Quando si crea una raccolta terminologica, prima ancora di decidere la struttura dei dati è essenziale definirne scopo e destinatario, anche se si tratta di un glossario di poche decine di voci. Può sembrare ovvio, eppure ignorare queste indicazioni di base è spesso causa di raccolte non accurate e/o che non incontrano le aspettative dell’utente.
Ci pensavo dando un’occhiata a un sito italiano [non più disponibile] che si prefigge di contrastare l’uso smodato dei prestiti dall’inglese. Viene proposto un glossario il cui scopo è dare un “aiuto per vincere la pigrizia e riscoprire il vecchio amore per la nostra lingua” con “esempi delle parole inglesi più utilizzate e l’alternativa prevista invece dall’italiano”.
Ci si aspetterebbe un elenco di prestiti di lusso e corrispettivi sinonimi italiani intercambiabili, come weekend fine settimana, e che i prestiti di necessità (o forestierismi insostituibili) ne siano esclusi. Non è così, anzi, è difficile identificare i criteri di compilazione del glossario, e si rilevano invece problemi abbastanza tipici.