Omicron: scariant e supervariante

Immagine di coronavirus e titoli: 1 Covid, INCUBO Omicron; 2 Covid, la MINACCIA Omicron SPAVENTA il mondo; 3 Variante Omicron, il Black Friday della PAURA: così il mondo torna a TREMARE (e non spende); 4 È PANICO per la variante Omicron dal Sudafrica: può bucare i vaccini ed è più contagiosa

Questi titoli di quotidiani del 27 novembre 2021 mi hanno fatto subito pensare al neologismo inglese informale scariant, parola macedonia formata da scary (terrificante) e variant.

Descrive una nuova variante del virus Sars-CoV-2 che spaventa per le modalità con cui viene descritta dai media, che ricorrono a narrazioni catastrofistiche con parole che appartengono al campo semantico della paura, come negli esempi qui sopra.

I titoli acchiappaclic sulla variante Omicron non tengono conto che al momento mancano ancora dati scientifici certi che effettivamente dimostrino che, rispetto al virus originale e alle varianti* già note, la nuova variante ha una o più di queste caratteristiche:
è più trasmissibile, 
riduce la protezione data dai vaccini,
provoca forme cliniche più gravi o più letali,
rende meno efficaci le misure di protezione individuale.

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La variante Omicron “salta” Nu/Ni e Xi

annuncio OMS: Classification of Omicron (B.1.1.529): SARS-CoV-2 Variant of Concern

Ho aggiornato Variante Mu o variante Mi? (settembre 2021) con una nota sul nome divulgativo della variante B.1.1.529 del virus SARS-CoV-2, identificata in Sudafrica, che sta destando molta preoccupazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha denominata Omicron, come la quindicesima lettera dell’alfabeto greco.

Prima dell’annuncio ufficiale i media erano convinti che sarebbe stata chiamata Nu, tredicesima lettera dell’alfabeto greco, e in questo caso per l’italiano si sarebbero potute fare le stesse osservazioni linguistiche già viste per il nome della variante precedente: Nu come in inglese e nelle notazioni scientifiche e tecniche, oppure Ni, nome prevalente in ambiti classici e letterari? 

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Nuovo green pass: super o rafforzato?

Il 24 novembre 2021 il governo ha approvato un nuovo decreto legge con misure urgenti per il contenimento della quarta ondata dell’epidemia di COVID-19. Nella notizie in tema la parola chiave è Super Green pass. Alcuni esempi:

Esempi di titoli: 1 “Super green pass, nuovo decreto approvato dal Consiglio dei Ministri” (Corriere della Sera); 2 “S’'ì del Cdm al Super Green pass dal 6 dicembre anche in zona bianca. Draghi…” (Repubblica); 3 OK all’unanimità per il Super Green Pass in Consiglio dei ministri” (Rai News)

Non è però la denominazione usata dal governo, che durante una conferenza stampa e in un comunicato ha annunciato modifiche alla durata e all’obbligo del Green Pass e ha introdotto un Green Pass rafforzato o nuovo Certificato verde:

Punto 3 del comunicato del CdM: Il testo approvato oggi prevede che la durata di validità del Green Pass viene ridotta dagli attuali 12 a 9 mesi. L’obbligo di Green Pass viene esteso a ulteriori settori: alberghi; spogliatoi per l’attività sportiva; servizi di trasporto ferroviario regionale e interregionale; servizi di trasporto pubblico locale. A decorrere dal 6 dicembre 2021 viene introdotto il Green Pass rafforzato; vale solo per coloro che sono o vaccinati o guariti. Il nuovo Certificato verde serve per accedere ad attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla nei seguenti ambiti

Le incongruenze terminologiche sono lampanti, ancora di più se si fa riferimento al decreto legge 22 aprile 2021, n. 52 che all’art. 9 definisce le certificazioni verdi COVID-19, poi concretizzate nella Certificazione verde COVID-19 europea di cui dispone la maggior parte degli adulti italiani.

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Misteriosa mandolina

Scambio di tweet tra donna e uomo – Donna: “Ho una mandolina fenomenale, solo che ogni tanto reclama un sacrificio di sangue. Stamattina affettavo melanzane: da melanzane a dito è stato un attimo”. Uomo: “Prima di capire il senso del tweet, ho assegnato a mandolina almeno 4 significati diversi”

Questo scambio di tweet rivela che non tutti sanno cos’è una mandolina. I correttori ortografici non riconoscono la parola e finora solo alcuni dizionari l’hanno lemmatizzata.

Tra questi, il Dizionario Zingarelli indica come prima occorrenza di mandolina il 1999 e dà la definizione “utensile consistente in un supporto genericamente di metallo o plastica provvisto di una lama regolabile e talora di grattugie per affettare più o meno sottilmente verdure, patate ecc.”. La voce contiene anche un dettaglio inaspettato: etimologia incerta.

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Falsi amici del recapito

Chi segue questo blog sa che ho un debole per i giochi di parole terribili come questo di Scott Hilburn che sfrutta la somiglianza grafica di pony e peony /ˈpiːəni/, la peonia. Ne prendo anche spunto per aggiungere un esempio particolare al mio elenco di falsi amici.

Pony Express in inglese

L’ambientazione della vignetta è congruente con il rimando a (The) Pony Express, il nome proprio del servizio postale statunitense che aveva operato per poco più di un anno tra il 1860 e il 1861. Attraversava quasi tutto il paese (cross-country), collegando il Missouri alla California, e copriva una distanza di 3163 km in dieci giorni grazie a staffette di cavalieri, tra cui Buffalo Bill, che cambiavano cavallo (non pony!) ogni 10 miglia circa in apposite stazioni.

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Traduzioni letterali: privilegio esecutivo

Ho presto spunto da questo tweet di @antrebaud per aggiornare Executive order ≠ ordine esecutivo con alcune considerazioni sul concetto di executive privilege che riporto anche qui.

Executive privilege è la prerogativa concessa al presidente degli Stati Uniti, come capo del potere esecutivo e nell’interesse pubblico, di non rivelare determinate informazioni e comunicazioni intercorse con altri appartenenti dell’esecutivo nel caso venissero richieste del potere legislativo (il Congresso) o dal potere giudiziario (le corti).

Negli Stati Uniti ultimamente se ne sta discutendo molto perché l’executive privilege è stato invocato dall’ex presidente Donald Trump per le richieste della commissione di inchiesta sull’attacco al Congresso del 6 gennaio 2021.

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Mondayitis e altri malanni del lunedì

Vignetta in cui un uomo a letto mezzo addormentato dice alla moglie, già alzata: “Mondayitis is a real disease”. La moglie chiede “What’s the cure?” e lui risponde “Bed rest” (riposo a letto) 
Vignetta di Harry Bruce

Mondayitis è una parola inglese informale e scherzosa che descrive la riluttanza di andare a scuola o al lavoro tipica del lunedì mattina, oppure l’efficienza lavorativa ridotta di inizio settimana (fonte: OED). Nella formazione del nome, che risale all’inizio del secolo scorso, si riconosce il suffisso itis che indica un’infiammazione.  

Per il pessimo umore del lunedì mattina si può usare anche un’espressione simile dell’inglese americano, a case of the Mondays. È stata popolarizzata dal film Office Space del 1999 ed è all’origine di molti memi e giochi di parole, grazie anche alla polisemia del sostantivo case (“caso”, anche medico, e “cassa”): dettagli in Dictionary.com.

Un esempio di meme con due immagini con la stessa didascalia “Looks like someone’s got a case of the Mondays” ma la prima con un fotogramma del film e la seconda con una cassa di bottiglie.

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Greenwashing: no, non è un “lavaggio”

In occasione della conferenza sui cambiamenti climatici COP26 sono apparsi vari articoli accomunati da un errore di interpretazione dell’anglicismo greenwashing. Esempi:

Esempi: 1 No, non è improvvisamente diventato tutto green, sostenibile e non inquinante. Per placare i consumatori che prendono coscienza dei disastri ambientali, le aziende investono in campagne di marketing che esaltano la bontà della loro produzione. Il termine tecnico utilizzato per descrivere tale comportamento è «greenwashing», una sorta di lavaggio delle coscienze nell’era della moda ecosostenibile. 2 Lo chiamano green washing. Tradotto: lavaggio verde. 3 Greenwashing, ovverossia fare un bel lavaggio che faccia apparire green e sostenibili anche aziende che non lo sono affatto 4 “lavaggio del cervello verde” (dall’inglese greenwashing)

L’espressione greenwashing è modellata su whitewashing, imbiancare a calce, un modo veloce per migliorare l’aspetto di pareti sporche che ha anche il senso figurato di coprire, mascherare, occultare per nascondere qualcosa di sgradevole o sconveniente. Il senso metaforico rimanda anche alla locuzione biblica whitewashed tombs, i sepolcri imbiancati: apparenza impeccabile che nasconde marciume, ipocrisia.

Greenwashing identifica così l’uso di operazioni di facciata volte a conferire credibilità ambientale e a fare apparire come ecosostenibile (“green”) ciò che in realtà non è, come già descritto in Una mano di greenwash [2013].

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Un rapper può “incitare il caos”?

Foto del rapper Travis Scott con titolo in inglese: “Travis Scott sued for ‘inciting mayhem and chaos’ at Astroworld concert in Texas”. Frase italiana: “Per la tragedia di Astroworld iniziano ad arrivare le denunce al rapper Travis Scott reo di “incitare il caos”.

Durante il concerto di un rapper americano in Texas c’è stata una calca che ha causato la morte di più persone. Nelle notizie tradotte dall’inglese sono evidenti alcune differenze tra due verbi in apparenza coincidenti, incite in inglese e incitare in italiano.

Esempi: Il rapper ama incitare il caos e il sospetto è che stavolta la situazione gli sia sfuggita di mano • Scott è stato accusato di incitare il caos e comportamenti pericolosi nei suoi spettacoli  • Denunce al rapper Travis Scott, colpevole di «incitare la violenza»

Trovo improprie queste traduzioni perché ricalcano una costruzione dell’inglese che non è usata in italiano.

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Collant non è più un francesismo?

Fotogramma dalla campagna pubblicitaria Calzedonia autunno 2021

Avete fatto caso anche voi alla pubblicità televisiva di un noto marchio di calze che si conclude con la frase il tuo stile, il tuo llant?

La pronuncia con l’accento sulla prima sillaba per me è una novità: ero rimasta ferma a collàn /kolˈlan/, pronuncia italianizzata della parola francese collant(s) /kɔˈlɑ̃/, e non mi ero mai accorta che da francesismo collant fosse stato trasformato in uno pseudoanglicismo (in inglese invece si dice in tutt’altro modo, tights*).

Francesismi scambiati per anglicismi

Non è l’unica parola francese che ha subito questa modifica. L’esempio più noto è stage, tirocinio, che molti pronunciano erroneamente /steidʒ/ anziché /staʒ/, presumo senza sapere che in inglese stage significa palcoscenico oppure fase, stadio, e che l’esperienza lavorativa si chiama invece internship.

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I fantasmi svaniscono, le persone ghostano 👻

Vignetta intitolata types of ghosts con otto esempi: 1 classic (fantasma normale); 2 friendly (Casper); 3 literary (fantasma del padre di Amleto); 4 comic strip (fantasma crivellato di pallottole); 5 art (urlo di Munch): 6 historic (nave fantasma); 7 arcade (fantasma di Pac-Man); 8 dating app (fantasma svanito)

L’ultimo tipo di fantasma nella vignetta di Wrong Hands evoca il ghosting, la pratica di porre fine a una relazione interrompendo improvvisamente e senza alcuna spiegazione ogni tipo di comunicazione con l’altra persona, per poi rendersi irreperibile (svanire come un fantasma!).

In italiano si usa sia il prestito [fare] ghosting che la neoformazione ibrida ghostare, un verbo transitivo molto informale che ha acquisito anche il significato più generico di ignorare o non farsi più sentire. Le relazioni interrotte o trascurate “ghostando” non sono solo sentimentali ma possono essere anche di amicizia, professionali o di altro tipo.

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La parola medicane NON è una crasi!

Titoli: 1 Meteo Catania, Protezione civile Sicilia: oggi allerta rossa. Timore per “Medicane”; 2 L’uragano Medicane punta la Sicilia: allerta per nubifragi e venti di burrasca; 3 Il ciclone diventa un “MediCane”, Catania nel panico; 4 Siracusa e il medicane Apollo: la lunga notte della Protezione CIvile.

Nelle notizie sul maltempo estremo in Sicilia di questi giorni è immancabile l’anglicismo medicane. Le mie perplessità sull’uso che se ne fa in italiano, già espresse in Il terribile medicane, hanno avuto conferma: nei media si riscontrano imprecisioni terminologiche, equivalenze fantasiose, approssimazioni e fraintendimenti (non è un nome proprio!), incongruenze di pronuncia e di grafia.

Non avevo però considerato che nelle spiegazioni sull’origine e il significato del nome sarebbe stata ricorrente una descrizione errata: l’anglicismo medicane non è una crasi (esempi) ma una parola macedonia formata da Mediterranean + hurricane,  “uragano mediterraneo”.

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Meta, [anche] un mucchio di m…

Facebook addio, Zuckerberg cambia nome in Meta per allontanare i guai dal gruppo

La società di cui fa parte Facebook cambia nome in Meta. Per fortuna di Zuckerberg, al di fuori della Toscana non è molto nota la parola méta nel significato di sterco animale o umano, quantità d’escrementi emessi in una sola volta. Esempio: una meta di bue.

Etimo: il latino mēta, “mucchio (di forma conica)” che nel senso di “qualsiasi oggetto di forma piramidale o conica, e in particolare la colonnetta del circo romano” è anche all’origine della molto più comune parola mèta con il significato di punto di arrivo, destinazione, obiettivo.

foto di meta di vacca

In ebraico invece meta significa morto, finito, cfr. Meta: Facebook’s new name ridiculed by Hebrew speakers (link aggiunto). 

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Far la fine di Vil Coyote, in inglese…

Uomo con piede e braccio ingessati dice a donna: “I misudged a curb and Wile. E. Coyote’d myself”
vignetta: Moderately Confused

Nella vignetta con il malcapitato che non ha calcolato bene l’altezza* del marciapiede si può notare il nome proprio Wile E. Coyote trasformato in un verbo. È un esempio di un meccanismo linguistico molto flessibile in inglese che a me piace molto, anche quando le parole create sono solo occasionalismi usati ad effetto comico.

La conversione (o transcategorizzazione) consente di assegnare una nuova categoria grammaticale a una parola esistente, senza modificarla. In inglese è estremamente produttiva, soprattutto nella conversione di sostantivi in verbi (verbing o verbification). Alcuni esempi: i verbi stan, ratio e bot, ricorrenti sui social.

Una striscia di Calvin and Hobbes che ironizza su questo meccanismo:

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Propaganders, ereditiers, chilavisters, angelers…

Schermata della trasmissione Propaganda Live e tweet: 1 Thank God it’s Friday! Ben ritrovati #propaganders; 2 Oh che bello il venerd+ con @welikeduel! Siete pronti #propaganders?; 3 Non perdi mai una puntata di #propagandalive? Beh, se anche tu sei un #propagander unisciti al fan club! Daje!; 4 Buonanotte #propaganders. Buonanotte ciurma

Trovo divertente e creativo un uso particolare del suffisso inglese er, aggiunto a nomi propri di personaggi del mondo dello spettacolo oppure di programmi televisivi per denominare scherzosamente chi li segue. I nomi ibridi che ne risultano sono palesi pseudoanglicismi, spesso usati nella forma pluraleers non solo per l’insieme dei fan ma anche per la singola persona.

Uno dei primi esempi è stato leosiners, dal nome della giornalista Franca Leosini, conduttrice del programma Storie Maledette da cui poi è nato anche maledetters. Un dettaglio curioso è che i programmi su reati, misteri, delitti e persone scomparse inizialmente erano tra i più produttivi per questo tipo di nomi. Esempi:  

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