Maglioncini invernali

dolcevita e lupetto

Sui social è diventato virale un lapsus della giornalista Lucia Annunziata che rivolgendosi a un noto politico si è confusa sulla parola maglioncino [a collo alto], un capo di abbigliamento che grazie ai suoi nomi alternativi dà lo spunto per alcune osservazioni lessicali.

Dolcevita e lupetti

Il maglioncino a collo alto ripiegato, se aderente, è noto anche come dolcevita, nome che deriva dal film di Fellini, La dolce vita, perché in quel periodo il protagonista Marcello Mastroianni* indossava spesso il capo, anche se non nel film.

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Mascelle a terra? Meglio di no!

“L’audio rubato dei leader che parlano male di Trump: “Lo staff con le mascelle a terra”; “Vertice NATO, i leader sembrano scherzare su Trump: “Ha parlato 40 minuti, i suoi con le mascelle a terra”; “Al suo staff sono cadute le mascelle a terra”

Qui sopra alcune traduzioni poco ragionate di un frammento di conversazione carpito al capo di governo canadese durante un vertice NATO. Per una nota agenzie di stampa e vari media italiani, Trudeau avrebbe detto che, di fronte alle ennesime esternazioni di Trump, lo staff del presidente americano si era ritrovato con le mascelle a terra.

È una traduzione letterale per nulla idiomatica di I just watched his team’s jaws drop to the floor che non consente di capire esattamente che tipo di reazione c’è stata. In inglese one’s jaw drops è un’espressione metaforica che descrive qualcosa che fa rimanere a bocca aperta per uno stupore o uno shock difficili da dissimulare, ed è su questo che avrebbero dovuto riflettere gli improvvisati traduttori.

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Anna D’Errico: Le parole dell’olfatto…

immagine di lisca di pesce con didascalia: freschìn, freschino, freschetto, frescume, renfrescümme, frescümassu, rinfrescume, fetu di buriddu…

Qualche anno fa in Odore di “freschìn”, una questione di DNA?!? avevo descritto un odore sgradevole per me inconfondibile, lasciato da uova o pesce sulle stoviglie, che però non ha un nome italiano. Avevo notato che solo chi parlava una lingua o un dialetto in cui esisteva una parola era in grado di percepire l’odore e mi ero chiesta se potesse esserci un legame tra lingua e genetica.

Finalmente ho una risposta, grazie ad Anna D’Errico, neuroscienziata esperta di olfatto e autrice del libro Il senso perfetto. Mi fa molto piacere ospitarla sul blog con un intervento sui diversi aspetti di tipo biologico, psicologico e culturale che possono intervenire nella percezione degli odori e che possono riflettersi anche nella lingua

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“Se lo dice il dizionario…”

Se lo dice il dizionario

“Se lo dice il dizionario…” L’utente tra i dizionari dell’uso e le nuove risorse digitali è un articolo che ho scritto per il Portale Treccani.

Nella prima parte ho descritto alcune percezioni errate legate ai dizionari dell’uso, che descrivono il lessico contemporaneo ma non “approvano” o “certificano” i neologismi e non consentono diagnosi sullo stato di salute di una lingua.

Nella seconda parte ho identificato alcune alternative ai dizionari tradizionali, come ad es. i dizionari collaborativi e le raccolte di dati lessicali ottenute con progetti in crowdsourcing. Ho evidenziato le caratteristiche innovative ma anche alcuni punti deboli che rendono necessaria cautela nella consultazione.

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Tacchini risparmiati (ma non “perdonati”)

Vignetta in cui Trump alla Casa Bianca si rivolge a un tacchino e gli dice “I would like you to do me a favor, though”
Vignetta: Steve Breen (il riferimento è al famigerato “quid pro quo)

Grazie a film e romanzi americani è risaputo che negli Stati Uniti il quarto giovedì di novembre è il giorno del ringraziamento (Thanksgiving). Per gli americani è una festa importantissima, caratterizzata da piatti e simboli tipici, pranzo con i parenti e anche consuetudini correlate di vario tipo, dal Black Friday al “turkey pardon” presidenziale.

Pardon ≠ perdono

Un paio di giorni prima di Thanksgiving nel giardino della Casa Bianca si svolge il rituale faceto del turkey pardon, durante il quale il presidente degli Stati Uniti “concede la grazia” a un tacchino salvandolo dalla condanna a finire a tavola arrosto.

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Inglese farlocco: Black Days

esempi di pubblicità con Black Days

Da qualche anno alla fine di novembre nei contesti commerciali italiani si vede ovunque l’aggettivo inglese black, associato non solo a days ma anche a week e weekend e usato con il significato di “con/di grandi sconti”. È un’accezione inesistente in inglese ma che risulta comprensibilissima per i consumatori italiani attenti ad acquisti e offerte speciali.

Lo pseudoanglicismo è entrato nell’uso dopo che è stata importata anche in Italia la tradizione commerciale del Black Friday americano. Negli Stati Uniti è il nome dato al quarto venerdì di novembre, il giorno dopo Thanksgiving che da decenni è dedicato agli acquisti. L’origine del nome ha a che fare con tutt’altro, il traffico, e inizialmente aveva solo connotazioni negative: dettagli in Venerdì rosso e venerdì nero.

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Parole ingegnose: quantifauxcation

Quantifauxcation è una parola inglese che ho scoperto recentemente e che mi piace molto perché denomina un concetto utile ed è creativa, trasparente e facile da ricordare.

È stata coniata da Philip B. Stark, docente di statistica alla University of California a Berkeley. È formata sostituendo la terza sillaba di quantification, “quantificazione”, con la parola faux /fəʊ/, “falso, artificiale, ad imitazione”.

quantifauxcation

Si ha quantifauxcation quando vengono presentati studi o altre informazioni con statistiche o numeri inventati, assegnati a caso o non facilmente verificabili, ma che conferiscono credibilità per il fatto stesso di esprimere una quantità. Più è complicato e macchinoso il metodo per ottenere i numeri, più appaiono convincenti.   

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Per un museo della lingua italiana

Giuseppe ANTONELLI ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Dario Franceschini (Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo)

Il linguista Giuseppe Antonelli ha promosso una petizione online, indirizzato al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, per istituire un Museo della lingua italiana.

Mi piace molto l’ipotesi di un museo concepito a partire dall’idea di lingua italiana come patrimonio culturale e bene comune che “porta in sé – stratificati – secoli e secoli di storia, ma continua a riflettere – giorno per giorno – l’evoluzione del nostro costume, della nostra mentalità, delle nostre abitudini”.

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Meteo: allertamenti, allerte e criticità

METEO Toscana: ALLERTA METEO ROSSA per lunedì 18 novembre 2019. Si teme l’alluvione del fiume ARNO a PISA.

Riconosciamo facilmente le parole allerta meteo rossa e le associamo subito a una situazione di pericolo causata dal maltempo, eppure solo dal 2016 la locuzione ha un significato preciso, valido in tutta Italia e definito dal Dipartimento della Protezione Civile.

L’esigenza di standardizzare era nata da problemi dovuti a “significative eterogeneità tra le diverse Regioni/Province Autonome di terminologia, di approccio nello stabilire la correlazione criticità/allerta, di tempistiche nell’allertamento e di modalità di flussi di comunicazione tra i soggetti istituzionali e di informazione alla popolazione”.

Il sistema che ne è risultato dà vari spunti anche per considerazioni terminologiche.

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Novità *con le interferenze dell’inglese

Testo: Le novità con il digitale terrestre, spiegate. Da dicembre si potrà chiedere il bonus per comprare una nuova tv, perché dal 2012 cambierà il metodo di ricezione dei canali.

La frase evidenziata, novità con il digitale terrestre, è un esempio di uso insolito della preposizione con, sempre più frequente in alcuni contesti giornalistici. Altro esempio: Novità con le maglie delle principali squadre di calcio.

Nel titolo, dopo novità ci si aspetta del o sul digitale terrestre o eventualmente per il digitale terrestre. Suppongo però che chi ha titolato abbia l’abitudine di leggere testi in inglese e ne abbia subito l’interferenza, in particolare di titoli del tipo what’s new with xyz. Alcuni esempi:

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Con caffè e tè è facile intendersi

Questa illustrazione da Popular Science mostra che le parole caffè e sono degli internazionalismi perché ricorrono in molte lingue e si differenziano solo per minimi adattamenti. La loro storia è legata alle rotte commerciali di un tempo.  

Il caffè si è diffuso grazie al mercanti dell’Impero Ottomano, che dallo Yemen (origine: arabo qahwah, “bevanda eccitante”) lo avevano portato in Turchia (turco kahveh), da dove è poi arrivato in Europa.

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Localizzazione: rocchetti e srotolamenti di fili

Ottobre 2019: con questo tweet Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha annunciato che sul social network non verranno più pubblicati annunci politici a pagamento:

tweet di @jack: We’ve made the decision to stop all political advertising on Twitter globally. We believe political message reach should be earned, not bought. Why? A few reasons…

Il tweet mi dà lo spunto per alcune considerazioni sulla riconoscibilità dei simboli in contesti e comunicazioni destinati a un pubblico globale.

Il dettaglio che ha attirato la mia attenzione è la scelta di usare l’emoji Twitter thread emoji per marcare il primo tweet di una discussione, che nella terminologia italiana di Twitter è una serie di tweet concatenati inviati dalla stessa persona su un argomento per cui non sono sufficienti i 280 caratteri di un unico tweet.

Twitter thread emoji è un uso simbolico facilmente comprensibile in inglese: la discussione di Twitter si chiama infatti thread, che è anche il nome dell’emoji e dell’oggetto che rappresenta.

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