Tra le parole romagnole che non credo abbiano alcun equivalente in italiano mi piace molto barosola (l’ho suggerita anche per il progetto Sciarà). Descrive l’impronta di cibo che può rimanere attorno alla bocca, soprattutto dei bambini ma anche di adulti poco accorti, che si forma se si mangia con gusto qualcosa, come gelato o marmellata o pietanze con il sugo, imbrodolandosi parte del viso: “Ma guarda che barosola che hai!”
Aggiornamento – Etimologia di barȏŝla da Léžar e Scrìvar in Rumagnȏl di Franco Ponseggi: “si può far risalire al latino rosula (piccola rosa), come nel siciliano ròsula, col senso di arrossamento, quindi gelone o rosolia, con il prefisso rafforzativo ba, con il riferimento allo sporco intorno alla bocca tipico dei bambini, che, per essere intorno alla bocca, ha forma rotonda e che, se l’igiene viene trascurata, come poteva succedere un tempo, e/o per il freddo, poteva portare ad arrossamenti. Non si può escludere l’origine dal longobardo rosa (crosta), in particolare attorno alla bocca”.
Barosola è una delle voci di un divertente glossarietto di romagnolismi che ho ricevuto in regalo, Zavagliando*. Guida per chi vuole salvare la lingua romagnola pur non conoscendola e per i finarlini** che credono di parlare puro italiano (Bottega Bertaccini).
Ho ritrovato molti romagnolismi che sentivo spesso quando abitavo da quelle parti e ho pensato di usarne alcuni per un piccolo quiz. Riuscite a indovinare cosa vogliono dire?