Quando 2020 diventa “venti venti”

VentiVenti

Come si pronuncia l’anno nell’augurio BUON 2020?

Io dico “duemilaventima in questi giorni si sente spessissimo “venti venti” e sui social imperversa l’hashtag #VentiVenti, che si ritrova anche in altre lingue, ad es. #ZwanzigZwanzig in tedesco, #VeinteVeinte in spagnolo, #VingtVingt in francese, #TwintigTwintig in neerlandese.

È un calco palese dell’inglese twenty twenty, una convenzione per leggere gli anni nelle date scomponendoli in due numeri di due cifre che è motivata da questioni di lunghezza. L’ho descritta in Olimpiadi invernali 2026: prove di lettura.

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“scansioni, ultrasuoni, raggi x”

La settimana scorsa la cantante Madonna ha annunciato con un post su Instagram di aver dovuto interrompere un tour a causa di problemi di salute. Il testo è stato tradotto in italiano da un’agenzia di stampa e poi pubblicato tale e quale da vari media, a quanto pare senza alcuna verifica del contenuto. Esempio:

Voglio dire quanto sono profondamente dispiaciuta per tutti i miei fan per aver dovuto cancellare il mio ultimo spettacolo. Ho trascorso gli ultimi due giorni con i medici: scansioni, ultrasuoni, raggi x, frugando e sondando, in lacrime.

Il confronto con il testo originale conferma che la traduzione è inadeguata:
I spent the last two days with doctors
Scans, ultrasounds, Xrays
Poking and probing and more tears.

Chi ha tradotto deve essere una persona che gode di ottima salute: sembra infatti che non abbia alcuna familiarità con procedure mediche comuni, né in inglese né in italiano.

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10 parole dell’anno 2019

parole 2019

Anche quest’anno vi propongo alcune parole dell’anno dall’osservatorio personale del blog. Le ho scelte perché le trovo rappresentative per motivi molto diversi: alcune, anche se forse destinate a rimanere occasionalismi, consentono di evidenziare le peculiarità dei meccanismi lessicali usati; altre ci fanno riflettere sulle [scarse] competenze linguistiche dei parlanti.

►  Inglese farlocco: foodtelling
►  Nuova accezione: lenzuolata
►  Insolito calco social: blessare
►  Parola più connotata: capitana
►  Anglicismo frainteso: revenge porn ➝ pornovendetta 
Tormentone della politica estiva: plasticamente
Traduzione più controversa: adoratori della Pasqua
►  Anglicismo istituzionale superfluo: plastic/sugar/colf tax 

Aggiungo anche altri due esempi che non ho descritto nel blog ma che per motivi alquanto diversi sono parole rappresentative del 2019, l’anglicismo virale OK boomer e la risemantizzazione di sardine.

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31/12/2019: fine decennio vs fine decade

Esempi di “decade” in inglese e in italiano (“2010-2019 una decade nella moda”; “le canzoni fondamentali di una decade ormai agli sgoccioli”; “Greta Thunberg: la decade che inizia sarà fondamentale per il nostro futuro”; “2010-2019, il racconto di una decade”

10 anni, in inglese e in italiano

In inglese decade* è il decennio, un qualsiasi periodo di dieci anni oppure una specifica suddivisione del secolo, mentre in italiano contemporaneo decade è un periodo di dieci giorni (in inglese ten days) e indica anche altri tipi di raggruppamenti per dieci.

Le parole decade in inglese e decade in italiano sono quindi falsi amici ma a causa di traduzioni frettolose il calco decade = decennio è ormai così diffuso che va considerato un prestito camuffato e come tale è registrato anche nelle edizioni più recenti dei principali dizionari.

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Da Milano, auguri di SuperChristmas!

tweet Comune di Milano: Alberi, luminarie, piste di pattinaggio, Christmas village, Oh Bej! Oh Bej!, mostre e concerti. Scopri Milano SuperChristmas 2019, il palinsesto delle iniziative che caratterizzeranno il periodo natalizio a Milano.

Ho chiesto ripetutamente a chi gestisce il profilo Twitter del Comune di Milano e a due assessori di chiarire la scelta di un nome come Milano Super Christmas per iniziative natalizie destinate principalmente a cittadini milanesi, però nessuno mi ha risposto. 

Milano Super Christmas è un tipico esempio di inglese farlocco: un nome ibrido riconoscibile da chi ha conoscenze solo rudimentali dell’inglese ma che appare piuttosto ridicolo a chi invece ha padronanza della lingua.

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No, Trump non è stato “impicciato” 🍑

Ieri il presidente americano Donald Trump è stato formalmente messo in stato d’accusa tramite la procedura di impeachment prevista dalla costituzione statunitense. Notizia apparsa in un noto quotidiano (poi modificata):

Donald Trump fa il suo ingresso nei libri di Storia come il terzo presidente impicciato d’America – dopo Andrew Johnson nel 1868 e Bill Clinton nel 1998 (Nixon si dimise prima del voto)

In questo contesto il calco impeach – impicciare non mi pare abbia molto senso anche perché non è immediatamente riconoscibile, nonostante l’etimo comune alle due parole che ho già descritto in Impicci e impacci dell’impeachment. Il verbo transitivo impicciare infatti significa intralciare od ostacolare e nell’uso riflessivo impicciarsi vuol dire immischiarsi, intromettersi.

Sarebbe comunque accettabile la risemantizzazione del verbo impicciare (neologismo semantico) per descrivere una procedura costituzionale specifica del diritto statunitense?

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La rumorosità dell’italiano, lingua isosillabica

immagine e titolo: Can Italians be persuaded to speak sotto voce on the train?

Un articolo di Tobias Jones per The Guardian prende spunto dall’annuncio di una nuova area Standard Silenzio sui treni Frecciarossa per alcune considerazioni sullo stereotipo che gli italiani parlano sempre a voce alta.

Jones accenna anche ad alcuni aspetti linguistici che differenziano l’italiano dall’inglese e possono contribuire alla percezione che la nostra sia una lingua più rumorosa. In particolare, fa riferimento all’isocronia (in inglese timing), un fenomeno fonetico che consiste nella ripetizione costante di particolari elementi prosodici all’interno di una frase.

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Italiani nel mondo: non è una diaspora

Italian diaspora

Questa carta, via Twitter, mostra la presenza di persone di origine italiana nel mondo.

Diaspora

Si fa notare per un dettaglio lessicale: la parola inglese diaspora, un potenziale falso amico. In inglese infatti diaspora ha anche un significato figurato più generico e può indicare un insieme di persone che vivono in paesi diversi da quello di origine (o dal paese di origine dei propri genitori o progenitori).

In italiano invece diaspora è la dispersione di un intero popolo che, costretto ad abbandonare la propria terra di origine, migra in varie direzioni, cfr. in particolare la diaspora ebraica. In senso esteso diaspora è anche la dispersione di un raggruppamento di persone prima unite da forti vincoli, specialmente ideali: non c’è più un “terreno” comune.

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Giovedì elettorale nel Regno Unito

Il 12 dicembre nel Regno Unito si vota per eleggere il nuovo parlamento, come da tradizione di giovedì, dal 1931. Scegliere sempre lo stesso giorno della settimana non è una regola ma pare avere alcune motivazioni rilevanti in passato:
andava escluso il venerdì, giorno di paga, perché molti avrebbero preferito andare al pub anziché al seggio;
all’inizio della settimana il voto poteva essere maggiormente influenzato da indicazioni del clero (predica domenicale fresca in memoria!);
il giovedì era spesso giorno di mercato e chi si spostava di casa per fare acquisti poteva poi approfittarne per votare.

donna sta entrando al seggio (POLLING STATION), senzatetto le chiede CHANGE?
Vignetta di Ben Jennings che gioca con la polisemia di change (qui “spiccioli” e “cambiamento”) e allude all’aumento dei senzatetto

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Relooking, uno pseudoanglicismo

Esempi di titoli: 1 Progettazione e arredamento, il relooking la nuova alternativa low cost all’interior design; 2 il trilocale cambia volto con un relooking smart; 3 Stylist in valigia: relooking soft per la camera della teenager; 4 Relooking accessibili per facilità e budget in total white

Nelle riviste di arredamento destinate a chi vive in case di piccole e medie dimensioni è ricorrente la parola relooking, il “rifacimento del look” di una o più stanze che avviene sostituendo l’arredamento o cambiando la disposizione dei mobili esistenti, gli accessori e i colori delle pareti*, senza però fare alcun intervento su murature e impianti come in caso di ristrutturazione.

Meno chiaro invece come si differenzi il relooking dal restyling, il rinnovamento degli ambienti dell’intera abitazione che per alcuni è associato alla ristrutturazione e per altri invece a interventi meno radicali di manutenzione straordinaria, ad es. l’adeguamento di impianti.

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Maglioncini invernali

dolcevita e lupetto

Sui social è diventato virale un lapsus della giornalista Lucia Annunziata che rivolgendosi a un noto politico si è confusa sulla parola maglioncino [a collo alto], un capo di abbigliamento che grazie ai suoi nomi alternativi dà lo spunto per alcune osservazioni lessicali.

Dolcevita e lupetti

Il maglioncino a collo alto ripiegato, se aderente, è noto anche come dolcevita, nome che deriva dal film di Fellini, La dolce vita, perché in quel periodo il protagonista Marcello Mastroianni* indossava spesso il capo, anche se non nel film.

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Mascelle a terra? Meglio di no!

“L’audio rubato dei leader che parlano male di Trump: “Lo staff con le mascelle a terra”; “Vertice NATO, i leader sembrano scherzare su Trump: “Ha parlato 40 minuti, i suoi con le mascelle a terra”; “Al suo staff sono cadute le mascelle a terra”

Qui sopra alcune traduzioni poco ragionate di un frammento di conversazione carpito al capo di governo canadese durante un vertice NATO. Per una nota agenzie di stampa e vari media italiani, Trudeau avrebbe detto che, di fronte alle ennesime esternazioni di Trump, lo staff del presidente americano si era ritrovato con le mascelle a terra.

È una traduzione letterale per nulla idiomatica di I just watched his team’s jaws drop to the floor che non consente di capire esattamente che tipo di reazione c’è stata. In inglese one’s jaw drops è un’espressione metaforica che descrive qualcosa che fa rimanere a bocca aperta per uno stupore o uno shock difficili da dissimulare, ed è su questo che avrebbero dovuto riflettere gli improvvisati traduttori.

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Anna D’Errico: Le parole dell’olfatto…

immagine di lisca di pesce con didascalia: freschìn, freschino, freschetto, frescume, renfrescümme, frescümassu, rinfrescume, fetu di buriddu…

Qualche anno fa in Odore di “freschìn”, una questione di DNA?!? avevo descritto un odore sgradevole per me inconfondibile, lasciato da uova o pesce sulle stoviglie, che però non ha un nome italiano. Avevo notato che solo chi parlava una lingua o un dialetto in cui esisteva una parola era in grado di percepire l’odore e mi ero chiesta se potesse esserci un legame tra lingua e genetica.

Finalmente ho una risposta, grazie ad Anna D’Errico, neuroscienziata esperta di olfatto e autrice del libro Il senso perfetto. Mi fa molto piacere ospitarla sul blog con un intervento sui diversi aspetti di tipo biologico, psicologico e culturale che possono intervenire nella percezione degli odori e che possono riflettersi anche nella lingua

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“Se lo dice il dizionario…”

Se lo dice il dizionario

“Se lo dice il dizionario…” L’utente tra i dizionari dell’uso e le nuove risorse digitali è un articolo che ho scritto per il Portale Treccani.

Nella prima parte ho descritto alcune percezioni errate legate ai dizionari dell’uso, che descrivono il lessico contemporaneo ma non “approvano” o “certificano” i neologismi e non consentono diagnosi sullo stato di salute di una lingua.

Nella seconda parte ho identificato alcune alternative ai dizionari tradizionali, come ad es. i dizionari collaborativi e le raccolte di dati lessicali ottenute con progetti in crowdsourcing. Ho evidenziato le caratteristiche innovative ma anche alcuni punti deboli che rendono necessaria cautela nella consultazione.

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