pesate una ad una per evitare di pagare il costo dei sacchetti biodegradabili, obbligatori e a pagamento. La stima è di una spesa dai 4 ai 12,50 euro all'anno

Pima di trasferirmi a Milano non avevo mai sentito dire il super come forma abbreviata di supermercato.

Sarei curiosa di sapere se si usa anche in altre parti d’Italia. L’ho chiesto anche su Twitter e le risposte ricevute finora confermano la mia impressione che si tratti di un regionalismo lombardo: a Napoli, a Roma, nelle Marche, in Veneto e in Sardegna non è usato. 

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Aporofobia: paura e ostilità verso i poveri

La parola dell’anno del 2017 in Spagna è aporofobia la paura, ripugnanza o avversione verso i poveri.

È un neologismo coniato dalla filosofa spagnola Adele Cortina alla fine del secolo scorso per identificare un atteggiamento negativo molto diffuso nelle società del benessere che è esemplificato dall’ostilità verso i migranti ma che va distinto dal razzismo e dalla xenofobia.

Per Cortina, ciò che crea avversione non è la provenienza straniera ma la condizione di povertà, intesa non solo come indigenza ma anche come indisponibilità di beni e servizi di tipo sociale, politico e culturale.

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#2017in3parole

In memoriam - Lost to us in 2017: honesty, compassion, respect, kindness, equality, tolerance, dignity, facts, rule of law, sanity
Vignetta: Joe Heller

Prendo spunto da #2017in3parole, hashtag molto attivo oggi 31 dicembre su Twitter, per una selezione di 3 parole di argomenti diversi che ho descritto nel blog e che per me sono rappresentative del 2017.

3 parole o nomi legati a eventi del 2017
♦  LA LA LAND: reduplicazione espressiva (premi Oscar) 
♦  Da Mattarellum a Rosatellum: habemus latinellum!
♦  #Spelacchio è bello (e istruttivo!)

3 parole legate ai social
♦  Trollare: senza troll, nuovo significato!
♦  Blastare: dai videogiochi a Mentana
♦  A 91 anni la regina trolla ed è instagrammabile

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Bitcoin, parola tecnologica del 2017

Donna davanti a un computer dice all’uomo che le è accanto “WannaCry ci richiede un riscatto di $300 in bitcoin”. Uomo: “Cos’è WannaCry?” Donna: “Cos’è un bitcoin?”

La vignetta di Chip Bok è di maggio 2017 e la trovo significativa perché fa riferimento a due termini informatici che hanno già qualche anno ma che nel 2017 si sono affermati più marcatamente di altri anche nel lessico comune italiano.

Sono ransomware, già descritto in Ransomware, malware e altri –ware, e soprattutto bitcoin, la valuta digitale creata per transazioni online indipendenti da interventi di banche centrali o altre istituzioni finanziarie. Ultimamente si discute molto delle implicazioni tecnologiche e finanziarie dei bitcoin ma qui mi soffermerò sugli aspetti linguistici.

Vignetta con elfo che mostra letterina a Babbo Natale e dice “HERE’S ANOTHER KID WHO WANTS BITCOINS”
Vignetta: Hedgeye

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La Costituzione: 70 anni portati bene

Il 27 dicembre 2017 si celebrano i 70 anni della firma della Costituzione italiana.

La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato. Data a Roma, addì 27 dicembre 1947.

Come si scrive una Costituzione ha ripercorso le tappe principali che hanno portato all’approvazione del documento e sottolinea una caratteristica fondamentale del testo, che trova concordi i linguisti: è estremamente chiaro, scritto in un linguaggio accessibile a tutti e caratterizzato da grande cura nella scelta delle parole.

A supporto viene spesso citata l’analisi fatta da Tullio De Mauro per l’Introduzione della Costituzione della Repubblica Italiana pubblicata da UTET nel 2006. Riporto i dati principali sulla leggibilità, calcolata sulla presenza di vocabolario di base e la lunghezza dei periodi.

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Un typo diabolico

vignetta di un diavolo con la barba bianca e nee sullo sfondo. Didascalia: SATAN the other man in red [Satana] vignetta di Scott Garrett

Nel periodo natalizio in inglese circolano varie spiritosaggini che trasformano Babbo Natale nel demonio sfruttando l’antigramma Santa Satan.

Un antigramma è un particolare tipo di anagramma che forma una parola di significato completamente opposto a quello della parola di partenza (antonimo); in inglese si chiama antigram e gli esempi ricorrenti sono Santa Satan e uniteduntied (unito vs slegato).

Per fare funzionare Santa Satan come meccanismo umoristico spesso la trasposizione delle lettere diventa involontaria e viene descritta come errore di ortografia (spelling mistake) o come refuso (typo), anche se in realtà sono errori poco probabili.

In questa vignetta il dettaglio divertente è l’uso del rafforzativo one hell of a che ci ricorda che in inglese ci sono molte espressioni che fanno riferimento all’inferno:

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Grotta, grotto e crotto (e man cave!)

vignetta con Donald Trump vestito da Babbo Natale con un bambino sulle ginocchia che lo smaschera ma Trump risponde “Fake news!”. In primo piano cartello con la scritta WORLD’S BEST GROTTO (everybody agrees) e NO SNOWFLAKES.
Vignetta: Ben Jennings

La parola inglese grotto descrive una grotta artificiale decorativa di un giardino o di un parco (o una struttura simile anche all’interno di un edificio). Nei centri commerciali Santa’s grotto è il posto dove un Babbo Natale incontra i bambini che a turno si siedono sulle sue ginocchia per chiedergli i regali.

Grotto deriva dalla parola italiana grotta, a sua volta dal latino parlato crŭpta(m), per cry̆pta(m), dal greco krýptē, sottinteso kamára, “(stanza a) volta, coperta, sotterranea”, da krýptein “nascondere” – Fonte: Vocabolario Zingarelli.

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Inconvenienti della traduzione amatoriale

Negli Stati Uniti il deragliamento di un treno della compagnia Amtrak ha provocato morti e feriti. Per alcuni media italiani il primo comunicato ufficiale di Amtrak è stato molto criticato per aver descritto l’incidente come inconveniente:

In un comunicato stampa che Amtrak ha diffuso su Twitter subito dopo l’incidente la compagnia ha riferito tra l’altro che “si rammarica per ogni inconveniente”.

In inglese era stata davvero usata una parola che significa imprevisto, contrattempo o lato negativo?

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Italiani che usano aka a caso

L’abbreviazione inglese aka (o a.k.a.), pronunciata /eɪkeɪˈeɪ/, sta per also known as e come l’avverbio alias in italiano si usa tra il nome reale di una persona e lo pseudonimo, il nome d’arte o il soprannome con cui è conosciuta, ad es. Paul Hewson aka Bono. Si può usare anche per nomi alternativi di cose, ad es. football aka soccer (noi diremmo noto anche come oppure semplicemente o).

Aka è un anglicismo di cui non c’è alcuna necessità in italiano ma viene usato comunque, spesso a sproposito. Esempi di uso improprio da una ricerca ristretta a notizie nei media:

cristallo di ghiaccio aka fiocco di neve

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Caregiver e care leaver: ne abbiamo bisogno?

Le comunicazioni sulla legge di bilancio 2018 sono anche di interesse lessicale perché si scoprono parole nuove: il mese scorso sono stati annunciati fondi per caregiver, in questi giorni invece per care leaver.

notizia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Legge di Bilancio fondi per care leavers e progetti nel Sud

Sono parole finora sconosciute a gran parte degli italiani, non ancora registrate da tutti i dizionari e facilmente confondibili se non si sa l’inglese.

Cosa significano esattamente? Sono anglicismi insostituibili oppure esistono alternative italiane che non sono state prese in considerazione dai legislatori?

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#Spelacchio è bello (e istruttivo!)

Dicembre 2017: l’albero di Natale allestito dal Comune di Roma in piazza Venezia appare così misero che gli è stato affibbiato il nomignolo #Spelacchio e si sono scatenate le ironie. 

@PoliticaPerJedi: Forse anche #Spelacchio avrebbe preferito chiudere la sua carriera rallegrando il Natale nel fuoco di un camino invece che esposto al pubblico ludibrio -- @DavidSassoli: Vi presento Spelacchio, secondo albero di Natale “addobbato” nell'era Raggi. Cavallette ne abbiamo?

Dalle foto è difficile capire se l’abete sia davvero così malandato e poco decorato ma una cosa è certa: il nome Spelacchio è molto efficace e ricco di spunti lessicali.

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