Pronuncia: da Zuckerberg a Frankenstein

In Italia la pronuncia di cognomi americani di origine tedesca può creare qualche confusione.

In questi giorni, ad esempio, si sentono molte variazioni sulla pronuncia del cognome del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Molti sono convinti che si dica come in tedesco, con la u, altri addirittura convertono la r in una m, “zucchemberg”. Negli Stati Uniti si dice invece /ˈzʌkərbɜːrɡ/, che in italiano può essere approssimato in “zàcherberg” (con la consonante iniziale come la s in rosa).

Zuckerberg che mostra la trascrizione /ˈzʌkərbɜːrɡ/

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In inglese, innumerevoli –crazie

Vignetta: Trump che twitta, Xi Jinping che indossa spilla “Ruler for life”, Putin con fiala di gas nervino, Kim Jong-un con missile, Bashar al-Assad con sfondo di bombardamenti e distruzione in Siria, Peter Dutton vestito da guardia di frontiera e sullo sfondo filo spinato e cartello “Welcome if you are white”

Nella vignetta Modern systems of government dell’illustratrice australiana Cathy Wilcox si riconoscono subito Donald Trump, Xi Jinping, Vladimir Putin, Kim Jong-un e Bashar al-Assad ma non il ministro australiano Peter Dutton, “Mr Potato Head”, responsabile di politiche sull’immigrazione molto restrittive. Con queste conoscenze enciclopediche le parole inventate per etichettarli risultano efficaci anche per il lettore italiano.

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Pensieri in scatola

Questa vignetta fa riflettere su due parole inglesi, box e tank, che illustrano il concetto di anisomorfismo, l’impossibilità di far corrispondere tutti i significati di una parola in una data lingua a tutti i significati di una parola in un’altra.

Vignetta intitolata THINK TANK con due scatoloni aperti, uno con una freccia verso l’interno e la didascalia “where you don’t want to think” l’altro con la freccia verso l’esterno e “where you want to think” e sotto un water con “where you actually think”
vignetta: Wrong Hands

Box in inglese non vuol dire solo scatola ma ha molti altri significati, tra cui scatolone, cassetta, casella e riquadro.

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Parole per bibliofili e bibliomani

Leaving a book unread after buying it, typically piled up together with other unread books.
Immagine: Lost in translation di Ella Frances Sanders

Tsundoku è una parola giapponese che descrive l’abitudine di comprare libri e lasciare che si ammucchino non letti assieme ad altri libri.

In inglese è spesso associata a book hoarder, l’accumulatore seriale di libri. E può richiamare la bibliomania, la mania compulsiva di acquistare e collezionare libri.

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Le fake news della Polizia: relazioni pericolose?

Marzo 2018: qualche giorno fa Annamaria Testa in L’amara verità sulle notizie false ha osservato che “il termine fake news si è talmente diffuso ed espanso da consumarsi, fino a perdere il suo senso proprio” e ha spiegato perché anche in italiano, come già in inglese, è diventato sconsigliabile usarlo.

Mi auguro la leggano anche i responsabili della Polizia italiana che lo scorso gennaio hanno lanciato il progetto Red button.

Fake news: da oggi puoi segnalarle alla Polizia. Sarà riservato solo a chi è in grado di smentire una fake news con una segnalazione istantanea: si tratta del nuovo servizio dalla Polizia postale che ha lanciato il progetto “Red button”.

È una procedura per “comunicare alla Polizia l’esistenza di contenuti assimilabili a fake news”. Si attiva sul sito Commissariato di P.S., dove si trova un riquadro rosso (Red button!) che rimanda al modulo Segnala una fake news.

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10 anni di Terminologia etc.

grafica: 10 anni di Terminologia etc

Ebbene sì: qualche giorno fa il blog ha compiuto 10 anni!

È iniziato tutto mio malgrado, come incarico del lavoro che facevo nel marzo 2008. L’idea di diventare una blogger non mi entusiasmava e invece mi sono subito appassionata e da allora non ho più smesso: finora ho pubblicato 2045 post.

Per sintetizzarli direi che quelli che mi dà più soddisfazione scrivere riguardano il lavoro terminologico e le differenze culturali. Mi attraggono i neologismi e i loro meccanismi, sia in inglese che in italiano, mi piace smascherare l’inglese “farlocco” e i falsi amici, ridicolizzare l’itanglese e motivare la mia contrarietà di cittadina per gli anglicismi istituzionali.

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Questioni di genere nel linguaggio amministrativo

Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del MIUR

Ieri sono state presentate le Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del MIUR. Promuovono “un uso non sessista e non discriminatorio dell’italiano” che combatte stereotipi e pregiudizi. Vogliono essere “un modo molto concreto per rafforzare l’uguaglianza di genere e favorire il rispetto delle differenze” ed è auspicato che vengano recepite anche in ambiti diversi dalla pubblica amministrazione.

Sono una lettura interessante grazie a un’analisi diacronica, riflessioni sul linguaggio e i suoi meccanismi e indicazioni pratiche per un uso più accorto del genere grammaticale. Possono essere utili anche per la traduzione, specialmente di testi da altre lingue che usano accorgimenti espliciti contro il sessismo linguistico.

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Quadrat, quadrate, quadratus…

Nel Regno Unito l’ondata di maltempo di inizio mese, soprannominata Beast from the East, ha avuto come conseguenza anche una moria di fauna marina. Sulle coste del Mare del Nord intere spiagge sono state ricoperte da molluschi, crostacei, stelle marine e pesci uccisi dalle basse temperature e dalle forti mareggiate.

Per valutare l’entità del fenomeno viene usato uno strumento che in inglese ha un nome insolito, quadrat

tweet di Bex Lynam: Back on #HoldernessCoast this morning - one 25cm square quadrat at the top of the beach contains all this.... #BeastFromTheEast

Per un italiano quadrat /ˈkwɒdrət/ potrebbe sembrare addirittura inglese maccheronico, invece è un termine usato in alcuni ambiti specialistici, tra cui biologia, ecologia e geografia.

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Nevicate eccezionali: parole per la neve ❄❄❄

Titolo dai media italiani: BIG SNOW: MEZZA ITALIA IMBIANCATA.  Tweet di linguista americano @TheFallow in risposta a uno di @terminologia con parole inglesi per la neve: «I’m jealous. Why can’t *we* have a phrase as beautiful as “nevicate eccezionali”?!?»

Effetto itanglese (o “erba del vicino”): anglicismi e pseudoanglicismi come il ridicolo, martellante Big Snow possono sembrare la soluzione più efficace ed evocativa per chi non conosce bene l’inglese e ignora che l’italiano ha un’enorme ricchezza lessicale che ci consente di esprimere adeguatamente qualsiasi idea e sfumatura di significato, quindi anche i fenomeni atmosferici di questi giorni.

Parole italiane per la neve

Possiamo trovare molti spunti nel Dizionario Analogico della Lingua Italiana alla voce neve:

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Sequel, prequel, threequel, midquel e altri film

due vignette: 1  Spinach – The Prequel  (uomo che guarda piantine che crescono)    e     2  “My mom’s having a sequel”  (bambino che indica a un altro bambino il pancione della mamma)

Il significato di prequel ormai è noto: è un film, libro o altro che racconta una storia che precede quella di un’opera dello stesso tipo già in circolazione. La parola prequel è stata formata grazie a una rianalisi di sequel, la storia che invece segue quella già nota: il segmento se- è stato interpretato arbitrariamente come un prefisso sostituibile con pre-.

Quel libfix della serialità…

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Attenzione al bullet point

Mafioso davanti a un organigramma che infila la  mano nella giacca e dice “This reorganization will require elimination of cerain positions, identified by the following bullet points”
Vignetta: Bizarro

La vignetta ironizza sulle riorganizzazioni aziendali e gioca con la polisemia della parola inglese bullet, pallottola e proiettile ma anche il pallino  •  simbolo tipografico. Si chiama bullet point quando è posizionato all’inizio di ciascuna voce di un elenco, bullet / bulleted list, e per estensione di significato può avere anche altre forme.

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Burian, buran, bora e buriana

Titoli di giornali del 25 febbraio 2018: “Quando fare quando arriva Burian? I consigli degli esperti per affrontare neve e gelo” “Burian non ci spaventa”  “Maltempo, in arrivo Burian”  “Maltempo, ecco Burian e il gelo siberiano”

Nelle notizie meteo della fine di febbraio 2018, caratterizzata da tempo inclemente e basse temperature, è ricorrente il nome Burian. Non è una novità: da anni appare quando l’Italia è colpita da ondate di gelo dalla Siberia caratterizzate da venti forti con neve.

La peculiarità del 2018 è che i media generalisti preferiscono usare il nome senza articolo e con iniziale maiuscola come se fosse un nome proprio, una conferma della mania crescente di personificare alcuni fenomeni meteorologici. 

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