Tacchini risparmiati (ma non “perdonati”)

Vignetta in cui Trump alla Casa Bianca si rivolge a un tacchino e gli dice “I would like you to do me a favor, though”
Vignetta: Steve Breen (il riferimento è al famigerato “quid pro quo)

Grazie a film e romanzi americani è risaputo che negli Stati Uniti il quarto giovedì di novembre è il giorno del ringraziamento (Thanksgiving). Per gli americani è una festa importantissima, caratterizzata da piatti e simboli tipici, pranzo con i parenti e anche consuetudini correlate di vario tipo, dal Black Friday al “turkey pardon” presidenziale.

Pardon ≠ perdono

Un paio di giorni prima di Thanksgiving nel giardino della Casa Bianca si svolge il rituale faceto del turkey pardon, durante il quale il presidente degli Stati Uniti “concede la grazia” a un tacchino salvandolo dalla condanna a finire a tavola arrosto.

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Inglese farlocco: Black Days

esempi di pubblicità con Black Days

Da qualche anno alla fine di novembre nei contesti commerciali italiani si vede ovunque l’aggettivo inglese black, associato non solo a days ma anche a week e weekend e usato con il significato di “con/di grandi sconti”. È un’accezione inesistente in inglese ma che risulta comprensibilissima per i consumatori italiani attenti ad acquisti e offerte speciali.

Lo pseudoanglicismo è entrato nell’uso dopo che è stata importata anche in Italia la tradizione commerciale del Black Friday americano. Negli Stati Uniti è il nome dato al quarto venerdì di novembre, il giorno dopo Thanksgiving che da decenni è dedicato agli acquisti. L’origine del nome ha a che fare con tutt’altro, il traffico, e inizialmente aveva solo connotazioni negative: dettagli in Venerdì rosso e venerdì nero.

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Parole ingegnose: quantifauxcation

Quantifauxcation è una parola inglese che ho scoperto recentemente e che mi piace molto perché denomina un concetto utile ed è creativa, trasparente e facile da ricordare.

È stata coniata da Philip B. Stark, docente di statistica alla University of California a Berkeley. È formata sostituendo la terza sillaba di quantification, “quantificazione”, con la parola faux /fəʊ/, “falso, artificiale, ad imitazione”.

quantifauxcation

Si ha quantifauxcation quando vengono presentati studi o altre informazioni con statistiche o numeri inventati, assegnati a caso o non facilmente verificabili, ma che conferiscono credibilità per il fatto stesso di esprimere una quantità. Più è complicato e macchinoso il metodo per ottenere i numeri, più appaiono convincenti.   

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Per un museo della lingua italiana

Giuseppe ANTONELLI ha lanciato questa petizione e l'ha diretta a Dario Franceschini (Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo)

Il linguista Giuseppe Antonelli ha promosso una petizione online, indirizzato al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, per istituire un Museo della lingua italiana.

Mi piace molto l’ipotesi di un museo concepito a partire dall’idea di lingua italiana come patrimonio culturale e bene comune che “porta in sé – stratificati – secoli e secoli di storia, ma continua a riflettere – giorno per giorno – l’evoluzione del nostro costume, della nostra mentalità, delle nostre abitudini”.

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Meteo: allertamenti, allerte e criticità

METEO Toscana: ALLERTA METEO ROSSA per lunedì 18 novembre 2019. Si teme l’alluvione del fiume ARNO a PISA.

Riconosciamo facilmente le parole allerta meteo rossa e le associamo subito a una situazione di pericolo causata dal maltempo, eppure solo dal 2016 la locuzione ha un significato preciso, valido in tutta Italia e definito dal Dipartimento della Protezione Civile.

L’esigenza di standardizzare era nata da problemi dovuti a “significative eterogeneità tra le diverse Regioni/Province Autonome di terminologia, di approccio nello stabilire la correlazione criticità/allerta, di tempistiche nell’allertamento e di modalità di flussi di comunicazione tra i soggetti istituzionali e di informazione alla popolazione”.

Il sistema che ne è risultato dà vari spunti anche per considerazioni terminologiche.

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Novità *con le interferenze dell’inglese

Testo: Le novità con il digitale terrestre, spiegate. Da dicembre si potrà chiedere il bonus per comprare una nuova tv, perché dal 2012 cambierà il metodo di ricezione dei canali.

La frase evidenziata, novità con il digitale terrestre, è un esempio di uso insolito della preposizione con, sempre più frequente in alcuni contesti giornalistici. Altro esempio: Novità con le maglie delle principali squadre di calcio.

Nel titolo, dopo novità ci si aspetta del o sul digitale terrestre o eventualmente per il digitale terrestre. Suppongo però che chi ha titolato abbia l’abitudine di leggere testi in inglese e ne abbia subito l’interferenza, in particolare di titoli del tipo what’s new with xyz. Alcuni esempi:

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Con caffè e tè è facile intendersi

Questa illustrazione da Popular Science mostra che le parole caffè e sono degli internazionalismi perché ricorrono in molte lingue e si differenziano solo per minimi adattamenti. La loro storia è legata alle rotte commerciali di un tempo.  

Il caffè si è diffuso grazie al mercanti dell’Impero Ottomano, che dallo Yemen (origine: arabo qahwah, “bevanda eccitante”) lo avevano portato in Turchia (turco kahveh), da dove è poi arrivato in Europa.

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Localizzazione: rocchetti e srotolamenti di fili

Ottobre 2019: con questo tweet Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha annunciato che sul social network non verranno più pubblicati annunci politici a pagamento:

tweet di @jack: We’ve made the decision to stop all political advertising on Twitter globally. We believe political message reach should be earned, not bought. Why? A few reasons…

Il tweet mi dà lo spunto per alcune considerazioni sulla riconoscibilità dei simboli in contesti e comunicazioni destinati a un pubblico globale.

Il dettaglio che ha attirato la mia attenzione è la scelta di usare l’emoji Twitter thread emoji per marcare il primo tweet di una discussione, che nella terminologia italiana di Twitter è una serie di tweet concatenati inviati dalla stessa persona su un argomento per cui non sono sufficienti i 280 caratteri di un unico tweet.

Twitter thread emoji è un uso simbolico facilmente comprensibile in inglese: la discussione di Twitter si chiama infatti thread, che è anche il nome dell’emoji e dell’oggetto che rappresenta.

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Contro il logorio della vita moderna…

foto in bianco e nero di uomo elegante con in mano bicchiere di amaro

Qual è l’età sotto la quale la frase Contro il logorio della vita moderna non è significativa? E quanto vecchi bisogna essere per sapere chi era la persona della foto e cosa pubblicizzava?

Me lo sono chiesta a fine cena in un ristorante milanese quando la cameriera, una ragazza lombarda sui 20-22 anni, ci ha proposto una serie di liquori e amari, dal limoncello al “sìnar”.

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Beverini e beveroni

foto con beverino per gatti, beverino per uccelli e beverino per cani

Beverino

Non ho animali e ho scoperto solo recentemente l’esistenza della parola beverino, che mi è subito piaciuta molto. È in uso dal XIX secolo e in origine indicava solo il contenitore per l’acqua che si mette nelle gabbie degli uccelli per farli bere, mentre ora si usa anche per altri tipi di abbeveratoi per animali domestici.

Ha origine dal verbo ora arcaico bevere (da cui derivano le forme regolari del verbo bere) con il suffisso alterativo ino che in questo caso non è un diminutivo ma ha una funzione strumentale: viene usato per identificare piccoli arnesi o attrezzi o parti di essi, come già descritto in Alternative al siberino. Si riconosce anche in un’altra accezione di beverino: la rete da caccia tesa sull’acqua per catturare gli uccelli che vanno a bere.

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Da Halloween ad Allouìn 🎃

Manifesto che pubblicizza alcuni eventi in programma a Cotignola (Ravenna):

Manifesto con scheletro e la scritta Al zòchi par Cudgnola @ allouin

Ha attirato la mia attenzione per il titolo ibrido formato da parole in dialetto romagnolo (“zucche per Cotignola”) e assimilazione grafica del nome Halloween in Allouìn. Non mi è del tutto chiara la @, che trovo incongruente in questo tipo contesto, ma immagino che vada letta come a (e non come la preposizione inglese at).

Halloween in italiano

La parola Allouìn riproduce la pronuncia italiana di Halloween, che è un’approssimazione dell’inglese britannico /ˌhæləʊˈiːn/. In italiano il nome diventa /alloˈwin/, con la h muta, le vocali inglesi sostituite da quelle italiane più vicine e la doppia l. L’accento oscilla: per alcuni cade sull’ultima sillaba, come in inglese, per altri invece è spostato sulla prima.

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Who…? Whom…?

vignetta con due vampiri, ciascuno con in mano un bicchiere pieno di liquido rosso. Uno chiede: WHO ARE YOU DRINKING?
vignetta: Moderately Confused

La mia insegnante di inglese del liceo non avrebbe sorriso per questa vignetta ma l’avrebbe segnata con la matita blu. Per lei era inammissibile che il pronome interrogativo who (“chi?”) venisse usato con funzione diversa dal soggetto e quindi avrebbe preteso che il vampiro dicesse Whom are you drinking?

Who o whom?

In realtà nell’inglese parlato contemporaneo whom è usato sempre più raramente, relegato ai registri formali dove è ancora la norma. È quindi del tutto corretto (e più comune) dire Who did she meet? Who are you going to call?* Who will Trump blame if there is a recession? Who is this present for? Who were you talking to? Who did he go out with?

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Una mela al giorno…

illustrazione Una mela al giorno toglie il medico di torno

La frase una mela al giorno toglie il medico di torno ci appare come un proverbio della cultura contadina, in uso da tempo, e invece è un modo di dire recente nato altrove: è la versione italiana della frase inglese an apple a day keeps the doctor away.

Origine del modo di dire

Le prime attestazioni si trovano in Galles alla fine del XVIII secolo ma in un’altra forma, eat an apple on going to bed, and you’ll keep the doctor from earning his bread (mangiare una mela quando si va a dormire impedisce al medico di guadagnarsi da vivere – ai tempi evidentemente non si sapeva cosa fosse il reflusso!).

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