Prendo spunto da un libro uscito recentemente, Cibi ultra processati, traduzione italiana di Ultra-Processed People del medico e divulgatore britannico Chris Van Tulleken, per alcune considerazioni sui calchi processare, processato e ultraprocessato in associazione ad alimenti.
Da anni ormai sono parole ricorrenti nei media in riferimento a prodotti dell’industria alimentare ma chi cercasse definizioni precise per ora non troverebbe una risposta nei vocabolari di italiano, che per il verbo processare includono solo due altri significati:
- sottoporre a processo, specialmente penale, e in senso figurato sottoporre a forti critiche
- in ambito tecnologico, trattare sistematicamente, analizzare, elaborare, in particolare dati
La seconda accezione è recente e risale alla fine del secolo scorso: in origine un falso amico poi entrato stabilmente nel lessico come neologismo semantico, è un altro calco del verbo inglese process, che genericamente indica l’azione di sottoporre qualcosa a una serie di azioni che producono un cambiamento, uno sviluppo o una trasformazione.
Cosa significa “alimento processato”
In inglese il verbo process e il sostantivo che ne deriva processing vengono usati anche per la lavorazione degli alimenti: