Agevolare, “nuova” accezione

Nell’uso comune il verbo agevolare ha due accezioni:
1 rendere agevole, facilitare: si agevola qualcosa a qualcuno (ad es. agevolare il lavoro, un’impresa, un percorso);
2 aiutare, favorire, rendere facile: si agevola qualcuno in qualcosa o a fare qualcosa (ad es. agevolare un parente nella carriera o a passare un concorso). 

In questi esempi ricavati da tweet si può vedere un’altra accezione:

Esempi di frasi: “agevolo una foto esplicativa”, “agevoliamo la diapositiva”, “agevoliamo screenshot”, “agevolatemi la ricetta”, “agevolo intervista completa” (definizione nel testo)

È un uso non ancora registrato dai dizionari ma che da almeno un decennio è piuttosto diffuso sui social.

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L’accordo sulla Brexit ha fatto una brutta fine…

Il 15 gennaio 2019 l’accordo sulla Brexit (Brexit deal) negoziato da Theresa May con l’Unione europea è stato bocciato dal Parlamento del Regno Unito con un margine di 230 voti e quindi è defunto, eppure May ha dichiarato che intende comunque ripresentarlo nelle prossime settimane (aggiornamento 12 marzo: l’accordo è stato nuovamente respinto).

Una vignetta in tema, molto britannica: Vignetta che riproduce lo sketch: pappagallo morto con la scritta Brexit deal, John Cleese che dice “This parrot has ceased to be…” e le altre frasi sul pappagallo morto. Il venditore è Theresa May che dice “He’s just resting”.
Vignetta: Dave Whamond

Il testo è facilmente comprensibile: sono espressioni che descrivono la morte del pappagallo, simili a “ha cessato di vivere, è un ex pappagallo, è privo di vita, riposa in pace, è un fu pappagallo!”, a cui segue la risposta “sta solo riposando…”

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Il Ministero del Lavoro insiste sui “riderS”

Il Ministero del Lavoro ha pubblicato un comunicato stampa su un argomento di cui si era discusso molto lo scorso giugno:

Ministero del Lavoro: pronta la norma per i riders. Definita la norma che regolerà il contratto di lavoro dei moderni ciclofattorini.   Contenuti correlati: prosegue la concertazione, nuove intese per il contratto 

Si può notare che vengono usate due diverse parole per descrivere i lavoratori che usano la propria bicicletta per fare consegne a domicilio, in particolare di pasti pronti ordinati attraverso apposite piattaforme o app dedicate. 

Prevale l’anglicismo rider ma nel riferimento specifico alla nuova norma è usato anche il neologismo italiano ciclofattorino (parola nuova per un concetto nuovo: non è chiaro perché le sia stato associato l’aggettivo moderno!).

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Slacktivism, clicktivism e altri attivismi digitali

Molti neologismi che descrivono le dinamiche dei social e più in generale del mondo digitale nascono in inglese e poi vengono adottati anche in italiano, alcuni come prestiti e altri come calchi, ma non sempre con lo stesso effetto.

Parole apparentemente equivalenti nelle due lingue possono infatti avere connotazioni diverse che ne condizionano la percezione, come activism e attivismo e alcune neoformazioni che ne sono derivate.

social activism

Activism vs attivismo

In inglese la parola activism ha un’unica accezione: indica attività e azioni volte a conseguire cambiamenti sociali o politici. Esempi: religious activism, environmental a., political a., social a., LGBT a., black a., student activism. 

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Chi fa applicare… non si applica!

Conoscete già questo uso improprio del verbo applicare?

Esempi: 1 “Avete ancora fino a domani per applicare” Un’occasione unica per poter partecipare a questa fantastica esperienza!” 2 “Startup digitali cercasi! C’è tempo fino al 16 marzo per applicare!” 3 “…Hai tempo fino al 15 gennaio per applicare. Scopri di più”

È un calco del verbo inglese apply, “fare domanda” o “fare richiesta”, e ho scoperto che è piuttosto diffuso: questi esempi non sono traduzioni ma tweet che riguardano attività e contesti italiani e che quindi non hanno subito un’interferenza diretta dell’inglese.

Il verbo applicare

Se trovate questo falso amico più fastidioso di altri, il motivo c’è: risulta anomalo non solo il significato ma anche la costruzione. Per il verbo transitivo applicare ci si aspetta infatti almeno un argomento (elemento linguistico necessario in aggiunta al soggetto). Se manca, la costruzione è agrammaticale.

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“Gatti”, pinzare e altri regionalismi

dust bunny

Qualche anno fa in Animali di polvere avevo raccolto alcuni nomi italiani e inglesi per descrivere il laniccio, gli accumuli di polvere e peluria che si formano sotto i letti e altri mobili e che in alcune regioni settentrionali si chiamano gatti (o gatte o gattini).

Ho aggiornato il post con nuovi contributi ricevuti su Twitter, tra cui lana e lanetta in Lombardia e altrove, laniccia a Roma, gomitoli in Sardegna e parecchi altri. Mi ha colpita molto la puffia dell’Alto Piemonte, parola che trovo molto evocativa anche per potenziali aspetti fonosimbolici.

Ho scoperto inoltre che in inglese americano non ci sono solo dust bunnies (coniglietti di polvere) ma anche dust mice (topi) e dust kitties (gattini) e poi beggar’s velvet (velluto del mendicante), ghost turds (stronzi di fantasma) e house moss (muschio).

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Le lingue sono sistemi autoregolanti

immagine con titolo Who decides what words mean

Suggerimento di lettura: Who decides what words mean di Lane Greene, l’autore degli articoli linguistici di The Economist.

Lo spunto sono i cambiamenti che nel tempo subisce ogni lingua e che di per sé potrebbero essere disgreganti. Le lingue però li sopportano agevolmente perché sono sistemi autoregolanti: se in un punto avviene una modifica che potrebbe causare un rischio “strutturale”, ne avverrà un’altra che la compensa e consente la continuità e il perfetto funzionamento del sistema.

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Inizio d’anno americano (con off of)

Vignetta americana per capodanno di Moderately Confused:

Vignetta in cui l’anno vecchio dice all’anno nuovo MY ONLY ADVICE IS TO STAY OFF OF TWITTER

Il consiglio di stare alla larga da Twitter fa pensare alle esternazioni di Donald Trump ma non sarebbe fuori luogo anche per la politica italiana!

Off of

Nella vignetta si nota anche un particolare linguistico riconducibile all’inglese americano: la sequenza off of, insolita invece nell’inglese britannico contemporaneo.

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Parole del 2018: strallo

Prima del 14 agosto 2018, il giorno del crollo del Ponte Morandi a Genova, probabilmente non tutti conoscevano il termine tecnico strallo. Ora invece non abbiamo alcuna difficoltà a individuare i quattro stralli in questa foto:

foto di moncone del Ponte Morandi con quattro stralli ancora intatti

Anche senza immagini sapremmo descriverli perché sono strutture diventate inconfondibili: ormai fanno parte delle nostre conoscenze e rappresentano un concetto riconoscibile.

Domanda: vale lo stesso anche per altri termini ricorrenti nelle notizie sul Ponte Morandi, come ad es. impalcato, antenna, pila vs pilone di sostegno, trefolo? Forse no, invece sono convinta che ricorderemo a lungo strallo e che sia una delle parole più rappresentative del 2018.

È innanzitutto il simbolo di un evento tragico che non potremo mai dimenticare ma rivela anche alcuni aspetti lessicali che rendono alcune parole più memorabili di altre.

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Colori al governo: un amalgama sui generis…

amalgama perfettamente riuscita

Alla conferenza di stampa di fine anno del 28 dicembre 2018, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha risposto a una domanda sul colore che prevale nell’esecutivo con queste parole:

  «Questa esperienza di governo funziona e continuerà a funzionare perché si regge su un amalgama perfettamente riuscita del giallo e del verde. Non c’è una mescolanza, che è un concetto completamente diverso, i due colori sono ben riconoscibili, rimangono distinti, ma si è creata, per un equilibrio chimico, una perfetta amalgama»

La parola amalgama è stata usata anche in seguito, sempre al femminile, e quindi non si tratta di un lapsus (scorrettezza accidentale) ma di un errore* perché amalgama è un sostantivo maschile.  

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Trump, Babbo Natale e la bambina: “it’s marginal”

Trump: “Are you still a believer in Santa?” Bambina: “Yes, sir” Trump: “Because at seven, it’s marginal, right?”

Notiziola dei giorni scorsi: la vigilia di Natale Donald Trump ha avuto alcuni brevi scambi telefonici con dei bambini che chiamavano il NORAD per sapere dove fosse Babbo Natale (Santa Claus). A una bambina di sette anni Trump ha chiesto se credesse ancora a Santa e alla risposta affermativa ha commentato “[Be]cause at seven, it’s marginal, right?

Sui social e sui media immediate le reazioni negative: la domanda equivale ad affermare che Babbo Natale non esiste, oltretutto Trump ha rimarcato che sette anni sono già al limite dell’età in cui ci si crede. Inoltre, l’ha fatto usando l’aggettivo marginal, sconosciuto a gran parte dei bambini americani.

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Vigilia di Natale con un topo e 8 renne, anzi 9!

“Twas the night before Christmas when all through the house not a creature was stirring, except a mouse…”  Uomo davanti al computer con espressione stressata che clicca nervosamente sul mouse; sul monitor la scritta LAST-MINUTE XMAS GIFTS
Vignetta: Royston Cartoons

Conoscete già la più famosa poesia americana di Natale, A Visit from St. Nicholas, meglio nota dal suo verso iniziale come Twas the night before Christmas?

È stata scritta nel 1822 da Clement Clarke Moore ed è all’origine della figura moderna di Babbo Natale che viaggia con slitta e renne volanti e che nella poesia è chiamato Saint Nicholas o in breve St. Nick. Il nome inglese che ci è più familiare, Santa Claus, deriva invece da una forma dialettale olandese del nome del santo, Sante Klaas.  

Babbo Natale ad elfo, con signora contrariata di spalle nella stanza accanto: “Uh.. Oh… She only calls e St. Nicholas when she’s really mad.”
Vignetta: Speed Bump

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Parole invernali: brumation, da bruma

Tweet di Robert Macfarlane – Word of the day: “brumation” - the condition of torpor & sluggishness brought on by winter. Coined in 1965 by the American zoologist Wilbur W. Mayhew to refer to the cold-weather dormancy of reptiles. (By extension, therefore, the indolence induced by Christmas)

Non conoscevo la parola inglese brumation, nata nel 1965 come termine zoologico per descrivere lo stato di torpore invernale di alcuni rettili, caratterizzato da attività fisiologica ridotta con temperatura e valori metabolici abbassati. In italiano si riscontrano occorrenze del calco brumazione.

In senso esteso brumation può essere usata anche in rifermento a persone: descrive l’indolenza che si prova in alcune giornate invernali e in particolare nel periodo natalizio.

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Dal Totocalcio alle totoparole

Alcuni titoli di notizie del 18 dicembre 2018:

Foto di schedina e titoli di notizie: 1 Manovra, addio a Totocalcio: un emendamento lo vuole abolire – 2 La manovra cancella Totocalcio e Totogol – 3 Manovra, chiude il Totocalcio dopo 72 anni

La notizia che nel 2019 potrebbe venire abolito il Totocalcio non mi preoccupa minimamente però mi fa pensare ad alcuni aspetti linguistici.

Origine del nome

Il nome Totocalcio è una parola macedonia la cui origine è poco trasparente per chi non ha familiarità con i giochi d’azzardo: è formata da totalizzatore [del] calcio, un “sistema e organizzazione di scommesse, diffuso specialmente negli ippodromi e nei cinodromi, in base al quale la somma delle puntate di ciascun giocatore, privata di una debita percentuale, viene distribuita ai vincitori sulla base di una quota fissata” (Vocabolario De Mauro).

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