Computer e linguaggio naturale: IBM Watson

Watson è il nome di un supercomputer di IBM che combina tecnologie avanzate di elaborazione del linguaggio naturale, analisi dei dati, information retrieval, rappresentazione della conoscenza e apprendimento automatico.

Sfrutta una tecnologia sviluppata da IBM, DeepQA, un sofisticato sistema di Question Answering che riesce a comprendere ed elaborare domande in linguaggio naturale e formulare risposte precise, proprio come farebbe una persona.

Analizzare una frase e capirne complessità, ambiguità, riferimenti culturali, informazioni implicite, ironia, giochi di parole ecc. è un’attività normale per un umano ma complessa per un computer (l’esempio classico e più banale di ambiguità è “Marco guarda la ragazza con il cannocchiale”: noi possiamo desumere facilmente dal contesto o da altri dati chi ha lo strumento ma per il computer è più difficile arrivare alla conclusione corretta).  

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Yessss… We can…e!!

Vetrofania sul retro di un furgone visto in una nota località sciistica italiana:

van-can-cane

Non c’è che dire, YESSSS… WE  CAN…E!!  è una rielaborazione linguistica davvero fantasiosa dello slogan politico americano più famoso del 2008.

Al lettore è comunque richiesta una certa cooperazione interpretativa per comprendere correttamente il messaggio pubblicitario:

  • conoscenza elementare dell’inglese
  • familiarità con lo slogan della campagna presidenziale di Barack Obama e con le connotazioni positive espresse da YES WE CAN
  • prontezza di imporre l’ortografia italiana sulla pronuncia inglese per cogliere il gioco di parole
  • capacità di sintesi per recepire il messaggio e associarlo alla corretta offerta commerciale

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Thanksgiving e tacchini giramondo

Oggi negli Stati Uniti è Thanksgiving, giorno in cui c’è un consumo abnorme di carne di tacchino, come già indicato in Thanksgiving e tacchini, dove ho anche accennato alle espressioni idiomatiche con la parola turkey in inglese americano.

turkeyNon avevo fatto alcun riferimento all’etimologia della parola, che invece è discussa in Turkey in The Language of Food, un intervento ricchissimo di dettagli storici in cui viene spiegato perché in inglese il tacchino, un uccello americano, ha lo stesso nome della Turchia, un paese mediterraneo, e perché anche in altre lingue il nome contiene riferimenti geografici. Alcuni esempi: il francese dinde deriva da d’Inde (come il dindio di alcuni dialetti italiani e dundjan in maltese) e fanno riferimento all’India anche il nome polacco, indik, e quello turco, hindi, come pure quello olandese, kalkoen, una contrazione di Kalecutisher Han ovvero “gallina di Calicut”; in portoghese invece il tacchino si chiama peru e nell’arabo levantino dik habash, “uccello d’Etiopia”.

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