C’è un bombo ed è silente

Bombus terrestris su fiore di Monarda didyma

Il nome bombo è di origine onomatopeica: come la parola bomba, di cui è allotropo, deriva dal latino bombus, “ronzio, rombo, rimbombo”, a sua volta dal greco βόμβος,

Chi ha osservato i bombi in azione sa che si spostano rapidamente da un fiore all’altro con una certa frenesia, e con un ronzio continuo. Fa effetto vederli invece immobili e silenziosi mentre dormono sui fiori, come il bombo della foto che è abbracciato ai petali di una Monarda didyma.

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Apricottare (un viaggio lungo e “fruttoso”)

carta europea con il percorso etimologico della parola inglese APRICOT

Questa carta mostra il percorso etimologico della parola inglese apricot, albicocca. Andando a ritroso, è entrata in inglese nel XVI secolo subendo l’influenza del francese abricot, ma arriva dallo spagnolo albaricoque o dal portoghese albricoque.

In queste lingue, come in italiano, il nome del frutto deriva dall’arabo albarqūq (che però era la susina; al è l’articolo), a sua volta dal tardo greco praikokion (πραικόκιον) che ha come etimo la parola latina per un frutto primaticcio, praecoca. Un’ulteriore influenza latina potrebbe essere l’aggettivo apricus, che ama stare al sole.

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Traduzioni da cani: “good boy”

Foto del cane Champ alla Casa Bianca con Joe Biden che lo accarezza e gli chiede  “Who’s a good boy?”

È morto Champ, uno dei pastori tedeschi del presidente americano Biden. Lui e la moglie l’hanno annunciato in un comunicato che si conclude con la frase We love our sweet, good boy and will miss him always.  

La notizia è apparsa anche nei media italiani che hanno tradotto letteralmente la frase con Amiamo il nostro dolce, bravo ragazzo e ci mancherà sempre. Non hanno capito che boy in questo contesto non vuol dire ragazzo ma è una parola usata per rivolgersi a un cane (o un cavallo).

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Se è cyber non c’entra la cibernetica!

Nell’incontro tra Biden e Putin del 16 giugno 2021 a Ginevra si è discusso anche della minaccia di attacchi informatici. Nelle notizie in inglese sono ricorrenti locuzioni e parole con cyber, usato sia come elemento formativo, ad es. cybersecurity, cyberattack, che come aggettivo o sostantivo con funzione attributiva, ad es. cyber capability, cyber strike.

Nelle notizie tradotte in italiano si trovano calchi noti e molto diffusi come cybersicurezza e cyberattacco ma si notano anche usi impropri dall’aggettivo cibernetico, come in questi esempi:

1 Putin ha accettato di avviare consultazioni sulla sicurezza cibernetica; 2 Biden ha messo in guardia l’interlocutore: alla prossima incursione cibernetica, rispondermo nello stesso modo; 3 …possibile convergenza in alcune aree strategiche: stabilire una «pax» o almeno una tregua cibernetica…

La cibernetica è la disciplina che studia le analogie tra i sistemi di regolazione e comunicazione delle macchine e degli organismi viventi. Dovrebbe essere chiaro che non è rilevante per il dialogo Biden-Putin: il contesto è tutt’altro!

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Factotum del XXI secolo: un lavoro senza giorni off

Mi è capitato di vedere un’offerta di lavoro presa da Facebook che si fa notare non solo per i requisiti ma anche per alcuni aspetti lessicali, a partire dalla scelta di ricercare un factotum, parola usata spesso con connotazioni ironiche:

AAA Cercasi FACTOTUM che stia 4 settimane in Sardegna Costa Smeralda con me e la mia famiglia. Attività da svolgere: pulizie, cucina, lavanderia e stireria, workout buddy, spesa e piccole commissioni locali. Abilità e attitudini richieste: saper cucinare, saper stirare camicie bianche, massima disponibilità, flessibilità, sportività, simpatia e buon umore, velocità Proposta: 1400€ netti, vitto e alloggio in villa da sogno, transfer da Italia, se appassionati di business qualche ora di consulenza con me. Non ci sono giorni off ma sicuramente del tempo libero per goderti un po’ la villa. Chi è interessato e sente di matchare perfettamente il profilo, mi scriva in privato.

Mi colpisce l’uso delle tre lettere AAA perché non mi pare abbiano alcuna funzione in un annuncio apparso sui social. Non sono un acronimo e non hanno un significato particolare: quando gli annunci venivano invece pubblicati sui giornali, in ordine alfabetico, servivano a far apparire ai primi posti il proprio.

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Il calciatore danese “resuscitato”

Titolo e frase da articolo sulla prima pagina un noto quotidiano, poi modificati nella versione online:

Titolo: Paura per Eriksen, i medici lo resuscitano in campo (sottotitolo: agli Europei di calcio arresto cardiaco per l’interista durante Danimarca-Finlandia). Frase: Vedere Eriksen resuscitato non basta. La fragilità spaventa quanto la morte però stavolta c’è davvero da essere grati.

Chi ha scritto l’articolo ha sicuramente tradotto letteralmente dall’inglese e non ha riconosciuto i falsi amici resuscitate ≠ resuscitare.

Eriksen collapses and is resuscitated during European Championship match Denmark-Finland

Resuscitate in inglese

In inglese il verbo resuscitate anche nell’uso comune ha un’accezione medica prevalente che vuol dire "riattivare le funzioni vitali", in italiano rianimare.

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Kundalini è un mio lapsonym

Qualche anno fa la scrittrice Kathryn Schulz ha inventato una parola che ho scoperto solo recentemente perché è un occasionalismo poco noto. Peccato, perché è divertente e denomina un concetto che credo sia familiare a molti:

tweet di Kathryn Schulz di marzo 2015: Making up a word because I need it: lapsonym -- a word whose meaning you forget no matter how many times you look it up.

Un lapsonym è una parola di cui si è controllato più volte il significato senza però riuscire a ricordarselo. È formato da lapse, parola di origine latina (lapsus) che qui è una dimenticanza o un vuoto di memoria (cfr. memory lapse o lapse of memory), combinata con l’elemento formativo –onym, di origine greca, che indica un nome o un particolare tipo di parola.

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L’ordine delle cose…

vignetta ambientata in paradiso, con angeli che mostrano a Dio un tabellone con due disegni, una gallina e un uovo. Un angelo dice “Okay, Boss. We can create both simultaneously, but there’s gonna be questions”

Questa vignetta di Dave Blazek funziona perfettamente anche nella traduzione letterale italiana: “OK capo. Possiamo crearli entrambi simultaneamente, ma ci saranno domande”. Sia in inglese che in italiano è infatti ovvio il rimando alla stessa classica domanda esistenziale.

C’è però un dettaglio che, ne sono convinta, un vignettista italiano avrebbe disegnato diversamente: nel tabellone avrebbe messo l’uovo a sinistra e la gallina a destra. In questo caso l’ordine è determinato dalla lingua ed evidenzia una differenza nel modo di esprimere la stessa domanda in inglese e in italiano:

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Dante e gli anglicismi, in musica!

Vi invito a un piccolo esperimento con Dante, una canzoncina divertente dei DuoVa che ironizza sul gran numero di anglicismi usati in italiano:

Prendete un foglio di carta, dividetelo in due colonne e fate una crocetta per ogni anglicismo usato nel video, nomi propri esclusi: da una parte uso attivo (anglicismi che fanno parte del vostro lessico abituale) e dall’altra esposizione passiva (non sono parole che usate normalmente).

In alternativa, con lo stesso metodo, provate a classificare ciascun anglicismo che sentite come insostituibile, utile o superfluo in base alla distinzione dei linguisti Adamo e Della Valle già descritta in L’invasione degli anglicismi:

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Sentitevi liberi di leggere questo post! O no?

Testo informativo: Qualora aveste delle domande da porci, dei dubbi da esporci, o delle richieste di chiarimento da inoltrarci, sentitevi liberi di contattarci: i nostri operatori vi risponderanno nel più breve tempo possibile.

Prendo spunto dal commento di una lettrice per evidenziare un calco dall’inglese molto diffuso in comunicazioni varie online. Sul modello di feel free to… si viene esortati a sentirsi liberi di scrivere email, telefonare, compilare moduli o partecipare a sondaggi, contattare servizi di supporto, usare social o canali specifici per commentare, richiedere informazioni, condividere contenuti o agire in vari altri modi.

Titolo di articolo: Feel free ! Sentiti libero di condividere la tua esperienza di emicrania

Chi ricorre a questa espressione a quanto pare non è consapevole che in italiano si dice a qualcuno di sentirsi libero di fare qualcosa per indicargli che non deve sentirsi condizionato o vincolato in alcun modo perché ha piena facoltà di agire, ad es. sentitevi liberi di amare chi volete oppure anche sentiti libero di andartene se non hai voglia di stare qui (“non farti problemi ad andartene”). Ma non è questo il significato di feel free to… in inglese.

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COVID-19: nuovi nomi per le varianti VOC e VOI

tweet di World Health Organization: Today WHO has announced a new naming system for key #COVID19 variants. The labels are based on the Greek alphabet (i.e. Alpha, Beta, Gamma, etc), making them simple, easy to say and remember.

Da dicembre 2020 sentiamo discutere di varianti del coronavirus Sars-CoV-2 causa del COVID-19. Sono il risultato dell’evoluzione del virus originale che attraverso mutazioni del proprio genoma acquisisce caratteristiche diverse di trasmissibilità, patogenicità e capacità di reinfettare chi già immunizzato.

Il 31 maggio 2021 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato un nuovo sistema per denominare le varianti nella comunicazione pubblica: si ricorrerà alle lettere dell’alfabeto greco anziché alle indicazioni geografiche usate finora (le famigerate varianti inglese, sudafricana, brasiliana, indiana…).

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Per viaggiare in Ue non si userà il “green pass”!

Alcuni titoli di fine maggio 2021:

Titoli: 1 Green pass Ue, Colao: sarò disponibile anche sull’app Io dal primo luglio; 2 Green pass europeo valido da 15 giorni dopo la prima dose; 3 Dal 1 luglio arriva il green pass digitale sull’App Io; 4 I nodi aperti del Green Pass: Immuni e i minorenni: 5 Green pass Ue, Draghi: “Pronto a metà giugno”; 6 Il Green Pass sarà digitale: un certificato Qr code

Da mesi i media discutono di green pass, nome con cui vengono identificate le certificazioni che attestano che
1 si è stati vaccinati contro il COVID-19 oppure 
2 si guariti dal COVID-19 oppure
3 si è fatto un tampone con esito negativo.
Il nome green pass viene usato indifferentemente sia per le certificazioni italiane per l’Italia che per le certificazioni valide in tutta l’Unione europea.

Ufficialmente però non esiste nessun documento o attestazione di alcun genere con questo nome né in Italia né nell’Ue. Ho cercato di capire da dove arriva l’anglicismo e ho scoperto anche alcune incongruenze nei nomi usati dalle istituzioni italiane ed europee. 

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Un capello umano, per sbaglio!

In questa immagine c’è un errore di traduzione dall’inglese dovuto a una curiosa svista:

Immagine con illustrazione che confronta dimensioni di capello, particella di polvere e coronavirus. Al post di capello: aria umana 
Esempio di @aragost

Chi ha tradotto non ha capito un’acca, la seconda di human hair, e ha trasformato un capello nell’aria umana.

C’è da chiedersi se chi produce questi testi e chi li pubblica rifletta sul significato delle parole: anche senza testo originale qualche sospetto su “aria umana” sarebbe dovuto venire…

Il testo poi è stato corretto in capello umano, con un aggettivo di troppo che evidenzia un noto esempio di anisomorfismo: in inglese la parola hair può indicare un singolo capello, un singolo pelo umano o animale oppure l’intera capigliatura.

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Anglicismi a caso: l’open day negli hub è sold out

Dal sito della Regione Lazio: “Vaccinazioni anti Covid-19, 15 e 16 maggio OPEN DAY AstraZeneca con ticket virtuale per over 40”. Titolo di notizia: “Vaccini Lazio, l’Open Day sold out in tre ore: successo per l’AstraZeneca agli over 40.

Il 15 e 16 maggio la Regione Lazio ha organizzato due giornate straordinarie di vaccinazioni con Vaxzevria (AstraZeneca) aperte a persone sopra i 40 anni. L’iniziativa ha avuto successo: in poche ore sono stati prenotati tutti gli appuntamenti disponibili.

La comunicazione istituzionale e mediatica sulle due giornate ha attirato la mia attenzione perché è un concentrato di anglicismi. Alcuni sfiorano il ridicolo: sono del tutto superflui o addirittura usati a sproposito.

Testo: L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, annuncia il grande successo delle prenotazioni per l’Open Day AstraZeneca over 40: “Successo straordinario, in meno di tre ore sold out agli hub di Roma, Frosinone, Latina e Viterbo. La modalità del ticket virtuale ha funzionato e sono rimasti pochi slot a Rieti”.

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Nuovo orgoglio (con pregiudizio)

Alcuni tweet su un premio vinto dal cantante Harry Styles:

Esempi da Twitter: 1 – La tua felicità è la mia. Sorridi sempre Harry. Sono così orgogliosa di te  2 – Sono così fiera di Harry, si merita davvero tutto il successo e l’apprezzamento che sta ricevendo   3 – sono coì orgogliosa di Harry e di tutto quello che sta costruendo  4 – Hanno mostrato Harry al tg1, sono così fiera di lui    5 – Sono così orgogliosa di Harry con questo premio vinto, anche se avrebbe meritato altre nomination, ma questo non cambia il mio essere troppo fiera di lui!!!

Sui social si vedono spesso commenti di apprezzamento di questo tipo. Sono fatti da fan, in maggioranza ragazze, che si dichiarano orgogliose oppure fiere di un cantante, attore o altro personaggio pubblico che sta loro particolarmente a cuore.

È un uso che ha già qualche anno e che mi incuriosisce ma mi suscita anche qualche perplessità perché lo avverto come anomalo e non congruente con le accezioni che hanno normalmente gli aggettivi orgoglioso e fiero in italiano.

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