Solo in inglese: la “sindrome di *Calliòpe

Definition of book word: a word learned solely or principally from reading and often understood without knowledge of its customary pronunciation – Dizionario Merriam-Webster

La locuzione inglese book word descrive le parole che si conoscono solo dai libri e di cui si sbaglia la pronuncia proprio perché si sono sempre viste solo in forma scritta

C’è chi ha coniato anche un nome alternativo, Calley-ope Syndrome. Il riferimento è alla musa Calliope, che in inglese ha la stessa grafia dell’italiano ma una pronuncia particolare.

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Emoji con braccia a X e a O

percorso della maratona in cui ogni chilometro è rappresentato da una diversa emoji per diverse emozioni e sensazioni

L’emoji-thon (emoji+marathon) è stata pubblicata da una società del gruppo Adidas che si rivolge un pubblico internazionale. È divertente anche per chi non farà mai una maratona e sono convinta che la sequenza di emoji risulti alquanto efficace indipendentemente dalla lingua che si parla.

Sarei però curiosa di sapere se tutti danno la stessa interpretazione all’emoji del km 36.

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Il temibile metaforico autobus americano

cartello con la scritta CAUTION e figure stillizzate di una persona che con un calcio ne fa cadere un’altra davanti a un autobus che sopraggiunge

Throw someone under the bus

Un’espressione figurata ricorrente nei media americani è throw someone under the bus, letteralmente buttare qualcuno sotto l’autobus. Vuol dire tradire o sacrificare qualcuno nel tentativo di salvare sé stessi o per tornaconto personale.

Ha punti in comune con il modo di dire throw someone to the wolves, “gettare in pasto ai lupi”, che in inglese può essere usato anche per descrivere una situazione in cui si permette che qualcuno venga attaccato e non si fa alcun tentativo di difenderlo.

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Generi diversi: la slot vs lo slot

Da una notizia di cronaca nera sentita alla radio ho scoperto uno pseudoanglicismo che finora ignoravo, slot, ma non avevo mai sentito neppure il nome alternativo sala slot.

Caravaggio, 4 colpi di pistola in una slot. Morta coppia di Cremona, l’omicida fugge. – Terrore in una sala slot nel bergamasco, due morti in una sparatoria.

La parola slot per slot machine non mi sorprende: è uno dei numerosi pseudoanglicismi ottenuti con un meccanismo di abbreviazione impropria in cui viene privilegiato il determinante (slot) anziché il determinato (machine).

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Calchi sintattici: immaginare e mostrare

Un esempio di notizia sull’ennesima sparatoria negli Stati Uniti:

Titolo e sottotitolo: California, spari al quartier generale di You Tube: feriti. Suicida la donna che ha aperto il fuoco. Ad aprire il fuoco una donna, poi morta suicida. Gli agenti hanno isolato la zona ed evacuato l'edificio. Immagini diffuse dai media mostrano dipendenti uscire in fila e con le braccia alzate.

Ho visto anche un’altra versione della frase evidenziata, i video mostravano un gruppo di persone allontanarsi dall’edificio in fila e con le mani in alto. Direi che sono la traduzione di Footage showed people leaving the building in single file with their hands raised above their heads (o frase molto simile). 

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Coppia minima per sorridere in absentia

Molti giochi di parole sfruttano la somiglianza di suoni di due parole che può essere in praesentia se le parole vengono accostate (ad es. “traduttore traditore”) oppure in absentia* se invece la seconda parola, assente, viene evocata dal contesto. Un esempio in inglese:

Due topi davanti alla tana di un terzo topo dicono “We’d like to talk to you about cheeses”. Didascalia: “Church mice”

Coppie minime

Il meccanismo umoristico della vignetta con i topi evangelizzatori gioca in absentia con un elemento di una coppia minima, due parole di una stessa lingua che si differenziano per un solo fonema, collocato nella stessa posizione in entrambe, che è sufficiente a distinguerle conferendo loro significati diversi.

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Uova e ovetti, non solo di Pasqua

gallina con disegni a vari colori sulle piume spiega a gallina bianca “I was an Easter egg”

Questa vignetta evidenzia una differenza tra uovo di Pasqua e Easter egg, due espressioni non del tutto equivalenti.

In italiano l’accezione prevalente per uovo di Pasqua è di guscio di cioccolato, di varie grandezze, che racchiude al suo interno una sorpresa.

Anche in inglese l’uovo di cioccolato (senza sorpresa!) si chiama Easter egg, però il significato principale è un altro: è un vero uovo dipinto o decorato come da tradizione, oppure un ovetto di zucchero o cioccolato di aspetto e dimensioni simili.

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Fidanzati ovunque e comunque!

emoji di uomo e donna con cuoriciniRicordo molto bene il mio primo “momento sociolinguistico” anche se è passato del tempo. Avevo finito la seconda media, ero in compagnia di un’amica e alcune ragazze poco più grandi e una di queste mi aveva redarguita perché avevo chiamato fidanzato il ragazzo di una di loro.

Fidanzati promessi sposi

Mi aveva spiegato che fidanzato/a era una parola da vecchi che si usava solo per chi aveva già stabilito la data delle nozze oppure nella locuzione fidanzati in casa e cioè una relazione ufficializzata. Mortificata, avevo eliminato il sostantivo e il verbo fidanzarsi dal mio vocabolario attivo e da allora credo di non averli più usati!

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L’italiano sui social

L’italiano e le reti sociali è uno speciale del Portale Treccani che identifica varie caratteristiche dell’italiano usato su alcuni social molto frequentati, osservati dai punti di vista di cinque linguisti.

immagine che rappresenta le reti socialiIntroduzione alla linguistica delle reti sociali di Mirko Tavosanis racconta la storia dei social in Italia e spiega perché la loro “lingua in piazza” è molto interessante per i linguisti. 

logo di YouTube«La friend zone cari miei…»: la testualità dei commenti in YouTube di Michela Dota analizza alcune peculiarità degli ipotesti prodotti su YouTube, spesso un insolito esempio di “simbiosi tra i commenti e il video”.

WhatsAppDalla lettera a WhatsApp da WhatsApp alla lettera: esperienze didattiche di Valentina Fanelli racconta alcuni esercizi di scrittura e riscrittura per acquisire maggiore consapevolezza linguistica nell’uso di forme, norme, registri e strumenti di scrittura diversi: sicuramente i suoi studenti hanno imparato molto e si sono anche divertiti.

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Emoji nel dizionario: non sono parole!

Il sito americano Dictionary.com ha una nuova sezione dedicata alle emoji. Per ora conta una ventina di voci, scelte tra le emoji non solo più usate ma anche che si prestano a più interpretazioni. Si distingue da altri progetti per l’approccio lessicografico che ricava informazioni molto dettagliate da analisi dei contesti d’uso nell’inglese americano.

esempio per face without mouth emoji

Non sempre le descrizioni valgono anche per l’italiano ma si ricavano comunque indicazioni utili su un aspetto della comunicazione ancora piuttosto nuovo. Se vi interessa l’argomento, vi suggerisco di ascoltare l’intervista alla lessicografa Jane Solomon, esperta di emoji che cura il progetto e fa anche parte del sottocomitato di Unicode che approva nuove emoji.

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Pronuncia: da Zuckerberg a Frankenstein

In Italia la pronuncia di cognomi americani di origine tedesca può creare qualche confusione.

In questi giorni, ad esempio, si sentono molte variazioni sulla pronuncia del cognome del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg. Molti sono convinti che si dica come in tedesco, con la u, altri addirittura convertono la r in una m, “zucchemberg”. Negli Stati Uniti si dice invece /ˈzʌkərbɜːrɡ/, che in italiano può essere approssimato in “zàcherberg” (con la consonante iniziale come la s in rosa).

Zuckerberg che mostra la trascrizione /ˈzʌkərbɜːrɡ/

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In inglese, innumerevoli –crazie

Vignetta: Trump che twitta, Xi Jinping che indossa spilla “Ruler for life”, Putin con fiala di gas nervino, Kim Jong-un con missile, Bashar al-Assad con sfondo di bombardamenti e distruzione in Siria, Peter Dutton vestito da guardia di frontiera e sullo sfondo filo spinato e cartello “Welcome if you are white”

Nella vignetta Modern systems of government dell’illustratrice australiana Cathy Wilcox si riconoscono subito Donald Trump, Xi Jinping, Vladimir Putin, Kim Jong-un e Bashar al-Assad ma non il ministro australiano Peter Dutton, “Mr Potato Head”, responsabile di politiche sull’immigrazione molto restrittive. Con queste conoscenze enciclopediche le parole inventate per etichettarli risultano efficaci anche per il lettore italiano.

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