Storie di parole, con e senza glutine

Gretel a Hansel, davanti alla casetta di marzapane: “I don’t know Hansel. It doesn’t look gluten free” Vignetta: Bizarro

Nella versione originale tedesca dei fratelli Grimm, la casetta nella fiaba di Hänsel e Gretel è fatta di pane, torta e zucchero (Brot, Kuchen, Zucker), invece in quella inglese e di altre lingue è di pan di zenzero (gingerbread). Solo la casetta italiana, fatta di marzapane (pasta di mandorle, albume e zucchero), è sicuramente senza glutine!

Etimologie appiccicose

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Inglese farlocco stellato: *next opening

Vetrina per ora oscurata in Galleria Vittorio Emanuele a Milano, luogo di negozi di lusso molto frequentato dai turisti stranieri (o come si dice da queste parti, location prestigiosa):

vetrina ristorante Cracco

È la sede di quello che sarà il nuovo ristorante dello chef stellato Carlo Cracco. Le uniche informazioni sull’apertura non sono in italiano ma in inglese farlocco: *next opening.

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Dagli Stati Uniti ancora fake news!

coppia seduta sul divano, uomo chiede a donna che sta guardando un t ablet: WHAT’S THE LATEST FAKE NEWS?
Vignetta: Steve Nease

L’American Dialect Society ha scelto fake news come parola dell’anno 2017. Nell’annuncio di qualche giorno fa sono stati evidenziati i due diversi significati che può avere l’espressione a seconda di come, dove e da chi viene usata:

1 disinformation or falsehoods presented as real news
2 actual news that is claimed to be untrue

Le due accezioni sono un esempio di enantiosemia, un tipo particolare di polisemia che si verifica quando una stessa parola ha due significati tra loro contrari.

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The Cranberries, un brusco risveglio

Quando vivevo a Dublino ho ascoltato molto The Cranberries e mi è dispiaciuto della morte della cantante Dolores O’Riordan.

L’ho sentito alla radio e chi ha dato la notizia non sapeva che la o del nome Riordan è muta: il digramma io è simile a una /i:/ e un’approssimazione italiana della pronuncia potrebbe essere “riirdn”. Si può ascoltare come si dice in Irlanda in un documentario di RTÉ, la televisione irlandese, in cui si può anche sentire la pronuncia corretta del nome del gruppo, /ˈkranb(ə)ris/, con l’accento sulla prima sillaba – in Italia invece molti dicono erroneamente *crambèrris.

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Le vite dei gatti anglofoni

Vignetta americana da Bizarro:

Vignetta americana con un gatto antropomorfico che si trova davanti 9 figure della morte personificata e chiede “All nine at once? Have I really been that curious?”

Se la vignetta fosse stata disegnata in Italia, avrebbe due tristi mietitori in meno: in italiano infatti si dice che i gatti hanno sette vite, mentre in inglese nove: cats have nine lives.

In entrambe le lingue il riferimento è alle notevoli doti di sopravvivenza dei gatti ma non ho trovato spiegazioni attendibili sull’esatto significato simbolico e sulla discrepanza numerica* (anche in spagnolo iberico e tedesco le vite dei gatti sono sette). 

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La traduzione di “shithole countries” (Trump)

“Why are we having all these people from shithole countries come here?” Trump said, referring to African countries and Haiti.

Ha destato scalpore un’esternazione di Donald Trump che si è lamentato del numero di immigrati da paesi africani e da Haiti, che ha descritto come shithole countries. È un’espressione così volgare che vari media americani l’hanno censurata usando asterischi, s***hole o sh*thole.

In italiano molti hanno riportato le parole di Trump dando un’interpretazione letterale di shit+hole. Le traduzioni più ricorrenti sono “cesso di paesi”, “cessi di paesi”, “paesi cesso”, ma ho visto anche “stati latrina”, “paesi cacatorio / cacatoio”, “paesi cacamerda” e “paesi buchi di escrementi” (e anche qualche riferimento anatomico). Nessuna di queste traduzioni però mi pare adeguata.

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Come si pronuncia Wikipedia in italiano?

 

Logo Wikipedia

Il nome Wikipedia viene pronunciato in molti modi diversi. L’enciclopedia non prescrive una pronuncia ufficiale, quindi come ci si deve comportare in italiano?

Forse avete già letto La pronuncia di Wikipedia, la risposta del presidente dell’Accademia della Crusca, Claudio Marazzini, che caldeggia un approccio coerente con le convenzioni di lettura della lingua italiana.

Come migliore pronuncia consiglia quindi vichipedìa, anche in considerazione dell’etimologia: wiki-wiki, “veloce”, è una parola hawaiana e ‑pedìa è il suffisso greco già usato in italiano in enciclopedìa (da paideia, “‘educazione”, “cultura”).

Marazzini però è consapevole che la pronuncia vichipedìa avrà difficoltà ad affermarsi:

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Ortografia ministeriale

Ieri ho commentato questo tweet del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca che poi è stato eliminato senza spiegazioni o risposta al mio commento: 

testo del tweet di @MiurSocial dell’8 gennaio 2018: Dalle 9 di domani sarà possibile registrarsi al portale delle #IscrizioniOnLine per le classi prime di scuola primaria e secondaria di I° e II° grado. Dal 16/01 al 6/02 si potrà fare l’iscrizione vera e propria. Vai su http://www.iscrizioni.istruzione.it .

Sicuramente avete notato l’errore di ortografia: secondaria di I° e II° grado. Come si impara alla scuola primaria, ai numeri ordinali scritti con la numerazione romana non vanno mai aggiunti simboli o lettere in posizione di esponente.

Un altro errore è il nome dei mesi con l’iniziale maiuscola (nell’immagine): in italiano, a differenza dell’inglese, va usata l’iniziale minuscola.

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Slimmatevi con un beverone slimmante!

Siete preoccupati dagli effetti sul girovita degli eccessi alimentari delle feste? Per contrastarli, provereste SUPER ANANAS®, un prodotto slimmante venduto in farmacia?

Istruzioni: 1 versa uno stick-pack e mescola in 200 ml d’acqua 2 bevi dopo i pasti 3 slimmati

super efficace: con estratto di ananas – super slimmante: solo 13 kgcal giornaliere – super pratico: in comodi stick-pack

Il verbo slimmare e l’aggettivo e sostantivo slimmante sono esempi di neoformazioni ibride. Combinano infatti una parola o un elemento radicale da un’altra lingua – qui slim, dimagrire, snellire in inglese –  con un affisso o un’intera parola italiana*.

È un meccanismo di formazione di nuove parole che non manca mai di suscitare reazioni, come in questo divertente tweet:

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Italiani, attenzione: “Be aware. Be digital.”

Avete già visto questa pubblicità firmata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri? Se sì, che messaggio avete recepito? 

Attenzione: se premete il tasto YouTube icon vi verranno installati cookie di terze parti, siete avvisati!

Nel sito del governo* la pagina Campagna “Be Aware. Be Digital. Consapevolezza digitale” sintetizza così l’iniziativa: “Scopo della campagna è quello di far acquisire consapevolezza che la propria libertà digitale non è uno slogan, ma un approccio che consente di essere davvero padroni di se stessi, capaci di muoversi in piena libertà nella dimensione del web”.  [grassetto mio]

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Chi fa la spesa al super?

Titolo del Corriere della Sera di oggi:

Al super i sacchetti per frutta e verdura sono a pagamento, scoppia la rivolta social - Arance pesate una ad una per evitare di pagare il costo dei sacchetti biodegradabili, obbligatori e a pagamento. La stima è di una spesa dai 4 ai 12,50 euro all'anno

Pima di trasferirmi a Milano non avevo mai sentito dire il super come forma abbreviata di supermercato.

Sarei curiosa di sapere se si usa anche in altre parti d’Italia. L’ho chiesto anche su Twitter e le risposte ricevute finora confermano la mia impressione che si tratti di un regionalismo lombardo: a Napoli, a Roma, nelle Marche, in Veneto e in Sardegna non è usato. 

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Aporofobia: paura e ostilità verso i poveri

La parola dell’anno del 2017 in Spagna è aporofobia la paura, ripugnanza o avversione verso i poveri.

È un neologismo coniato dalla filosofa spagnola Adele Cortina alla fine del secolo scorso per identificare un atteggiamento negativo molto diffuso nelle società del benessere che è esemplificato dall’ostilità verso i migranti ma che va distinto dal razzismo e dalla xenofobia.

Per Cortina, ciò che crea avversione non è la provenienza straniera ma la condizione di povertà, intesa non solo come indigenza ma anche come indisponibilità di beni e servizi di tipo sociale, politico e culturale.

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#2017in3parole

In memoriam - Lost to us in 2017: honesty, compassion, respect, kindness, equality, tolerance, dignity, facts, rule of law, sanity
Vignetta: Joe Heller

Prendo spunto da #2017in3parole, hashtag molto attivo oggi 31 dicembre su Twitter, per una selezione di 3 parole di argomenti diversi che ho descritto nel blog e che per me sono rappresentative del 2017.

3 parole o nomi legati a eventi del 2017
♦  LA LA LAND: reduplicazione espressiva (premi Oscar) 
♦  Da Mattarellum a Rosatellum: habemus latinellum!
♦  #Spelacchio è bello (e istruttivo!)

3 parole legate ai social
♦  Trollare: senza troll, nuovo significato!
♦  Blastare: dai videogiochi a Mentana
♦  A 91 anni la regina trolla ed è instagrammabile

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Bitcoin, parola tecnologica del 2017

Donna davanti a un computer dice all’uomo che le è accanto “WannaCry ci richiede un riscatto di $300 in bitcoin”. Uomo: “Cos’è WannaCry?” Donna: “Cos’è un bitcoin?”

La vignetta di Chip Bok è di maggio 2017 e la trovo significativa perché fa riferimento a due termini informatici che hanno già qualche anno ma che nel 2017 si sono affermati più marcatamente di altri anche nel lessico comune italiano.

Sono ransomware, già descritto in Ransomware, malware e altri –ware, e soprattutto bitcoin, la valuta digitale creata per transazioni online indipendenti da interventi di banche centrali o altre istituzioni finanziarie. Ultimamente si discute molto delle implicazioni tecnologiche e finanziarie dei bitcoin ma qui mi soffermerò sugli aspetti linguistici.

Vignetta con elfo che mostra letterina a Babbo Natale e dice “HERE’S ANOTHER KID WHO WANTS BITCOINS”
Vignetta: Hedgeye

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